Diario 170
8 – 15 aprile 2012
- Santanchè, ma ne abbiamo proprio bisogno?
- Finanziamento pubblico della politica
- Qualcuno non sapeva?
- Chi si rivede: lo spread
- Vanità
- Sempre sul pasticcio Palermo
- Citazioni: nel bene e nel male
Santanchè, ma ne abbiamo proprio bisogno?
Ci
preoccupiamo della crisi, della disoccupazione, dei giovani, della borsa, dello
spread, delle pensioni, dei prezzi, insomma abbiamo molti motivi per
preoccuparci, in questa congiuntura può naturalmente venire voglia di alzare le
spalle e considerare irrilevante quello che la signora Santanchè dice a
proposito di un presunto parallelo tra la Minetti e Nilde Iotti. Errore. La signora
Santanchè, infatti, esprime un sentire comune, che speriamo non sia
maggioritario nel paese. Un sentire volgare, stupido, disinformato, aggressivo,
velleitario, esibizionista e da basso fondo. Quello di cui il paese non avrebbe
bisogno, ma che resta una costante nella nostra storia. Quelle della Santanchè
sono braccia sottratte alla lavanderia, ma forse inadatte anche a quel mestiere
perché destinate a ben altro.
Finanziamento pubblico della politica
Continuiamo
con le ipocrisie. Eppure se volessero sarebbe tutto molto facile. Intanto una drastica riduzione del “rimborso”.
Risorse che, comunque, potrebbero essere
usate solo per la propaganda politica e al massimo (per un 30%) per sedi, solo in affitto, e personale (con
contratti regolari). Ogni elargizione privata dovrebbe essere segnata,
riconoscibile e resa pubblica e nessun potrà elargire somme superiori a 1.000 €
(ad eccezione degli eletti che potrebbero devolvere parte della loro
remunerazione al partito di appartenenza tramite delega ufficiale all’ente
pagatore). I bilanci sottoposti annualmente alla verifica contabile e di
congruità da parte della Corte dei Conti.
Ma nonostante quello che avviene nel paese a tutte le
latitudine i “partiti” sembrano insensibili. Dio fa impazzire chi vuole
perdere.
Qualcuno non sapeva?
Sembra
poco credibile che all’interno della Lega il gruppo dirigente non sapesse e non
fosse, in qualche modo, partecipe della “cattiva” gestione dei fondi pubblici.
Chi è stato Ministro degli interni non può essere sorpreso e non pare credibile
con la scopa in mano.
Il
vecchio e malato Bossi apparentemente fa un figurone, non salva il figlio; viene
il sospetto, tuttavia, che come Crono
mangia i propri figli per cercare di mantenere il potere.
Chi si rivede: lo spread
Quanti,
compreso il prof. Monti, speravano di avere risolto i problemi della
speculazione finanziaria hanno dovuto ricredersi. Contro di essa non solo non
si è fatto niente, ma in una certo senso è stata messa in sicurezza (pagata e
garantita).
In
compenso la crisi si fa ogni giorno più pesante e nonostante tutte le
dichiarazioni contrarie all’orizzonte si intravede una nuova manovra, che sarà
inutile, ma che sicuramente alimentera la depressione economica.
Non è
necessario essere rettore della Bocconi, né essere emerito professore di
economia, né riconosciuto tecnico di grande valore, tanto da avere affidata la
missione di “salvare l’Italia”, per applicare la semplice regola che il governo
privilegia: se c’è bisogno di risorse si aumentino le imposte. Quella nuova
imposta sulla benzina per finanziare la Protezione civile, sembra proprio uno
scherzo
Vanità
Il
Presidente del consiglio ha resistito molto poco, ora ha ceduto alla vanità. Dopo la vita della sua famiglia
in due puntate su Chi, dopo l’intervista della moglie al direttore sempre di
Chi, ora la ricerca di qualcuno che curi la sua “immagine”, cade, pare, sul
cantante Jovanotti. Ma l’immagine di un tecnico, per lo più chiamato a salvare
il paese, come ama ripetere, non è correlata alle sue “opere”?, che bisogno c’è
di avere un consulente per l’immagine?
Questa
caduta nel regno della “vanità”, potrebbe avere un’altra spiegazione: Monti si
è convinto del suo fallimento e cerca riparo nella costruzione di un’immagine
fasulla.
