domenica 22 luglio 2012

Diario 182


Diario 182
16-22 luglio 2012


-          Fiscal compact, i primi della classe, …ma
-          Il terrore d’agosto
-          La Spagna reagisce
-          Alfano inesistente
-          Citazioni: nel bene e nel male
             (Angela Merckel, Sergio Cesaretto e Massimo Pivetti, Stefano Rodotà, Claudio Petruccioli,  
             Guido Rossi)

Fiscal compact, i primi della classe, …ma
Il Parlamento ha approvato, con scarso impegno e forse con scarsa consapevolezza, il fiscal compact che, pena sanzioni della UE, ci impegna a ridurre il nostro debito sovrano al disotto del 60% del Pil nei prossimi 20 anni.
Siamo stati i primi della classe, l’Italia è imbattibile a fare, come piace dire al prof. Monti, i compiti a casa; altri paesi, tra cui la Germania e la Francia, aspettano ed anzi si avanza il sospetto che si tratta di una legge anticostituzionale. Tutti hanno rilevato come si tratti di una cessione di sovranità, per altro a strutture non democratiche né rappresentative.
In pratica questo significa che per i prossimi venti anni il paese si dovrà, obbligatoriamente, accollare tra 40 e 50 miliardi la restituzione del debito, oltre al pagamento degli interessi (oggi più di 80 miliardi, domani non si sa). Vista da questo punto di vista si tratta di una vera drammaticissima situazione. E per quanto Monti e Grilli si sbraccino assicurandoci che non sarà necessaria una manovra aggiuntiva, che il paese ce la farà da solo, senza bisogno di chiedere aiuti, nessuno ci crede. La vendita delle proprietà immobiliari e mobiliari, a parte quello che sarà possibile ricavare non  possono dare tanta e una volta vendute non possono più … rivendersi.
Questo rientro, diciamo così, in una situazione di crisi economica, di cui non si vede l’inizio della fine, accompagnato dalla speculazione finanziaria  e dal continuo aggravio del nostro debito, comporterà una continua e sempre più drastica tosatura del popolo italiano, mentre i “ricchi” continueranno ad arricchirsi, la finanza, che chiamiamo speculativa mentre fa solo il “suo” mestiere che i governi gli lasciano fare, continuerà a sottrarci risorse. Ma è scritto da qualche parte che deve essere il “popolo” a pagare? Un’altra politica è possibile? Si, ma sono necessari  determinatezza, coraggio e soprattutto mente aperta liberata da false mitologie.
Il paese regista un avanzo primario, ciò che resta dalle entrate tributarie dello stato sottratte le sue stesse spese (semplifico). Si tratta cioè di risorse, non enormi ed ancora di entità non certa,  che servono a pagare gli interessi sul debito pubblico ed eventualmente la restituzione dello stesso. Quello che è importante è sottolineare che in questa situazione le emissioni di titoli da parte dello Stato servono solo a rinnovare il debito, non servono per finanziare spesa pubblica. Detto semplicisticamente se non avessimo il debito che abbiamo non avremmo bisogno di emettere titoli.
Si segnala, inoltre,  l’esistenza di una trasmigrazione (la dimensione è incerta) di investitori dal nostro debito verso quello tedesco. Trasmigrando questi investitori si accontentano di un rendimento misero, addirittura negativo, mentre dall’Italia si pretendono rendimenti ben alti. Perché? ma è semplice l’investimento in Italia è rischioso, quello tedesco no. Bene, accettiamo questa proposizione: se l’investimento in Italia fosse considerato rischioso sarebbe importante che questo rischio fosse reale, altrimenti è solo un trucco. Un rischio reale significa che chi investe calcola la possibilità di perdere il capitale. In realtà, come più volte scritto, il governo non fa altro che garantire questi investitori, tralasciando la difesa dei “nostri diritti”,e operando di fatto illegalmente in regime di creditori privilegiati.
Se non volessimo essere il paese dei balocchi, mettendo insieme i precedenti due elementi, e non considerando molte altre cose, ne verrebbe fuori un indirizzo di politica molto chiaro: la situazione negativa non deve essere pagata dal “popolo”, ma può essere accollata alla finanza, che in questi anni ha goduto ingenti guadagni sulla nostra pelle. Questo non potrebbe essere chiesto a Monti e al suo governo, non sono in grado di … capire.
Il problema è di coraggio e di visione del futuro. Questo è un guaio. I giornali sono pieni di una strategia di Monti per elezioni anticipate, ipotesi negata dallo stesso Monti e non desiderata dalla maggioranza dei partite impegnati nella loro ristrutturazione (sic!). Anticipati o meno le prossime elezioni hanno un pivot nel PD, la cosa è positiva a condizione che quel partito e la sua alleanza assumano come linea guida del prossimo governo l’uscita della crisi senza dissanguare il popolo.
Non si tratta di uscire dall’euro, né di fallimento, ma più modestamente di  operare per un “concordato” (se si vuole “concordato preventivo”).
Tenuto conto che non abbiamo bisogno di contrarre debiti (avanzo primario), tenuto conto del fiscal compact, si tratta di concordare con i nostri creditori una linea che imponga sacrifici a loro in cambio dei guadagni percepiti (a meno che non vogliono vedere concretizzarsi il rischio per il quale paghiamo salati tassi di interesse). Tante soluzione o una combinazione tra di esse: si potrebbe ipotizzare:
-          l’impegno dello Stato a pagare per il debito in essere un tasso di interesse dello 0,50% o al massimo dell’1%, qualsiasi sia il contratto stipulato;
-          la richiesta di una riduzione del debito fino al 50-60%. In questo caso si possono fare delle eccezioni per i piccoli risparmiatori (del resto, si rifletta, che lo stesso M. Draghi vorrebbe la regola che imponesse perdite ai detentori senior, privilegiati, di obbligazioni bancarie);
-          i titoli sono da considerarsi rinnovati automaticamente, più volte, per un periodo identico a quello di emissione, senza bisogno di nuove emissioni, fino alla loro estinsione;
-          il mercato secondario è libero di operare come vuole, lo stato si impegna sui punti precedenti.         
Gli esperti di finanza né potranno individuare altri, ma il senso dovrebbe essere chiaro: il concordato a favore del popolo e dei loro diritti.
Inoltre, un programma di innovazione e riforme, dovrebbe prevedere  la divisione delle banche commerciali da quelle finanziarie, un ridisegno del fisco equo e progressista, una tassazione patrimoniale, una riforma della struttura pubblica finalizzata, non a fare “cassa”, ma a raggiungere alti livelli di efficienza e di efficacia, una adeguata politica industriale, ecc. Ma il concordato è prioritario per le risorse che potrebbe liberare.
Per far questo ci vuole forza, coraggio, intelligenza politica e determinatezza; caratteristiche strettamente intrecciate: la forza viene dal consenso che non è avulso dal programma, l’intelligenza politica sta nella definizione di una programma “popolare” (basta con le riforme impopolari) che assicuri forza, il coraggio sta nello combattere il senso comune prevalente (i debiti si pagano, anche agli usurai?), la determinatezza sta nella scelta degli alleati e degli uomini.
Tutto sarebbe possibile, il mondo brucia, ma ho l’impressione che continueremo a pagare.

Il terrore d’agosto
Quello alimentato dal governo a cui i media fanno da grancassa sembra un film dell’orrore: ad agosto feroce attacco della speculazione. Veramente non si capisce (se non perché è sempre così); infatti con difficoltà si può sostenere che luglio sia stato da meno del paventato agosto (basta uno sguardo distratto allo spread?). Ci vogliono spaventare? Ci vogliono preparare ad una manovra sempre negata? sarà la volta dell’Iva (certo non della patrimoniale)? un nuovo taglio .. a qualcosa (i professori non sono molto immaginifici, ma forse ci vogliono sorprendere)?  
Questi annunzi  insospettiscono. Mentre i partiti sono dilaniati dal montismo, post-montismo, contro-montismo. Un gioco di società che li tieni lontani dai veri problemi.

