domenica 1 aprile 2012

Diario 168 25 marzo – 1 aprile 2012

Diario 168

25 marzo – 1 aprile 2012

  • Le prossime elezioni
  • Mercato del lavoro
  • Caro tutto
  • Redditi fasulli
  • Era una famiglia riservata e sobria
  • Citazioni: nel bene e nel male

Le prossime elezioni

Il prossimo mese, come è noto, si svolgerà una tornata elettorale amministrativa importante ed estesa. Sarebbe una grande occasione, se la sinistra (tutta) avesse consapevolezza della crisi. Un’occasione formidabile, soprattutto perché si tratta di elezioni locali che, come si dice, sono “vicini alla gente”, per una grande mobilizzazione di massa, ma non soltanto per “consultazioni”, non solo per avere idee”, ma non soltanto per acquisire consenso per vincere ma, soprattutto, per collocare la “partecipazione” oltre i suoi confini.

Le nostre città, piccole e grandi, senza distinzione, saranno e sono già investiti dagli effetti della crisi, una crisi non congiunturale ma di sistema. Da una parte si restringono fortemente le risorse di cui gli enti locali possono disporre, dall’altra parte aumenta, nel bisogno, la domanda dei cittadini di servizi e di “sicurezza per il futuro”. È qui che dovrebbe trovare collocazione una trasformazione della partecipazione: non solo primarie, non solo ascolto, non solo consultazione, ma impegno diretto di gestione-governo.

Non si tratta di rendere irresponsabili gli eletti ma di rendere corresponsabili i cittadini nella gestione e nel governo della città e del territorio. Non solo “trasparenza”, ma molto, molto di più; la negazione di ogni “funzione tecnica” del governare; la “buona amministrazione”, che sostanzialmente si è affidata all’onestà e alla capacità dei governanti, non basta più. Non basta più nella crisi, non basta più nella nuova consapevolezza, che sembra prevalere, di una necessaria democrazia diretta.

Quella che bisognerebbe attivare è una forma inedita nella quale alla democrazia delegata si somma quella della democrazia diretta, e nella quale alla gestione burocratica si somma la gestione diretta dei cittadini. Se questa sincronizzazione apparisse … difficile, bisognerebbe avere consapevolezza della sua necessità.

Non ci sono né regole, né modelli, né “buone pratiche”, ma in ogni contesto secondo le necessità, secondo l’impegno della partecipazione, bisognerà trovare, sperimentare, inventare le soluzioni adeguate e migliori.

La società, uomini e donne, è stata espropriata dalla finanza, non più solo sfruttata, ma proprio espropriata della stessa speranza di futuro, bisogna che ci si riappropri del nostro reale. Se non si volesse alimentare l’antipolitica in attesa dell’ennesimo uomo o donna della provvidenza, bisognerebbe che uomini e donne si rimettano in piedi con il potere di decidere, di co-governare e di co-gestire.

La sinistra saprà cogliere questa occasione?

Mercato del lavoro

Tranne che in Olanda in tutti gli altri paese dell'UE le restrizione ai licenziamenti sono più forti che in Italia. Un altro motivo per riflettere sulla caparbietà dell’accoppiata Monti-Fornero su una riforma, che a parte il fatto che piace molto agli asiatici, come ripete Monti, serve a poco e guasta ancora di più la realtà sociale dei lavoratori e di quanti un lavoro lo cercano. L’ideologia, com’è noto, è più forte dell’intelligenza.

Caro tutto

In un paese che affronta la recessione, un governo che non vigili sui prezzi, affidandosi al credo ideologico secondo il quale il mercato è il migliore e più giusto regolatore, ha il significato di abbandonare al mercato (anche speculativo) individui e famiglie già falcidiate dalla mancanza di lavoro e dall’incremento delle tasse. Se poi gli “aiuti” alle energie alternative sono direttamente pagate dai consumatori nella “bolletta”, ciò significa che i singoli cittadini aiutano le energie alternative e non lo Stato. Un imbroglio come un altro.

