domenica 29 gennaio 2012

Diario 159 (23 – 29 gennaio 2012)

Diario 159
23 – 29 gennaio 2012



Una buona notizia
Una cattiva notizia
Monti fa … miracoli
Un pasticcio incomprensibile
Qualcuno batta un colpo
Ritorna il feticcio dello Stato?
Italiani … voraci
Un Professore non sfigato
Citazioni: nel bene e nel male


Una buona notizia
Rita Borsellino parteciperà alle primarie per la designazione del candidato sindaco a Palermo. Una candidatura che pare abbia l’appoggio del PD, o almeno di Bersani.
Dopo Cammarata la città di Palermo ha bisogno di cambiare musica e stile, la Borsellino sembra la candidata giusta. Ogni tanto una buona notizia:

Una cattiva notizia
Son passati appena pochi giorni che ambizioni personali, interessi, volgarità, inciucci, ecc. hanno rimesso in discussione le primarie per la scelta del sindaco di Palermo. Tutti danno il loro contributo. C’è una determinazione nel dissolversi della sinistra che pare una maledizione.

Monti fa … miracoli
Nel provvedimento in discussione al Consiglio dei ministri, Italia semplificati, così si potrà chiamare, si esprime la necessità di semplificare la vita ai cittadini, finalmente, con l’utilizzo del sistema informatico: certificati, richieste, voti, ecc. tutto sarà in “tempo reale” senza nessuna perdita di tempo. Bene. Il tutto costituisce un miracolo dato che il paese non è dotato di una banda larga, che certe zone sono sconnesse o con difficoltà di connessione.

Un pasticcio incomprensibile
Della semplificazione fa parte non l’abolizione del valore legale della laurea ma la diminuzione del suo peso nei concorsi pubblici, mentre è allo studio la vera è propria abolizione del valore legale.
Un primo pasticcio: a quello che se ne sa, il voto di laurea non conterà niente nei concorsi, quello che ha valore è la capacità mostrata dal candidato. Bene. Tuttavia si valuterà l’Università dove la laurea è stata conquistata. Problema: chi valuterà l’ateneo? Il valore assegnato all’ateneo varrà per tutte le facoltà dell’ateneo (che si reputano tutte dello stesso valore?). Che senso ha cancellare il peso di una laurea con 110 e lode mentre dare peso a una laurea con 80 di un ateneo classificato di eccellenza?
L’abolizione del valore legale della laurea vuol dire che chiunque può esercitare una qualsiasi professione per la quali è prescritto l’Esame di stato a prescindere della disciplina nella quale si è laureato o anche senza laurea? E per le professioni per il cui esercizio non è previsto un esame di stato chiunque può esercitare con o senza laurea?

Qualcuno batta un colpo
I martiri cantando e con la luce della felicità negli occhi si avviavano al martirio. Era sostenuti dalla fede, dalla speranza di una eternità gioiosa… ma noi?
Il paese va a rotoli, fabbriche che chiudono, aziende che falliscono, giovani senza lavoro, la “quarta settimana” per molti famiglie un miraggio, la distribuzione del reddito favorisce sempre chi più ha, tutto costa più caro, gruppi sociali lottano, alcuni a torto altri a ragione, in tutte le città tende di operai che sono stati licenziati, ….
Mentre tutti noi a leggere i bollettini della Guardia di Finanza che ci dicono quanti evasori scoperti, bene, benissimo; ma con molta più cura osserviamo il segno con il quale si chiude la borsa di Milano, di quanti gradini sale o scende lo spread, quante A o B ci assegnano le agenzie di rating, tutti indicatori volatili, di nessuno affidamento.
In tutto questo il governo dei professori decreta, siamo al terzo decreto, ma di provvedimenti di prospettiva nulla.
Il PD, grande sostenitore di questo governo, non ha voce, cincischia, ma nessuna domanda viene avanzata al prof Monti. Eppure alcune non sembrano di poco peso.
Per esempio si potrebbe chiedere: cosa pensa di fare contro la speculazione finanziaria; cosa aspetta ad elaborare o fare elaborare qualche indirizzo di politica industriale; come pensa di intervenire nel sistema bancario oltre che facendole riempire di euro, per evitare che facciano le solite porcherie con i clienti e con la speculazione, dividendo le attività tradizionali di banchiere da quelli della finanza; quale politica attiva dell’occupazione; quando, come e quale una patrimoniale.
Sono tutti temi che il professore Monti e l’insieme del governo aborrisce; per loro il “mercato” rilancerà l’economia, la distribuzione del reddito, lo sviluppo, e punirà gli speculatori. Non è un caso che il professore sempre più, all’estero, è paragonato alla signora Thatcher.
Ma all’interno del PD c’è qualcuno che pensa che il liberismo è la malattia e non la cura? C’è qualcuno che pensa che si debbano fare delle riforme? C’è qualcuno che resta legato alla politica come strumento per il bene comune e non di pochi?
Se c’è qualcuno che pensa questo, batta un colpo.

Ritorna il feticcio dello Stato?
Sul supplemento domenicale del Corriere della Sera, La Lettura, Pierluigi Battista somministra due pagine per comunicarci che l’illusione liberale è tramonta e che torna in auge il potere dello stato, o meglio lo statalismo. Cioè un potere opprimente che cancella tutte le libertà individuale a favore del controllo dello Stato. Tra gli esempi uno pare particolarmente infelice, quello della difesa dei cittadini dalle indagini della Guardia di Finanza per appurare se si è o meno evasori. Son sicuro che Battisti è un fautore che tutti paghino le tasse, ma se qualcuno non li paga sarà opportuno indagare o no? E se gli evasori non si conoscono non sarà opportuno indagare anche se nell’indagine possono finire anche dei cittadini onesti, che in quanto onesti, non hanno nulla da temere? E come si fa a riconoscere un evasore se non guardano ai suoi conti e al suo tenore di vita (consumi compresi)?
Ma il punto non è questo: non si capisce dove Battisti veda l’avanzare dello statalismo. Pare ai più che il governo Monti si muova in altra direzione in una situazione nella quale non ci si convince che il liberismo è la malattia. Negli USA e in Inghilterra il dibattito culturale a questa convinzione è arrivato, da noi anche le forze di sinistra rivendicano più mercato.
È essenziale che lo Stato intervenga, è improprio che intervenga in materia “personale”, dove la libertà individuale deve rimanere salda e, addirittura, difesa dallo Stato. Che questo non avvenga in Italia, anche per la presenza del Vaticano, è evidente, ma il nostro non se ne cura, mentre sarebbe opportuno che lo stato intervenisse in materia economica. O speriamo che èprima o poi tutto torni come prima?