La Spagna reagisce
Il popolo spagnolo reagisce e la polizia usa le maniere forti. Anche in Spagna si prendono strade sbagliate che non porteranno alla fuoriuscita dalla crisi, ma al suo peggioramento. Questa volta è il governo italiano che mi pare la faccia da maestra, speriamo che il popolo spagno ci possa insegnare qualcosa..

Alfano inesistente
Certo le perfomance di Angelino Alfano porterebbero a pensare che la sua carriera politica sia finita, ma in Italia non si può dire. Segretario di un partito che non c’è e che è sulla strada di deflagrare, leder indicato a guidare il governo e poi declassato, ora minacciosamente intima le dimissioni della Consigliera Minetti dal Consiglio regionale della Lombardia e quella ci ride sopra e con lei tutti gli amici di …  Alfano. Povero, fa pena.

Citazioni: nel bene e nel male
Angela Merckel, La Repubblica, 16 luglio 2012
“Qualunque tentativo di dire siamo solidali ma senza controllare nulla, senza contropartita, non avrà possibilità con me o con la Germania” (il piatto è servito!)

Sergio Cesaretto e Massimo Pivetti, Il Manifesto, 20 luglio 2012
“Una dura battaglia dovrebbe dunque ora svilupparsi nella sinistra europea perché finalmente rompa con gli interessi dei ceti dominanti, che essa ha indubbiamente servito nel decennio in cui è stata maggioranza in Europa e in cui non a caso ha preso forma l’unificazione monetaria”.

Stefano Rodotà, Il Manifesto, 21 luglio 2012
“Premia soprattutto (la sentenza della Corte Costituzionale sui servizi pubblici) la grande elaborazione culturale che è stata messa a punto in questi mesi sia intorno al bene comune dell’acqua e dei servizi pubblici essenziali, sia per quanto riguarda il rapporto fecondo tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa alla quale la sentenza fa esplicito riferimento…. Certamente la sentenza li lascia (gli Enti locali) liberi di muoversi. Ma rimane sempre la responsabilità politica delle scelte.”

Claudio Petruccioli, La Repubblica, 21 luglio 2012
“Bersani vuole rifare il vecchio PCI, con Tronti e Asor Rosa” (si pensava che l’ossessione dei comunisti fosse una permanenza di Berlusconi, ora si scopre che riguarda anche vecchi… comunisti).

Guido Rossi, Il sole 24 Ore, 22 luglio 2012
“Questi diritti, da quelli della libertà a quelli politici e sociali, sono infatti diventati norme cogenti nelle principali Costituzioni e perciò, da scopo principali dei movimenti ideali, di ribellione e protesta … fanno ormai parte dell’architettura dello stato di diritto. È così che qualsivoglia fiscal compact o spending review non possano e non debbano essere prioritari al rispetto di questi diritti… o a scalfire principi fondamentali della democrazia. Un esempio tra quelli più evidenti è il diritto alla salute… Sui tagli alla sanità, forse troppo frettolosamente e genericamente indicati, senza discrimine per il 2012 e poi in aumento nel 2013 e ancora nel 2014 e così di seguito, è dubbio che si sia tenuto molto conto di quel che ho fin qui detto…. Un più attento rispetto e una maggiore considerazione prioritaria dei diritti, la cui base etica è fuori discussione, non solo favorirebbe la crescita facilitando l’uscita dalle crisi, ma isolerebbe altresì qualsiasi tipo di deriva populista”.

lunedì 16 luglio 2012

Diario 181


Diario 181
9 – 15 luglio 2012

  • Il pericolo per il PD sono i “Montiani”
  • Monti-Cincinnato, Monti-Giulio Cesare
  • La cattiva filosofia di Monti
  • Cambiamenti: nessuno dica che L’italia è ingessata
  • Un’intervista inutile
  • Il paese della moda
  • Citazioni: nel bene nel male            (Alfio Mastropaolo; Jean-Paul Fitoussi; Chiara Saraceno; Alberto Burgio; Guido Viale; Jospeh E. Stigltiz; Vincenzo Ferrara; Mario Monti; Mario Pianta; Sergio Cesaretto; Giorgio Cremasci; Guido Rossi)


Il pericolo per il PD sono i “Montiani”
L’assemblea del PD è finita in un mezzo caos per la cattiva gestione (ideologica) da parte di Rosi Bindi (che abbiamo sempre apprezzato ma che ci tocca ricrederci). Ma va detto con nettezza che i pericoli per il PD non vengono tanto dalle giuste rivendicazioni degli omosessuali, né tanto meno dal rotamatore fiorentino, ma piuttosto dai “Montiani”.
Quindici esponenti, non secondari, del PD hanno elaborato  una manifesto pro Monti (pubblicato dal Corriere della Sera, del 10 luglio 2012), allo scopo di investire il partito ad un impegno “per una  politica montiana in futuro. La  dichiarazione è questa: “Noi intendiamo proporre nel Pd una trasparente discussione sulle strade che vanno intraprese perché obiettivi e principi ispiratori dell’agenda del governo Monti … possano travalicare i limiti temporali di questa legislatura e permeare di sé anche la prossima”. I principi e gli obiettivi di questa agenda sono riassunti assumendo in toto la versione governativa, senza un minimo occhi critico e senza uno sguardo alla realtà: “incisiva e coraggiosa revisione della spesa pubblica, per conseguire il pareggio strutturale di bilancio, per ridurre l’imposizione fiscale sul lavoro e l’impresa, per tornare a investire sulla formazione del capitaòe umano, sulla ricerca e sull’infrastrutturazione del paese, per introdurre maggiori elementi di equità intergenerazionale nel sistema del welfare, Affrontato la fase transitoria attraverso soluzioni coerenti e non regressive rispetto alla logica della riforma”. Parole che hanno solo una vaga assonanza con quanto il governo sta effettivamente realizzando.
Se nel PD una tale linea dovesse prevalere la sconfitta è sicura, ma anche una lacerazione su questo tema (i montiani in realtà appaiono più numerosi dei quindici) sarebbe foriera di una rottura a sinistra dagli esiti … viola.     

Monti-Cincinnato, Monti-Giulio Cesare
Le dichiarazioni ultime del Prof. Monti circa il suo impegno di governo futuro, ce lo fanno immaginare come un novello Cicinnato. La mitologia ci narra di un personaggio storico che concluso il suo mandato di governo (in realtà diversi mandati) torna a fare il contadino. Solo che per Monti la campagna agognata è … l’emiciclo del Senato (essendo senatore a vita), a meno che non pensi (magari non lo confessa neanche agli intimi) ai … giardini del Quirinale.
Altre sfumature dei suoi discorsi suggeriscono l’immagine di un Monti-Giulio Cesare, (ambizioso ma riluttante). Come il personaggio storico ha bisogno che la “corona” gli venga offerta, per poter far finta di rifiutarla. Già molti, in tutti i partiti, gliela offrono (anche l’Europa lo desidera e  proclama successore di se stesso). Ma attenzione le “idi di marzo” non aspettano il calendario. A memoria ecco cosa dice Shakespere per bocca di Antonio davanti al cadavere di Cesare, massacrato dai congiurati:

Tuttavia, Bruto dice che era ambizioso,
e Bruto è uomo d’onore.
Tutti voi avete visto che alla festa dei Lupercali
io gli ho offerto tre volte una corona regale,
che lui tre volte ha rifiutato. Era ambizione questa?
….
Solo ieri la parola di Cesare avrebbe potuto reggere
contro il mondo intero; ora egli giace li,
e non c’è nessuno così misero da concedergli riverenza.

Professor Monti per la sua e per la nostra salute scelga Cincinnato e pensi all’orto della Bocconi.