Redditi fasulli

A ogni pubblicazione delle denunzie dei redditi scoppia lo scandalo: i lavoratori dipendenti sono quelli che in media pagano di più dei datori di lavoro, dei commercianti, degli orefici, ecc. Speriamo che almeno per questo aspetto, far pagare le tasse, questo governo servirà.

Di tutti i dati pubblicati quello che pare più scandaloso e il numero di denunzie di persone con un reddito superiore a 300.000€, si tratta di 30.590 persone, di queste 20.919 (circa il 69%) sono dipendenti, certo si tratta di dipendenti di un certo livello, mentre solo 9.671 sono autonomi, professionisti, imprenditori, commercianti, ecc. Questi dati meriterebbero una riflessione da parte del presidente Monti, infatti gli suggeriscono perché ancora si preferisce il posto da dipendente.

I dati pubblicati dal settimanale del Corriere della Sera sulle retribuzioni dei grandi manager privati e dei dirigenti pubblici suggeriscono altre domande. Nessuno dei grandi manager, apicali, come si dice, ha una busta paga inferiore a 2 milioni di € annui. Alcuni arrivano a 5 milioni (come Montezemolo). Uno si domanda in che consiste una prestazione di lavoro che è pari a 150 volte superiore a quella di un operaio qualificato?

Ma anche i manager degli enti locali non se la passano male (da 600.000 circa a 150.000 circa); il comparto dei dirigenti che in varie funzioni si occupano della sicurezza non vanno sotto ai 300.000 e non superano i 620.000. Nell’amministrazione centrale dello Stato nessuno scende sotto i 300.000 ma nessuno arriva ai 600.000. Nelle authority tutti si accontentano di una cifra intorno ai 350.000, così come i manager degli enti pubblici, mentre per le società non quotate in borsa (Anas, Posta, Rai, ecc.) si va dal 1.500.000 (poste) a 390.000 (Expo 2015).

La domanda è sempre la stessa come si “valuta” questo tipo di lavoro?

Monti ha messo un tetto alle remunerazioni dei dipendenti della pubblica amministrazione (che calvinista!), siamo in attesa di vederne l’applicazione.

Era una famiglia riservata e sobria

Il professore Mario Monti ci aveva riconciliati con l’idea che la sguaitezza e il presidenzialismo non fossero le cifre giuste per la politica. Ma poi i suoi ministri e sottosegretari hanno preso gusto alla ribalta televisiva. Il professore li ha ripresi. Bene. Poi una caduta di stile: la storia della famiglia Monti raccontata in due puntate su Chi. Di queste due puntate ne ho scritto sul diario, ero certo che Chi faceva un’operazione politica (Monti è uno dei nostri, questo era il senso), mentre non si capiva quale fosse il vantaggio per Monti. Ma ora siamo alla ricaduta, ancora peggio, questa volta non si può pensare a notizie e foto “rubate” (non lo si pensava neanche allora) si tratta di una intervista alla Sig. Monti del direttore di Chi (Alfonso Signorini). I due si divertono un mondo seduti su un divano nella residenza privata del presidente del consiglio a Palazzo Chigi. Continuo a sostenere che la famiglia Monti non c’entra proprio con Chi, e allora? La signora Monti vuole riscattare una vita di “retrovia”, come definito da lei stessa il suo ruolo? alla tentazione di finire sulle pagine patinate non resisterebbe neanche santo Antonio? Fossero queste e anche più articolate le ragioni che l’ha spinta, non poteva scegliere un altro organo di stampa?

Un’intervista, per altro, tanto banale quanto inutile che forse ha fatto storcere il naso alle sue consorelle della Croce Rossa. O forse no, non c’è più religione, o meglio prevale religione stile di Signorini.

Signora Monti attenta alle gaffe: suo marito ha emesso un’ordinanza secondo la quale gli uomini di governo non possono ricevere regali o omaggi del valore superiore a 150€, mentre le cravatte che a suo dire suo marito accetta da Silvio Berlusconi, targate Marinella, costano ben oltre. Il presidente scantona la legge da lui stesso emanata?

