domenica 16 giugno 2013

80 provvedimenti, forse troppi

Oggi i giornali, giustamente, sono piene di notizie sulle decisioni del Consiglio dei ministri, che ha approvato il decreto denominato "del fare". Si tratta di ben 80 provvedimenti che investono settori molto diversi sia dell'organizzazione istituzionale, che dell'economia, delle imposizioni fiscali, della scuola, ecc..

Che si tratti di provvedimenti utili non si può negare, che siano, non dico, risolutivi ma incisivi non si può affermare con sicurezza. Oggi il Corriere della Sera pubblica per ciascun provvedimento un indice  di incisività e di realizzabilità, la classifica non pare entusiasmante.E' ovvio che si tratta di un giudizio dubbio, e di una indicizzazione ancora più discutibile e soggettiva. Ma dubitare non fa male.

Non sono in grado di giudicare i benefici che porteranno all'economia alcune semplificazioni, anche se i ministri ne valutano gli effetti in miliardi, sicuramente è molto importante il provvedimento relativo alle opere infrastrutturale e alla manutenzione delle scuole, che dovrebbero produrre, se realizzate, 30.000 nuovi posti di lavoro (parte diretti e parte indiretti). Non risolve la crisi occupazionale, sembra una goccia, ma una goccia è meglio dell'arsura.

Non vorrei ripetere le mie solite considerazioni sulla crisi, ma mi insospettisce un provvedimento comprensivo di ben 80 provvedimenti. mia nonna direbbe "troppa grazia Santo Antonio". Quando i provvedimenti sono così numerosi viene sempre il sospetto che il numero nasconda a) la difficoltà di provvedimenti più incisivi; b) che si ha voglia di confondere  con le troppa carne messa a fuoco; c) che per "fare" si individuano provvedimenti che non costano ma di dubbia efficaci e realizzabilità. Il tutto allo scopo di velare incapacità/impossibilità.

Per esempio la sostituzione fino al 50% del personale universitario che va in pensione, sembra una buona notizia ma le università sono ... al verde, così come i posti di ricercatore a tempo determinato (si dice 18.000) possono suscitare entusiasmo ma senza  chiarezza sullo stanziamento relativo sembra un annunzio che brilla un attimo.

Insomma, lo si vedrà presto, di che pasta è fatto questo governo. Fermo restando che si tratta  comunque di tamponi che non fermano l'emorragia, ma quella non pare che si voglia po che  ci sia volontà di fermarla.

1 commento:

  1. Per come è nato, e per i molti e oscuri personaggi che compongono questo governo, credo che il dubbio dovrebbe essere connaturato al giudizio di ogni italiano dotato di raziocinio (sic). Come si può avere fiducia dopo che il voto, e quanto era stato detto in campagna elettorale, è stato così platealmente calpestato e ribaltato?
    Elianto

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