La cattiva filosofia di Monti (ripropongo in parte un articolo – Il Manifesto 14/7/1012 – scritto insieme al mio amico Angelo)
… Ai veri nemici, o almeno quelli che l’ingenuo pensa, il prof. Monti fa solo dei piaceri, diciamo le cose come stanno. Da quanto Monti è al governo il “mercato obbligazionario”non ha fatto che aumentare i suoi utili. Infatti ogni volta che un creditore vede emergere  una  qualunque forma che  garantisca il pagamento del suo credito, o una qualunque volontà (politica) che agisca in quella direzione, non fa che aumentare le sue pretese (questo è l’esito della fiducia).
È bastato intravedere la possibilità che si creino “fondi” (salva stati, ecc.),  che possono intervenire al posto degli stati debitori (ultime riunioni europee), che lo spread, molto naturalmente, aumenta.
Del resto perché dovrebbe diminuire se ogni volta che aumenta, il debitore, come se fosse lì per curare gli interessi del creditore, si lancia alla ricerca di strumenti per garantirlo?
Quello che  non si capisce è come mai non c'è alcuna trattativa con i creditori, come mai non si cerchi di mettere intorno ad un tavolo i fondi, le banche (anche quelle italiane, tanto coccolate, che prendono a prestito dalla Banca europea fondi all’1% che impiegano per comprare titoli italiani dal rendimento del 3,4 e 5%), grandi investitori, ecc. per trattare tassi di interesse, restituzioni diluiti, sconti di capitale, ecc. (minacciando di non pagare nulla).
Per non parlare di una possibilità di defoult in grado di mettere in luce la "bancarotta preferenziale" che è possibile individuare e che corrisponde alla situazione di illegalità dello Stato quando non tutti i creditori  vengono trattati nello stesso modo.
A proposito di illegalità  l’esempio spagnolo potrebbe suggerire anche in Italia il taglio della “tredicesima”; che non è una “graziosa elargizione” ma soltanto la divisione della remunerazione o pensione annuale divisa in tredici mensilità invece che in dodici. Quindi il non pagarla corrisponde al mancato rispetto di un contratto contro cui appellarsi per via legale.

Cambiamenti: nessuno dica che L’Italia è ingessata
Via il nome di Bossi dal simbolo della Lega; Alfano piange perché non ha più un partito di cui essere segretario; Sgarbi si riririripresenta con un suo simbolo “rivoluzione”; Stracquadanio lascia il PDL per il gruppo misto e va formare un suo gruppo “liberista e libertario”; Berlusconi ritorna; la Santachè non vuole essere la donna del tichet di Berlusconi (in realtà nessuno vuole essere il compagno o la compagna di una sconfitta probabile). Tutto cambia, o no?

Un’intervista inutile
Il neo ministro (o il neo promosso?) Vittorio Grilli, dal triste sorriso,  ha rilasciata una lunga intervista al Corriere della Sera (15 luglio 2012) che più inutile non poteva essere. Non ha detto niente, Forse grande riservatezza, forse preoccupazione di non compromettersi, forse mancanza di idee. Eppure pochi giorni fa ci aveva avvertito che mancavano 6 miliardi di euro (non proprio noccioline) per raggiungere il pareggio di bilancio e scongiurare l’aumento dell’IVA (che ci sarà!).
 
Il paese della moda
Non è solo Valentino che emigra (in Arabia), ma non siamo più il paese delle grandi firme della moda, abbiamo perso negli ultimi anni tra gli altri: Ferrè, Fendi, Pucci, Gucci, Bottega Veneta, Bulgari, ecc.

Citazioni: nel bene nel male

Alfio Mastropaolo, Il Manifesto, 10 luglio 2012
“Chi mai penserebbe che Napoleone fosse un tecnico? Eppure a modo suo lo era. Era un militare di professione con la vocazione della politica, che riuscì ampiamente a soddisfare. Se ci si permette il confronto, perché Mario Monti passa invece per tecnico e basta? Non sarebbe più appropriato definirlo un accademico, con vocazione alla politica, che ha già fatto in molti modi  e che rappresenta un vero e proprio partito, il quale, benché virtuale, persegue un suo bravo disegno di potere?”

Jean-Paul Fitoussi, La Repubblica, 11 luglio 2012
“I mercati c’è il pericolo che si rendano conto che qui (nella UE) facciamo un vertice a settimana, in una catena infinita, ogni volta si prendono decisioni epocali ma quando andiamo nei dettaglia nessuno ha capacità o voglia di sistemarli” (Non è un pericolo, ma una certezza)

Chiara Saraceno, La Repubblica, 11 luglio 2012
“Contrariamente ad ogni mitologia sugli effetti benefici, per il dinamismo del mercato del lavoro, della flessibilità in uscita, emerge che chi perde il lavoro difficilmente ne trova un altro entro uno e persino due anni”.

Alberto Burgio, Il Manifesto, 11 luglio 2012
“Ma veniamo alla sostanza. A che serve questo nuovo ordine? Detto in volgare, a spremere il lavoro … finoall’ultima goccia di sudore e di sangue. … Quando si dice debito pubblico, si lascia intendere che siamo tutti indebitati, ma la verità e che una parte di questo paese, a cominciare dai padroni delle banche, possiede il 63% del debito italiano. Questi sono creditori non debitori. Ci si vuole spiegare una volta per tutte come hanno fatto costoro ad accumulare questo credito, chi e perché glielo ha consentito? E si vuole dire con chiarezza agli italiani che l’Italia non è affatto povera, ma un paese diviso tra moltissimi sempre più poveri e pochi, pochissimi sempre più ricchi, che oggi impongono agli altri il loro volere?”

Guido Viale, Il Manifesto, 12 luglio 2012
“Infatti una differenza rispetto a otto mesi fa c’è: allora era in bilico un ristretto numero di Stati dell’Ue, tra cui non si sapeva se includere o no anche l’Italia. Oggi è l’intera costruzione dell’Unione Europea a trovarsi sull’orlo di un baratro, senza che la sua governance si mostri disposta o capace di imporre una svolta, meno che mai in termini di sostenibilità o equità”

Jospeh E. Stigltiz, La Repubblica, 13 luglio 2012
“La speranza è che i mercati ricompensino la virtù, identificata con l’austerità. Ma i mercati sono più pragmatici: se l’austerità, come praticamente certo, indebolisce la crescita economica e compromette la capacità di ripagare il debito, i tassi di interesse sui titoli di Stato non scenderanno. Al contrario caleranno gli investimenti, in un circolo vizioso in cui Grecia e Spagna sono già invischiati”.

Vincenzo Ferrara, (ENEA), La Repubblica 13 luglio 2012
“La prima cura e la prevenzione: abbattendo molto rapidamente le emissioni serra possiamo ancora ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici. La seconda mossa è l’adattamento: una quota di danno è ormai inevitabile”

Mario Monti, La Repubblica, 14 luglio 2012
“ill downgrading (di Moodi’s) non è una bocciatura di questo governo ma è figlio del pessimismo. È la conseguenza della confusione e dell’incertezza su quello che accadrà nella politica italiana dopo il 2013” (Monti furbo come una volpe; il nostro presidente del consiglio scarica il giudizio negativo dal suo al prossimo governo e si …. prenota)

Mario Pianta, Il Manifesto, 14 luglio 2012
“Lo schema è sperimentato. Si declassano le vittime designate, gli investitori internazionali vendono titoli, i rendimenti fino ad un livello – ieri il 6% sui titoli italiani a dieci anni – tale da far saltare i conti pubblici (quest’anno pagheremo 95 miliardi di euro di interessi sul debito), le aspettative si auto realizzano, insieme ai guadagni speculativi. La politica asseconda la finanza con i fondi salva stati e scudi anti spread che premiano gli speculatori e puniscono le vittime”

