domenica 2 settembre 2012

Diario 187



Diario 187
27 agosto – 2 settembre 2012


  • L’agenda Monti
  • La morte del Cardinale Martini
  • Rottamazione? Rosi Bindi Presidente
  • Il listino
  • Il ministro profumo, altro pasticcio
  • Selezionare gli invitati
  • Citazioni: nel bene e nel male (Ida Dominijanni, Silvio Berlusconi,Guido Rossi)


L’agenda Monti
La così detta “agenda Monti” è un discrimine tra le forze politiche e soprattutto all’interno del fronte riformista (mi sembrerebbe azzardato chiamarlo di sinistra). Ma quanti si sbracciano sventolando il vessillo montiano sembra non abbiano occhi e orecchie, in sostanza non vedono e non sentono quello che sta avvenendo nel paese.
Sintetizzo dai giornali di oggi sabato 1 settembre: disoccupazione giovanile al 35%; tasso di disoccupazione al 10%; inflazione in ascesa per adesso fino al 3,2%; per quanto riguarda l’andamento del PIL per il 2012 si va una valutazione ottimistica del governo – 1,2% a quella più pessimistica della banca d’Italia -2% e della confindustria -2,4%; per il 2013 le previsioni sono positive per il governo + 0,5% (la famosa luce nel tunnel) e negative dalla Banca d’Italia -0,2% e della Confindustria -0,3% ;  le previsione delle imprese che chiudono i battenti, grandi e piccole, non si contano, dalla Fiat all’Alcoa; la cassa integrazione in aumento; 150 vertenze aziendali tra le quali quella dei minatori sardi; lo spread sempre sopra i 400 punti (a questo livello, che un tempo faceva paura, ormai ci siamo abituati); ecc.
I sostenitori di Monti si fanno forti di una ipotesi favolistica: Monti ci ha salvato dal baratro, senza Monti chi sa dove saremmo. È certo senza Monti e con Berlusconi staremmo peggio, ma siamo sicuri che il salvataggio di Monti che con le lacrime agli occhi ed il cuore sanguinante ha lasciato cadere nel baratro giovani, disoccupati, famiglie, pensionati, e salvato banche e finanza era l’unica soluzione?
Non metto in dubbio che sai veritiera l’affermazione del professor Monti quanto dice “poche persone, desidero riconoscerlo in questo momento, hanno influenzato i miei orientamenti e le mie scelte come Carlo Maria Martini”, ma dubito che abbia compreso il messaggio del cardinale che contrasta con gli orientamenti liberisti del professore.
Per anni la sinistra, e non solo, ha polemizzato contro la politica dei due tempi: prima i sacrifici e poi la crescita, consapevoli che il secondo tempo avrebbe tardato tanto e lasciato sul selciato i suoi cadaveri sociali. Mentre ora questa tempistica pare accettata.
Data la prossima scadenza elettorale tutti premono perché il governo facci qualcosa per la crescita, presto fatto: il Consiglio dei ministri in seduta seminariale, il presidente che sollecita i suoi ministri, si fanno crono-programmi, si annunziano provvedimenti che poi si ritirano, la copertura che non si trova. Fumo, ma niente di concreto.
È sperabile che il fronte riformista sia in grado di elaborare una diversa agenda, dove al primo posto non ci siano banca e finanza ma i diritti dei cittadini, i loro bisogni, la promozione de lavoro non affidata al solo mercato, non già lo smantellamento dello stato di benessere ma il suo adeguamento alla tragica situazione di milioni di famiglie.
Il populismo contro la “casta” dei politici ha avuto questo rilevante risultato: i problemi veri delle persone sono passati in seconda linea rispetto al ridimensionamento (giusto) dei privilegi dei politici. Come se annullando tali privilegi si sarebbe manifestato il miracolo di mettere a posto tutti gli altri problemi.  

La morte del Cardinale Martini
È morto un grande uomo di chiesa, di una chiesa immaginata, non di ordine,  vicina agli uomini ai loro bisogni e necessità alle loro scelte. Per le sue scelte costituisce una perdita per la nostra società non tanto per la chiesa, che delle sue riflessioni non teneva conto tanto da fargli affermare “La chiesa è rimasta indietro di 200 anni: Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio?”.
Per rispetto alla sua persona non vale la pena tenere conto delle affermazioni pietose ma privi di pietà di alcuni alti esponenti cattolici. L’ipocrisia serve a coprire e nascondere quanto il cardinale pensava, diceva e faceva.