Italiani … voraci
Nel Padovano è stata scoperta una signora anziana proprietari di numerose abitazioni che percepiva 5-6 euro al mese di affitto in nero. La signora era sconosciuta la fisco. Un caso di normale evasione fiscale? No, qualcosa di più torbido. La signora ha richiesto e ottenuto dal Comune diversi sussidi, fino al rimborso da parte dell’amministrazione locale delle tasse universitarie pagate per il figlio.
Non ci sono parole!
Lavoratori in nero, cioè “clandestini” sulla nave naufragata al Giglio. Anche questo!

Un Professore non sfigato
Il professore Martone, anche viceministro, sicuramente non è uno sfigato. Si è applicato: dottorando a 23 anni, ricercatore di ruolo e avvocato a 26 anni, professore associato a 27 e professore ordinario a 29 (anche se il giudizio della Commissione di concorso non era unanime ed anzi critico). Con questo curriculum, forse aiutato dalla collocazione del padre, ma sicuramente frutto di impegno giudica con la superficialità e l’arroganza di uno “arrivato”, sfigati chi non si laurea prima di 28 anni (perché 28 e non 26 o 25?).


Citazioni: nel bene e nel male
Luciano Gallino
“Ci sono due strade per creare occupazione. Una è quella delle politiche fiscali: lo Stato riduce le tasse alle imprese per incentivarle ad assumere. L’altra vede lo Stato creare direttamente posti di lavoro. Rientrano palesemente nella prima le misure predisposte dal governo che sono entrate in vigore a gennaio…. C’è un’obiezione di fondo alle misure del governo: le politiche fiscali presentano una serie d’inconvenienti che ne limitano molto la capacità di creare occupazione.”. La Repubblica, 22 gennaio 2012

Emma Marcegaglia
“Noi vogliamo poter evitare situazioni dove ci sono persone che non lavorano e su questo un sindacato moderno non può che essere d’accordo”. La Repubblica, 22 gennaio 2012 (la signora Emma mi pare esageri!)

Beppe Grillo
“Il governo Monti sta facendo questo sporco lavoro schifoso di mettere le categorie dei cittadini l’uno contro l’altro, per esempio gli evasori contro chi paga le tasse” Il Fatto Quotidiano e Venerdi di La Repubblica
“La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso.” Corriere della Sera 25 gennaio 2012
(che dire? Gratta, gratta ….)

domenica 22 gennaio 2012

Diario 158 16 – 22 gennaio 2011

Diario 158
16 – 22 gennaio 2011


Stella polare … il mercato
La politica, si cerca ma non si trova
Uno di …loro
Un € per costituire una società
Citazioni: nel bene e nel male

Stella polare … il mercato
L’ultima manovra del governo Monti (definito attraverso un imperativo: “Cresci Italia”) contiene alcune rotture di incrostazioni corporative, provvedimenti di incerta efficacia, ritirate a fronte di precedenti dichiarazioni, di alcuni si può dire che sono sbagliati o richiami per allodole, di altri non si capisce la logica specifica. Su ciascuno degli articoli del provvedimento, ancora non pubblicato, si potrà discutere, discettare, argomentare, una cosa, tuttavia, è sicuramente chiara ed esplicita, la filosofia che guida il capo del governo e i suoi ministri: la difesa dei cittadini, di volta in volta chiamati consumatori o utenti, è affidata la mercato. Solo il mercato (quello reale, cioè quello capitalistico), garantisce benessere. L’operazione va sotto il segno del taglio di tutti “i lacci e laccioli”, una volta si sarebbe detto, affinché il mercato possa esprimere tutte le sue potenzialità.
Bando ad ogni critica possibile, insignificante ogni appello ai “fallimenti” dello stesso. Il mercato non può essere messo in discussione, se il paese si trova dove si trova è solo perché il mercato non ha potuto esercitare le sue taumaturgiche virtù.
Il professore Monti non ho dubbio abbia letto la Grande trasformazione di K. Polanyi ma non deve averlo colpito, o forse la memoria selettiva di cui siamo dotati ha fatto bene il suo lavoro.