Sergio Cesaretto, Il Manifesto, 14 luglio 2012
“Sindacato e stato sociale sono per Monti e per chi lo appoggia le cause di fondo della crisi itaoliana. Eppure armi di contrattazione l’Italia ne avrebbe. Eppure armi di contrattazione l’Italia ne avrebbe. Così suggeriva giovedì uno studio di Merril Lynch per il quale l’Italia sarebbe nelle condizioni di uscire dall’euro e di avvantaggiarsene… Si è sinora sostenuto che di fuoriuscita italiana non si potesse parlare, pena la turbativa dei mercati. Temiamo che a questo punto la turbativa ai mercati provenga dalle politiche di austerità, termine ormai troppo blando, … e non dall’apertura di un dibattito democratico in cui al paese si dica finalmente la verità e lo si chiami a scegliere”

Giorgio Cremasci, Il Manifesto, 15 luglio 2012
“Siamo di fronte ad una crisi della democrazia senza precedenti, cui corrisponde una passività senza consenso, una fuga dalla difesa dei diritti di massa. C’è il governo socialmente più di destra della storia, ma il conflitto sociale più basso della storia recente”

Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 15 luglio 2012
“Lo spread riguarda dunque le mancate riforme al sistema giuridico complessivo dello Stato italiano, il mancato ripristino della legalità e della sicurezza dei traffici commerciali, coperti da una sgangherata e ripetuta ideologia della prevalenza del privato sul pubblico e della trattazione dei problemi dello Stato come se fosse un’azienda”.

LA CATTIVA FILOSOFIA DI MONTI


LA CATTIVA FILOSOFIA DI MONTI
Il Manifesto 14 luglio 2013
Francesco Indovina, Angelo Tirrito
Lo stato di guerra, ha dichiarato ieri il presidente del consiglio. Chi è il ne­mico per il governo e il prof. Monti? Un ingenuo penserebbe alla speculazione finanziaria, al debito, alla crisi economi­ca. Ma gli ingenui, è noto, sbagliano. Se guardassimo agli atti di questo governo i nemici dovrebbero identificarsi nei lavora­tori, pensionati, disoccupati, impiegati pubblici, sindacati, la concertazione, gli esodati, la spesa pubblica, il  sud fannullo­ne, ecc., insomma tutti quelli sui quali si abbattuta la scura dell'austerità, su quanti hanno vissuto al di sopra delle loro possi­bilità, sui troppi posti letto, sulle eccessive spese per la ricerca e la scuola, e tragiche banalità del genere. Quella di Monti non è una constatazione, ma la dichiarazione di un programma politico, avallato dall'Euro­pa, figura mitica, che è preoccupata per­ché si domanda: dopo Monti chi potrà portare avanti il programma iniziato?
Nel suo discorso c'è una sfumatura, di­ciamo così, pericolosa, quando affronta di petto la concertazione (all'origine di tutti i mali del paese; una pratica, per altro, che non si esercita da anni). Non se la piglia con i lavoratori o i sindacati (che se si muovono c'è come fermarli, la Spagna e la Grecia insegnano) ma con un modo, an­zi la ragione stessa della democrazia per arrivare a certe decisioni. Il nemico non è Camuso, ma la convivenza, la civiltà in-tema ad un popolo.
Ai veri nemici, o almeno quelli che l'in­genuo pensa, il prof. Monti fa solo dei pia­ceri, diciamo le cose come stanno. Da quanto Monti è al governo il "mercato ob­bligazionario" non ha fatto che aumentare i suoi utili. Infatti ogni volta che uncreditore vede emergere una qualunque
for­ma che garantisca il pagamento del suo credito, o una qualunque volontà (politi­ca) che agisca in quella direzione, non fa che aumentare le sue pretese (questo è l'esito della fiducia.

È  bastato intravedere la possibilità che si creino "fondi" (salva stati, ecc.), che pos­sono intervenire al posto degli stati debito­ri (ultime riunioni europee), che lo spread, molto naturalmente, aumenta.
Del resto perché dovrebbe diminuire se ogni volta che aumenta, il debitore, co­me se fosse lì per curare gli interessi del creditore, si lancia alla ricerca di strumen­ti per garantirlo?
Quello che non si capisce è come mai non c'è alcuna trattativa con i creditori, come mai non si cerchi di mettere intor­no ad un tavolo i fondi, le banche (anche quelle italiane, tanto coccolate, che pren­dono a prestito dalla Banca europea fondi all'1% che impiegano per comprare titoli italiani dal rendimento del 3,4 e 5%), gran­di investitori, ecc. per trattare tassi di inte­resse, restituzioni diluiti, sconti di capita­le, ecc. (minacciando di non pagare nul­la).
Per non parlare di una possibilità di de­fault in grado di mettere in luce la "banca­rotta preferenziale" che è possibile indivi­duare e che corrisponde alla situazione di illegalità dello Stato quando non tutti i cre­ditori vengono trattati nello stesso modo.
A proposito di illegalità, l'esempio spa­gnolo potrebbe suggerire anche in Italia il taglio della tredicesima; non è una grazio­sa elargizione ma soltanto la divisione del­la remunerazione o pensione annuale di­visa in tredici mensilità invece che in dodici. Quindi il non pagarla corrisponde al mancato rispetto di un contratto contro cui appellarsi per via legale.

domenica 8 luglio 2012

Diario 180


Diario 180
2 – 8 Luglio 2012


  • Diritti, servizi, tagli, ideologia
  • Citazioni: nel bene e nel male
  • Gli F35?   
  • Sentenza DIAZ

