lunedì 31 agosto 2015

Renzi luoghi comuni, equità fiscale: prima casa

Diario n. 300
31/8/2015


Matteo Renzi tende a ripetere luoghi comuni e anche a spostare l’attenzione di chi lo ascolta. Nella sua intervista fiume (ormai è un travolgente torrente di parole), Corriere della Sera 30 agosto, ha dichiarato specificatamente:

Abolire la tassa sulle prima casa significa mettere fine ad un tormentone decennale. E in un paese che ha l’81% di proprietari di prima casa è anche un fattore di equità, non è certo un favore ai super ricchi.  

Con i dati questo governo esagera sempre, non credo che le famiglie che abitano (prima casa) in proprietà sia così alto, dall’indagine della Banca d’Italia risulta una percentuale più bassa (67,2%), ma non vale la pena di aprire una vertenza statistica, evidentemente Renzi ha fonti diverse  (per altro l’ultimo censimento nazionale, 2011, dava il seguente dato 72,1%). 
Ma piuttosto la comunicazione del Presidente del Consiglio è furba e deviante. Intanto il termine super ricchi, svia l’occhio del lettore: chi sono i super ricchi? I grandi finanzieri stranieri ai quali la stampa fa continui riferimento? I grandi padroni o presidenti (sempre straniere) che governano i grandi strumenti informatici e tecnologici, tipo Google? È una dizione poco esatta, da caffè e sollecita la fantasia e svia l’attenzione. Più compostamente e sobriamente, soprattutto trattandosi di tasse,  avrebbe potuto dire “le famiglie con i redditi più alti”.
Altro termine abusato è equità che vuol dire nel contesto? È equo che ogni famiglia, a prescindere dal proprio reddito, non paghi la tassa? È equo considerare allo stessa stregua la famiglia che si colloca nel punto più basso della scala del reddito con quella che si colloca nel punto più alto? È una strana equità quella che taglia le tasse a tutti senza considerazione di reddito, proprio nel momento in cui, mi pare, lo Stato abbia bisogno di risorse (per il debito; perché la ripresa, sempre all'orizzonte, non arriva; per le spese messe in cantiere; ecc.). Non voglio credere che si tratti di una sparata elettorale!
Se poniamo attenzione ai dati dell’ultima rilevazione dei bilanci delle famiglie che ormai la Banca d’Italia effettua, da più di un decenni, ogni due anni, forse apparirà evidente che termini come “equità” e “super” ricchi, risultino sovra-abbondanti. Di quella indagine, riferita al 2014, voglio riportare solo due dati.
L’indagine classifica le famiglie per reddito e iniziando dalle famiglie con minor reddito le raccoglie in quintili (ogni quintile contiene il 20% delle famiglie). I valori annui di reddito medio delle famiglie all'interno di ogni quintile è il seguente: 1° quinto: fino a 5.900€; 2° quinto: da 5.900€ a 92.480€; 3° quinto: da 92.480€ a 193.662 €; 4° quinto: da 193.662€ a 345.000€; 5° quinto: oltre 345.000.
Tenuto conto dei quintili le famiglie che all'interno di ogni  quintile godono in proprietà la prima casa sono:

1° quintile                34,7%
2° quintile                57,6%
3° quintile                72,0%
4° quintile                80,4%
5° quintile                91,3%  

Che sorpresa, a mano a mano che il reddito sale le famiglie che godono della casa in proprietà aumentano. Una grande scoperta. Senza farsi ubriacare dai “super ricchi”, l’eliminazione della tassa sulla casa, unica imposta patrimoniale, favorisce le famiglie che hanno migliori condizioni di reddito.
Solo per un altro dato richiedo attenzione: la distribuzione secondo la dimensione della casa in proprietà. Tenendo conto di cinque classi di dimensione dell’abitazione la percentuale delle famiglie che abitano abitazioni di quella classe e la godono in proprietà sono:

60            mq                  38,8%
60-80       mq                  57,2%
80-100     mq                   71,1%   
100-120   mq                   80,8%
+ di 120  mq                   91,7%

Come si può vedere la distribuzione delle famiglie che godono della casa in proprietà per  reddito e per dimensione corrispondono quasi perfettamente. Si tratta tuttavia di una semplice indicazione perché i due dati non sono tra di loro omogenei, ma comunque forse indicano che le famiglie a più alto reddito abitano abitazioni più grandi (altra sconvolgente scoperta).
Questi dati permettono di fare una domanda a Matteo Renzi:  

è equo trattare la vedova (tipica figura mitica di ogni polemica in questo campo) che abita, in proprietà, un monolocale con cucinino e gabinetto alla stregua della famiglie che abita, proprietà, un attico di 250 mq?