Diario
29/9/2018
Cancellare la
povertà
Volere abolire la povertà mi pare un obiettivo degno di
sostegno, chi potrebbe essere tanto malvagio
che da una propria posizione di non povertà possa volere che quella
condizione possa permanere per gli altri.
Eppure le dichiarazioni roboanti di Di Maio, dei suoi
colleghi del movimento 5* e dei suoi
conviventi nel governo non paiono convincenti, anzi sembrano falsi; o forse quando urlano, ridono e
cantano vittoria annunziando di cancellare la povertà mostrano la loro ignoranza circa le cause che generano
la povertà.
Storicamente tutti i sistemi sociali che si sono
avvicendati nella storia hanno prodotto povertà e poveri, cosa che forse spinge
a collocare la povertà nell’inevitabilità. Si tratta di un convincimento molto
generalizzato, tanto da dar luogo in certi casi a delle politiche pubbliche
(come quelle annunziate dal governo Verde-Giallo) finalizzate ad attenuare le
condizioni di povertà (i sistemi di Sicurezza Sociale) e non a cancellarla.
Tutti i sistemi sociali mostrano chiaramente che essi
sono costituiti da delle forze sociali che si muovo allo scopo di accumulare
ricchezza a scapito di altri. Il sistema capitalista da questa spinta è
sostanzialmente generato e condizionato.
Quando diciamo che c’è una fortissima diseguaglianza nella distribuzione
del reddito (tra l’1% della popolazione più ricca e il resto) diciamo che quel
meccanismo di cumulazione funziona, ha funzionato e continua a funzionare.
Un qualsiasi progetto per cancellare, o anche solo per
diminuire la povertà non può non partire da un’analisi attenta e puntuale delle
cause e quindi cercare di incidere su queste.
Mi pare di capire che il governo e le forze che lo compongano individuano
nell’assenza di lavoro la causa della povertà, ma quale è la causa dell’assenza
del lavoro? Una domanda languente, certo anche questo, ma non solo, per questo ritengono che i provvedimenti previsti
(reddito e pensione di cittadinanza) potrà mettere in moto la base produttiva e per
questa strada eliminare o ridurre la povertà. Nessun provvedimento che riguardi
il sistema sociale, nessun approccio che guardi ai meccanismi del sistema di
produzione sociale capitalista.
Certo a questo punto capisco che mi si potrebbe attribuire
il richiamo alla necessità della “rivoluzione”. Si, è così, ma non di questo
voglio parlare,di qualcosa che si può fare senza ancora fare la rivoluzione.
Mi pare di aver
sentito o letto che i soldi ci sono e vanno prese dove sono, ma non mi pare che
i provvedimenti annunziati attingono ai forzieri dove la ricchezza si accumula.
Il reddito di cittadinanza, o come si chiamerà, la
pensione di cittadinanza, o come si chiamerà, possono essere provvedimenti
giusti che colgono, diciamo cosi, una emergenza (permanente), ma la loro
significatività si misura non con le motivazioni politiche ma con i meccanismi
che sono individuati perché questi provvedimenti senza essere risolutivi
appaiono muoversi in un campo di trasformazione (non siamo a fronte di un
governo dei cambiamento?).
Per realizzare i provvedimenti annunziati il governo ha
bisogno di risorse finanziarie, dove le prende?
Intanto dalle pensione d’oro, che possono essere uno
scandalo, almeno alcune, ma sicuramente non sono una fonte di risorse adeguate
agli obiettivi.
Il secondo fondo è quello dell’evasione fiscale, tema
ricorrente, ma contraddittoriamente si vara anche un condono per i casi “pendenti”.
La ricchezza mal distribuita si tocca? assolutamente no!
anzi il governo si appresta ad un bel
regalo ai più ricchi con la cancellazione della progressività dell’imposizione
fiscale. Non solo ma a questi si
offriranno titoli di stato con rendimento aumentato.
La retorica della riforma del popolo, di un DEF del
popolo, sta tutta qui. Se uno ha un
tumore alla testa e come cura si offre un cachet, lo si prende in giro, così il
popolo sta per essere preso in giro. Avrà un lieve sollievo ma poi i dolori
torneranno più forti di prima.
Le risorse sono state prese la dove si sono accumulati,
certo, ma non prelevati con le forme fscali previste, ma piuttosto presi in
prestito e pagati più cari.
Secondo la filosofia di questo governo non mi
meraviglierei se alla fine per ridurre il debito pubblico non facciano con il
canone televisivo, una qualche quota del debito verrà attribuita ad ogni famiglia
e riscossa con la bolletta energetica.
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