Diritti, servizi, tagli, ideologia
Che l’amministrazione pubblica sia la centrale di molti sprechi non si può negare; che la sua produttività spesso sia bassa tanto da fare infuriare il cittadino è cosa evidente; ma non bisogna dimenticare che le prestazione che gli apparati dello stato, delle regioni e dei comuni forniscono sono, nella loro massima parte, un fondamentale contributo affinché i diritti di cittadinanza non restino pura e semplice affermazione di principio, ma in qualche modo reali conquiste (scuola, salute, ecc.).
Si continua a blaterare che il welfare così come articolato è strumento di garanzia non per tutti, che ampia è la platea degli esclusi attuali e futuri; se così fosse, e in parte lo è, si tratta di ampliare gli inclusi fino alla totalità della popolazione (immigrati compresi) e non già di ridurre le garanzie di chi oggi è partecipe dei vantaggi dello stato di benessere. Si fa finta di non capire che esclusione e inclusione dipendono dalla scarsa crescita e sviluppo dell’economia, dall’esistenza di una massa “crescente” di disoccupati o inoccupati. Il WS può e deve subire delle modifiche, ma non una diminuzione delle prestazioni, ma un loro adeguamento ai mutamenti della società che influenzano la domanda di servizi e deve ampliarsi fino ad includere tutti.
Non pare che la cura dei “tagli” della spesa pubblica vada in questa direzione. Non va nella giusta direzione per gli obiettivi, per i mezzi, per le scelte.
Un obiettivo di ripensamento della funzione pubblica, puntando ad una sua maggiore efficienza e soprattutto efficacia, non può essere effettuata per fare cassa e garantire per questa strada l’equilibrio di bilancio. Il debito sovrano è sicuramente una palla al piede, il modo come questo governo lo tratta ne moltiplica il peso e il gravame sul paese. Chi è in difficoltà tenta di operare sul debito, ricontrattandolo, spostandolo nel tempo, pagando gli interessi ma non il rimborso del capitale, o viceversa, pagandone solo una parte, ecc. strumenti normali nella finanza. L’unica cosa che non è corretto fare è digiunare fino a morire, impegnarsi a ridurre il tempo di rientro, considerarlo un debito privilegiato rispetto a quello degli altri cittadini (pensioni, spese sanitarie, per l’istruzione, ecc.) in quanto proibito per legge. Se proprio lo si volesse onorare bisognerebbe prendere le risorse la dove si annidano e crescono, ma la patrimoniale a Monti non piace, e la Fornero arditamente dichiara che non si può fare perché non esiste un registro dei patrimoni, affermazione da ridere se non fosse da piangere.
Le cure Monti sono sbagliate, nonostante i grandi suoni di tromba per il successo del nostro paese e del nostro presidente del consiglio a livello internazionale, lo spread non va giù e la speculazione sul nostro debito e sulla nostra economia impazza.
Il controllo della spesa pubblica e il raggiungimento di maggiore efficienza ed efficacia non avrebbe dovuto avere niente a  che fare con il debito, avere collegato le due cose ha dato risultati perniciosi..  E meno male che è intervenuto un ripensamento circa la folle proposta di tagliare i fondi all’università per darli alle scuole private. Ma è paradossale che nel momento in cui la fisica italiana trionfa a livello internazionale il relativo istituto subisce la maggiore decurtazione tra tutti gli istituti scientifici (pare che la ragione dipenda dal fatto che i fondi di questo istituto in misura di gran lunga minore, rispetto agli altri istituti,  sono impegnati per il personale mentre una quota cospicua va in “ricerca”). Insomma  governo e ministri sono sempre a rischio di ridicolo.
L’attacco frontale è alla sanità. Non più di 3,7 posti letto ogni mille abitanti (3,7 e perché non 3,8, o 3,2?, magia dei numeri decimali). È così che si misura l’efficienza e soprattutto l’efficacia di un servizio vitale? Ci voleva la cultura della Bocconi per giungere a questo? Certo che la minore dimensione rischia di essere meno efficiente ma forse, considerando la distribuzione della popolazione nel territorio, la distribuzione della popolazione per età, ecc.. magari rispondono meglio a criteri di efficacia. Cosa privilegiare l’efficienza o l’efficacia, ma non in assoluto ma sulla base di specifiche analisi di dettaglio. Stiamo parlando di un servizio essenziale (ci curiamo che la TV arrivi in ogni punto del paese e in ogni casa, ma sulla sanità siamo più sommari).
I tagli alle regioni e agli enti locali, ovviamente, parlano la lingua della riduzione dei servizi e dell’aumento delle quote a carico delle famiglie. Si parla della messa in crisi del trasporto pubblico collettivo locale; anche qui mentre tutti si stracciano le vesti contro l’uso dell’auto (per ragioni energetiche ed ambientali) nessuno si occupa di misurare gli effetti delle decisioni: se il trasporto collettivo locale fosse messo in crisi il ritorno all’auto sarebbe inevitabile.  
Certo che gli acquisti centralizzati possono portare a notevoli risparmi, ma la centralizzazione mi para vada bene per gli acquisti di routine, gli acquisti “speciali” (macchine, attrezzature o materiali) hanno bisogno di una valutazione di merito non solo di costo.
L’accorpamento delle provincie non si capisce (il criterio della superficie o del numero di abitanti, pare, come dire, grossolano). Il problema da impostare avrebbe dovuto seguire una diversa traccia: stabilire prima dell’opportunità e necessità di una istituzione intermedia tra comune e regione, una risposta positiva avrebbe dovuto portare ad un’analisi dell’insediamento e quindi ad una decisione adeguata. Troppo tempo e forse troppo complicato per dei bocconiani?
Così come il taglio (in %) dei dirigenti e degli addetti della pubblica amministrazione non si capisce che criterio usa, se non quello del risparmiare (troppi ovunque? mancano in qualche situazione?). 
Le auto blu, e poltrone, va bene ci mancava che non ci fossero.
Il dr. Bondi pare sia un ottimo “tagliatore”, non dubito, ma la valutazione del “prodotto” della pubblica amministrazione è complesso, ha a che fare con l’efficacia della sua azione, nell’impresa il confronto tra costi e ricavi può essere un buon parametro, ma i ricavi della pubblica amministrazione sono complessi da valutare, e quando l’output corrisponde al lavoro (medico, insegnate, medico, ecc.) Baumol ci insegna gli aumenti di produttività non sono facili. Se poi lo strumento principale è stato l’interpolante statistica bisogna dire che di pubblica amministrazione il consulente e il governo non hanno idea.
Nella e sulla pubblica amministrazione c’è molto da fare, è probabile che si annidi una dirigenza numerosa, non competente e forse non sempre limpida, ma per avere risultati importanti e duraturi ci vogliono analisi attente, esami puntuali, riorganizzazione complesse, le regressioni statistiche valgono come indicatori incerti non come strumento di decisione.
Ma la filosofia del presidente del consiglio non si poneva e non si pone l’obiettivo di riqualificare la pubblica amministrazione, quanto di ridurla (meno stato e più mercato) e soprattutto nella fase attuale è considerata  una mucca da mungere per realizzare l’obiettivo del pareggio di bilancio (che comunque non mi pare sia alle porte).

Gli F35?   
Essendosi armato di accetta, alcuni sostengono di bisturi (forse della dimensione di un’accetta), non si capisce perché il consigliere ai tagli e il governo non abbiano tagliato qualche F35, che in termini di risparmio sarebbe stato di grande dimensione, piuttosto che accanirsi sui centri di ricerca (alcuni dei quali grandemente meritevoli).

Sentenza DIAZ
Ci è voluto tempo ma alla fine la condanna per i poliziotti massacratori è arrivata. Basta? certo che no. Restano all’ordine del giorno: la vigilanza affinché non si inventino scappatoie per lasciare i condannati ai loro posti (o nelle vicinanze); ma soprattutto un processo di rieducazione alla non violenza delle forze dell’ordine.

Citazioni: nel bene e nel male
Mario Monti, La Repubblica, 6 luglio 2012
“Non posso accettare veti di nessuno, ogni settore dello Stato è chiamato a contribuire” (bella e netta dichiarazione, il che significa che salvare gli F35 è stato un moto proprio del presidente del consiglio? Si fa fatica a crederlo, o forse no!)

Mario Monti, Corriere della Sera, 6 luglio 2012
“Si può essere tanto più assertivi in Europa quanto più si hanno le carte in regola in Italia” (perché bisogna essere assertivi e non convincenti? “carte in regola” sta per macelleria dei diritti?)
Antonio Manganelli, Il Manifesto, 7 luglio 2012
“Sulla Diaz è giunto il momento delle scuse” (ci voleva la sentenza della Cassazione?  il capo della polizia niente sapeva e niente immaginava?)

Piero Giarda, L’Unità, 7 luglio 2012
“Questi sono tagli lineari come quelli di Tremonti” (detto da un ministro che avrebbe dovuto essere il titolare della spending review ci dice due cose, che lo stesso ministro è stato esautorato e che tutto sta in capo al Tesoro, cioè a Monti e al suo vice ministro senza sorriso)

Maura Palma, Il Manifesto, 8 luglio 2012
“Proprio questa carenza apre al tema più ampio della dimensione culturale delle forze dell’ordine: Genova non è stata seguita da segnali di controtendenza, dalla percezione di un  “mai più” implicitamente inviato come messaggio agli operatori di polizia”.

