Diario 171
16 – 22 aprile 2012
- Il groviglio Italia: appunti
- Che vergogna
- Facile esercizio di demistificazione (vorrebbe essere)
- Auguri a Rita Levi Montalcini
- Citazioni. nel bene e nel male
Il groviglio Italia: appunti
Non si vede nessuno che sia
capace di sciogliere questo groviglio, sempre più ingarbugliato, che ormai è la
situazione italiana. Almeno tre fili, ciascuno una treccia, stanno sempre più
avvolgendo il paese in una spirale senza speranza. È l’incomprensione di quello
che sta avvenendo che preoccupa: tutti scherzano, ciascuno ha una formula
astratta di soluzione, ma nessuno fa realmente qualcosa. Altro che “salvare il
paese”, il paese affonda e ci dicono “abbiate pazienza”.
Tre i fili di questo groviglio,
ciascuno dei quali si definisce con il termine crisi.
A) La crisi economica, prima di tutto da recessione a depressione che
tradotto significa maggiore disoccupazione e aggravio per le famiglie.
Com’è che non sanno, tutti questi tecnici che l’austerità non può essere
l’epifania della crescita, ma al contrario lo è della depressione. Ma
attenzione, data la rigida impostazione liberista di questo governo, la
depressione aggraverà in nostro debito (minori entrate e maggiore speculazione
finanziaria) quindi alle porte una nuova prossima manovra. Né l’idea delle
nuove tasse (ieri l’accisa sulla benzina e domani la tassa di scopo dei comuni,
non fa altro che gravare sempre sugli stessi portafogli quindi anche se ne
venissero degli “investimenti pubblici” si deprimerebbero i consumi. Recessione
e aumento della sperequazione nella distribuzione della ricchezza camminano
mano con mano come due felici sposini.
Il Documento di economia e
finanza del governo (bozza), abbassa il Pil per quest’anno e l’aumenta per
l’anno prossimo. Chi sa perché. Ma è soprattutto al risanamento finanziario che
punta, grazie anche “all’abbassamento dei rendimenti dei titoli di stato” (ma
negli ultimi giorni lo spread è cresciuto e cresce). Questo è l’unico obiettivo
del governo, da qui parte la felicità del paese, la crescita, lo sviluppo, l’occupazione,
ecc. Ma!
È inutile che prima si dava la
colpa alla Grecia e ora alla Spagna, e domani la Francia darà la colpa
all’Italia. Gli speculatori non sono degli “onesti operatori” che colgono le
occasioni, ma sono delle belve assetate di euro che si creano le occasioni
(vedere come a livello mondiale i patrimoni dei maggiori paperoni sono
quest’anno cresciuti). Non solo ma se gli stati, qualsiasi cosa facciano, sono
garanti degli investimenti degli speculatori, niente li ferma. Perché un
signore che sbaglia un investimento industriale perde tutto, e uno speculatore
non perde mai? Se non si tagliano loro le unghia e forse anche le mani, non
vedremo la luce; certo si tratta di un mutamento di sistema, ma di questo si
tratta, quando lo capiremo? Sarebbe bello che tutti gli “stati sovrani” si
mettessero d’accordo su questa pulizia, ma non è così; ma si può fare questa
“rivoluzione in un solo paese”? si, si può, sarà costosa, ma molto meno di
quello che ci costerà continuando su questa strada (Grecia docet).
B) La crisi politica, la disaffezione, uso un eufemismo, verso la
politica e verso i partiti è una crisi di prospettiva, una crisi di onestà, una
crisi di riconoscibilità. La più evidente è la crisi di onestà: rubano, si
fanno regalare case, comprano brillanti, viaggi di lusso, ecc. l’elenco è
lunghissimo. Irrita tutto quello che viene a galla, compreso l’aggirare il
risultato del referendum sul finanziamento pubblico: il rimborso delle spese
elettorali moltiplicati per quattro volte è un finanziamento pubblico. Si può
essere d’accordo su quanti sostengono che senza il finanziamento pubblico la
politica finisce in mano a tanti Berlusconi, ma tutto deve essere trasparente,
l’imbroglio non vale.Ma ora si tratta di tagliare.
