domenica 29 settembre 2013

All'angolo

Adesso è il gioco dell'interpretazione. Perché SB ha fatto questa mossa, o queste mosse? non gli conveniva un'altra strategia? quello che ha fatto è un moto di stizza e rabbia o ha in mente qualcosa? ma se avesse permesso il dibattito parlamentare rinnovando la fiducia al governo ci avrebbe guadagnato in termini di immagine? ma farà la campagna elettorale sull'IVA con la preoccupazione che questo tema finisca per rivoltarglisi contro? Le colombe cosa faranno? il PDL si spaccherà? ecc. ecc. ciascuno ha una interpretazione psicologica, o politica, o economica. 

SB si sente una belva (è una belva) chiusa all'angolo con i suoi nemici che l'accerchiano. Si sente (è) perduto, con la forza della disperazione da zampate a destra e a manca, senza criteri ma solo per dimostrare che non è morto e che combatte, ma ogni volte le sue zampe ricevano ferite. Perde sangue, è finito.
La signora dal dito medio e il poeta di corte gongolano, l'hanno portato dove volevano, ma adesso non sanno cosa fare. E' probabile che  non si andrà alle elezioni subito, che si cambierà il porcellum, che si faranno dei minimi provvedimenti economici, che molti tradiranno e che Forza Italia verrà cotta a fuoco lento.

Certo Napolitano può fare qualche mossa che lo aiuti, il PD potrà fare tutti gli errori possibili, ma mi pare che il futuro del condannato è segnato. Ormai è un EX, questo lo terrorizza. E se scappasse con la sua fidanzata? Per piacere in questo caso porti con se almeno il poeta e la signora che ansima per il potere.    

giovedì 26 settembre 2013

Dimissioni di massa e caos costruttivo

Sembra che scaduto, come una confezione di latte, Silvio Berlusconi i parlamentari del PDL si  vogliano dimettere tutti in massa.  Poiché le dimissioni vanno approvate a maggioranza singolo deputato per singolo deputato e siccome, sia alla camera che al senato una maggioranza esiste, il PD potrebbe scegliere chi tenere e chi dimettere. Provate a immaginare che siano approvate le dimissioni di Berlusconi, Santanchè, Verdini, Bondi, ecc. diciamo tutti gli eccellenti mentre vengono respinte quelle della "palude" berlusconiana. Senza dire che ci sono i "primi dei non eletti" che premono alla porta. Caos politico e caos parlamentare, ma almeno si potrebbe approvare la legge sul finanziamento dei partiti e quella elettorale.  E poi finalmente andare a votare.
Andando oltre le dichiarazioni emotive si dimetteranno davvero tutti? Si tratta di "parlamentari" o di pretoriani (che come è noto uccidono e cambiano l'imperatore)?
Quella delle dimissioni non sarebbe una bella storia, dietro c'è l'idea di creare il caos, affinché il "popolo" inneggi  l' "uomo forte"; ma usando il cinismo una volta tanto  a fin di bene, si potrebbe usare questa occasione ,  separando e scegliendo, per andare alle elezioni e far fuori anche politicamente questa destra fondata sull'interesse di un uomo solo e ripristinare una dialettica politica che si ponga il problema di come attrezzare la società alla nuova fase del capitalismo finanziario.

venerdì 6 settembre 2013

Salvare Silvio Berlusconi?




Evidentemente Silvio Berlusconi sta annegando nel mare dell’illegalità e chiede aiuto, che se avesse nuotato nel mare calmo della legalità non ci sarebbe oggi bisogno di salvarlo. Ma il mare dell’illegalità è molto tempestoso e pericoloso e il bagnino che si azzardasse a cercare di salvarlo rischierebbe di essere trasportato a fondo.

Ma allora di che cosa parliamo? Per la sopravvivenza di un cattivo governo, qualsiasi cosa in contrario pensi Letta e Napolitano, si cercano eroici bagnini pronti a morire. Si invoca il diritto alla difesa, si parla di plotone di esecuzione, e simili baggianate buone per riempire le gazzette scritte e quelle televisive.

All’uomo della strada sembra tutto molte semplice:

- Tre gradi di giudizio, compresa la Corte di Cassazione, hanno sempre affermato la colpevolezza, si ricordi per evasione fiscale, dell’imputato. Oggi non c’è presunzione di innocenza, la sentenza è definitiva;

- la “giunta” del Senato, sulla base di questa sentenza e della legislazione deve semplicemente proporre all'assemblea del senato che il senatore Berlusconi decade da Senatore. quello della giunta non è  un quarto grado di giudizio, ma si occupa solo applicazione della legge. Con generosità si vuole sentire il decadente? bene lo si faccia, brevemente e in fretta, sapendo che quello che dirà il reo a sua discolpa sarà ininfluente, la Giunta non deve giudicare ma solo applicare un provvedimento;

- in conseguenza della legge approvata all’unanimità, riconosciuto che il sig. Silvio Berlusconi è stato condannato ad una pena maggiore di due anni, lo stesso non è candidabile al Parlamento. Di questo fatto devono prendere atto tutti gli uffici elettorali che non potranno accettare la candidatura di Silvio Berlusconi. 

