domenica 30 aprile 2017

Dopo le primarie, che cosa?

Diario n. 343
30 aprile 2017

Fra qualche ora si chiude la possibilità di votare alle primarie del PD. Mi pare che il risultato sia scontato: vince Renzi, nonostante la buona volontà di Orlando e le continue capriole di Emiliano. È bello sapere che gli scritti a quel partito non contano niente, non possono neanche eleggere il loro segretario. Si tratta, si dice, di un atto di vera e grande democrazia, certo in qualche varia forma di populismo, ma i corpi intermedi, cioè i partiti, non solo sono strumenti importanti del nostro ordinamento politico, ma sono anche strumento molto importante nell’organizzazione sociale, canali di raccolta del disaggio del “popolo”, strumento di educazione civile, meccanismo di coagulo della società, luoghi di identità politica. Si potrà dire che si tratta di una visione vecchia; sarà, ma il nuovo (la democrazia elettronica) non mi piace e il più delle volte fornisce risultati discutibili. Ma non è di questo che volevo parlare.
Renzi segretario a furor di popolo (quanto numeroso? Vedremo), cosa farà?
Molti garantiscono che non si andrà ad elezioni anticipate, non so, fidarsi della parola di Renzi è sempre un rischio: anticipate o meno prima o dopo alle urne bisognerà andare.
Alcuni consigliano un’alleanza del PD con un blocco di tutte le sinistre guidato da Giuliano Pisapia. Sarebbe bello, a prescindere dall’alleanza con Renzi, se le membra sparse della sinistra riuscissero a ricomporsi (si può sperare, ma non crederci). Orlano il competitore di Renzi, che con il futuro segretario del PD ha governato per anni (in un posto non marginale), assicura che Renzi vuol fare l’alleanza con Berlusconi (diciamo la destra moderata), sarà. Ma Renzi è molto fantasioso c’è da aspettarsi di tutto e di peggio.
Alcuni (soprattutto Scalfari) consigliano una linea di condotta per il prossimo segretario lontana dalle corde del cuore renziano: non dovrebbe aspirare a fare il capo del governo, dovrebbe indicare una personalità diversa e occuparsi dell’Europa, della sua rifondazione (è vero che Scalfari nell’editoriale di oggi declina in modo diverso la sua proposta). Potrebbe indicare chi? Per esempio Enrico Letta, come atto riparatorio se non fosse insultante; Maria Elena Boschi, non sarebbe male un capo del governo donna, anche perché in questo periodo di sottosegretario unico della Presidenza del consiglio, ha accresciuto il suo potere e la sua rete, ma soprattutto la sua attitudine al comando-ubbidiente. Del giro renziano tranne lei c’è qualcuno altro?
Che l’Europa abbia bisogno di una rifondazione democratica è certo, ma che su questa strada si incontrano macigni è la verità. Non credo che Renzi, per il suo carattere sia disposto a cedere il governo per imbarcarsi in una impresa molto impervia e di incerto esito. Egli preferisce quello che è possibile subito.
Parliamo del futuro governo ma per fare che? Mi pare che in questi giorni vengano fuori dei bilanci dell’azione del governo (Renzi e Gentiloni) non entusiastici, sul piano del lavoro, sul piano dell’occupazione giovanile, sul piano del mezzogiorno, sul piano della scuola, ecc. ecc. Sento parlare della riduzione delle imposte, ma nessuno dice cosa bisogna tagliare in presenza di minore entrate; sento parlare di sviluppo ma nessuno ci dice che cosa facciamo con le indicazione della tecnocrazia europea (il Portogallo non pare che sia un esempio da seguire, eppure sta ottenendo importanti risultati), sento parlare della prossima (e ti pareva) uscita dalla crisi senza che di questa crisi si pensi di individuare e affrontare i punti portanti.
La sinistra unita (sempre sperando) è portatrice soltanto di una ipotesi solidaristica (importante), o anche di una punto di vista diverso sul futuro di questo paese? Brandelli di questo futuro si riescono a leggere, ma si tratta sempre e soprattutto di risposte alle emergenze (importanti), ma molti si aspettano una proposta di trasformazione o almeno di transizione.