domenica 26 agosto 2012

Diario 186


Diario 186
20 – 27 agosto 2012
  • Il Seminario
  • Bersani: piccolo passetto
  • Berlino e lo spread
  • Pagamenti alle imprese
  • Pasticcio siciliano 2
  • Citazioni: nel bene e nel male (Mario Monti, Mario Monti, Vincenzo Boccia, Corrado Passera, Valentino Parlato, Guido Rossi)
Il Seminario
È molto bello che il Consiglio dei ministri si riunisca in seduta seminariale per otto ore sul tema della crescita del paese. Non per niente il Consiglio è pieno di professori. Ma le conclusioni gridano vendetta. Altro che cambio di passo; tutto come prima. L’austerità è la guida; la luce nel tunnel un abbaglio: la crescita una speranza se il paese è compatto. Il “realismo” cinico nobilitato dai dati “oggettivi”  la fa da padrone sulle esigenze delle persone.

Bersani: piccolo passetto
Nell’intervista rilasciata a Repubblica il 24 agosto il segretario del PD ha fatto un passo, passettino, avanti, dichiarando chiusa l’esperienza del governo tecnico, equivoca soprattutto per la maggioranza che lo sosteneva. Così viene affossato ogni ipotesi di grande coalizione. Ne prendiamo atto con soddisfazione, ma… Sul piano dei contenuti mi pare che siamo ancora lontani: la rivendicazione europeista (di che tipo? Siamo soddisfatti del risultato?); il liberismo dal volto umano prospettato di fatto da Bersani; niente di tutto questo ci fa fare un reale passo avanti. Non solo sarebbe una cura palliativa ma forse anche dannosa. Ci vuole altro.
Berlino e lo spread
Berlino si dichiara contraria, una volta stabilito un tetto massimo dello spread,  ad un intervento automatico della Banca europea sul mercato dei debiti soprani. Una posizione che pare ovvia anche se caratterizzata da egoismo nazionale, la Germania dal differenziale dello spread ha molto guadagnato e continua a guadagnare, fino a quanto la speculazione non l’aggredirà (succederà, succederà). La mia amica Giulia sostiene che in tutte queste manovra finanziarie si può intravedere una componente geo-politica; sicuramente questa si intravede in Europa nel posizionamento dei diversi Stati “federali”.

Pagamenti alle imprese
Le farraginose procedure escogitate dal governo “tecnico” per saldare i debiti dello Stato verso le imprese si è inceppato a livello della “certificazione”. Procedura oscura e inutile: c’è una fattura, c’è un debito, non basta questo? C’è il pericolo delle truffe, forse, ma in questo caso si proceda per via giudiziaria.
 
Pasticcio siciliano 2
Certo visto da lontano, ma non con occhio distratto, il problema delle elezioni in Sicilia per la sinistra o centro sinistra sembra di una semplicità estrema. Niente di più ma niente di meno di un programma articolato su tre assi:
-          prosciugare l’acqua dove sguazzano pesci grossi e piccoli della mafia;
-          portare l’organizzazione della Regione a livello di efficienza ed efficaci necessaria, sulla base di una sobrietà mai vista, di una equità sempre negata, della cancellazione dello spreco delle risorse per ingrassare gli amici e i pesci suddetti;
-          individuare le linee di crescita economica possibile con l’uso delle non modeste risorse comunitarie e dei risparmi dell’amministrazione, mobilitando le popolazioni in un processo articolato di libertà e dignità.
Un programma semplice, ma non generico, di speranza  che punta alla mobilizzazione dei siciliani, delle forze intellettuali e delle forse sociali.
Poco di questo si intravede nel maggiore partito della sinistra e nelle polemiche ad esso indirizzate: giochi di potere, finti rinnovamenti, la ricerca della “faccia nuova”, le accuse di coinvolgimento nel passato, ecc. Tutte cose giuste, ma che non si possono misurare in se stesse ma solo legate ad un preciso impegno programmatico non generico e che prefigura specifici interventi immediati dopo le elezioni.
La suggestione mediatica la fa da padrone sulla politica, al punto che il candidato del centro sinistra  non trova di meglio che il voto di castità legato al suo impegno di governo. Capisco che questa estate la riflessione (filosofi, scrittori, sociologi, ecc.) su amore e sesso l’hanno fatta da padrone nelle pagine dei quotidiani, ma preferisco un presidente di regione che soddisfi le sue private esigenze sessuali ma che sia efficace ed efficiente nella sua azione di governo, che un presidente “casto” e che di questa ne fa uno mito politico.
Mi pare che la Candidatura di Fava stia crescendo, è un bene, ma una forte ignezione programmatica è essenziale.   

Citazioni: nel bene e nel male
Mario Monti, La Repubblica 20 agosto 2012
“Siamo veramente in crisi? Io vedo avvicinarsi il momento in cui se ne esce” (a giorni alterni si esce non si esce. Non lo sa neanche lui. I dati ci dicono, tuttavia che il tunnel è buio e nero, per nostra disgrazia. Il miracolo la Madonna santa Liberista non può farlo)

Mario Monti, La Repubblica 20 agosto 2012
“La crescita è il risultato non del pompaggio di denaro pubblico, come nel passato tante volte ci si è illusi,ma è soprattutto la rimozione di ostacoli strutturali” (ma il nostro presidente si guarda in giro? Quali sono questi ostacoli strutturali che non hanno bisogno di risorse per essere rimosse? Ma la crisi non insegna niente?)

Vincenzo Boccia, vice presidente Confindustria, La Repubblica, 21 agosto 2012
“Serve uno sforzo corale, passare dagli interessi alle esigenze,come fu nel dopoguerra” (al volgare “siamo tutti nella stessa barca” si sostituiscono parole alate ma non meno chiare. Quali furono gli interessi che arretrarono nel dopoguerra?) 

Corrado Passera, La Repubblica, 21 agosto 2012
“Abbiamo una delle più alte tassazioni al mondo. È una zavorra che dobbiamo correggere. Dobbiamo trovare le risorse per il welfare e per ridurre la fiscalità ai cittadini e alle imprese oneste”. (il programma delle meraviglie! Come si farà mai?)

Valentino Parlato, Il Manifesto, 25 agosto 2012
“E poi c’è il disastro della finanza che agisce su due fronti: fino a quando si può fare denaro con il denaro senza passare per la produzione di merci perché dovrebbe esserci una ripresa della produzione e dell’occupazione? E sempre sulla finanza, come sottovalutare gli effetti disastrosi delle grandi operazioni speculative che fanno saltare banche e imprese con danno dei risparmiatori e dei lavoratori”.

Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 26 agosto 2012
“Il debito pubblico è invece un problema che riguarda  soprattutto i suoi creditori , i cui interessi  molto spesso, e in questo frangente quasi mai,  non coincidono con quelli dei cittadini. L’equilibrio tra debitore e democrazia è peraltro assai difficilmente raggiungibile. Ed è per questa ragione che quando il mercato del debito diventa despota quell’equilibrio viene infranto, a tutto danno della stragrande maggioranza dei cittadini ed a vantaggio di quell’uno o poco più per cento che si mangia quasi tutta la ricchezza nazionale…. Non posso che a atermine dichiarare che, a pèare mio, non è urgente soltanto la lotta alla speculazione dei mercati finanziari, ma diventa urgentissima per la classe politica e le istituzioni una seria ridiscussione dei principi basilari della democrazia, dei rapporti tra i poteri dello Stato, dell’influenza diretta o indiretta delle lobby economiche. Altrimenti dovunque le prossime elezioni saranno inutili”.  

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