Citazioni: nel bene e nel male

Nicola Lagioia, La Lettura, 25 marzo 2012

“Da Oriente a Occidente siamo persuasi che la morte della nostra intimità davanti alla fragilità di un singolo rappresenmti una tragedia, davanti alla tirannia del pubblico una semplice statistica”.

Elsa Fornero, La Repubblica, 26 marzo 2012

“Questo provvedimento (la riforma del mercato del lavoro) potrà anche subire qualche cambiamento, ma chiediamo che il Parlamento sovrano ne rispetti l'impianto e i principi basilari. In caso contrario dovrà assumersi le sue responsabilità e il governo farà le sue valutazioni.” (quello che non potrà essere mutato, secondo il ministro è il dispositivo dell'art.18 che non prevede il reintegro. La battaglia ideologica continua, con il riconoscimento di facciata della sovranità del Parlamento che in realtà è messo in mora. È sovrano, ma se non fa come dice il governo, il governo lo scioglie. Questo è il senso.)

Mario Monti,La Repubblica, 27 marzo 2012

“Se il paese non è pronto a queste riforme (mercato del lavoro) sono pronto a lasciare” (l'assenza del congiuntivo e del condizionale è solo per rafforzare la dichiarazione di guerra?)

Barbara Spinelli, La Repubblica, 28 marzo 2012

“La modifica dell'articolo 18 e altre misure d'austerità hanno senso se inserite in una mutazione al tempo stesso economica, democratica e geopolitica. Se non sono parte di un New Deal nazionale ed europeo, secernono solo recessione, regressione, e quei chicchi di furore che secondo Steinbeck marchiarono la depressione degli anni '30. Al premier vorrei domandare: è per un New Deal che sta a palazzo Chigi o per certificare che la crisi economica-democratica è gestibile da platoniche, oligarchiche Repubbliche di esperti-filosofi che la sanno più lunga?” (Non credo che Monti pensi a un New Deal, ma solo alla speranza di un ripristino di una mercato liberista sognato e descritto solo in vecchie pubblicazioni.)

Tito Boeri, La Repubblica, 31 marzo 201

“Più che il Paese è stato il Governo sin qui a non essere pronto per la riforma del mrcato del lavoro”

Mario Monti, La Repubblica, 31 marzo 2012

“Nei paesi che ho visitato (in Asia) c’è molta attenzione sulla proposta fatta dal governo per la riforma del lavoro e attesa su quello che accadrà in Parlamento. … Hanno posto grande enfasi sulla riforma del lavoro. Un ostacolo che li aveva finora disincentivati dell’intervenire nel nostro paese” . (è sempre meno chiaro perché il professore Monti si voglia impiccare sull’art. 18, al punto, contro le sue abitudini di “esagerare” e dire quello che forse i suoi interlocutori hanno citato per cortesia, la cortesia orientale, sapendo che gli avrebbe fatto piacere).

Cledio Darida, La Repubblica, 31 marzo 201

“Dal momento che la Corte d’Appello di Roma ha statuito che la Democrazia Cristiana non si è mai sciolta, tutto continua. E noi proseguiamo. … Diciamo la verità: nel Paese c’è tanta nostalgia di noi”. (Darida 85 anni, già sindaco di Roma, ha partecipato al Consiglio nazionale democristiano, una bella raccolta di cariatidi politici, da qui le dichiarazioni. I vecchi non vogliamo demordere, ma un po’ di prudenza, si!)

Mario Monti, La Repubblica, 1 aprile 2012

“Credo che il sistema capitalistico abbia molti, molti punti di vantaggio, comprovati dalla storia, rispetto al sistema all’epoca istaurato nell’Unione sovietica. Tuttavia credo anche che ogni sistema riesca a mantenersi nel tempo e a migliorare se tenuto sotto pressione da qualche sfida competitiva. … Non si è fatta la necessaria manutenzione (al modello di sviluppo occidentale)” (Discorso di Monti alla scuola centrale del Partito comunista cinese. Due questioni: a) spera nella concorrenza della Cina? Ma non era andato a chiedere collaborazione? b) crede che basti un po’ di manutenzione per sistemare la crisi? alla prima non si sa come rispondere ma alla seconda domanda: ci crede. Questo è il disastro)

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