Tutto molto chiaro, non persecutorio e legittimo. Qualsiasi cosa di diverso si faccia, qualsiasi temporeggiamento, qualsiasi invenzione di legge ad personam, indicherebbe che sprezzante del pericolo qualche bagnino si è buttato a mare per salvare l’annegante. Un eroismo inutile, il nostro bagnino aggravato dal peso morto di Berlusconi finirà anch'esso a fondo.

domenica 1 settembre 2013

Dal premio Nobel per la pace al premio Attila per la guerra





Barak Obama vi avvia a questa traiettoria: dal premio Nobel per la pace ad un immaginabile premio Attila per la guerra.

In Siria succedono cose terribili, ma non è l’unico posto al mondo. È drammatica la morte a mezzo gas (in quell’area non è la prima volta), ma non è meno drammatica l’uccisione con un machete, con una pallottola o con qualsiasi altro mezzo che la nostra specie ha inventato.

Si può essere presi dallo scrupolo e dall'orrore per cui può sembrare ragionevole intervenire. Ma se l’intervento non ponesse fine al massacro, ma piuttosto, come sembra probabile, innescasse un allargamento del conflitto? Poi chi si attacca l'Iran? quale coinvolgimento di Israele, della Turchia, ecc. ? Un’area che non ha proprio bisogno di questo

Gli Stati Uniti non possono auto dichiararsi i custodi mondiali della “moralità governativa” e della difesa dei “diritti umani”, per una serie di motivi: perché non hanno più il ruolo che si erano conquistati dopo la seconda guerra mondiale, perché l’opinione pubblica internazionale non apprezza questo atteggiamento e spesso mostra un atteggiamento riflessivo verso interventi di forza (vedi Parlamento Inglese) e poi perché non può giocare questo ruolo a suo piacimento, intervenendo dove ritenga gli convenga per difendere corposi interessi.

Gli accordi sul disarmo (diciamo così) nucleare forse salverà l’umanità dalla sua autodistruzione, ma si muore con altri mezzi, che sono prodotti principalmente dai paesi occidentali, dalla Russia oltre che dalla Cina. Un mercato fiorente di miliardi di dollari. Un disarmo generalizzato potrebbe essere la strada giusta, che se poi ci fossero controverse che sfociano in violenza si battano con i …bastoni. Certo che esistono delle regole internazionali sul commercio delle armi, che pongono dei vincoli, ma è altrettanto certo che queste regole non vengono rispettate (anche ufficialmente) da molti paesi (anche dalla Svizzera). 

È evidente che se tutto il mondo è armato e non tutti sono in grado di “produrre” armi, da qualche parte queste vengono; arrivano via mercato nero che anche mercato ufficiale. I paesi occidentali, soprattutto alcuni, hanno più volte armato la mano di quelli chi in quel momento erano considerati “amici” per poi ritrovarseli contro.

Lo Stockholm International Peace Research Institute nel suo ultimo rapporto mette in luce come il mercato sia dominato da imprese americane ed europee. L'elenco delle prime 100 società di produzione di armi è dominato da aziende americane ed europee, che detengono rispettivamente il 60 e il 29 per cento del mercato globale. Tra le prime imprese all’ottavo posto troviamo anche la nostra Finmeccanica. 

I principali cinque paesi che controllano il mercato degli armamenti sono Usa (30%), Russia (24%), Germani (9%), Francia (8%), Inghilterra (4%) (resta oscuro il dato della Cina). Tra le prime 250 imprese che producono armamenti 155 sono in Europa, 64 in America e 31 negli altri continenti.

I maggiori acquirenti sono individuabili in India, Cina, Pakistan, Corea del Sud, Singapore. In Africa negli ultimi dieci anni l’acquisto di armi è cresciuto del 110% ed anche i relativi massacri.

Un quadro che chiarisce non perché si spara e ci si ammazza, ma da dove vengono i mezzi per la macelleria.

Non è possibile che chi arma la mano si meravigli che quella mano armata uccida. Forse bisognerebbe pensarci prima ma… gli interessi in gioco sono enormi e può fare comodo un’azione di “pulizia e polizia” per incrementare le vendite.

(Chi volesse approfondire il tema, potrebbe leggere di D. Facchini, M. Sasso e F. Vignarca, Armi, un affare di Stato - Soldi, interessi, scenari di un business miliardario”, Chiarelettere, 14 euro).