La politica, si cerca ma non si trova
Ammettiamo per un momento che il mese scorso si è concordemente deciso (o il Presidente della repubblica ha imposto) una divisione di ruoli: al Governo tecnico il compito di trovare soluzioni (tecniche) per risolvere la crisi; ai partiti la loro rianimazione attraverso una iniziativa politica di riforme stituzionali.
In realtà i partiti, e per quello che interessa qui, il PD e l’Idv in parlamento e SEL e la federazione fuori dal parlamento, balbettano. Altro che riforme incisive. Eppure le cose da fare non sono poche e di scarso valore: la riforma elettorale (che sembra avviata su un binario morto, ciascuno ha una proposta e diverse varianti); la riduzione del numero dei parlamentari e la ridefinizione del ruolo del Senato; i criteri di esclusione dal partecipare alle elezioni a tutti i livelli (inquisiti, condannati, conflitto di interesse, ecc.); la ristrutturazione degli enti locali (provincie si o no? Evitare l’accentramento regionale, ecc.); lo studio e sperimentazione di forme di democrazia diretta e di partecipazione al di là dei referendum, una esigenza assolutamente vitale per la nostra democrazia; modalità e funzionalità delle primarie; regolamenti parlamentari; immunità parlamentare; ecc. ecc. ecc.
Ma cosa rende le forze politiche così inerti? sono sfibrati, hanno perso i loro punti di riferimento e hanno assunto “pensieri” impropri, e non c’entra l’età (i giovani spesso non sono meglio dei “vecchi”), ma soprattutto il freno principale è la paura. La paura che se si affrontassero questi temi la crisi di governo sarebbe inevitabile.
E qui veniamo alla divisione dei compiti. Non solo non c’è soluzione tecnica alla crisi, ma le scelte di Monti e dei suoi ministri tutto sono tranne che tecniche (è una soluzione tecnica quella sulle pensioni? È una soluzione tecnica quella sull’evasione? È una soluzione tecnica la liberalizzazione?). Solo le forze politiche credono a questo miracolo della tecnica, neanche Monti ci crede, tanto e vero che ripete continuamente che il suo governo sta molto attento a bilanciare i provvedimenti in modo che sia una parte che l’altra non abbiano a lamentarsi di chi con il singolo provvedimento venga colpito.
Il Governo Monti è politico perché fa politica con i suoi provvedimenti e disegna una prospettiva del paese che non ci piace e soprattutto non riesce a intervenire sulla crisi. La natura di questa non gli è nota, non può essergli nota data la sua filosofia.

Uno di …loro
Nel numero in edicola di CHI, il settimanale di baci e abbracci di stelle, stelline, calciatori, ecc. diretto da Alfonso Signorini, si trovano i baci del principe William e della mogli Kate; le vacanze di Barbara Berlusconi con i figli e l’ex compagno; Paolo Berlusconi a che egli in vacanza con una amica; Sonia Bruganelli e Paolo Bonolis, sempre in vacanza, che dichiarano di volere “un altro bambino” (notizia che il mondo aspettava con il fiato sospeso); le affettuosità dell’etoile Eleonora Abbagnato con il calciatore Federico Balzaretti; la dichiarazione, con foto, di Jane Fonda (74 anni), che afferma “ sono una pubblicità vivente del testosterone; ecc. Tra questi soliti una sorpresa: la prima puntata della vita del presidente del Consiglio professore Mario Monti, con tanto di foto da bambino e della sua gioventù. Niente di scandaloso, ci mancherebbe, ma perché?
L’intento di Signorini è chiaro, farlo apparire come uno di loro, ma quale è lo scopo di Mario Monti?

Un € per costituire una società
Ricevo dal mio amico Angelo e vi passo la seguente riflessione
Per quanto io ne so, il capitale sociale serve, se non completamente, ma certamente in quota equilibrata, a rendere possibile un attività, diciamo economica, comprendendo in questo termine tutto dall' imprese alle associazioni.
Quella che secondo il decreto del governo i giovani potrebbero aprire con un euro è, addirittura, una Srl, cioè una società di capitale.
Poiché l' amministrare una società è tutto fuorché una barzelletta, se formo una società, minima quanto si vuole, certamente saranno necessari soldi che se non sono immessi nel capitale, sono debiti. Possono essere verso fornitori o verso i soci, o par4enti, non ha importanza, sono certamente debiti.
Diciamo che per iniziare un’attività, pur minima, occorrono per scaffalature, computer, carta per pacchi, contratti di luce, gas, telefono, cauzione per affitto ecc. importi per almeno 5 mila euro. Sulla base di questa ipotesi minimale la situazione partenza di quella società è di 1 euro di capitale e 4.999 euro di debiti.
E con questo bilancio si va in banca per un fido? e dai fornitori per la merce? Quale banca potrà erogare un fido? Perchè un fornitore dovrebbe darti merce?
Ma supponiamo pure che questa società ottenga merce e fido in che posizione sarà sul mercato? Poichè è certo che i costi siano ben più elevati di quelli che sono partiti con un capitale adeguato agli affari da intraprendere, queste società nuove si pongono marginalmente al mercato.
Il suo più alto costo medio su un mercato, non solo la destina al fallimento, ma, e questa è una considerazione che non mi pare sia apparsa in nessun giornale politico o economico, permetterà alle altre aziende nello stesso settore, di aumentare i propri prezzi fin quasi a quelli della impresa marginale, acquisendo, senza nessuna fatica, un utile maggiore.
Non voglio nemmeno parlare dell' effetto sociale di questa grande trovata che mette l' un contro l' altro i giovani che credano di dovere tentare la carta dell' impresa..



Citazioni: nel bene e nel male
David Foster Wallace
“Uomini troppo poco simili a esseri umani e persino per odiarli. Ciò che suscita la loro vista altro non è che una travolgente sensazione di disinteresse, il genere di profondo disimpegno che spesso è solo una difesa contro il dolore. Contro la tristezza. Di fatto, è probabile che se così tanti di noi sono poco interessati alla politica e proprio perché i politici moderni ci intristiscono, ci feriscono profondamente e i modi di cui è difficile persino trovare il nome, figuriamoci parlare. È assai più facile alzare gli occhi al cielo e fregarsene.” da Considera l’aragosta, Einaudi 2006

Mario Draghi
“Quando il mio predecessore, Jean-Claude Trinchet, si era rivolto a voi in ottobre, aveva detto che la crisi aveva raggiunto dimensioni sistemiche. Ora la situazione è peggiorata, ed è molto seria” La Repubblica, 17 gennaio 2011; Corriere della Sera stessa data (mi congratulo veramente, anche dalle parti della Banca europea si cominciano a fare un’idea della crisi. Bene, bene!)

Mario Monti
“Il Parlamento è sovrano, il provvedimento è complesso e ha una sua logica d’insieme. Sconsiglieremo variazioni che dovessero farla venire meno. I risultati dipendono più dalla foresta che dal singolo albero”, La Repubblica, 22 gennaio 2012 (avviso ai partiti, fidatevi della metafora)

Corrado Passera
“Il Parlamento e sovrano ma questa è la nostra proposta:pensiamo non debba essere né annacquata, né snaturata”. La Repubblica, 22 gennaio 2012. (altro avviso ai partiti. Forse si esagerà!)


