mercoledì 28 maggio 2014

Elezioni europee, sorridere si deve

Diario 262

Elezioni europee, sorridere si deve

Per quello che vale, personalmente sono moderatamente soddisfatto per come è andata la lista di sinistra per Tsipras. Come si erano avviate le cose, avere superato lo sbarramento può essere considerato un successo in sé, ma non conforta la prospettiva. Potrebbe essere un buon segnale se fossero/fossimo capace di una riflessione collettiva, di massa, non di gruppi dirigenti, su quello che è necessario, se fossero/fossimo in grado di annullare ogni egotismo e ogni volontà di prevaricazione, se fossero/fossimo in grado di dismettere il termometro ideologico e mettessero/mettessimo l’intelligenza a ricostruire un corpo di idee fondate a partire dalla “matrice” su quello che dovrebbe servire nella nuova fase della società capitalista. Ne saranno/saremmo capaci? sperare è d’obbligo, ma crederci è difficile. Comunque un risultato che molti di noi ritenevano impossibile è stato realizzato. Bene il sorriso illumini oggi il nostro viso.

Sono molto soddisfatto per la sconfitta del M5*; nonostante la convinzione di alcuni amici, ritengo la sconfitta salutare e forse liberatoria. L’unica contrarietà è nel fatto che Grillo non ha mantenuto la promessa di ritirarsi se avesse perso. Ha perso ma pari che non si ritiri. Non mi convincono gli amici che sottolineano che il voto per Grillo è un voto di protesta e quindi la sconfitta del M5* indebolisce la protesta nel paese. La protesta non è garanzia di nulla. Il M5* è un seminatore di umori di destra, per nulla progressisti, e violenti. La capacità di Grillo deve preoccupare, il suo ridimensionamento mi pare una boccata di aria pulita.

Molto soddisfatto per la sconfitta di FI, Silvio Berlusconi è finito, e la dimensione della sconfitta scongiura la farsa della successione ereditaria. Nel centro destro si apre un terremoto di cui non sono chiari ne prevedibili gli esiti.

Abbastanza soddisfatto e molto preoccupato sono per la limpida e di dimensione non prevista vittoria di Renzi. Oggi Renzi è il meglio che ci possa capitare, ma non è quello che ci vuole, non solo, la dimensione del successo ne rafforza i suoi tratti meno esaltanti. È evidente, tuttavia, che la fonte della mia soddisfazione dovrebbe essere la base per una mia contemporanea soddisfazione (i vasi comunicanti), ma non è così e si tratta non tanto di una contraddizione logica, quanto di un’esigenza politica. Sono inquieto: le politiche economiche e sociali di Renzi non solo non sono convincenti, ma sono, a mio parere, contrarie alle necessità. Il successo, invece, è interpretato come la loro esaltazione. Non si tratta da dove ha pescato i voti per la sua vittoria e quindi del prezzo (di riconoscenza) che dovrà pagare, non credo che Renzi pensi a questo. Egli persegue la sua politica che non garantisce sviluppo equilibrato, redistribuzione, equità, e soprattutto lotta alla finanza. Ora il nemico è l’austerità, va bene, ma non solo non basta ma rischia di essere oltre che un’illusione, un diversivo.

Ci sarebbe da ragionare sul comportamento degli italiani, ma se ne potrà riparlare.

Per oggi sorridiamo.

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