Diario 189
10 – 16 settembre 2012
- Monti e il lavoro
- L'angelo custode
- Il fondo salva Stati (Esm)
- La Fiat, gli Agnelli, il governo e il … paese
- Chi boicotta la legge elettorale?
- Citazioni: nel bene e nel male (Chiara Saraceno, Gian Arturo Ferrari, Mario Monti, Nichi
Vendola, Paolo Gentiloni, Rosy
Bindi, Stefano Ceccanti, Laura
Puppato, Giulio Sapelli,
Luciano Gallino)
Monti e il lavoro
Certo il prof Monti ha prodotto lavori scientifici solo su
banche e finanza, niente sul lavoro, ma questo non giustifica quello che ha
detto a proposito dello Statuto dei Lavoratori: avrebbe determinato ostacoli alla creazione di posti
di lavoro. È noto il suo liberismo quindi la sua pretesa è quella di un mercato
del lavoro nel quale il singolo lavoratore “se la vede” con il singolo datore
di lavoro. Non è casuale che abbia dichiarato che certe disposizioni dello
Statuto “ispirare all'intento molto nobile di proteggere la parte più debole,
ritenuta essere quella del lavoratore”, dove si può cogliere un tratto di
ironia nel “molto nobile” e un dubbio “ritenuta essere”, indica chiaramente che
non sopporta una qualche tutela che considera come negazione della
“concorrenza”.
La coppia Monti-Fornero prediligono una società prima
dell'avvento del sindacato, con un orario di lavoro illimitato, con salari da
fame, con lavoro infantile, ecc. questo si che darebbe, secondo loro, sviluppo.
Né si lasciano scoraggiare dalla storia: l'approvazione dello Statuto ha
conciso con periodi di sviluppo e di crescita dell'occupazione. O, a prova
contraria, l'annichilimento dei diritti dei lavoratori e la cacciata del
maggior sindacato alla Fiat non ha portato sviluppo in quella azienda
Del resto non era obiettivo dello Statuto creare posti di
lavoro, ma piuttosto di garantire dignità e diritti ai lavoratori.
Monti considera l'esistenza del sindacato un'aberrazione del
sistema di “libero mercato”, non è un caso che in tutte le occasioni cerca di
dividere, e per questa strada indebolire, il sindacato. Ora ci sta provando con
il “patto per la produttività”. Quando la Cisl capirà che non è questione di
sindacato buono e di sindacato cattivo, ma solo di sindacato?
La così detta “agenda Monti” contiene anche questo disegno.
L'angelo custode
“Non sarò mai un tecnico d'area”, dichiara il prof Monti, e
con questo chiarisce le sue ambizioni: non potrà far parte, come ministro, di
un governo “politico”, la sua ambizione è sempre palazzo Chigi o magari quello
più su, anche perché si è assunto il ruolo dell'angelo custode: deve evitare
che vengano messe in discussioni le riforme del suo governo, perché esiste il
pericolo che “nella politica italiana possa tornare tutto come prima”.
Giulio Sapelli, in un piccolo libro che consiglio (L'inverno
di Monti, Guerrini ed Associati), perché pieno di spunti interessanti,
paragona la “nomina” di Monti da parte di Napolitano alla figura del dictator
della Roma repubblicana, che veniva nominato in un periodo di grave
necessità per la Repubblica, aveva un enorme potere ma la “durata massima di
sei mesi”. “La figura del dictator nasce essenzialmente come strumento
messo a disposizione dei ceti oligarchici per preservare il potere contro le
pretese della plebe”.
Il gruppo dirigente del PD farebbe bene a leggere questo
libretto, 70 pagine, poca fatica ma, forse, buoni frutti.
Il paese non ha bisogno né di angeli custodi nè di dictator,
mettiamo mano alla democrazie politica che ci siamo conquistati con sacrifici e
lotte. Grazie prof Monti, torni alla sua Bocconi.
Il fondo salva Stati (Esm)
In Europa tutti a brindare per la dichiarazione di
legittimità della Corte costituzionale tedesca relativamente al Fondo salva
Stati. In Italia la contentezza coinvolge tutti, governo, partiti, maggioranza,
opposizione, ecc.
