venerdì 30 agosto 2013

Perché si taglia l'Imu?



Le imposte si possono cambiare, aumentare, diminuire, ecc., si possono anche cancellare (magari per finta) ma deve essere chiaro perché si fa ciò. Ogni cancellazione o riduzione di imposta produce una minore entrata per lo Stato (o Regioni o Comuni) il che, in assenza di risorse abbondanti, comporta o lo spostamento di risorse da una voce all'altra o un aumento di entrate fiscali travestite. Il povero Fassina è stato messo in croce (anche dal suo partito) perché ha avanzato l'opinione che la cancellazione della prima rata dell'Imu avrebbe costretto all'aumento dell'Iva (già previsto da tempo). Il che è il meno che possa avvenire.

In questa storia c'è qualcosa che con la ragione non ha niente a che fare, o meglio ha a che fare con le peggiori "ragioni"  della politica: l'Imu si toglie non perché si tratta di una tassa mal fatta che non rispetta quasi per niente la progressività, si toglie non per avvantaggiare le famiglie, si toglie non per rilanciare i consumi (questa è la motivazione più stupida), ma in sostanza si toglie per salvaguardare la stabilità del governo.

Non è chiaro perché il segretario del PD continua a tuonare sull'impossibilità di scambiare la legalità con la stabilità (leggi decadenza di Berlusconi e crisi di governo), che speriamo sia una posizione che duri nel tempo, mentre non tuoni sullo scambio socialità e stabilità del governo. L'Imu poteva e doveva essere riformata, ma cancellarla, almeno nella sua prima rata, è un'operazione che va contro la progressività dell'imposte (vedi articolo di  Roberta Carlini, riportato in questo blog con l'etichetta "la voce degli altri") e non fa ben sperare per il futuro.

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