Ignazio Marino, Il Manifesto, 8 luglio 2012
“Fra i paesi dell’Europa continentale, siamo il penultimo per spesa sanitaria complessiva … Ora dobbiamo dirci una cosa:consideriamo il servizio sanitario pubblico un punto fondamentale per la vita e l’uguaglianza delle persone, oppure pensiamo che tutto sia sacrificabile al debito pubblico… Ma all’ultimo sopralluogo fatto in un pronto soccorso ho trovato una donna legata ad una barella. Fra due mesi rischio di trovarne cinque, di persone, perché non ci saranno più posti letto per pazienti acuti. Dietro un letto per pazienti acuti in meno può esserci un morto in più”.  

sabato 7 luglio 2012

Diario 179


Diario 179
18 giugno 1 luglio 2012

·         Notizia
·         Le grandi scadenze
·         L'Europa non ha niente da dire
·         Torna, non torna, torno, non facciamolo tornare, …
·         Tutto nero?
·         Casini spariglia
·         Monti ha piegato la Merkel
·         Diego Cammarata, esperto?
·         Citazioni: nel bene e nel male


Notizia
Una notizia che farà felice i disoccupati, gli esondati, i pensionati che non arrivano a fine mese, i precari, ecc.: “Il 2012 sarà un anno record per i consumi mondiali di beni di lusso, come moda e accessori, auto , gioielli, profumi, cosmetici”. Così dichiara Armando Branchini, segretario dell'associazione “altagamma” (L'Espresso, 28 giugno). Certo che si tratta di una produzione che dà occupazione (in Europa dà lavoro a 1,5 milioni di occupati) e produce una certa quantità del Pil continentale (3%) ed esporta la maggior parte  della produzione (60%), ma non si potrà dire che è “moralismo” restare perplessi. I su indicati andamenti sono,infatti, estremamente significativi della distribuzione della ricchezza a livello mondiale. Siccome la distribuzione del reddito tra gli strati sociali non segue delle regole tecniche, ma piuttosto i rapporti di potere, possiamo dire che se c’è una classe che soffre privazioni e una classe che gode in abbondanze e lusso vuol dire che nello scontro fra queste classi una ha vinto e una ha perso (temporaneamente). 

Le grandi scadenze
Ogni settimana si individua una “scadenza” che dovrebbe essere dirimente per la crisi, soprattutto dovrebbe dare quella “sicurezza” ai mercati (finanziari) da spingerli a non speculare (un miracolo). Una volta è il salvataggio delle banche spagnole, un'altra volta è l'esito delle elezioni in Grecia, ancora le decisioni dei grandi riuniti a consesso, un'altra volta la riforma delle pensioni, un'altra volta i fondi per lo sviluppo, ecc. ma puntualmente il giorno dopo sembra finalmente tutto risolto, ma due giorni dopo la borsa va giù e lo spread su, come se niente fosse.
Ma a questi “governanti” non gli viene il sospetto che stanno sbagliando  qualcosa? Che forse la strada da seguire dovrebbe essere un'altra?

L'Europa non ha niente da dire
Ci rivolgiamo all'Europa, intesa come U.E., per tante cose, e l'Europa non si fa scrupolo di imporci una serie  di condizioni e di norme (come fare il formaggio, come chiamare un vino, come fare il bilancio dello Stato, come salvare le banche, ecc.), ma leggendo la notizia di cui dirò mi è venuto spontaneo pensare: ma l'Europa non ha niente da dire?
Un ricco americano, presidente della Las Vegas Sands Corporation sta cercando di piazzare in Spagna (ora sembra l'area di Madrid) una succursale europea di Las Vegas: dieci grandi grattacieli, con alberghi, sale da gioco, teatri, ristoranti, golf, e quant'altro, tutto quello che i frequentatori dei films americani conoscono, compresa la criminalità organizzata, la polizia corrotta, il traffico di droghe e di donne, ecc.  Ovviamente gran numero di occupati promessi: ben 260.000 (una valutazione forse eccessiva).
Se la Spagna vuole sul proprio territorio una struttura urbana con queste caratteristiche, si potrebbe dire, fatti suoi (forse qualche paese potrebbe addirittura  invidiarla), ma c'è dell'altro.
Pare che il suddetto investitore pretenda una sorta di extra territorialità: dentro il perimetro della nuova città del gioco non debbano valere né le norme sul lavoro (orari, remunerazione, sicurezza, riposi, ecc.) ma neanche altre norme, per esempio la proibizione del fumo nei locali pubblici, norme fiscali, ecc.
Due domande vengono spontanee: una paese può concedere  una situazione di extraterritorialità di questo tipo? E l' UE non ha niente da dire?

Torna, non torna, torno, non facciamolo tornare, …
Sembra una storiella di quelle che amava raccontare al suo popolo plaudente. Prima impalma Alfano, poi gli nega il carisma, annunzia le primarie, poi dichiara di ridiscendere in campo, dichiara morto il PDL, poi lo risuscita, si innamora delle liste civiche e vuole fare concorrenza a Grillo (quando è quest'ultimo che fa concorrenza a lui); vuole ritirasi dalla politica ma poi vuole fare il ministro dell'economia; ecc. 
Insomma è fuori di testa, soffre dell'assenza di  ruolo, non può più scherzare con i “grandi”, non può più fare babau alla Merkel, non può guardare dentro la scollatura di qualche presidentessa o ministra alle riunione internazionale, ma soprattutto vede svanire il.... Quirinale (il suo desiderio  è un bunga bunga nei saloni di quel palazzo).
Si potrebbe dire … poveretto, è vero, ma pericoloso.

Tutto nero?
È facile trovare il caso negativo: il sindaco anche consigliere regionale che non si dimette da una delle due cariche; il rettore che facilita la carriera della figlia; il ministro che accetta in regalo mezzo appartamento ma non sa da chi; il dottore che si porta il malato nella clinica privata per operarlo; il funzionario che “aggiusta” una gara d'appalto; un guidatore di taxi che percepisce la pensione di invalidità per cecità; e potrei continuare per pagine, basterebbe seguire le note di Stella , maestro nello scoprire il marcio. Mi domando se tutto questo rimestare la fanghiglia faccia bene al paese. Non mi riferisco ovviamente all'immagine del paese, né si può pretendere di contrapoporre a tanti casi negativi altrettanti casi virtuosi (che noia), ma piuttosto da una parre ad una sorta di assuefazione (tutti ladri, tutti corrotti, tutti che si fanno i fatti propri, ecc.), ma dall'altra, cosa più grave, ad un imperante qualunquismo (che va dal non ci si può fare nulla alla ricerca dell'uomo della  provvidenza. Ne basta affermare che ci sono milioni di persone, a tutti i livelli, onesti, lavoratori coscienziosi, amministratori scrupolosi.
I “casi” non sono inventati, questo è certo, il Parlamento fa fatica a varare uno straccio di legge contro la corruzione, la denunzia fa audience, ma mi pare che il tono politico del paese degradi. Non sto dicendo che è colpa di Stella o di altri giornalisti, ma la situazione pare preoccupante, né aiuta il populismo che denunzia e forcaiolo.

Casini spariglia
Usando un linguaggio da scopone, sia può dire che con la sua dichiarazione di alleanza con il PD Pier Ferdinando Casini abbia sparigliato. Ma contrariamente allo scopone dove lo spariglio dovrebbe mettere gli avversari in difficoltà la mossa di Casini mette in difficoltà il centro sinistra.
I fautori dell'asse con i moderati gongolano, finalmente la svolta tanto sperata e invocata. Ma c'era già un'alleanza di centro-sinistra, quella della foto di Vasto, ora l'alleanza si presenta come centro-centro-sinistra, in più la nuova (presunta) aqlleanza vorrebbe fare a meno dell'Italia dei Valori. Di Pietro, suo malgrado, fa parte dello schieramento di sinistra, più per le sue intemperanze che per il suo programma, a questo “sfoglio del carciofo” SEL non sembra adeguarsi.
Con una legge abbastanza proporzionale e senza primi, tutto sarebbe facile, ma con quale legge elettorale si andrà a votare è un mistero (nessuno lo sa), ma sicura,mente pare di capire si manterrà un premio di coalizione.
La sperimentazione PD-Casini non pare abbia dato buoni risultati. Intestardirsi non pare una buona prospettiva. Bisogna uscire dal: con Monti, per Monti, oltre Monti, contro Monti, ecc. È pensare ad un programma di progresso sociale e di eguaglianza per il paese. Un programma i cui temi sono scritti e riscritti: riforma fiscale progressista, imposta patrimoniale; sviluppo occupazionale lunga una via di rinnovamento produttivo attenta ai bisogni del paese; divisione delle banche di investimento dalle banche commerciali; ristrutturazione del debito pubblico; investimenti nella scuola e nella ricerca; salvaguardia del territorio; politica estera dei popoli; ecc. Un programma di legislatura chiaro e impegnativo, l'alleanza che lo proporrà potrà vincere, ogni altro pasticcio porta ad una sconfitta sostanziale.