Qualche problema relativamente ai vincoli: per un centesimo
in più ai 190 miliardi ci vorrà il consenso dei due rami del parlamento tedesco
(mi pare una rivendicazione di sovranità giusta che
in Italia ci sogniamo), cosi come il parlamento tedesco deve
essere informato di ogni negoziato tra l'Esm e gli stati che chiedono aiuti
(vedi sopra).
Ma vediamo in concreto. Il Fondo salva Stati e alimentato
dagli apporti dei diversi paesi della Comunità europea, giusto, non poteva
essere diversamente. L'Italia deve contribuire con 125,4 miliardi, meno della
Germania (190) e della Francia (142,7), ma più della Spagna (83,3) e di tutti
gli altri. Di questi 125,4 miliardi 14,3 miliardi dobbiamo versarli entro
dicembre 2014, ma la UE potrebbe richiedere di anticipare questo versamento. Ma
c'è di più dal dicembre 2014 il fondo, secondo necessità, potrà richiedere
altri versamenti. Il Fondo metterà sue obbligazioni garantite dai fondi e da
quello che ha “comprato” per aiutare gli Stati (titoli di stato, ecc.).
Obbligazioni che data la loro natura saranno appetibili? Se ne può dubitare.
Se le disponibilità del fondo fossero insufficienti per le
richieste, ipotizziamo, di Portogallo e Spagna, tutti i paesi, pro quota,
dovrebbero versare le quote. E se a fondo esaurito l'Italia dovesse chiedere
aiuto, per ottenerlo dovrebbe versare la sua quota residua o anche di più.
Logico ma paradossale: l’aiuto ce lo paghiamo (anche se in parte). Tanto
paradossale che sicuramente non sarà certo questo lo strumento che ci farà
uscire dalla crisi finanziaria. Ma credo che questo tutti lo sappiano e
facciano fumo per confondere gli speculatori, immaginati come idioti.
La Fiat, gli Agnelli, il governo e il … paese
Il “Grande” Marchionne ha seppellito Fabbrica Italia, in
realtà un progetto che non è partito e messo in campo per ingannare i sindacati
che lo desiderassero, il governo e il paese.
Ora c'è lo scandalo, Diego della Valle tuona contro
l'amministratore delegato della Fiat e gli Agnelli, rompendo con questa
dichiarazione l'amicizia con Montezemolo (la famiglia è famiglia). Ma quello
che impressiona è stata la dichiarazione di Romiti ex ad della Fiat “L'azienda
che interrompe la progettazione è destinata a morire. Il principale colpevole è
il sindacato, Fiom esclusa”, detto da uno che non ha mai amato il sindacato fa
impressione.
Ma lo scandalo principale è il governo, già alcuni mesi fa
il professor Monti ha dichiarato che il Governo non poteva entrare nelle scelte
strategiche di una grande società, ma ora pensa di dover intervenire? O il
mercato ha sempre ragione?
Chi boicotta la legge elettorale?
Chi boicotta il cambiamento della legge elettorale? Ma
tutti. Se durante tutta la legislatura non c'è stato tempo e voglia di fare la
riforma elettorale è pensabile lo si faccio ora? L'ultimo suggerimento (Michele
Ainis, Corriere della sera 14/9) è che la faccia Monti per decreto
ripristinando il Mattarellum. Una soluzione che certo non dispiacerebbe a Monti
perché propiziatrice di una sua permanenza a palazzo Chigi.
Citazioni: nel bene e
nel male
Chiara Saraceno,
La Repubblica, 11 settembre 2012
“Un ministro dello Sviluppo che, quando faceva il banchiere,
ha contribuito a salvare l’Alitalia (a spese del contribuente) non può
limitarsi a dire agli arrabbiatissimi lavoratori dell’Alcoa che non c’è niente
da fare. … E speriamo che il ministro del Lavoro non riprenda il refrain che le
è caro “il lavoro non è un diritto: bisogna meritarselo, anche con il
sacrificio”. … Di fronte alla crescita inarrestabile della disoccupazione, cui
si unisce quella dell’inattività per scoraggiamento e disperazione, nessuno,
tanto meno chi governa, può permettersi di dire alternativamente che non c’è
nulla da fare e che se non si ha lavoro e perché non lo si merita abbastanza”
Gian Arturo Ferrari,
Corriere della Sera, 11 settembre 2012
“Ora, arrampicandosi un po’ su questo troco e mettendo la
testa fuori dal fogliame si vede, nudo e crudo,il nodo fondamentale e insieme
il bandolo della matassa. E cioè che istruzione e formazione non sono mai stati
e continuano a non essere la priorità della politica nazionale”.