È morto Vincenzo Consolo (1933-2012). Per memoria due citazioni da Le pietre di Pantalica (Mondatori 1988)
“Io non so che voglia sia questa, ogni volta che torno in Sicilia, di volerla girare e girare, di percorrere ogni lato, ogni capo della costa, inoltrarmi all’interno, sostare in città e paesi, in villaggi e luoghi sperduti, rivedere vecchie persone, conoscerne di nuove. Una voglia, una smania che non mi lascia star fermo in un posto. Non so. Ma sospetto sia questa una sorta d’addio, un voler vedere e toccare prima che uno dei due sparisca”
“Tin tin tin tin tin: cinque tocchi, d’una campanella stridula, fiaccata – la notte è il nero nulla prenatale, divora il tempo della nostra vita, ci spinge al nero eterno della morte; le ore si dileguano, volano via a stormi, come i rondoni da sopra il campanile”

lunedì 16 gennaio 2012

Il Titanic euro in vista dell'iceberg

Bruno Amorosino
(dal Il Manifesto 14 gennaio 2012)

Il Titanic Euro è ormai a vista d’occhio dalla collisione con l’iceberg della speculazione finanziaria internazionale. A bordo il capitano, Mario Draghi, con l’ausilio del personale precario e dei mozzi – Merkel, Sarkozy e Monti – mantiene la calma e si accinge a pulire i vetri della nave con i pannicelli caldi chiamati «liberalizzazioni» e «disciplina di bilancio», e del «mercato del lavoro». Qualche telefonata arriva dalla terra ferma dagli attoniti osservatori (Wolf, Galbraith, Krugman ecc.), che raccomandano di mettere in mare le scialuppe di salvataggio per salvare quanti più paesi è possibile e tentare di fermare l’iceberg prima dello scontro. Mario Draghi e i suoi mozzi hanno già pronti gli elicotteri per il loro salvataggio.
Le misure estreme da prendere – estreme perché ormai è già tardi – sono quelle di inviare dei missili ben mirati che frantumino l’iceberg della finanza e del gruppo di potere che ha pilotato l’Europa dalla zona dell’Ue alla zona della Grande Germania. Il primo missile, che potrebbe partire dall’Italia, è quello di nazionalizzare le grandi banche nazionali togliendogli ogni ruolo nel campo del credito e del controllo finanziario, mettendole in liquidazione mediante il trasferimento delle loro funzioni al sistema del credito cooperativo e popolare nelle sue varie forme assunte dal credito locale. Questa è la vera liberalizzazione da fare smettendola con il fumo dei fuochi d’artificio dei taxisti e delle farmacie. Il secondo missile va diretto alla Banca d’Italia e Banca centrale europea, uffici regionali della Goldman Sachs, restituendo il controllo e la sovranità monetaria ai governi dei paesi e ai rispettivi «Ministeri del tesoro pubblico». Il terzo missile – lasciamolo ai francesi che di omicidi mirati se ne intendono come hanno dimostrato da ultimo in Libia – deve colpire le società di rating, accecando così il sistema di rilevazione e di pilotaggio della speculazione, e i paradisi fiscali che sono i centri di benessere della speculazione. Queste società vanno bandite dall’Europa (la guardia di finanza e l’antimafia potrebbero prendersi carico del compito unificando così la lotta all’evasione con quella alla mafia), e le Borse che ne seguono gli indirizzi vanno immediatamente «sospese» come si fa normalmente quando interviene una disturbativa d’asta a scopo speculativo. Il quarto missile non deve contenere una bomba, ma un annuncio ai cittadini europei che il debito sovrano va riportato dentro i confini dei vari paesi con l’annullamento di tutti gli impegni su titoli ceduti a tassi che superano il corretto interesse bancario (2,5-3 % max), e collocandoli tra i propri cittadini con un prestito nazionale solidale così come fu fatto in Italia con il «prestito per la ricostruzione» del dopoguerra. Cessioni di titoli al prestito internazionale devono essere contrattati a livello dei governi dei vari paesi, dentro norme e costi concordati in modo trasparente e con la garanzia solidale dell’Ue.
Le ricchezze così recuperate devono costituire la base di un nuovo patto sociale tra i paesi europei che preveda, insieme alla ricostituzione di un «serpente monetario flessibile», quella di una «divisione europea del lavoro» che metta al bando le mire di competizione e rivalità neocoloniali della vecchia Europa, sia dentro che fuori dei suoi confini, e ne fissi invece le scelte produttive dentro un programma di cooperazione internazionale che parta dal riconoscimento delle priorità di crescita e organizzazione sociale, concordate in modo sinergico con le grandi aree mondiali (Asia, America latina, Africa, ecc.). Questa può essere la base per una riorganizzazione delle istituzioni europee che avvii un reale processo d’istituzione dell’Europa federale. Un programma minimo, senza il quale i cittadini europei, colori che si salveranno dall’inabissamento della nave Euro saranno ridotti al ruolo di lavavetri di una nave sul fondo del Mediterraneo.