Monti ha piegato la Merkel
Ogni uso di metafore o riferimenti calcistici oltre che banali appaiono sbagliati. In campo l'Italia ha battuto la Germania 2-1, risultato netto e da archiviare. A Bruxelles le cose sono meno nette. L'Italia ha imposto, in accordo con la Spagna e con la Francia, che si è esposta meno, la propria linea, Monti  ha portato a casa il “fondo salva stati” (che non utilizzeremo, ha detto, forse peccando di presunzione) ma di una dimensione risibile. L'accordo c'è ma per tutti gli aspetti tecnici ci vorrà un'altra riunione il 9 luglio. Non è chiaro quante cose possono insorgere su gli aspetti tecnici.
Ma  nella sostanza gli stati che subiranno attacchi speculativi (ce ne saranno) saranno aiutati dal fondo che acquisterà titoli per scoraggiare la speculazione. Ma si tratta di un fondo dalle dimensioni  molto modesta e per i suoi scopi. Le banche saranno aiutate nella loro capitalizzazione, ma non riformate. Per lo sviluppo le risorse già disponibili forse con l'aggiunta di 10 miliardi. Una disponibilità del tutto insufficiente. Si alla Tobin tax, che attenzione serve solo a raccogliere risorse non a contrastare la speculazione, ma gli stati sono liberi di adottarla o mano, se ho capito bene.
Un risultato di molta propaganda ma di scarsa sostanza.
Nessuna vera contrapposizione alla speculazione finanziaria; si cerca di contrastarla con un fondo “acquisto titoli”, che per quanto grande possa essere, e non è il caso, risulterebbe  infinitesimale rispetto alle risorse della speculazione (anche se frazionate). Su questa strada i popoli saranno sempre sconfitti.
Oggi tutti contenti per i risultati della borsa (pochissimi scambi), vedremo la prossima settimana se la speculazione … trema.
Monti nell'euforia ha detto che la soluzione adottata rende inutile l'aumento dell'Iva previsto per ottobre. Non è chiaro perché; le ultime emissioni di titoli “tutti venduti”, sono stati collocati a tassi molto alti. Adesso si riparlerà della vendita del patrimonio, di privatizzazioni, ecc. Monti si sente forte, sbatte in faccia alla “sua” maggioranza questo successo e si appresta … alle riforme.
La manovra mediatica ha funzionato: Monti duro, determinato, inflessibile, piega la Merkel; la sostanza pare meno luccicante.  

Diego Cammarata, esperto?
L'ex sindaco di Palermo, noto per la sua inefficienza, stupidità amministrativa, profittatore e dilapidatore è stato chiamato al Senato della Repubblica come consulente per il risanamento dei conti e per la riorganizzazione degli enti locali. Si deve ridere, si deve piangere, ci si deve scandalizzare, meravigliare, irritare, … ma siciliano, che siciliano, è il presidente del Senato.

Citazioni: nel bene e nel male

Bruno Tabbacci, La Repubblica, 24 giugno 2012
“Parlo di un'istituzione di nobili tradizioni che, grazia al suo presidente, e al suo ventennale sistema di potere, è diventata il centro di un grande inganno: si è fatto credere cche la Lombardia, oltre alla forza economica e sociale, potesse dare lezioni di etica e morale. Ulla di più falso. Perché oggi in Lombardia, se c'è un'eccellenza, è quella corrutiva, con un sistema senza regole e controlli strutturato come la cricca di Bertolaso”.

Angelino Alfano, Corriere della Sera, 24 giugno 2012
“Siamo ancora in grado di vincere se la coalizione raggiungerà il 40%, he è alla nostra portata”. (Non si capisce di quale coalizione parla, il PDL, le liste civiche, Pdl+Lega, ecc. Povero non si acconcia alla sua mezza figura. Detto questo è vero che la destra può vincere).

Elio Belcastro (deputato del partito del sud), La Repubblica, 28 giugno 2012
“Non ci può fregare di meno del governo. Con tutto il rispetto, ma abbiamo altre priorità” (dichiarazione a proposito della richiesta del governo di tenere il Parlamento aperto ad Agosto. Quello che meraviglia è l'inciso “con tutto rispetto”)

Elsa Fornero, Corriere della Sera 28 giugno 2012
“Il lavoro non è un diritto deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio” (Frase infelice, è il meno che si possa dire. Ma sul Corriere c'è un'azione per scagionare il ministro che ha usato job e non work,  cioè il posto non il lavoro. Qui la discussione si fa sottile, se il lavoro è un diritto non il job che piace a me è un diritto ma un job si, altrimenti il diritto diventa un'astrazione. Forse è questo che il ministro ha in mente, un diritto astratto che il “mercato” governerà, se c'è bene, se non c'è bisogna fare la …. riforma del mercato del lavoro. Ora che è stata approvato ne attendiamo i meravigliosi esisti.

Massimo D'Alema, Il Corriere della Sera, 1 luglio 2012
“In un nuovo centro sinistra europeo Monti può trovarsi a perfetto aggio. È una personalità lòiberale che con la sua azione può mitigare positivamente le resistenze stataliste che ci sono ancora tra i socialisti” (Non è ignorante, dovrebbe sapere la differenza tra liberale e liberista, ma fa finta di niente. Un capolavoro è la “resistenza statalista”, quando i maggiori economisti invocano per uscire dalla crisi l'impegno diretto dello Stato. Inoltre se è così invece di candidare Bersani candidiamo Monti).

Nouriel Roubini, La Repubblica, 1 luglio 2012
“Le misure concordate sono andate al di là delle aspettative dei mercati... per ciò prevedo una breve rally del mercato che però non durerà a lungo. Il problema è che se le misure intraprese sul breve termine permettono di guadagnare un po' di tempo, quelle sul lungo termine sono molto più importanti e ancora mancano”.

Pierferdinando Casini, La Repubblica, 1 luglio 2012
“C'è un signore a palazzo Chigi che sta facendo il suo lavoro benissimo e non credo che si ritirerà a vita privata nella prossima legislatura. .. Ma, nel momento in cui si realizzerà una convergenza, che mi auguro ancora più vasta, le assicuro che decidere la guida del governo non sarà un problema”. (con questi chiari di luna vedo difficile nella sostanza un governo Bersani. Perché dissanguarsi per Monti?)