Mario Monti,
Corriere della Sera, 11 settembre 2012
“L’Italia tornerà a crescere nel 2013. Questa è la mia
attesa” (dal Presidente del Consiglio
forse ci si potrebbe aspettare qualcosa in più dell’ “attesa”).
Nichi Vendola, La
Repubblica, 12 settembre 2012
“Perchè contraddizioni? Penso che il centrosinistra si
candidi alle elezioni contro la società della paura per la società della
speranza, della dignità e civiltà del lavoro” (a proposito della firma alla
proposta di referendum per l'abolizione
dei cambiamenti all'art. 18)
Paolo Gentiloni, La Repubblica, 12 settembre 2012
“Allearsi con Vendola che firma i referendum non vuol dire
andare oltre l'agenda Monti, come ripete Bersani. Vuol dire tornare indietro,
lasciare campo aperto ad altri partiti nell'elettorato moderato” (l'assillo
dei moderati, da conquistare, dovrebbe rinsecchire il centrosinistra con una
forte cura dimagrante di progressismo? Grazie no)
Rosy Bindi, La
Repubblica, 12 settembre 2012
“Penso che fare un
referendum sull'artico 18 sia un grave errore. Io non lo firmerò” (Il
tramonto di un leader politico per confermare l'agenda Monti al di là dei suoi
contenuti. Un vero peccato.)
Stefano Ceccanti, La Repubblica, 12 settembre 2012
“Vista la compagnia, non escludo che nel gruppo dei
promotori ci fosse qualche infiltrato delle Br o delle Farc” (i promotori
del referendum per abolire i cambiamenti all'art.18. Va bene avere l'ansia di
finire “coppa o giurnale”, ma Ceccanti è un irresponsabile e un incredibile, ma
forse ha solo la parola più rapida del pensiero)
Laura Puppato, La
Repubblica, 13 settembre 2012
“Un'altra idea del mondo, che altro? Questo è alla fine. Non
c'è salute, non c'è lavoro, non ci sono diritti. Impera la corruzione, la
convenienza privata, l'interesse. Un partito deve indicare un'altra rotta. Dire
qual è il suo obiettivo, nominarlo anche a costo di scontentare qualcuno.
Bisogna avere coraggio e andare altrove anche quando tutti dicono: impossibile”
(Candidata alle primarie del PD mi pare una novità, non una ripetizione).
Giulio Sapelli, da L'inverno di Monti. Il bisogno
della politica, Guerrini e Associati, 2012
“Di qui la scelta di Napolitano che non poteva che cadere
sul professor Monti, allorché egli decise di perseguire una via non linearmente
politica, ma innovativa. Sulla quintessenza della centralità politica
necessaria tra due poli parlamentari quasi paritari numericamente e l'uno
contro l'altro opposti da una sorta di guerra civile ideologica si giocava la
partita. Ebbene: il professor Monti è la quintessenza della morte
dell'ideologia. È il superamento della medesima nel mondo iper-uranico della
foresta pietrificata delle idee, ma nel contempo l'esponente del blocco
poliarchico italico organicamente europeo: grandi banche, grandi scuole
internazionali di business, grandi società di consulenza, grandi cattedrali del
pensiero semplice che, se non riescono a governare i sistemi complessi, sono
capaci in sommo grado, tuttavia, d'esaltarne le progressive sorti e di trarne
ogni utile possibile.”
Luciano Gallino,
La Repubblica, 15 settembre 2012
“Sentite le dichiarazioni di Marchionne, Passera ha detto
che vuole “capirne le implicazioni” Dunque, per lui, un dirigente che ha
promesso 20 miliardi di investimento, ne ha effettuato uno, e poi dichiara che
degli altri 19 non se ne fa parla proprio, è stato poco chiaro”.
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