Diario 260
Liberare Claudio Scajola
Si hanno diverse prove di tale incapacità, anche se prende la forma prevalente della “smemoratezza”: il caso della casa pagatagli da un amico a sua insaputa; l’aiuto dato al un latitante condannato con sentenza definitiva per sostegno alla criminalità organizzata, pensava di fare un’opera buona, umanitaria; la dichiarata conoscenza quasi formale per la signora Rizzo, moglie del latitante, quando i loro rapporti sono registrati frequenti e continui e finalizzati a garantire la latitanza del marito di lei. Gli ultimi sintomi sono emersi in questi giorni: da dieci anni usava impropriamente un telefono e una sim di proprietà del Ministero degli interni. Non si ricordava, credeva fossero suoi, anzi no della scorta, e ovviamente non ricorda che la sua scorta è impropria. Inoltre imponeva alla sua scorta di chiamarlo Signor ministro, non ricordando che da tempo non lo era più.
Insomma anche chi fosse collocato politicamente in altro schieramento da quello dell’ex ministro, deve sentire l’obbligo umanitario di richiederne la scarcerazione.
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