domenica 20 novembre 2011

Intervista a Miren Etxezarreta

INTERVISTA A MIREN ETXEZARRETA

I partiti  sono obsoleti, speranza  nei   movimenti

Dal Il Manifesto 20 novembre 2011

«No, Zapatero non era obbligato ad obbedire ai diktat della Bce e del duo Merkel-Sarkozy: le alternative ci sono sempre», afferma sicura Miren Etxezarreta, professoressa emerita di eco­nomia applicata dell'Università autonoma di Barcellona e opinionista del quotidiano progressista Público. «Se fossimo in una situazione di as­senza di possibilità saremmo in una dittatura. Certo, ci sono commenta­tori influenti che sostengono che si deve accettare l'ideologia delle forze dominanti, statali e internazionali, ma mi rifiuto di accettare l'idea che la specie umana sia per la prima volta nella sua storia senza facoltà di scel­ta. Soprattutto se le ricette che dovremmo applicare senza discutere sono esattamente le stesse che ci hanno condotto a questa drammatica crisi».
Però il coltello dalla parte del manico ce l'hanno gli investitori internazionali: come si può reagire?
Incominciamo col dire che il debito pubblico dello stato spagnolo è basso: è il 60% del Pil. Il problema si trova nel debito privato, ben più grande. Ma perché la società               dovrebbe farsi carico del debito privato, cioè di comportamenti irresponsabili? E poi, anche ammesso che il  problema sia il debito pubblico, bisogna avere il coraggio di dire che non è possibile pagare interessi tanto alti. Senza avere paura di dichiarare l'in­solvenza: se non possiamo pagare, ricominciamo da zero.
Ma la dichiarazione di insolvenza dello stato non condurrebbe ad un im­poverimento generalizzato?
Ad un impoverimento delle classi medio-alte, forse. Ma quello che è certo è che le misure applicate sin qui hanno già condotto ad un peggiora­mento clamoroso delle condizioni di vita delle classi popolari. La società non è un tutto omogeneo, è divisa in classi: non dobbiamo dimenticarlo.
La parola d'ordine decrescita è quella giusta per i movimenti che lottano per un altro modello di sviluppo, fondato sulla giustizia sociale?
Confesso che sono scettica. Bisogna intendersi: in un'economia capita­lista la decrescita non ha senso, conduce solo al caos. Adesso siamo in de-crescita! In un sistema economico alternativo, il discorso cambia, e sono convinta che certamente l'economia dovrà essere molto più austera, ma attenzione: ci saranno cose che dovranno crescere. Come scuole, ospeda­li, fabbriche di autobus... Credo che l'alternativa fra crescita e decrescita sia falsa: quella vera è fra economia di mercato o socialmente pianificata.
Come giudica i movimenti che sono nati in Spagna negli ultimi mesi?
Li trovo molto migliori della sinistra istituzionale, inclusa Izquierda Unida, che si radicalizza sotto elezioni ma non ha dato buona prova quando ha governato qui in Catalogna, per 8 anni fino allo scorso maggio. I partiti attuali sono obsoleti e i movimenti sociali – che non sono nati con il 15-M, ma risalgono al ciclo di Seattle e Genova – mi sembrano i soli nelle condizioni di trovare forme adatte alle sfide di oggi  

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