Tutti i partiti e tutti gli
uomini politici uguali? No di certo, ma il senso della gente accomuna tutto e tutti ai peggiori. Questa
identificazione è figlia dell’irriconoscibilità
dei singoli partiti: tutti hanno lo stesso tenore di vita, la stessa incapacità
di vita democratica, la stessa carenza di tensione e soprattutto non sono
chiare le differenti prospettive. Questa
è la vera tragedia. Ripeto non sono tuitti uguali, ma quando è apparso evidente
(per ragioni intuibili) che per un’alternativa di sistema le speranze erano
poche (alcuni dicono nulle) tutti i partiti si sono acconciati all’interno del
sistema, hanno perso qualsiasi tensione di trasformazione (da qui la
corruzione egli stili di vita
disdicevoli: tutti topi nel formaggio). Tutti si dicono “riformisti”, vaga
parola, per vaghi concetti, il riformismo nella versione che va per la maggiore
non è una qualche riforma del sistema, ma piuttosto degli interventi per farlo
funzionare meglio secondo i suoi propri valori. Le riforme devono essere
“impopolari”; tutti siamo nella stessa barca; i sacrifici sono necessari
(qualcuno strilla, non esageriamo, bofonchia di equità); abbiamo vissuto al di
sopra delle possibilità; ecc.
L’incapacità di definire una
prospettiva è aggravata dalla congiuntura (?) del “governo tecnico”, non a caso
sono iniziate le manovre per una sua riproposizione dopo il 2013; e del resto
perché no? Bersani che sembra il più contrario ha chiarito che prospettiva
propone per il paese? Un po’ di giustizia fiscale, attraverso la patrimoniale
leggera? L’illusione è che prima o poi, diciamo con Monti nel 2014, tutto
lentamente riprenderà come prima. Grave illusione, non si è capito che
veramente niente sarà come prima e che bisogna attrezzarsi per costruire un
nuovo contesto sociale, un nuovo sistema economico, un nuovo rapporto con
l’ambiente, un nuovo giustizia sociale. L’interesse generale non si identifica
con l’interesse dei meno ma con quello dei più, ma adesso facciamo il
contrario.
Adesso la gara al “nuovo”:
Casini con il “partito nazionale” (nome
che fa venire i brividi); Alfano con il partito autofinanziato (dopo avere
sostenuto, insieme agli altri partiti, il mantenimento dei rimborsi); il nuovo
di Grillo (l’uomo qualunque di questo
nuovo secolo), ecc.
C) La crisi istituzionale, formalmente niente pare sia cambiato, ma è
evidente che i ruoli delle nostre istituzioni si sono modificate. Il Presidente
della repubblica, governa attraverso il prof. Monti, che non prende una
decisione che non sia concordata con la presidenza della repubblica. Un’operazione
questa, che contrariamente a quello che si dice, aumenta la crisi politica e
dei partiti: se non contano non hanno responsabilità e non hanno forza (neanche
di cambiare).
Il Parlamento è sempre più uno
strumento in mano all’esecutivo (e al presidente della Repubblica), non ha
altro spazio che “approvare”, neanche discutere può, non parliamo di
dissentire. Appena mormora qualcosa arriva la “dolce” persuasione del
presidente della repubblica e l’arma ricattatoria del presidente del governo.
Che vergogna
Berlusconi, che è anche apparso
un po’ frastornato, ha dichiarato che alle sue cene “si svolgevano delle gare
di “burlesque”. Una buccia di banana: allora queste cene non erano eleganti riunioni
nelle quali si discuteva di filosofia,
arte, scienza e politica, ma una preparazione a gare di “burlesque”, dove
ragazze esibizioniste, come tutte le donne, secondo Berlusconi, si esibivano
davanti ad un guardone. Seconda buccia di banana: le ragazze si travestivano
con indumenti regalati da Gheddafi: che strano che l’amico libico invece di
regalare caffettani e altri indumenti del deserto, abbia regalato divise da
crocerossina, da calciatore, da poliziotto, ecc.
Alla domanda se svolgesse la
funzione di giudice in queste gare, la sua risposta è una terza buccia di
banane: ma quale giudici io guardavo, appunto, e mi divertivo, e tornerò a
farlo.
Una messa in scena vergognosa,
un uomo senza dignità. Un piccolo borghese, maschilista, accecato dal potere
dei soldi e da quello della politica, vittima di una sindrome di impunità, che
appare solo ridicolo.
Ma si chiuda in un bordello a
divertirsi per il resto della sua vita e ci liberi della sua persona.
Facile esercizio di demistificazione (vorrebbe essere)
Luca Mastrantonio, continua, su
un altro campo, il suo esercizio iniziato con il volume Irrazionalpopolare; il quel caso la sua penna, che pensa affilata,
si esercitava sulla cultura di massa, mentre nell’articolo apparso domenica su La
Lettura, del Corriere della Sera, se la prende con quello
che chiamo il “radicalismo liquido”, mettendo insieme cose che non hanno niente
in comune. Ma il punto non è questo, l’intenzione pare manifesta. Niente serve,
nessun sovversismo ha possibilità di modificare la realtà, questa realtà, se
non si volesse essere velleitari, bisogna assecondare. Qualsiasi forma di
opposizione è definita, infatti, antipolitica. Mastrantonio non capisce che si
possa essere contro lo Stato, il mercato, le banche, la borsa, Monti, le tasse,
la Tav, la
riforma dell’articolo 18… è facile irridere, anche perché non si fanno i conti
con la realtà ma con la mitologia governativa della realtà.