(Bruno Amoroso fa parte del Centro studi Federico Caffè)

domenica 15 gennaio 2012

Diario 157 6-15 gennaio 2012

.Diario 157
6-15 gennaio 2012

- Di liberismo si muore
- Le agenzie di rating
- L’acqua no!
- La legge non è uguale per tutti
- La legge elettorale … quando?
- Controlli della Finanza a Cortina
- Alesina e Giavazzi e … l’equità
- Non è colpa di Monti
- I Bot vanno a ruba
- Quanto si può essere ridicoli? Tantissimo!
- Esiste un caso Vattani ?
- Citazioni: nel bene e nel male



Di liberismo si muore
Il governo dei professori, come era chiaro nella ideologia di molti di loro, vogliono imporre una cura liberista al nostro paese. È difficile fare loro capire che il liberismo non è la cura ma la malattia; quello che fa specie e che non lo capisce neanche il PD che di questo governo è uno dei grandi sostenitori.
Si sbracciano a calcolare quando risparmieranno i cittadini con le annunziate liberalizzazioni. Eppure qualche settimana fa, mi pare La Repubblica, aveva pubblicato una tabella, da me riportata in un precedente diario, dal quale risultava evidente che tranne per i telefoni, tutte le altre liberalizzazioni passate avevano comportato un aumento dei prezzi (come è noto l’ideologia è più forte dei fatti).
Come poi la liberalizzazione di taxi, farmacie, orari dei negozi, ecc. costituiscano un contributo alla crescita economica del paese resta uno dei maggiori misteri montiani. Questo non vuol dire che alcune corporazioni non debbano essere smantellate.
Ci siamo accorti come la Grecia sia sparita dalla cronaca giornalistica? Dopo la cura da cavallo di liberismo la Grecia è alla fame. Nessun giornale vuole registrare questa realtà: povertà materiale diffusa, assenza dei medicinali di base, bambini sottonutriti, aumento delle rapine, ecc.
L’Europa si è mobilità per imporre alla Grecia soluzioni drastiche (vietandole anche una consultazione democratica), ma poi se ne è lavata le mani, al punto da lasciarla sola a contrattare con i suoi creditori. Quella che si dice solidarietà tra i popoli.

Le agenzie di rating
Con il declassamento di molti paesi le agenzie di rating hanno fatto il loro mestiere? Forse si, ma qualche sospetto circa i legami di queste agenzie con la speculazione finanziaria permette di avanzare qualche dubbio. Intendiamoci, può essere che queste agenzie tengano il sacco alla speculazione, ma può darsi che queste agenzie conoscono, ovviamente, molto bene la speculazione finanziaria e sanno interpretarla meglio dei governi. Questi si baloccano con la “fiducia” dei mercati da conquistare con politiche di bilancio mentre niente fanno per lo sviluppo.
Non è che le politiche di sviluppo possono risolvere il problema della speculazione finanziaria ma almeno danno un po’ di respiro alle popolazioni. In realtà l’Europa si sta incartando in un groviglio di depressione economica per guadagnare la fiducia dei mercati, mentre crea le condizioni per nuove speculazioni.
Ma una politica di sviluppo non è una politica di liberalizzazioni e privatizzazioni, ma di investimenti tonici pubblici, che possano sia far crescere la domanda interna sia intervenire nelle maggiori storture del paese (risanamento territoriale, infrastrutture, energie alternative, ecc.).
È certo, come ripetiamo da molto, che la prospettiva grega sta ancora nel nostro orizzonte, e fino a quando non si affronta in modo intelligente e costruttivo il problema del debito (ristrutturazione, moratoria, ecc.) la Grecia è un nostro possibile futuro.


L’acqua no!
Il governo fa finta manfrina e cerca di fregarci. È rispettoso, così dice, del referendum sull’acqua, che infatti resterà pubblica, quella che si privatizza non è l’acqua ma la sua distribuzione. Con un sottosegretario o ministro, non ricordo, che afferma che il referendum è stato un imbroglio. Come se i referendum non riguardasse complessivamente l’acqua negando che su questo bene comune non si potevano fare profitti. Non si può permettere che questo governo, e qualsiasi altro governo, faccia strame della volontà popolare espressasi senza equivoci.
Il Presidente della repubblica, garante della democrazia, come gli piace descriversi, non ha niente da dire?
Lo stile di questo governo è diverso, ma la sostanza resta violentemente antipopolare.

La legge non è uguale per tutti
Non so se l’onorevole Cosentino sia colpevole, sta ai giudici deciderlo, una cosa so che per l’inchiesta nel quale è coinvolto consiglieri di enti locali, professionisti, ecc. sono in galera, una galera preventiva prevista data la gravità dei reati attribuiti, l’on. Cosentino invece no. I suoi colleghi parlamentari hanno deciso che per lui l’uguaglianza della legge non vale. Senza dire che sia gli applausi, sia gli abbracci e baci di cui è stato oggetto dopo il risultato del voto, lasciavano presumere la conquista di un premio Nobel dell’onestà.

La legge elettorale … quando?
La Corte costituzionale avrà avuto le sue brave ragioni (costituzionali) per dichiarare inammissibile i due referendum avversi alla legge elettorale vigente (il così detto porcellum), non discuto. Rifletto solo sul fatto che i referendum costituivano una fortissima pressione per l’approvazione di una nuova legge elettorale. Mancando lo stimolo del referendum si farà una nuova legge elettorale? Se si tiene conto dei modelli sul tappeto e delle varianti su ciascuno di essi non si fa fatica ad immaginare che un accordo su una nuova legge sarà, come dire, difficilissimo.
Ma voglio dire di più: siamo sicuri che i “partiti” (cioè i gruppi dirigenti degli stessi) al di la delle affermazioni, circa la necessità di restituire in qualche forma il potere di scelta delle persone all’elettore, non siano contenti del meccanismo attuale che dà alle segreterie dei partire di scegliere i loro deputati? Mi viene forte il dubbio che questo potere non è mal visto nelle camere alte dei partiti. E se questo meccanismo da come esito un parlamento in parte indegno (come dimostra la compra-vendita dei voti, i giochi politici fatti a dispetto o a favore, ieri di Milanesi oggi di Cosentino, ecc.) nessuno ci fa più caso.
Spero di sbagliare ma credo che andremo a votare ancora con il porcellum, e se poi l’elettorato si disamora … meglio.

