martedì 19 gennaio 2016

Arricchitevi, ammalatevi e ... sperate



Diario n. 310
20/gennaio/2016

Non fa scandalo che a Davos nei prossimi giorni si riuniranno alcune delle persone più ricche del mondo; la ricchezza va celebrata. Faranno da contorno  la corte di sostenitori (magari critici), perché godono delle briciole che cadano dalle tavole imbandite. Si faranno i complimenti e faranno nobili discorsi, complicati esercizi di retorica economica e soprattutto faranno finta di avere a cuore le sorti dell’umanità. Avanzeranno delle proposte che … li renderanno sempre più ricchi (anche se dovesse sembrare di no).
Come preambolo alla riunione l’organizzazione umanitaria Oxfam (tra le maggiori) pubblica un rapporto da cui si ricava che 62 persone (non 620, non 6.200, non 620.000, … ma solo 62) posseggono una ricchezza che è pari a della meta più povera della popolazione mondiale, cioè 3.600.000.000 abitanti (per cui: 62/3.600.000.000x100= 0,002%). Si possono fare varie analisi (per paese, per sesso, per settore economico, ecc.), ma non importa; si possono individuare quanti di questi impegnino parte della loro ricchezza in progetti umanitari, ma non importa, Dio li abbia in gloria.
Ci si potrebbe scandalizzare, facciamolo, ma conta poco, sarebbe utile indignarsi ma in modo operativo.
Quello che ci si potrebbe chiedere e come mai i politici più potenti, del tipo di Obama (Hillary), Xi Jinping, Modi, Putin, Merkel, Cameron, Rounani, Al Baghdadi, … fino a Renzi,  non si rendono conto:
a)      Che contano poco o niente  rispetto ai 62 e seguenti;
b)      Che i 62 e seguenti stanno portando l’economia mondiale e il mondo stesso allo sfacelo;  
c)      Che un sistema economico-sociale che produce tali disparità è sbagliato nella sua natura;
d)     Che per quanto poca stima possano avere di loro stessi il loro ruolo è il “bene” dell’umanità;
e)      Che se volessero essere ricordati come politici e non come lacchè dovrebbero combattere e cambiare il sistema radicalmente.
Dato che non si rendono conto bisognerà provvedere diversamente, saremo capaci? Non so, ma forse bisogna avere fiducia nei figli e nipoti (mi pare che qualche strada la prendano).


La ministro della salute Beatrice Lorenzin, ogni tanto dice delle cose giuste, ma spesso sbaglia bersaglio e fa la figurante.
Recentemente con il cipiglio che la distingue e il sorriso un po’ cagnesco, ha dichiarato che gli italiano vanno troppo spesso al pronto soccorso  e che questo non è tollerante (sarà che i cinema risultano scomodi e cari e quindi come passatempo preferiscono giacere in qualche corridoi maleodorante?) Per risolvere questa situazione la soluzione è aumentare il ticket (ti pareva).
Ma il ministro ha proprio prestato un …. Infatti sul La Repubblica di oggi si può leggere la sintesi di un documento del Parlamento italiano (Ufficio parlamentare di bilancio) che senza mezzi termini e con adeguati dati esplicita che gli italiani dati i costi molto alti si curano di meno (ovviamente saranno certe categorie di persone è scommetto che sono i meno abbienti e quelli che avrebbero maggior bisogni di cure). Il ministro si potrebbe occupare di questo?      



lunedì 18 gennaio 2016

Non capisco cos'è meglio.


