lunedì 24 giugno 2013

Citazioni: nel bene e nel male, fino al 24 giugno 2013



Laura Balbo, sbilanciamoci, (I grandi assenti dalle riforme),  18 giugno 2013
Riuscire a guardare ad altri aspetti dei processi e dei “soggetti” coinvolti sarebbe un ulteriore elemento. ...

Si riconosce la rilevanza di processi legati alle tecnologie in continuo progresso. Abbiamo consapevolezza della dimensione globale. Si dà dunque per scontato che molti aspetti della nostra organizzazione – economica, sociale, di vita – saranno modificati. In rapporto a questa chiave di lettura – ma non soltanto – si dovrebbe considerare la prospettiva di possibili diversificazioni dei “tempi di lavoro”: il part time; orari differenziati (anche concordati tra le parti in causa); percorsi lavorativi e professionali non a tempo indeterminato, ma come successione di passaggi diversi (si può cambiare la propria “scelta” di lavoro; decidere di riprendere esperienze di formazione; optare per un soggiorno di studio o di lavoro in un altro paese). Modalità che potrebbero essere utili a molti e a molte (che ne farebbero una scelta in fasi particolari della vita). Diversi, via via, priorità e modelli di organizzazione dei propri tempi.

Dunque una prospettiva che tenga conto di forme di inserimento e presenza, nel mercato del lavoro, non per tutti le stesse, e secondo lo stesso modello. Molteplici, diversificate. Anche discontinue. Modalità che vanno viste come parte dei cambiamenti – radicali, in parte non prevedibili e forse considerati come una minaccia – che, guardando agli anni che abbiamo davanti – certo segneranno il lavoro. Ma possono essere positive, sia per il rendimento lavorativo e professionale che per le condizioni delle persone nel loro vivere quotidiano”.

Barbara Spinelli, La Repubblica, 19 giugno 2013
“Se almeno avessero le loro divinità antiche: forse i greci capirebbero meglio quel che vivono, l'ingiustizia che subiscono, l'abulica leggerezza di un'Europa che li aiuta umiliandoli da anni, che dice di non volerli espellere e nell'anima li ha già espulsi. Le divinità di un tempo, si sapevano bene che erano capricciose, illogiche, si innamoravano si disamoravano presto. Su tutte regnava Ananke: l'inalterabile Necessità, ovvero il fato. A Corinto, Ananke condivideva un tempio con Bia, la Violenza. L'europa ha per gli ateniesi i tratti di questa necessità. Forse capirebbero, i greci, come mai a Roma s'è riunito venerdì un vertice di ministri dell'Economia e del Lavoro … per discutere il lavoro fattosi d'un colpo cruciale, e nessuno di essi ha pensato di convocare la più impoverita delle  nazioni.”

Josefa Idem, La Repubblica, 21 giugno 2013 
“Non sono il tipo che bara. Né nello sport né fuori. Questo è il mio modo di vivere. Sono perfettamente consapevole di essere stata chiamata a fare il ministro anche per questo: perché per molti sono diventata, nel corso della mia carriera agonistica, un simbolo. Perché ho fatto otto olimpiadi e intanto due figli”
(Belle parole e in qualche modo vere, ma resta il fatto che ha evaso per qualche anno il pagamento dell'Ici. Uno ha un po' di scrupolo: un paese che ha avuto un presidente del consiglio accusato, tra l'altro, di evasione fiscale e che già condannato in prima istanza siede ancora in Parlamento, come fa a chiedere le dimissioni ad un ministro perché ha evaso per qualche anno l'Ici? Eppure resto dell'opinione che se la moglie di Cesare deve essere al disopra di ogni sospetto a maggior ragione Cesare. In un paese dove onestà, trasparenza e legittimità dovrebbero essere comunque caratteristiche indiscutibili di ogni parlamentare e a maggior ragione di ogni ministro la signora Idem dovrebbe dimettersi. Proprio per quello che ha rappresentato potrebbe aiutare il paese dimettendosi.)



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