Controlli della Finanza a Cortina
Avevo deciso di pubblicare le dichiarazioni dei molti politici (deputati, ex ministri, ex sottosegretari, ecc.) a proposito dei controlli effettuati dalla Finanza a Cortina, ma devo confessare che non posso, mi vergogno per loro. Hanno perso un buona occasione per tacere, come uomini politici, delegati del popolo, avrebbero potuto apprezzare l’iniziativa e semmai sottolinearne il ritardo. Anche perché i controlli hanno individuato un 30% circa di macchine di lusso intestati a persone fisiche appartenenti a cittadini che denunziano meno di 30.000 € di reddito. Mentre il 10% di quelle intestate a società appartengono a imprese che negli ultimi due anni hanno dichiarato perdite. Onorevoli, il problema non sono i controlli ma l’evasione.

Alesina e Giavazzi e … l’equità
I professori Alberto Alesina e Francesco Giavazzi hann ritenuto di dover fare una lezione circa il concetto di equità. Ben due pagine del Corriere della Sera (2 gennaio) sono dedicate a questo concetto e a mettere in luce le articolazioni possibili, le contraddizioni e le relazioni che è possibile costruire con il concetto di equità. Tutto interessante e in parte condivisibile ad eccezione della relazione di equità che mettono in campo tra salari e produttività. Gli illustri professori sanno benissimo che la produttività ha a che fare molto con gli investimenti, la tecnologia, l’organizzazione, e poco con il lavoro, ma nella foga questa banalità è stata dimenticata.
Il punto di avvio, che ha meritato tanto consumo di inchiostro, è il giudizio su una manovra che non è sembrata equa. I due professori sono allarmati per l’idea, che secondo loro si fa strada nell’opinione pubblica, secondo la quale “la ricchezza comunque ottenuta, vada perseguita e punita”. A parte che non m i pare che sia questa la strada intrapresa da questo governo, i due editorialista non hanno inteso bene di che cosa si parlava quando si invoca equità. La manovra del governo Monti chieda al paese un “sacrificio”, la richiesta di equità faceva riferimento alla distribuzione di tale sacrificio. È apparso evidente che il peso di tale sacrificio non era relazionata alla ricchezza posseduta dai singoli (chi più ha più deve dare), ma al contrario gravava in modo non equo su chi meno aveva (al punto che si è dovuto fare una battaglia politica perché fossero risparmiate le pensioni più basse). Non una vendetta sulla ricchezza ma, come dire, un’equità cristiana (altrimenti è inutile andare a messa!).
I due illustri economisti dovrebbero sapere, sono sicuro che sanno, che negli ultimi venti anni le aliquote di tassazione sono fortemente diminuiti per i redditi più alti. Sembra loro equo che l’82% dell’Irpef deriva dalla denunzia di lavoratori dipendenti e da pensionati? Sembra loro equo che il 45% della ricchezza è in mano a solo il 10% delle famiglie più ricche? Viva la ricchezza!

Non è colpa di Monti
Le dimissioni del sottosegretario Carlo Malinconico (vacanze pagate dalla cricca), gettano un ombra sul governo Monti (anche perché altri membri del governo non hanno evitato di fare “buoni affari”, anche se legittimi, e perché alti funzionari stanno facendo delle operazioni di privatizzazione a tutto vantaggio dei compratori – non si sa se con qualche ritorno). Ma non è colta di Monti, il fatto è che senso dello stato e onestà non sono virtù coltivate, soprattutto negli alti livelli. Quello che prevale è l’approfittare, il chiedere piaceri, fare fruttare, anche economicamente, le posizioni di potere. Per potare questa mala pianta ci vuole tempo, serietà e provvedimenti conseguenti.

I Bot vanno a ruba
Vanno a ruba i Bot del Tesoro italiano. Crollano i rendimenti, lo spread respira. L’asta dei Bot spinge la borsa di Milano in salita del 2% (dai giornali). Questo giovedì 12. Segue venerdì nero il 13. Ancora non si è capito cosa succede e si inseguono labili segnali e incerte spiegazioni.

Quanto si può essere ridicoli? Tantissimo!
Apprendo (Corriere della Sera 27 dicembre) con vera sorpresa e meraviglia che il comune di Filettino, 550 abitanti, a settembre, si è autoproclamato principato e che il principe reggente è l’avv. Carlo Taormina (che tutti ricordano come ex deputato del Pdl e protagonista della difesa del delitto di Cogne). Secondo il reggente Cina, Giappone e Canada stanno per riconoscere il principato. Ma come se non bastasse il sindaco PD di Collepardo, sostiene l’iniziativa e vuole entrare a far parte del principato. Ma non ridono di se stessi?

Esiste un caso Vattani ?
Prescindiamo della fulgida carriera di questo console (di familismo non è privo neanche il Ministero degli esteri), ma si tratta di un funzionario che non può rappresentare il nostro paese all’estero perchè si dichiara ammiratore della Repubblica sociale, inneggia alla violenza razzista e politica, un fascista che neanche La Russa. Certo ci sono le procedure da rispettare e seguire ma l’Italia democratica si aspetta una sua cacciata dalla diplomazia. Non si tratta di opinioni ma di reati.

Citazioni: nel bene e nel male
Ida Dominijanni
“Il nodo democratico viene al pettine qui con urgenza e una drammaticità che non consentono ulteriori rinvii, né ulteriori imbrogli. L’imbroglio neoliberale, che per trentanni ha predicato l’indipendenza della forma liberaldemocratica dalla sostanza delle politiche sociali, ovvero l’assoluta congruità fra libero mercato e liberaldemocrazia, con la crisi dell’euro è arrivata al capolinea: la favola è finita, e senza happy end”, Il Manifesto 7 gennaio 2012.

Valentino Parlato
“Non si tratta di fare l’apologia del debito, ma di evitare che, pur motivati dall’attuale crisi, si stronchi l’iniziativa pubblica. Non è proprio il caso di promuovere le banche e il debito pr9ivato e di maledire il debito pubblico…. Se in Italia vogliamo veramente la crescita – come l’attuale governo promette – ricorrere al debito pubblico sarà necessario, anche se siamo piuttosto indebitati” Il Manifesto 8 gennaio 2012. (Non sarà il caso anche di ridurre il debito pubblico, almeno con una sua ristrutturazione?)