Diario n. 309
15/1/2016

Non capisco perché il prezzo del petrolio a 30$ (o meno) al barile sia una iattura economica? È meglio allora che il prezzo del petrolio torni a 80-100$ al barile? Ma quando aveva questo prezzo era giudicata una disgrazia. Uno si immagina che il basso prezzo del petrolio corrisponda ad un fortissimo incremento della produzione di energia rinnovabile, ma non è così e allora? Forse la spiegazione sta nel rallentamento (stagnazione? deflazione?) dell’economia mondiale? Ma il basso prezzo del petrolio e quindi dell’energia non dovrebbe stimolare la produzione di beni con un  più basso costo e quindi essere (i beni) più accessibili e vantaggiosi per i consumatori oltre che della ripresa economica? Ma forse tutto questo non avviene perché i “paesi produttori di petrolio” (o meglio quelli che hanno il possesso di questo bene naturale) si trovano con  una drastica riduzione   dei ricavi e sono costretti a restringere le importazioni (per esempio armi – per esempio USA e Germani-  e di beni  di lusso- per esempio Italia e Francia) o non possono continuare lo sviluppo di operazioni immobiliari in grande stile (vedi Dubai)? Un bel circuito: alto prezzo del petrolio → notevoli risorse dei paesi produttori → alte importazioni → alte esportazione dell’economie sviluppate → alti costi di energia per questi ultimo produttori. Cos'è meglio?
Non capisco perché la bassa inflazione sia un danno? Era meglio quando l’inflazione era a due cifre? Ma anche allora si diceva che l’alta inflazione era insostenibile, e allora? Non capisco se la “scala mobile”, conquistata dai lavoratori per difendere il potere d’acquisto dei salari, portava sviluppo (certo squilibrato) perché l’hanno voluto eliminarla? Si potrebbe rimetterla per fare innalzare l’inflazione e fare così contento Draghi? Non capisco come mai una bassa inflazione non stimoli gli investimenti (bassa previsione di guadagni?) e perché è stata condotta una dura lotta contro il sindacato per eliminare la scala mobile? Cos'è meglio?
Non capisco perché lo Stato debba continuare a finanziare (in tanti modi),  con considerevoli risorse, le imprese private e queste, a cui è affidato il destino dell’economia, approfittano delle risorse ma non fanno il loro mestiere in investimenti, innovazione e sviluppo?  Non capisco perché quello che era un vanto del sistema economico italiano l’ “economia mista”, con una forte presenza dell’industria pubblica sia stata smantellata e si affermi l’idea di privatizzare, privatizzare, privatizzare? Non sarebbe giusto che lo Stato tornasse a fare l’imprenditore di sviluppo, magari con qualche regola che eviti la corruzione? Cos'è meglio?
Non capisco come facciano, intendo con quale faccia, a continuare  a dire che la ripresa è iniziata,  che la crisi sta alle nostre spalle, e ogni volta essere smentiti? L’ottimismo non fa sviluppo, e l’incremento di  uno zero virgola e qualcosa  del PIL, non capisco come venga considerato l’annunzio del bene che verrà? La ripresa degli USA, dove non hanno seguito una politica economica di austerità, avrebbe trainato l’economia mondiale, si è detto, ma non capisco come mai tre mesi dopo anche l’economia USA risulta in recessione? Non capisco come mai la Cina invece di essere trainante ci porta la crisi?
Non capisco se quanti ci ammanniscano questi falsi discorsi siano stupidi, siano in buona fede, o, direbbe un mio amico, i servi di un complotto?
Forse sono instupiditi per gli occhiali sbagliati con le quali continuano a leggere il mondo, che è tutto cambiato. Solo gli speculatori finanziari hanno, fino a quando durerà, la capacità di lettura e la capacità di approfittare della situazione.
Sono in buona fede (forse) ma comunque non vedono oltre il loro naso, maneggiano molti dati (troppi) e molti di questi sono falsi. Vedi la falsificazione sui dati dell’occupazione operata dal Governo italiano per giustificare e valorizzare la politica del lavoro; vedi la falsificazione della W dei dati di immissione di inquinanti delle loro auto (forse anche la Renault); vedi, così sembra, la falsificazione dei dati delle vendite degli automobili; vedi le operazioni equivoche che avvengono (da sempre, bisogno dirlo) nelle Borse a dispetto degli organi di controllo. Per non parlare dei bilanci delle banche e del controllo della Banca d’Italia.  Una spiegazione, tuttavia, non è una giustificazione.
Ho l’impressione che i politici abbiano completamente perso il senso del loro ruolo, certo il loro ruolo è stato sempre coniugato con i loro interessi di potere. Ma oggi? non sanno quello che fanno, quello che fanno lo fanno male. E sperano che duri.