lunedì 16 settembre 2019

Cancellare la povertà


Diario
29/9/2018

Cancellare la povertà

Volere abolire la povertà mi pare un obiettivo degno di sostegno, chi potrebbe essere tanto malvagio  che da una propria posizione di non povertà possa volere che quella condizione possa permanere per gli altri.
Eppure le dichiarazioni roboanti di Di Maio, dei suoi colleghi del movimento 5* e dei  suoi conviventi nel governo non paiono convincenti, anzi sembrano  falsi; o forse quando urlano, ridono e cantano vittoria annunziando di cancellare la povertà mostrano  la loro ignoranza circa le cause che generano la povertà.
Storicamente tutti i sistemi sociali che si sono avvicendati nella storia hanno prodotto povertà e poveri, cosa che forse spinge a collocare la povertà nell’inevitabilità. Si tratta di un convincimento molto generalizzato, tanto da dar luogo in certi casi a delle politiche pubbliche (come quelle annunziate dal governo Verde-Giallo) finalizzate ad attenuare le condizioni di povertà (i sistemi di Sicurezza Sociale) e non a cancellarla.
Tutti i sistemi sociali mostrano chiaramente che essi sono costituiti da delle forze sociali che si muovo allo scopo di accumulare ricchezza a scapito di altri. Il sistema capitalista da questa spinta è sostanzialmente generato e condizionato.  Quando diciamo che c’è una fortissima diseguaglianza nella distribuzione del reddito (tra l’1% della popolazione più ricca e il resto) diciamo che quel meccanismo di cumulazione funziona, ha funzionato e continua a funzionare.    
Un qualsiasi progetto per cancellare, o anche solo per diminuire la povertà non può non partire da un’analisi attenta e puntuale delle cause e quindi cercare di incidere su queste.  Mi pare di capire che il governo e le forze che lo compongano individuano nell’assenza di lavoro la causa della povertà, ma quale è la causa dell’assenza del lavoro? Una domanda languente, certo anche questo, ma non solo, per questo  ritengono che i provvedimenti previsti (reddito e pensione di cittadinanza)  potrà mettere in moto la base produttiva e per questa strada eliminare o ridurre la povertà. Nessun provvedimento che riguardi il sistema sociale, nessun approccio che guardi ai meccanismi del sistema di produzione sociale capitalista. 
Certo a questo punto capisco che mi si potrebbe attribuire il richiamo alla necessità della “rivoluzione”. Si, è così, ma non di questo voglio parlare,di qualcosa che si può fare senza ancora fare la rivoluzione.
 Mi pare di aver sentito o letto che i soldi ci sono e vanno prese dove sono, ma non mi pare che i provvedimenti annunziati attingono ai forzieri dove la ricchezza si accumula.
Il reddito di cittadinanza, o come si chiamerà, la pensione di cittadinanza, o come si chiamerà, possono essere provvedimenti giusti che colgono, diciamo cosi, una emergenza (permanente), ma la loro significatività si misura non con le motivazioni politiche ma con i meccanismi che sono individuati perché questi provvedimenti senza essere risolutivi appaiono muoversi in un campo di trasformazione (non siamo a fronte di un governo dei cambiamento?).
Per realizzare i provvedimenti annunziati il governo ha bisogno di risorse finanziarie, dove le prende?
Intanto dalle pensione d’oro, che possono essere uno scandalo, almeno alcune, ma sicuramente non sono una fonte di risorse adeguate agli obiettivi.
Il secondo fondo è quello dell’evasione fiscale, tema ricorrente, ma contraddittoriamente si vara anche un  condono per i casi “pendenti”.
La ricchezza mal distribuita si tocca? assolutamente no! anzi il governo si appresta  ad un bel regalo ai più ricchi con la cancellazione della progressività dell’imposizione fiscale.  Non solo ma a questi si offriranno titoli di stato con rendimento aumentato.
La retorica della riforma del popolo, di un DEF del popolo, sta tutta qui. Se uno  ha un tumore alla testa e come cura si offre un cachet, lo si prende in giro, così il popolo sta per essere preso in giro. Avrà un lieve sollievo ma poi i dolori torneranno più forti di prima.
Le risorse sono state prese la dove si sono accumulati, certo, ma non prelevati con le forme fscali previste, ma piuttosto presi in prestito e pagati più cari.
Secondo la filosofia di questo governo non mi meraviglierei se alla fine per ridurre il debito pubblico non facciano con il canone televisivo, una qualche quota del debito verrà attribuita ad ogni famiglia e riscossa con la bolletta energetica.

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