Sergio Marchionne
“come si fa ad incoraggiare investimenti stranieri in Italia con i continui ostacoli che le parti sociali pongono alle imprese che vogliono fare impresa?” Corriere della Sera 10 gennaio 2012. ( L’idea di Marchionne di fare impresa è peggio del “padrone delle ferriere”, vorrebbe sindacati silenti, operai ubbidienti, e salari tali da permettere i suoi bonus. Presto neanche negli Usa e in Brasile sarà così)

Giorgio Bocca
“La differenza abissale fra un Mussolini e un Berlusconi sta proprio qui: che il primo voleva commuovere e il secondo vendere, in primo voleva incantare e il secondo comprare, il primo cercava di dare corpo ai suoi sogni e credibilità alle sue promesse e il secondo ha capito che qualsiasi cosa detta da chi ha il megafono è vera o creduta vera. Il primo era nato dal socialismo e dalla sua retorica, e il secondo è convinto che tutto si compra”, da Grazie no, Feltrinelli, 2012

venerdì 6 gennaio 2012

Diario 156

Diario 156

19 dicembre 2011 – 5 gennaio 2012

- Laicità dello Stato

- Il “denaro”, da K. Marx Manoscritti economico-filosofici del 1844

- Il “concorso” di ricercatore/trice

- I calciatori corrotti, ma non solo

- Botti e sangue

- Citazioni: nel bene e nel male

Laicità dello Stato

Cosa è uno stato democratico se non uno stato laico? Certo non e solo questo ma questo costituisce uno dei tratti caratteristici. Laico significa che non impone non solo una qualche religione ma neanche le morali che dalle diverse religioni derivano. Laico significa difesa di ogni credo religioso o filosofico, che diventano questione "personali" che non possono essere imposti ad altri. Uno stato laico è auspicabile e desiderabile sia per ragioni intrinseche della sua valenza ma anche per rendere possibile la convivenza tra fedi, filosofie, etnie e tradizioni diversi. Uno stato multi etnico e multi religioso non potrà che essere laico.

Uno stato laico non significa uno stato senza principi. Nel suo documento fondativo, diremmo nella sua Costituzione, indica i principi di dignità, libertà, uguaglianza, che costituiscono i parametri con i quali guardare ogni provvedimento e regola che lo stato impone.

Ma uno stato laico può assumere tra i suoi principi d’ordine il mercato come se fosse un dato di natura? Questo e un problema abbastanza intricante e dipende molto da come si possa interpretare il concetto di mercato. Se lo si assumesse come un meccanismo che permette lo scambio (tra persone caratterizzate da dignità, libertà, e uguaglianza) di esso non credo si potrebbe fare a meno in un mondo complesso come il nostro. Se lo si assume come il processo (neutro?) per l’attribuzione di valore, per la migliore allocazione delle risorse, come si dice, o ancora per garantire la libertà al “consumatore”, allora saremmo alla negazione dei principi fondativi di libertà, dignità e eguaglianza. Allora saremmo alla mistificazione. L’economia di mercato, che non è un dato di natura, è discriminante per sua struttura; non solo nel processo di produzione delle merci, dove si applica allo sfruttamento dei lavoratori (negli ultimi venti anni i profitti sono aumentati proprio perché i salari sono diminuiti), anche nella offerta delle "merci" (aspetto di cui il mercato va oltre modo fiero). Merci diverse, ciascuno libero di scegliere quelle che preferisce. In realtà la diversificazione delle merci serve a offrire a ciascuno quel tipo di merci che si può permettere, in sostanza, serve per mettere ciascuno al posto suo.

Una Costituzione che volesse essere portatrice dei valori di libertà, uguaglianza e dignità non dovrebbe garantire una economia di mercato ma lo "scambio" tra uguali.

Il “denaro”, da K. Marx Manoscritti economico-filosofici del 1844

(approfitto del testo inviatomi in modo augurale dal mio amico Bibo, per riproporvelo, mi pare molto adeguato alla nostra epoca presente)

Ciò che mediante il denaro è a mia disposizione, ciò che io posso pagare, ciò che il denaro può comprare, quello sono io stesso, il possessore del denaro medesimo. Quanto grande è il potere del denaro, tanto grande è il mio potere. Le caratteristiche del denaro sono le mie stesse caratteristiche e le mie forze essenziali, cioè sono le caratteristiche e le forze essenziali del suo possessore. Ciò che io sono e posso, non è quindi affatto determinato dalla mia individualità.
Io sono brutto, ma posso comprarmi la più bella tra le donne. E quindi io non sono brutto, perché l'effetto della bruttezza, la sua forza repulsiva, è annullata dal denaro.
Io, considerato come individuo, sono storpio, ma il denaro mi procura venti quattro gambe; quindi non sono storpio. Io sono un uomo malvagio, disonesto, senza scrupoli, stupido; ma il denaro è onorato, e quindi anche il suo possessore.
Il denaro è il bene supremo, e quindi il suo possessore è buono; il denaro inoltre mi toglie la pena di esser disonesto; e quindi si presume che io sia onesto.
Io sono uno stupido, ma il denaro è la vera intelligenza di tutte le cose; e allora come potrebbe essere stupido chi lo possiede? Inoltre costui potrà sempre comperarsi le persone intelligenti, e chi ha potere sulle persone intelligenti, non è più intelligente delle persone intelligenti? Io che col denaro ho la facoltà di procurarmi tutto quello a cui il cuore umano aspira, non possiedo forse tutte le umane facoltà? Forse che il mio denaro non trasforma tutte le mie deficienze nel loro contrario?
Poiché il denaro, in quanto è il concetto esistente e in atto del valore, confonde e inverte ogni cosa, è la universale confusione e inversione di tutte le cose, e quindi il mondo rovesciato, la confusione e l'inversione di tutte le qualità naturali ed umane.
Chi può comprare il coraggio, è coraggioso anche se è vile. Siccome il denaro si scambia non con una determinata qualità, né con una cosa determinata, né con alcuna delle forze essenziali dell'uomo, ma con l'intero mondo oggettivo, umano e naturale, esso quindi, considerato dal punto di vista del suo possessore, scambia le caratteristiche e gli oggetti gli uni con gli altri, anche se si contraddicono a vicenda. È la fusione delle cose impossibili; esso costringe gli oggetti contraddittori a baciarsi.

