giovedì 8 maggio 2014

La stravaganza: come si creano posti di lavoro?



Diario 258

La stravaganza: come si creano posti di lavoro?
Povero Scaiola, l’inconsapevole



La stravaganza: come si creano posti di lavoro?

Il Governo Renzi si è convinto, almeno così pare, che il problema della disoccupazione, di quella giovanile in particolare, sia da una parte un problema di rigidità contrattuale e dall’altra dipenda dal mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Che esista una rigidità contrattuale è una bella favola, i lavoratori, proprio in presenza di un’alta disoccupazione sono stati costretti ad accettare forme contrattuali super flessibili e ad alto tasso di sfruttamento. La nuova legislazione messa in campo, e che pare il parlamento, dopo contorcimenti vari, approverà, si può prevedere, avrà pochissimi effetti in termini di aumento dell’occupazione; forse, ma anche qua il dubbio non è un vezzo, regolerà solo alcune posizioni dando loro una forma ufficiale di precariato.

Inoltre che il governo si attrezza per spendere risorse (se ho capito bene un miliardo) per creare un sistema, ovviamente ad amplissimo contenuto informatico, per fare appunto incontrare domanda e offerta di lavoro che pare non si conoscano, non si incontrano, mentre forse non si trovano perché la domanda langue.

Pur all’interno di una crisi endemica e senza soluzione, l’unica soluzione essendo il cambiamento di regime sociale, sarebbe possibile fare qualcosa per alleviare i drammatici livelli di disoccupazione. Bisognerebbe mettere in moto un progetto reale non legislativo per creare nuovi posti di lavoro. Una politica per l’occupazione con un forte risvolto di politica industriale. Tanto per intenderci, farà molto di più, se effettivamente sarà realizzato, l’investimento di pochi milioni di euro per mettere in sicurezza le nostre scuole che non tutte le leggi sulle quali Renzi rischia sempre di impiccarsi.

Sembrava che i “giovani al potere” potessero significare maggiore comprensione dei fenomeni reali, maggiore immaginazione nel trovare soluzioni, maggiore progettualità. Niente di tutto questo, ma solo la ricerca dell’effetto popolare.



Povero Scaiola, l’inconsapevole

Diciamolo chiaramente il destino si accanisce contro il povero Scaiola: prima il pasticcio, diciamo così, della casa  in parte consistente pagatada “altri”, di cui l’ex ministro non sapeva niente; ora l’arresto con l’accusa di avere favorito la latitanza di un condannato con sentenza definitiva per collaborazione con la criminalità organizzata. Ma sono certo che Scaiola non sapesse proprio niente di quello che stava facendo. È un destino crudele, una maledizione, quella che si accanisce contro l’inconsapevole ex ministro e amico dell’ex cavaliere Silvio Berlusconi. A meno che sia propria l’amicizia con l’ex cavaliere che porta male, come dimostrano i troppi suoi amici inquisiti e condannati. Altro che accanimento giudiziario, si tratta di un caso evidente di iettatura.   

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