Laura Balbo, sbilanciamoci, (I grandi assenti dalle riforme), 18 giugno
2013
“Riuscire a guardare ad altri aspetti dei processi e dei
“soggetti” coinvolti sarebbe un ulteriore elemento. ...
Si riconosce la rilevanza di processi legati
alle tecnologie in continuo progresso. Abbiamo consapevolezza della dimensione
globale. Si dà dunque per scontato che molti aspetti della nostra
organizzazione – economica, sociale, di vita – saranno modificati. In rapporto
a questa chiave di lettura – ma non soltanto – si dovrebbe considerare la
prospettiva di possibili diversificazioni dei “tempi di lavoro”: il part time;
orari differenziati (anche concordati tra le parti in causa); percorsi
lavorativi e professionali non a tempo indeterminato, ma come successione di
passaggi diversi (si può cambiare la propria “scelta” di lavoro; decidere di
riprendere esperienze di formazione; optare per un soggiorno di studio o di
lavoro in un altro paese). Modalità che potrebbero essere utili a molti e a
molte (che ne farebbero una scelta in fasi particolari della vita). Diversi,
via via, priorità e modelli di organizzazione dei propri tempi.
Dunque una prospettiva che tenga conto di
forme di inserimento e presenza, nel mercato del lavoro, non per tutti le
stesse, e secondo lo stesso modello. Molteplici, diversificate. Anche
discontinue. Modalità che vanno viste come parte dei cambiamenti – radicali, in
parte non prevedibili e forse considerati come una minaccia – che, guardando
agli anni che abbiamo davanti – certo segneranno il lavoro. Ma possono essere
positive, sia per il rendimento lavorativo e professionale che per le
condizioni delle persone nel loro vivere quotidiano”.
Barbara Spinelli, La Repubblica, 19 giugno 2013
“Se almeno avessero le
loro divinità antiche: forse i greci capirebbero meglio quel che vivono,
l'ingiustizia che subiscono, l'abulica leggerezza di un'Europa che li aiuta
umiliandoli da anni, che dice di non volerli espellere e nell'anima li ha già
espulsi. Le divinità di un tempo, si sapevano bene che erano capricciose,
illogiche, si innamoravano si disamoravano presto. Su tutte regnava Ananke: l'inalterabile
Necessità, ovvero il fato. A Corinto, Ananke condivideva un tempio con Bia, la
Violenza. L'europa ha per gli ateniesi i tratti di questa necessità. Forse
capirebbero, i greci, come mai a Roma s'è riunito venerdì un vertice di
ministri dell'Economia e del Lavoro … per discutere il lavoro fattosi d'un
colpo cruciale, e nessuno di essi ha pensato di convocare la più impoverita
delle nazioni.”
Josefa Idem, La Repubblica, 21 giugno 2013
“Non sono il tipo che
bara. Né nello sport né fuori. Questo è il mio modo di vivere. Sono
perfettamente consapevole di essere stata chiamata a fare il ministro anche per
questo: perché per molti sono diventata, nel corso della mia carriera
agonistica, un simbolo. Perché ho fatto otto olimpiadi e intanto due figli”
(Belle parole e in
qualche modo vere, ma resta il fatto che ha evaso per qualche anno il pagamento
dell'Ici. Uno ha un po' di scrupolo: un paese che ha avuto un presidente del
consiglio accusato, tra l'altro, di evasione fiscale e che già condannato in
prima istanza siede ancora in Parlamento, come fa a chiedere le dimissioni ad
un ministro perché ha evaso per qualche anno l'Ici? Eppure resto dell'opinione
che se la moglie di Cesare deve essere al disopra di ogni sospetto a maggior
ragione Cesare. In un paese dove onestà, trasparenza e legittimità dovrebbero
essere comunque caratteristiche indiscutibili di ogni parlamentare e a maggior
ragione di ogni ministro la signora Idem dovrebbe dimettersi. Proprio per
quello che ha rappresentato potrebbe aiutare il paese dimettendosi.)
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