martedì 19 giugno 2018

La lista di Matteo Salvini



Diario
19 giugno 2018

Dopo gli immigrati extracomunitari e gli “zingari”, il ministro Matteo Salvini ha una sua lista di gruppi di persone da perseguitare: si tratta di una politica di “pulizia” e l’affermazione di una civiltà (cattolica?):
     -      I medicanti;
-          Mendicanti senza casa;
-          Gay;
-          Gli artisti di strada;
-          I malati di mente;
-          I malati terminali;
-          Gli anziani bisognosi di assistenza domiciliare;
-          I comunisti;
-          Gli ebrei.

Fino a quando sopporteremo questa deriva di civiltà, di cultura, di politica?

martedì 12 giugno 2018

Errata corrige




Diario
12 giugno 2018

1.       È opinione comune che il presidente del consiglio, Professore Conti,  sia un pupazzo in mano a Salvini e Di Maio; privo di una sua volontà, senza un suo disegno politico, non può fare altro che quello che i due vice presidenti del consiglio (di guardia) dicono.
A me sembra un’opinione non corretta. È vero Conte è privo di una sua forza parlamentare, né ha ancora un’opinione pubblica  che lo sostenga.  Ma attenzione l’uomo è molto ambizioso, altrimenti non sarebbe a quel posto, e anche spregiudicato. Il suo atteggiamento è quello che non vuol pagare dazio e attende tempi diversi.
Egli è sicuramente debole, ma ha una forza nascosta: le dimissioni (nel senso delle minacce). Si tratta di una grande forza perché i contraenti il contratto sanno che dopo le sue dimissioni sarà difficile ricucire l‘alleanza. Ma Conti cosa pensa della società? Questo mistero è un vero pericolo perché rischia di coniugarsi con i peggiori pensieri dei sui vice.    
Si dice che a Salvini non dispiacerebbe andare alle elezioni, ha il vento in poppa, come si dice, ma attenzione gli “immigrati” pagano ma il resto no, come sarà l’umore degli elettori quando non c’è una nave da non fare attraccare?

2.       Salvini, vince! Ma sarà vero? L’immigrazione parla alla peggiore pancia del paese, ma siamo sicuri che si tratta del tema che assorbe tutti gli altri disaggi della popolazione. 
La maggioranza dell’opinione pubblica si assesta su una posizione “attendista”: aspettiamo, facciamoli lavorare e poi giudichiamo. Non c’è niente da attendere questo governo (a trazione sempre più leghista) non può darci niente di buono. Soprattutto il clima culturale e sociale sarà dei peggiori (con l’esaltazione dell’autodifesa, per esempio). Anche la vittoria di Salvini-Italia nei riguardi dell’Europa, non pare convincente.  La UE è enormemente carente, tanto per usare un eufemismo, ma il “ricatto” non sembra lo strumento adatto, soprattutto se fatto sulla pelle degli immigrati.

3.       “governo del mutamento”, ma quando? ma dove? ma come?
Il mutamento non è la sostituzione di qualche sedia o di qualche  quadro nel salotto buono. Il mutamento che la struttura sociale richiede, ormai le riflessioni sulla crisi del capitalismo sono numerosissime di autori non comunisti.  Bisogna buttare dalla finestra il salotto buono e attrezzare stanze, uffici, poteri adeguati ad una necessaria trasformazione sociale.  Il “governo del mutamento” pensa di mettere assieme dei tamponi alla situazione,senza speranza risolutiva.

4.        Il PD “respira”, i risultati delle elezioni amministrative sembra dare una boccata di ossigeno ad un malato (forse terminale).   
Se il malato deve essere dimesso allora non basta una boccata di ossigeno, ma un progetto di cambiamento sociale: cioè modifica dei rapporti sociali di produzione, livelli crescenti di egualitarismo, riorganizzazione delle modalità di lavorare, sviluppo economico generalizzato  e controllato…
Ma di questo nel PD non si parla, speriamo.