Diario 186
20 – 27 agosto 2012
- Il Seminario
- Bersani: piccolo passetto
- Berlino e lo spread
- Pagamenti alle imprese
- Pasticcio siciliano 2
- Citazioni: nel bene e nel male (Mario Monti, Mario Monti, Vincenzo Boccia, Corrado Passera, Valentino Parlato, Guido Rossi)
Il Seminario
È molto
bello che il Consiglio dei ministri si riunisca in seduta seminariale per otto
ore sul tema della crescita del paese. Non per niente il Consiglio è pieno di
professori. Ma le conclusioni gridano vendetta. Altro che cambio di passo; tutto
come prima. L’austerità è la guida; la luce nel tunnel un abbaglio: la crescita
una speranza se il paese è compatto. Il “realismo” cinico nobilitato dai dati
“oggettivi” la fa da padrone sulle
esigenze delle persone.
Bersani: piccolo passetto
Nell’intervista rilasciata a Repubblica il 24 agosto il
segretario del PD ha fatto un passo, passettino, avanti, dichiarando chiusa
l’esperienza del governo tecnico, equivoca soprattutto per la maggioranza che
lo sosteneva. Così viene affossato ogni ipotesi di grande coalizione. Ne
prendiamo atto con soddisfazione, ma… Sul piano dei contenuti mi pare che siamo
ancora lontani: la rivendicazione europeista (di che tipo? Siamo soddisfatti
del risultato?); il liberismo dal volto umano prospettato di fatto da Bersani;
niente di tutto questo ci fa fare un reale passo avanti. Non solo sarebbe una
cura palliativa ma forse anche dannosa. Ci vuole altro.
Berlino e lo spread
Berlino
si dichiara contraria, una volta stabilito un tetto massimo dello spread, ad un intervento automatico della Banca europea sul mercato dei debiti soprani. Una
posizione che pare ovvia anche se caratterizzata da egoismo nazionale, la Germania dal
differenziale dello spread ha molto guadagnato e continua a guadagnare, fino a
quanto la speculazione non l’aggredirà (succederà, succederà). La mia amica
Giulia sostiene che in tutte queste manovra finanziarie si può intravedere una
componente geo-politica; sicuramente questa si intravede in Europa nel
posizionamento dei diversi Stati “federali”.
Pagamenti alle imprese
Le farraginose procedure escogitate dal governo “tecnico”
per saldare i debiti dello Stato verso le imprese si è inceppato a livello
della “certificazione”. Procedura oscura e inutile: c’è una fattura, c’è un
debito, non basta questo? C’è il pericolo delle truffe, forse, ma in questo
caso si proceda per via giudiziaria.
Pasticcio siciliano 2
Certo
visto da lontano, ma non con occhio distratto, il problema delle elezioni in
Sicilia per la sinistra o centro sinistra sembra di una semplicità estrema.
Niente di più ma niente di meno di un programma articolato su tre assi:
-
prosciugare l’acqua dove sguazzano pesci grossi
e piccoli della mafia;
-
portare l’organizzazione della Regione a livello
di efficienza ed efficaci necessaria, sulla base di una sobrietà mai vista, di
una equità sempre negata, della cancellazione dello spreco delle risorse per
ingrassare gli amici e i pesci suddetti;
-
individuare le linee di crescita economica
possibile con l’uso delle non modeste risorse comunitarie e dei risparmi
dell’amministrazione, mobilitando le popolazioni in un processo articolato di
libertà e dignità.
Un
programma semplice, ma non generico, di speranza che punta alla mobilizzazione dei siciliani,
delle forze intellettuali e delle forse sociali.
Poco di
questo si intravede nel maggiore partito della sinistra e nelle polemiche ad
esso indirizzate: giochi di potere, finti rinnovamenti, la ricerca della
“faccia nuova”, le accuse di coinvolgimento nel passato, ecc. Tutte cose
giuste, ma che non si possono misurare in se stesse ma solo legate ad un
preciso impegno programmatico non generico e che prefigura specifici interventi
immediati dopo le elezioni.
