giovedì 27 ottobre 2016

Referendum


Il culto dei morti e la resurrezione dei corpi

Diario 322
27/10/2016


La Chiesa cattolica non finisce mai di sbagliare,  ogni volta si mette nella condizione di dover far marcia indietro per adeguarsi alle trasformazioni della società che, in qualche modo,  deve assecondare. È  stato così per l’omosessualità, il divorzio, i libri all’indice, per non parlare di streghe e di Inquisizione. Certo il ripensamento ha sempre qualcosa di equivoco ma i “fedeli” intendono.
La Chiesa ha accettato che dopo la morte i corpi potessero essere cremati (molti non hanno atteso il suo permesso), bene. Fatta la dichiarazione taci. No! Adesso i vincoli: le ceneri non possono essere disperse, non si possono tenere in casa, non si possono distribuire ai parenti, ecc. Tranne casi eccezionali, quali sono? perché? Ma!
Le ceneri dovranno essere sepolte in terra consacrata (cimitero)  in attesa della resurrezione dei corpi.
Per un credente la resurrezione dei corpi è universale, ovunque i corpi si trovino e in qualsiasi stato siano. Non avranno la resurrezione i tanti caduti in guerra e dispersi? non quelli annegati? non quelli sbranati da bestie feroci? non quelli torturati e buttati in fosse comuni?  non quelli sepolti con riti diversi. Insomma una dichiarazione senza senso, che depotenzia Dio stesso che pare possa resuscitare solo quelli sepolti in terra consacrata.
Probabilmente l’intenzione era buona ma non tiene conto né della storia né della realtà: si voleva forse  combattere una sorta di “nuova idolatria”: quella delle ceneri onorate in casa, conservate, divise tra i parenti, racchiuei in gioielli, o esse stesse trasformate in pietre preziose.  
Ma non si capisce quale sia lo scandalo. Il “culto dei morti”  è stato sempre accompagnato da forme non proprio spirituali. Un tempo la ricorrenza dei morti era per i bambini una festa, in quanto i morti portavano regali. Mi ricordo perfettamente con mia madre andare per i negozi di giocatoli  a individuare i miei desideri, con la speranza che mi fossero soddisfatti dal nonno tale, dalla zia talaltra, dalla bisnonna, ecc.. Una personalizzazione del ricordo legato ad un dato di gioia, infatti la mattina della ricorrenza dei morti era una festa:  cercare per casa dove erano stati nascosti i doni,  scoprire se i morti avevano esaurito i miei desideri, e i regali erano personalizzati dai specifici defunti. Quasi sempre i miei desideri erano soddisfatti, perché mia madre mi guidava in modo che le mie scelte fossero compatibili con la capacità di pagare dei morti.

Poi venne Babbo natale e i morti, i morti veri (si direbbe in carne e ossa), sono scomparsi dall’immaginario dei bambini.