La Lettura è proprio una rivista “aperta”, infatti nella pagina
seguente si può leggere un trafiletto di apprezzamento per Rudolf Hilferding e
il suo Capitale finanziario, riedito
da Mimisis, ne consiglerei la lettura a Mastrantonio.
Auguri a Rita Levi Montalcini per i suoi 103 anni che compie oggi
Riporto una sua frase segnalata dalla mia amica Flavia.
"Ho perso
un po' la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non
sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia
quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente."
Citazioni. nel bene e nel male
Mario Monti, La Repubblica, 17 aprile
2012
“Voglio rassicurare Romiti.
State tranquilli non c’è nessuna preoccupazione. Il governo e i partiti che lo
sostengono, con grande senso di responsabilità, sono decisi a portare a termine
questa occasione difficile, ma straordinaria, di avvicinare l’Italia ad alcuni
canoni correnti sul piano internazionale, non sempre fatti propri dalla nostra
tradizione.” (sono contento che Romiti sia stata assicurato, ma i giovani, i
disoccupati, i pensionati, quando li rassicura che questa occasione
straordinaria non dovranno continuare a pagarla loro?)
Roberto Formigoni, Corriere
della Sera 17 aprile 2012
“Nessuna regalia. Mai ricevuto
un euro da nessuno”. (considerazione,
piaceri, ospitalità, accoglienza, … sicuro. Favori agli amici, è una certezza.
Per il resto si vedrà)
Mario Monti, La Repubblica, 19 aprile
2012
“Lo spread non dipende solo dai
dati della nostra economia. I mercati guardano anche a cosa accadrà dopo” (dopo tante dichiarazioni di non voler
“scendere in campo”, di non volersi candidare per una parte, il prof. si dice
disponibile, quale garante del mercato, a continuare a governare. Questo
giochetto non piace)
Ignazio Visco,
(Governatore Banca d’Italia), , La Repubblica, 19 aprile 2012
“Confermo che ci sarà un
ripresa. Ma non ho mai detto che sarà una forte ripresa. Credo che sarà un
ripresa tanto più forte quanto più si avranno risultati certi su fronti che
condizionano la crescita e le previsioni di crescita. Dipende molto da come
andranno i mercati internazionali, l’economia globale….innanzi tutto l’Italia
non è soltato in recessione, ma è un paese che ha un livello di reddito di 5
punti più basso del 2007 e un 20% in meno di produzione industriale. Quindi è
un paese in crisi grave, ma che deve guardare avanti” (ci sarà un ripresina, ma siamo in crisi grave, ma dobbiamo guardare
vanti. Quanti buoni proponimenti, e che livello di consolazione per chi non ha
un posto di lavoro. Di fatto non si fa niente; mancano le risorse, che
impieghiamo per pagare la speculazione finanziaria. Il nostro preferisce alle
spy story della finanza i Buddenbrook, buona lettura.)
Mario Monti, Corriere
della Sera 19 aprile, 2012
“è solo l’inizio di
un’operazione che durerà anni, il che non significa che saremo molti anni senza
crescita e alleggerimento della situazione. … occorre sgombrare il campo da
qualche scetticismo sullo strumento stesso delle riforme. Comportano costi
aggiuntivi mentre i benefici si producono solo nel medio-lungo termine. Hanno
bisogno di pazienza, ma poi pagano” (quanta
spicciola saggezza, quanta sicurezza sulla cura, ma intanto lo scetticismo
cresce perché il paesaggio è sempre più di rovine)
Susanna Camusso, Corriere
della Sera 19 aprile, 2012
A proposito della partecipazione
del ministro Fornero all’Assemblea dei lavoratori dell’Alenia di Torino, per
spiegare la riforma. “ritengo che ognuno abbia i suoi ruoli che bisogna mantenere e rispettare. Io ci
vedo della supponenza in questo gesto, una sorta di «vengo io che così gliela
spiego io la riforma perché voi (sindacalisti) non sapete fare il vostro
mestiere». Mi pare la sua una logica di sfida”
(andrà dopo le uova di sabato?)
Auguri a Rita Levi Montalcini per i suoi 103 anni che
compie oggi 22 aprile.
Riporto una sua frase segnalata dalla mia amica Flavia.
"Ho perso
un po' la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non
sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia
quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente."
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