Sempre sul pasticcio Palermo
Ricevo dai miei amici Emilio e Claudio queste
note su Palermo che trasmetto a tutti
(quella di Emilio un po’ tagliata per ragioni di spazio). Segue un mio commento.
Mentre il
centrodestra ha già i suoi candidati, tre, e le sue strategie, il dopo primarie
per il centrosinistra sembra senza via d’uscita. Eppure il quadro non dovrebbe
essere difficile da decifrare. La consultazione del 4 marzo, ha indicato, al di
là di quel che si può dire sul condizionamento e l’ inquinamento di quel voto,
una divisione dell’elettorato in tre parti pressocchè uguali. Dal punto di
vista formale, Fabrizio Ferrandelli, ha superato tutte le prove e si è
aggiudicato la consultazione. Dal punto di vista politico, è ormai chiaro che
questo risultato, non è stato accettato da quasi tutte le forze politiche che
le primarie hanno promosso, né da una parte, non facilmente stimabile, degli elettori delle
primarie. In molti, anche tra coloro che hanno sostenuto candidati diversi da
Ferrandelli, non riescono a
spiegarsi perché non venga accettato
quel voto da parte di chi è stato sconfitto. E gli argomenti utilizzati da chi
vuole difendere l’esito delle primarie appaiono convincenti. Non credo che discutere ancora
sull’inquinamento del voto presso i seggi
porti molto lontano. … Il punto in discussione continua ad essere sempre
lo stesso. Una parte largamente maggioritaria del gruppo dirigente del Pd, in Sicilia,
ma non solo, ritiene utile, possibile e giusto puntare ad alleanze tattiche e
strategiche con il terzo polo e l’ Mpa. Peraltro l’inedita maggioranza del
governo Monti va, seppure in ragione dell’emergenza, perfino oltre
quell’alleanza. Questa linea, come dicevo, largamente maggioritaria nel gruppo
dirigente del Pd, seppure con accenti e diversificazioni comunque irrilevanti
dal punto di vista sostanziale, si traduce nella condivisione da parte di quel
partito, di contenuti, scelte concrete e stili di governo del tutto
sovrapponibili a quelli che il centrodestra ha praticato e il centrosinistra
contrastato. Basti pensare alle imbarazzanti frequentazioni del capo del
governo regionale o ai criteri di scelta adottati per tutte le nomine. Le altre
forze politiche del centrosinistra ritengono, al contrario, non utile, non
possibile, non giusta quella linea. E in ogni caso, non qui, non ora. …. A
questo punto le elezioni amministrative possono essere un’ utile occasione di
verifica. Le primarie sono ormai alle spalle. Il centrosinistra può scegliere
una strada difficile, ma politicamente chiara, mettendo in campo le due opzioni
politiche. E’ del tutto verosimile infatti, almeno ad oggi, che a Palermo, si
andrà al ballottaggio. Fabrizio Ferrandelli, anche al di là delle sue
intenzioni e dei convincimenti sinceri dei singoli elettori che lo hanno
sostenuto, può rappresentare quella linea di apertura a terzo polo ed Mpa, che
i suoi sponsor … gli chiedono di garantire. Un altro candidato, potrebbe,
dovrebbe rappresentare, invece, l’altro punto di vista del centrosinistra,
quello che non contempla alleanze e maggioranze del tipo di quelle che tengono
in vita il governo Lombardo. E’ presumibile che il candidato tra i due che
prevarrà al primo turno, sarà quello che alla fine si confronterà al
ballottaggio con il candidato del centrodestra. Non credo ci siano altre strade politicamente praticabili dopo
il pasticcio delle primarie. … Perseguire l’unità è sempre giusto, finché è
possibile. Unità nella diversità, come una volta si diceva, va bene. Ma unità
nell’ambiguità. No, grazie.
Emilio Arcuri
Queste
riflessioni di Emilio sono state scritte prima che Orlando si candidasse.
Adesso che, piaccia o no, si è candidato, è lui che rappresenta (con tutti i
suoi limiti) la seconda opzione. La scelta di Sel (che localmente si è
spaccata) di appoggiare Ferrandelli – presa per eccesso di tatticismo e/o sotto
il ricatto del Pd di far saltare tutti i tavoli delle primarie – complica le
cose ma non convince. La situazione è difficile e non sono ottimista, ma in
questo quadro l’unica scelta possibile mi sembra quella di appoggiare Orlando,
sperando che arrivi lui al ballottaggio.