La
suggestione mediatica la fa da padrone sulla politica, al punto che il
candidato del centro sinistra non trova
di meglio che il voto di castità
legato al suo impegno di governo. Capisco che questa estate la riflessione
(filosofi, scrittori, sociologi, ecc.) su amore e sesso l’hanno fatta da
padrone nelle pagine dei quotidiani, ma preferisco un presidente di regione che
soddisfi le sue private esigenze sessuali ma che sia efficace ed efficiente
nella sua azione di governo, che un presidente “casto” e che di questa ne fa
uno mito politico.
Mi pare
che la Candidatura
di Fava stia crescendo, è un bene, ma una forte ignezione programmatica è
essenziale.
Citazioni:
nel bene e nel male
Mario Monti, La Repubblica 20 agosto
2012
“Siamo
veramente in crisi? Io vedo avvicinarsi il momento in cui se ne esce” (a giorni alterni si esce non si esce. Non
lo sa neanche lui. I dati ci dicono, tuttavia che il tunnel è buio e nero, per
nostra disgrazia. Il miracolo la
Madonna santa Liberista non può farlo)
Mario Monti, La Repubblica 20 agosto
2012
“La
crescita è il risultato non del pompaggio di denaro pubblico, come nel passato
tante volte ci si è illusi,ma è soprattutto la rimozione di ostacoli
strutturali” (ma il nostro presidente si
guarda in giro? Quali sono questi ostacoli strutturali che non hanno bisogno di
risorse per essere rimosse? Ma la crisi non insegna niente?)
Vincenzo Boccia, vice
presidente Confindustria, La
Repubblica, 21 agosto 2012
“Serve
uno sforzo corale, passare dagli interessi alle esigenze,come fu nel
dopoguerra” (al volgare “siamo tutti
nella stessa barca” si sostituiscono parole alate ma non meno chiare. Quali
furono gli interessi che arretrarono nel dopoguerra?)
Corrado Passera, La Repubblica, 21 agosto
2012
“Abbiamo
una delle più alte tassazioni al mondo. È una zavorra che dobbiamo correggere.
Dobbiamo trovare le risorse per il welfare e per ridurre la fiscalità ai
cittadini e alle imprese oneste”. (il
programma delle meraviglie! Come si farà mai?)
Valentino Parlato, Il
Manifesto, 25 agosto 2012
“E poi
c’è il disastro della finanza che agisce su due fronti: fino a quando si può
fare denaro con il denaro senza passare per la produzione di merci perché
dovrebbe esserci una ripresa della produzione e dell’occupazione? E sempre
sulla finanza, come sottovalutare gli effetti disastrosi delle grandi
operazioni speculative che fanno saltare banche e imprese con danno dei
risparmiatori e dei lavoratori”.
Guido Rossi, Il Sole
24 Ore, 26 agosto 2012
“Il
debito pubblico è invece un problema che riguarda soprattutto i suoi creditori , i cui
interessi molto spesso, e in questo
frangente quasi mai, non coincidono con
quelli dei cittadini. L’equilibrio tra debitore e democrazia è peraltro assai
difficilmente raggiungibile. Ed è per questa ragione che quando il mercato del
debito diventa despota quell’equilibrio viene infranto, a tutto danno della
stragrande maggioranza dei cittadini ed a vantaggio di quell’uno o poco più per
cento che si mangia quasi tutta la ricchezza nazionale…. Non posso che a
atermine dichiarare che, a pèare mio, non è urgente soltanto la lotta alla
speculazione dei mercati finanziari, ma diventa urgentissima per la classe
politica e le istituzioni una seria ridiscussione dei principi basilari della
democrazia, dei rapporti tra i poteri dello Stato, dell’influenza diretta o
indiretta delle lobby economiche. Altrimenti dovunque le prossime elezioni
saranno inutili”.
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