venerdì 24 luglio 2015

Quei Trattati superati che creano disordine








di Guido Rossi
dal Sole 24 ore del 18/7/2015

Con l'intervento scomposto in trattative estenuanti fra creditori e governo greco, con referendum popolari, con decisioni di parlamenti (favorevole persino il Bundestag), dichiarazioni di governi e di loro rappresentanti, con l'Eurogruppo, la Bce, il Fmi (la "troika" resuscitata), la crisi greca sembra per ora risolta, attraverso interventi diretti a coprire il debito nelle sue immediate scadenze.
Al di fuori delle cronache, spesso contraddittorie, ma ricche di particolari, delle varie fasi del salvataggio diretto ad evitare l'uscita della Grecia dall'euro (Grexit), qualche considerazione di carattere generale si impone.
La prima e p evidente riguarda l'Europa e lo stato in cui si trova. Stiamo qui purtroppo assistendo ad un diffuso crollo di principi della democrazia, a livello sia dell'Unione, sia degli Stati membri. Ciò è  dovuto inparte alla crisi, ma soprattutto al  fatto che i Trattati con i quali si e costituita l'Unione Europea risultano del tutto superati e quindi dietro d i loro creano il disordine.
L'Unione è rimasta puramente monetaria e come tale continua ad operare, sicchè il rischio  è che
l'att uale salvataggio abbia effetto immediato,  ma  comporti  pur troppo ripetibili identiche  conseguenze, poiché le condizioni poste anche ora alla Grecia rivivono la devastante ideologia dela austerità. Guarda caso anche . ora l'attuazione dell e riforme imposte deve essere, come sempre, controllata dalla troika.
L'Europa è cioè ben lontana dall'essere un Leviatano che comanda su se stesso o una Repubblica in senso kantiano, come si auguravano i padri fondatori. Si presenta oggi, invece, come una sorta di bazar amministrativo, centralizzato e dominato sia da qualche State membro, sia soprattutto dalle apache strutture del  Mercato finanziario globale. L'influenza di quest'ultimo ha tolto qualsiasi risvolto democratico alle istituzioni dei vari Paesi membri, la cui politica economica, alla quale è  in particolar modo legata quella sociale, è formulata
dall'esterno e quindi siamo nel pieno di un'economia etero diretta alla quale i governi altro non possono fare che obbedire.
In questa situazione il primo dei Trattati ad essere superato e proprio quello di Maastricht del 1992, col suo progetto che ha accompagnato la nascita dell'euro. Il cancelliere Helmut Kohl cerco di chiudere la Germania riunita in un'Europa integrata e il presidente Frarncois Mitterrand fu d'accordo, intendendo così limitare il potere economico della nuova Germania, con un euro che doveva tenere uniti gli Stati membri, spingendo la crescita economica e garantendo la stabilita dello welfare state.
Invero, è successo il contrario.
La politica neoliberisca dell'austerity ha creato disoccupazione  e miseria e la cancelliera tedesca Angela Merkel ha dominate nelle trattative per l'attuale salvataggio greco. Tuttavia, sconfitti sono rimasti anche i movimenti populisti anti euro, con la sbandierata idea dell'uscita della Grecia, che ha unito  in  un'inquietante  e  confusionaria identi di vedute il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble e l'ex ministro greco Yanis Varoufakis, minacciosamente favorevoli al "Grexit". Ciò avrebbe dimostrato la reversibiliti1 dell'euro con conseguenze economiche e sociali difficilmente prevedibili e che certo le mentalità populiste non sono per nulla in grado di valutare.
Gli Stati dell'euro sono invece ancora rimasti uniti,a parer mio i1 merito principale è della Bec e del suo presidente Mario Draghi.
Fuori della Grecia, la storia del Mercato Europeo ha il suo culmine nel 2015, con l'immissione di liquidità (quantitative easing) e la decisione del presidente  Draghi di spingere la crescita e l’in1flazione, indebolendo l'euro. Magia nel 2012 la dichiarazione di Draghi che avrebbe preso "qualunque decisione fosse stata necessaria" per impedire che l'Eurozona si disgregasse, ha evitato la speculazione dei mercati. Però non è certo compito di Draghi riscrivere i Trattati istitutivi.
E pensare che g prima di Maastricht, nell'aprile del 1989, un Comitato di banchieri centrali e di eminenti esperti, sotto la guida del presidente della Commissione Europea Jacques Delors, aveva indicato le linee guida perla moneta unica. Il rapporto infatti così concludeva:"Unione economica e monetaria formano due parti integranti di una singola unita e perciò devono essere implementate parallelamente". Purtroppo due anni dopo, a Maastricht, l'Unione "economica" viene cancellata e rimane solo quella monetaria, poiché  qualche Paese, come la Francia, non vuole rinunciare alla propria sovranità. L'attualbrillante conclusione è che quella sovranità cancellata e ora passata, senza gelosie alla troika e ai mercati finanziari!
L'un.ica soluzione possibile nel futuro prossimo è dunque la creazione di un'Unione economica- fiscale.
Ma il fatto più  sorprendente è  che questa prospettiva e necessi sia stata nello scorso week end chiaramente argomentata in un Rapporto del Fondo monetario internazionale consegnato ai rappresentanti dell'Eurozona. Nel Rapporto si dichiara che il debito greco è ormai insostenibile e sono individuate tre opzioni per risolvere il problema: gli altri Paesi europei forniscano il denaro necessario a coprire il debito greco, senza pretenderne la restituzione; un periodo,  fino al 2053 di sospensione dei pagamenti dovuti per capitale e interessi;la cancellazione di una parte del debito greco. Ognuna di queste opzioni, in definitiva, altro non  rappresenta che la “fiscal uniom”. Sembra che Madame Lagarde sia stata improvvidamente influenzata dal Baron Keynes.

L’unione  economica - fiscale è in conclusione l'unica urgente soluzione che può completare quella monetaria prima che questa, da sola. Via via produca danni irreversibili.

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