Diario
13 marzo 2020
Si tratta d’insipienza? Della ricerca della prima pagina?
Di una volontà perversa che interpreta male il suo ruolo? Non sappiamo, ma sappiamo che le
dichiarazioni della signora della BCE hanno prodotto un disastro nei mercati.
Piuttosto che chiudere agli speculatori, che da diversi giorni operavano in
tutte le borse, gli ha aperto un grande varco.
La Borsa in minima misura costituisce lo strumento della
raccolta di risorse finanziarie a scopo di investimento, essa costituisce l’occasione
o per garantirsi dei rendimenti sulle proprie risorse finanziarie, o, ed è l’attività
maggiore, per cercare guadagni seguendo l’andamento dei singoli titoli e operando,
opportunamente, vendite o acquisti dei titoli posseduti nel proprio
portafoglio. In quest’ambito s’inseriscono le attività di previsione futura dei
singoli titoli, cercando di speculare su tale previsione, in sostanza rischiando
sulla previsione (non per nulla si dice “giocare in Borsa”). In questo gioco le
tecniche sono diverse e non vale parlarne.
La cosa importante da dire è che le previsioni possono
essere proprie elucubrazioni o l’acquisizione di informazioni preventive
(questo è un reato). In questo gioco le dichiarazioni di “personalità”, come
appunto la signora della BCE, sono ascoltate
soprattutto per gli effetti che presumibilmente produrranno.
Va anche detto che i “grandi” della finanza usano
strumenti telematici attraverso i quali in millesimi di secondi possono vendere o
comprare enormi quantità di titoli che determineranno l’andamento della borsa
nel proprio interesse. In questo senso gli investitori in Borsa che non
dispongono di questi strumenti credono di operare con la loro “intelligenza”
mentre sono coinvolti in un gioco di cui non controllano nulla.
Tornando alla signora della BCE, è chiaro che per il suo
ruolo istituzionale avrebbe dovuto evitare qualsiasi dichiarazione che peggiorava la
situazione degli stati membri. Al contrario Essa ha creato un disastro non
recuperato dalle correzioni successive. La signora ha considerato la BCE non un’istituzione
a garanzia dei suoi “soci” (gli stati membri), ma come un’istituzione privata,
una sorta di Banca Privata Centrale Europea,
indifferente, almeno si spera, sugli
effetti delle proprie dichiarazioni. Dall’altra parte si potrebbe sostenere che
la signora della BCE abbia operato a favore dei suoi soci, le Banche Centrali
dei diversi paesi, che per “svincolarle”, da ogni influenza politica sono state
trasformate e il cui capitale è
partecipato da numerosissime (in Banca d’Italia circa 100) istituzioni private.
In Banca d’Italia si trovano: banche, assicurazioni, enti di previdenza, ecc., un coacervo dentro cui si trova di tutti anche
le casse di previdenza delle varie professioni fino, per esempio, il Fondo Nazionale di Previdenza per i Lavoratori
delle Imprese di Spedizione Corrieri e delle Agenzie Marittime Raccomandatarie
e Mediatori Marittimi.
Con questa trasformazione delle Banche Centrali si è
pensato di svincolarle dalla politica, trasformandone la gestione in “tecnica”.
Da una parte un’illusione (questo dipende dalle personalità che la guidano) e
dall’altro deresponsabilizzandole e creando un pasticcio tra interessi dei soci
e quello del paese.
Nella BCE, essendo partecipata dalle Banche Centrali, il
pasticcio di fatto si moltiplica e il “suo” governatore deve avere capacità di equilibrio
sociale ed economico, ed una visione della funzione dell’istituzione che la
signora non sembra avere. La scelta della sua sede a Francoforte sembra
indicare la volontà di evitare qualsiasi commistione con le istituzioni europee
politiche.
La cosa certa è che quelle dichiarazioni hanno permesso
una notevole massa di speculazioni a favore di pochi.
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