Roberto Perotti, Il Sole 24 Ore, 1 luglio 2012
“Il summit di Bruxelles è stato unanimamente considerato come una vittoria del buon senso europeo sulla protervia e l'ottusità tedesche. In realtà, la Merkel ha concesso qualcosa, ma ha ottenuto molto di più di quanto non appaia”. (appare, appare)

Diario 178


Diario 178
11-18 giugno 2012

  • Tre e due
  • Il baratro
  • Decreto sviluppo o “misure per la crescita sostenibile”
  • Citazioni: nel bene e nel male

Tre e due
Periodicamente si leggono dichiarazioni molto critiche sulla riforma dei piani di studio per i corsi universitari, per semplicità detta 3+2 (famigerata, stupida, distruttiva, ecc.). A me è da sempre sembrata molto interessante. Argomento brevemente. Non si tratta di un 3+2, ma più correttamente di un 3 e 2. Le idee di fondo di questa riforma erano due: fare dell'università una istituzione di istruzione permanente; dare agli studenti la possibilità, prima di intraprendere un indirizzo professionale preciso di sperimentare sul campo un “regime di lavoro”. Avrebbe dovuto funzionare in questo modo: la laurea triennale avrebbe dovuto fornire agli studenti una preparazione professionale che gli studenti avrebbero potuto utilizzare per lavorare nel settore di competenza e verificare in concreto l'indirizzo più specifico e specialistico per il quale sentivano più passione o si sentivano più “portati”. Dopo due o tre anni di lavoro tornare all'università per proseguire gli studi nella laurea specialistica scelta e acquisire le competenze necessarie. In seguito, data la velocità, soprattutto in certi settori, dell'innovazione, nuove tecniche e metodi, lo stesso studente avrebbe potuto seguire dei master di aggiornamento, di specializzazione, ecc. in una continua preparazione.
Perché l'uso del condizionale e il giudizio negativo, comune? L'università non è stata in grado di cogliere la grande opportunità offerta: per insipienza, questioni (fasulle) di potere, per refrattarietà all'innovazione, per mal posta aspirazione di potere, ecc. Il risultato, infatti, è stata quella di non avere costruito con intelligenza corsi triennali che avessero anche contenuto professionalizzante (paradossalmente i corsi triennali sono risultati molto più numerosi di quelli specialistici e molti di quelli hanno contenuto specialistico e non generale). Tutti professori hanno voluto stare sia nei corsi triennali che in quelli specialistici a salvaguardia del loro prestigio (sic!), pochi hanno pensato di adeguare i loro programmi alla nuova situazione, non è raro il caso di professori che tengono sostanzialmente lo stesso corso nella triennale e nella specialistica. Altri, di maggior potere, si sono costruiti dei corsi a loro immagine e somiglianza. Si è alimentata l'interpretazione del 3+2, cioè di una preparazione quinquennale continua, senza sollecitare gli studenti ad esperienze di lavoro, in questo aiutati dal funzionamento del nostro mercato del lavoro.
A mio giudizio una opportunità è stata sprecata per colpa, questa volta non del ministero o ministro/a, ma dei professori ai quali era stata affidato il compito di realizzare la riforma.
A me pare molto piùpercicoloso l'approccio del nuovo ministro, che ha un solo scopo: diversificare gli atene di eccellenza dagli altri; i primi saranno premiati (più soldi) con il risultato di continuare a promuovere la loro eccellenza (più servizi, più strutture, ecc.); gli altri sempre più abbandonati. Per non parlare dei criteri di valutazione degli atenei e corsi di studi.

Il baratro
L'opinione più accreditata è quella che recita che il “governo dei tecnici” ci ha salvato dal baratro nel quale l'Italia era condannata a cadere. Anche alcuni “amici di diario”, talvolta mi criticano in quanto critico non sui singoli provvedimenti ma sull'azione complessiva del governo e sull'opportunità che il professore Monti continui a Governarci. Mi pare, come ricorda Guido Rossi (vedi citazioni), c'è il pericolo di considerare maggiormente le parole al posto dei fatti. Per inciso non vorrei che mi si attribuisse una certa benevolenza nei riguardi del passato governo, di averci liberato di quello va dato merito a Napolitano, ma giudico la soluzione trovata, alla prova del budino, non adeguata.
Vogliamo guardare ai fatti? Ecco i fatti:
-il debito pubblico è aumentato. Era 1.897,9 miliardi a dicembre del 2011 è oggi 1.948,6;
-lo spread, non se ne può fare a meno di parlarne, si era abbassato ma ora ha ripreso a crescere; siamo ad un livello inferiore di quanto il governo Monti si è insediato ma è sempre molto alto;
-le entrare fiscale sono diminuite;
-la disoccupazione aumenta, soprattutto quella giovanile;
-la crisi del settore produttivo (fallimenti, chiusure, ecc.) continua;
-la cassa integrazione non flette.
- Oltre questi parametri economici vanno considerati quelli sociali. Non aggiungiamo niente a quanto dichiarata dal ministro Passera: le eprsone in difficoltà sono 28 milioni, un po' meno della metà della popolazione.
-Per ottenere questi risultati si sono “riformate” le pensioni, con il pasticcio degli “esodati”, si sono sacrificati gli enti locali, si sono aumentate le tasse, si sono ridotti alcuni servizi,
-Per non far cadere nel baratro l'Italia, si sono lasciati cadere nello stesso baratro milioni di persone, donne, uomini, giovani,anziani. 
Né mi pare convincente l'obiezione che sorge a questo punto: con il pre3cedente governo dove saremmo finiti? Non è questo il tema, non è in discussione la negatività di quel governo, ma i risultati di questo, o l'esistenza di questo possibile paragone riduce la nostra capacità critica?

Decreto sviluppo o “misure per la crescita sostenibile”
E' difficile entrare nel merito di una decreto sviluppo di 61 articoli. Il troppo distoglie dalla sostanza che è sintetizzabile nella messa a disposizione di 250 milioni l'anno che dovrebbero attivare 80 miliardi di privati. Bum!
Uno spezzatino che nasconde la mancanza di una idea forte, di un progetto, della indicazione di una strada per il futuro. Certo per dei “tecnici” una vera dimostrazione di incapacità. Era facile, no, ma il troppo storpia.
Il condimento delle privatizzazioni o meglio della vendita dei gioielli di famiglia è l'espressione ultima di una mancanza di idee
A questo proposito si vorrebbe sottolineare, da come si legge sulla stampa, che il settore immobili appare, come dire, ingarbugliato. L'idea che la Cassa depositi e prestiti si prenda in carico questi beni, li ristrutturi, ne cambia la destinazione d'uso e poi le mette sul mercato sembra una garanzia di efficienza, di salvaguardi e di buona gestione, ma:  a cambiare la destiunazione d'uso sono competenti le amministrazioni locali (non discutiamo se sia un bene o un male, ma è così); i promotori immobiliari sono molto interessanti ai lavori di ristrutturazione (parte polposa del loro guadagno), beni già ristrutturati sono meno appetibili (potrebbero interessare le famiglie, ma non è tempo).
Insomma il turbamento che prende il ministro Passera per i 28 milioni di italiani in difficoltà deve avere preso anche l'intero governo, tanto da varare un decreto poco utile. O forse era importante varare un decreto “sviluppo” a qualsiasi costo (e dimostra el'accordo tra il ministro Passera e il Vice ministro Grilli).

Citazioni: nel bene e nel male
Silvio Brelusconi, La Repubblica, 16 giugno 2012
“ Il PDL non c'è più, esiste solo nelle teste dei nostri dirigenti”                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 17 giugno 2012
“La ragione di tutto ciò sta nell'esplosione, soprattutto tra i leader europei. Di una fallace e pericolosa tendenza che già John Locke … aveva chiaramente identificato nel considerare le parole al posto della realtà... è così che l'intera politica europea è rimasta pervasa da questo demone e da un continuo affermare principi, promesse e slogan, che tutto hanno dell'apparenza e delle buone intenzioni, ma poco della realtà”

Luciano Canfora,Corriere della Sera, 17 giugno 2012
“Un bell'insegnamento del pensiero politico ateniese è che non si deve rischiare di cadere in schiavitù per debiti. Fu Solone a far si che si affermasse questo principio. Egli cancello il debito  per i quali ilpegno era il terreno del debitore o addirittura la sua libertà personale. Il debito non può essere uin'ipoteca su esseri umani e perciò, in nome della klibertà, va cancellato. Questo principio coraggioso imbarazzerebbe molti finanzieri del tempo nostro nochè i responsabili delle strutture banacarie, che sull'altrui indebitarsi prosperano. Del resto una forte corrente di pensiero politico moderno … su impulso di una figura notevolecome F. Mitterrand, pose il problema della cancellazione del debito di alcuni paesi del terzo e quarto mondo. Fu una sceòta schettamente soloniana che, nel tempo, ha dato frutti positivi”. (Mitterrand è morto!)