Se presupponi l'uomo come uomo e il suo rapporto col mondo come un rapporto umano, potrai scambiare amore soltanto con amore, fiducia solo con fiducia, ecc. Se vuoi godere dell'arte, devi essere un uomo artisticamente educato; se vuoi esercitare qualche influsso sugli altri uomini, devi essere un uomo che agisce sugli altri uomini stimolandoli e sollecitandoli realmente. Ognuno dei tuoi rapporti con l'uomo, e con la natura, deve essere una manifestazione determinata e corrispondente all'oggetto della tua volontà, della tua vita individuale nella sua realtà. Se tu ami senza suscitare una amorosa corrispondenza, cioè se il tuo amore come amore non produce una corrispondenza d'amore, se nella tua manifestazione vitale di uomo amante non fai di te stesso un uomo amato, il tuo amore è impotente, è un'infelicità.

Il “concorso” di ricercatore/trice

L’Università, ha ragione, si lamenta, si oppone, denunzia. tutte le storture e, di fatto, inefficienze, introdotte nei provvedimenti governativi che la riguardano.

Quello che mi fa impressione è, invece, il modo tranquillo con il quale è stata accolta la trasformazione del concorso di ricercatore/trice. Si trattava del concorso più serio esistente per accedere ai ruoli universitari: due prove scritte anonime (le prove venivano annullate se nel testo fosse introdotto, anche involontariamente, tipo citazione bibliografica, la possibilità di riconoscere il candidato); una prova orale; l’analisi dei titoli e del curriculum. Le prove orali aperte al pubblico. Certo tutti i concorsi possono essere falsificati, ma questo, soprattutto in presenza di molti candidati, era non facilissimo.

Questa tipologia di concorso è stata buttata via a favore di una valutazione del curriculum e una discussione orale. Una trasformazione che garantisce, al di la di ogni dichiarazione, il potere baronale.

Sarà forse per questo che su questa trasformazione non si siano avute manifestazione di protesta?

Baroni e candidati si sentono più garantiti, i secondi se appoggiati, gli altri si … impicchino

I calciatori corrotti, ma non solo

La cosa che viene spontanea di pensare è: “con quello che guadagnano hanno proprio bisogno di truccare le partite?”. Ma sono proprio le caratteristiche del “denaro” che spinge ad azioni finanche irragionevoli.

Del resto che dire degli onorevoli che usano le risorse per i “porta borse” in modo altrettanto truffaldino: pagamenti in nero al di sotto del minimo sindacale, uso dei fondi per altri scopo (il mutuo per la casa, anche questo), ecc.

La corruzione del denaro non ha limiti né vincoli di didgnità.

Botti e sangue

I divieti dei botti di capodanno non son serviti: la stupidità è imbattibile. Morti, bambini dilaniati, perdita di arti, occhi, ecc.

Il divieto non serve, si dice “c’è una tradizione”. La tradizione quanto male fa. È un problema di educazione, se i sindaci si svegliano il 20 dicembre per emanare, un divieto nella maggior parte dei casi non ottengono niente. Ma se tutto l’anno facessero una campagna terroristica ed educativa, con manifesti che mostrano i morti e i corpi dilaniati, soprattutto dei bambini, forse, forse, forse si potrebbe ottenere qualcosa (non è certo la stupidità è imbattibile).

Citazioni: nel bene e nel male

Paul Krugman

Il momento giusto per l´austerità al Tesoro è l´espansione, non la recessione": così dichiarò nel 1937 John Maynard Keynes, proprio quando da lì a poco Franklin Delano Roosevelt avrebbe dimostrato la correttezza di questo suo dogma cercando di rimettere in sesto il budget troppo presto e spingendo in una profonda recessione l´economia che fino a quel momento si stava riprendendo con continuità. Tagliare la spesa pubblica in un´economia depressa deprime ancor più l´economia. Per l´austerità si dovrebbe attendere che sia già ben in corso una forte ripresa”, La Repubblica, 3 gennaio 2012 (non sarebbe un rimedio alla crisi da speculazione, ma sarebbe qualcosa di positivo rispetto a quello che stanno facendo i governi della UE)

Luciano Gallino

“Di fronte a una simile realtà, e alla inettitudine dimostrata alo riguardo dal precedente governo, ci si poteva aspettare che il governo nuovo aprisse una robusta discussione con sindacati, industriali, manager, esperti del settore, per vedere se si trova il modo o di rilanciare rapidamente le industrie in crisi, o di svilupparne di nuove affinché assorbano il maggior numero di disoccupati presenti e futuri. Invece no. Il governo apre un tavolo di discussione per decidere quali forme introdurre sul mercato del lavoro al fine di renderlo più flessibile. Ed i sindacati, anziché ribattere che il problema primo e vitale è quello di creare lavoro, accettando di discutere sul come riformare le norme di ingresso e di uscita da un mercato che intanto rischia una contrazione senza precedenti. … Ma se il contratto di breve durata che caratterizza le occupazioni atipiche si riproduce nell’area dei nuovi contratti perché questi implicano la possibilità di licenziare il nuovo assunto, anche senza giusta causa, per un periodo che addirittura supera di molto l’attuale durata media dei contratti atipici, la precarietà cambierà di pelle giuridica ma resterà tal quale nella realtà”. La Repubblica, 5 gennaio 2012. (Il nuovo governo è di fermi principi: il mercato risolverà i problemi; questo bisognava lo sapessimo. La speranza di una politica industriale è vana).