venerdì 24 febbraio 2017

Tra i cattolici i ginecologi sono tra i più praticanti


Diario 341
24 febbraio 2017

Da una recente indagine risulta che l’88% della popolazione italiana si dichiara cristiana cattolica, ma solo il 37% si dichiara praticante.
Non so se sia consolante, ma comunque genera una certa meraviglia, constatare che i medici ginecologi sono nel nostro paese il segmento della popolazione cattolica più praticante. Per cui affidiamo in mani profumate di fede le future  puerpere, mentre chi deve abortire finisce in mani avide e (spesso) anche incompetenti.
Se guardiamo ai medici ginecologi obiettori, che cioè si rifiutano di applicare la legge 194, come pubblicati dalla La Repubblica  del 23 febbraio, questi risultano il 70%. Gli anestesisti che obiettano di assistere interventi di aborto sono il 49%, mentre gli infermieri sono obiettori al 46%.
Spaventosi di dati per regioni: in Molise, Bolzano e Basilicata, sono obiettori più del 90%; superano l’80% in Sicilia, Puglia, Campania, Abbruzzo e Lazio; tra il 64% e il 76% si collocano Marche, Piemonte, Umbria, Liguria e Lombardia; intorno al 50% Friuli V.G.,  Toscana ed Emilia. Spicca la Valle d’Aosta con il 13%, regione meravigliosamente laica.
Si può immaginare che un cattolico che prende una così drastica decisione di obiettare (che gli è concesso dalla legge) all’applicazione di una legge dello Stato non lo faccia per convenienza ma per adesione piena ad un convincimento religioso, non solo ma non può essere una persona che fa parte dei “cattolici tiepidi”, che professano ma non praticano, devo sicuramente far parte della quota dei praticanti.
Se così fosse c’è da meravigliarsi che una percentuale così alta di praticanti (in alcune regioni la quasi totalità) sia concentrata tra i medici e in particolare tra i ginecologi.
Per l’esperienza personale che ho dei medici mi risultano, in generale laici (spesso atei); certo un’esperienza non è generalizzabile, ma sorprende questa grande concentrazione di praticanti in una specializzazione medica.    

Non colpevolizzo gli obiettori, fanno valere un loro diritto, così come un tempo, ma ce n’è voluto, obiettavano i giovani che rifiutavano il servizio militare perché contro la guerra (ma ero obbligati ad un servizio civile), ma ritengo che vada salvaguardato l’altrettanto sacrosanto diritto delle donne che vogliono e devono abortire. Per questo non si può non plaudire alla regione Lazio, e a tutte le regioni, soprattutto del sud che volessero seguirne l’esempio, che vuole assumere per i propri ospedali solo ginecologi non obiettori.

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