Rottamazione? Rosi Bindi Presidente
La volgarità linguistica, politica e sociale dello slogan di Matteo Renzi, candidato alle primarie dell’alleanza PD-SEL, è impressionante. La rottamazione, come è noto, è termine utilizzato per la demolizione delle vecchie macchine, ha senso solo in una visione cannibale della politica. Non un confronto su programmi, analisi della società, prospettive, ma si punta sull’età. Il confronto, anche duro, non può fondarsi sulla data di nascita in sé. Così per l’inaugurazioni, da Verona, del viaggio di Renzi attraverso l’Italia per la campagna alle primarie, il raffinato Paolo Giancon, consigliere provinciale padovano, dichiara: “domani saremo presenti per la prima vera azione di rottamazione nei confronti di Rosi Bindi, che inaugurerà la serata. Le chiediamo di farsi da parte; lei è molto brava ma fa politica dal 1989,dovrebbe lasciare il posto in parlamento a qualche nome più fresco”. È brava ma è tempo per un pesce fresco. Ma!
A me pare che Rosi Bindi potrebbe essere degnamente il prossimo presidente della Repubblica.


Il listino
Una delle aberrazioni dell’attuale legge elettorale sono le liste bloccate, formate per volontà del partito (o del suo segretario o maggiorenti) che formavano una lista di candidati in ordine “politico” che verranno eletti sulla base dei voti ottenuti dalla “lista”. L’elettore non è messo in condizione di scegliere i propri rappresentanti, è attraverso questo sistema che molte brave ragazze e alcuni ignobili personaggi sono entrate in parlamento e nella altre istituzioni. Tutti l’hanno classificata come una “porcata”.
Nella riforma elettorale di cui si parla, e che forse mai vedrà la luce, una quota dei parlamentari (il 50% sembra) sarà eletta (si fa per dire) attraverso listini bloccati, in modo, si dice, di portare in parlamento personalità ed esperti scarsi di appeal (parenti, mogli, amanti o cos’altro?). Non si capisce con quale faccia i critici dell’attuale sistema (PD, UDC, ecc.) possano giustificare una scelta del genere.
È sempre stata una tradizione dei maggiori partiti candidare personalità (i famosi “indipendenti”), di scarso appeal e riuscire a farli eleggere con … l’impegno delle singole organizzazioni politiche. Oggi con probabili collegi uninominali piccoli non dovrebbe essere difficile fare lo stesso.
Quella di “listini” sarebbe una scelta ingiustificata, corruttiva e impopolare.

Il ministro profumo, altro pasticcio
Il ministro della pubblica istruzione ha predisposto un provvedimento punitivo verso i precari e causa di una vertenzialità, sindacale e giudiziaria, di cui la scuola non ha proprio bisogno. Perché non ha pensato di riportare l’affollamento delle aule ad un livello decente? Perché non ha reintrodotto gli insegnati di sostegno per i portatori di handicap? Perché non ha pensato di rendere stabile il rapporto dell’insegnate con la propria scuola ed evitare la migrazione annuale? Nella scuola c’è bisogno di attenzione, di personale, di stabilità e anche di immissione di forze nuove.
Perché non pensare prima di agire secondo una regola che dovrebbe essere cara ai … tecnici?    


Selezionare gli invitati
Una volta le feste dell’Unità, ora del PD, erano luoghi di incontri e di confronti. Gli avversari politici venivano invitati. Ma mai si era vista l’esclusione del segretario della di una categoria sindacale importante, quest’anno non è stato così. Maurizio Landini, segretario della Fiom, è stato tenuto lontano dal popolo del PD. Non si capisce la motivazione; non credo che spaventi il dissenso, non credo un rigetto personale per antipatia, credo più realisticamente ad una sciatteria, che è ancora più grave.

Citazioni: nel bene e nel male

Ida Dominijanni, Il Manifesto, 29 agosto 2012
“Per il governo dei prof, ecco una buona occasione per fare i famosi compiti a casa: provarsi a riscrivere con qualche serena competenza tecnica una legge fin qui tecnicamente impresentabile” (a proposito della bocciatura della Corte europea di Strasburgo della legge 40, sulla procreazione assistita. Ma non sarà così, il ministro della salute e il governo pensano ad un ricorso. La tecnica svanisce a confronto con le gerarchie cattoliche più arretrate) 

Silvio Berlusconi, Corriere della Sera, 1 settembre 2012
“Ho un rapporto consolidato e leale con il presidente della Repubblica Napolitano” (che dire, mancano le parole)

Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 2 settembre 2012
“La grave crisi economica provocata dal capitalismo finanziario ha prodotto altre crisi nelle democrazie occidentali, tra le quali una nuova sta ora prepotentemente emergendo: la crisi del diritto. … Proprio ora quest’ultima (Corte di Giustizia di Strasburgo) ha ora bocciato la legge italiana 40  del 2004 sulla fecondazione assistita, la quale non consente la diagnosi pre impianto degli embrioni ai portatori di malattie genetiche. Dopo un intervento del cardinale Bagnasco, che ha bollato la sentenza della Corte come un legittimo superamento della magistratura italiana, il ministro Balduzzi ha dichiarato che probabilmente il Governo italiano proporrà ricorso. … L’atteggiamento dell’esecutivo in tal caso parrebbe assai singolare: etero diretto dall’Europa sui programmi economici, contrario però all’Europa sui diritti umani. A tutti i livelli come si vede, la lotta per il diritto deve costituire un’assoluta priorità per la società civile e fors’anche per le istituzioni politiche”.

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