Claudio
Riolo
Le argomentazioni di Emilio e Claudio mi
sembrano motivate e in astratto condivisibili, ma non convincenti. Mi pare di
capire che ambedue si sono “chiamati fuori” dalle primarie e da questo punto di
vista “argomentano”. La politica siciliana è stata sempre molto complicata,
quindi non escludo di non capire. Parto da una considerazione: dopo la
disastrosa gestione del centro-destra esisteva la concreta possibilità che il
centro sinistra fosse riconosciuto come un’alternativa positiva e desiderata.
Insomma la vittoria dello schieramento di centro-sinistra era dato per
scontato.
Qui si innescano le primarie. I molti,
forse troppi, candidati erano tutti politicamente riconoscibili , le due anime
di cui parla Emilio, se corretta la sua interpretazione, preesistevano alle
primarie. Chi si siede al tavolo del gioco delle primarie sa (o dovrebbe
sapere) chi sono i giocatori e, l’esperienza insegna, nessuno può presumere di
essere il vincitore, si tratta infatti di un gioco con altissima incertezza.
Partendo da queste considerazioni mi pare che se un giocatore, anche con nobili
motivazioni politiche, rovescia il tavolo, mostra il pregiudizio con il quale
si era seduto a giocare.
Ora le cose, secondo Emilio e Claudio sono
chiare e non ambigue. Sarà vero? Intento grazie alla folla di candidati sindaci
(11 mi
pare) è scongiurato che il centro destra vinca al primo turno, ed è molto
probabile che uno dei due candidati del centro-sinistra vada al ballottaggio. A
questo punto cosa succede? Intanto dopo la rottura e il significato politico
che essa ha sarà già un problema se la parte del centro sinistra soccombente
voti a favore della parte vincente. Ma, ammettiamo che questo aspetto sia
superato: non si ripresenta l’ambiguità che si è pensato di eliminare con la
rottura?
Citazioni: nel bene e nel male
Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 8
aprile 2012
“è
stupefacente pertanto che dalla crisi del capitalismo finanziario non si sia
tratto finora alcun insegnamento per proporre una seria disciplina dei mercati
finanziari come era avvenuto con Roosvelt dopo la crisi del ’29. Anzi, gli
adepti alla religione della deregolamentazione e del mercato libero sono pronti
ancora a sostenere che non è stata la deriva finanziaria che ha creato una
bolla speculativa, che ivi rimane, superiore a circa dieci volte il Pil
mondiale, cioè il lavoro dell’umanità, bensi il desiderio spasmodico degli
americani di possedere una casache avrebbe originato i subprime mortgages,
nonché l’ambizione di organizzare le Olimpi de che avrebbe rovinato la Grecia…. Finirebbe così
l’incredibile paradosso attraverso il quale gli Stati e le Banche centrali, coi
denari dei contribuenti, salvano le grandi istituzioni finanziarie,
alimentandone la speculazione”.
A
proposito di Rosy Mauro, La Repubblica, 12 aprile 2012
“Trovo vergognoso il modo con cui i capetti della Lega
assetati di sangue, si sono accaniti come un branco di selvaggi nei confronti
della Mauro, che pur ben conoscono e che oggi le si scagliano contro solo per
ripulirsi la coscienza” Paola Concia
“ La Mauro
è stata bruciata sul rogo come le fattucchiere di Salem per purificare la
comunità padana” Flavia Perini
“Opportunità politica a parte, far dimettere Rosi Mauro
evoca con intollerabili accenti maschilisti la necessità di una capra
espiatoria” Margherita Boniver
Al
Senato siedono inquisiti,condannati, sospettati, tra questi non sfigura certo
Rosy Mauro. Una strega? No, certo (a Salem ci sono stati anche uomini impiccati
per stregoneria), ma sicuramente non una santa e certamente non una
martire. Certo che i capetti leghisti
sono quello che sono, ma di questi lei è parte (non è “fuori”), certo che il
loro fare pulizia e un modo per nascondere le loro colpe, ma politicamente non
mi pare che la Mauro
sia al di fuori di questo stile politico compreso un atteggiamento forcaiolo.
Non so se ha approfittato dei soldi pubblici dati alla Lega come rimborso, non
so se sono serviti a lei al suo
inconsistente sindacato; la sua ansia
per avere una laurea fasulla dice qualcosa di politico; i suoi amori non
interessano, ma una difesa, quasi d’ufficio, perché donna è comprensibile ma
forse eccessiva.
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