mercoledì 27 aprile 2016

La salute non va bene, e il resto?

Diario n. 313
27 aprile 2016



Quando la “sanità” va male la salute dei cittadini non va bene. Oggi grande sgomento per i dati messi a disposizione dell’Osservatorio nazionale sulla salute, che testimonia dell’aggravarsi della situazione della salute dei cittadini a partire dalla speranza di vita che, fatto eccezionale, diminuisce invece che crescere. Dichiarazioni, cautele, qualche spicchio di verità, una situazione grave.
Conosco molti che fiduciosi sul regime economico-sociale che ci governa  giuravano che niente di grave sarebbe successo nei nostri servizi sociali, che i taglia a comuni e regioni non avrebbero influenzato la dotazione dei servizi. Stupidi? No, accecati dall’ideologia.
Perché la sanità va male? Certo per la corruzione, ancora per l’indecente gestione da parte di molte regioni, e poi e soprattutto per i tagli, tagli, tagli. Riduzione della prevenzione, riduzione delle vaccinazioni, ticket in crescita e insopportabili per fasce consistenti della popolazione, riduzione delle cure, alimentazione distorta (pare che la famosa dieta mediterranea tramonti, per gusto, forse, per la pubblicità aggressiva di prodotti industriali, pure, ma anche per il costo della vita), liste di attese abnorme e che scoraggiano, ecc.
Se la corruzione è comune a tutte le regioni, l’efficacia del sistema sanitario non è identico tra le varie regioni, da qui una “migrazione di cura” (di chi può o può sacrificarsi, parte alla ricerca dell’ospedale disposto ad accoglierlo).
L’ennesima fotografia di un paese spaccato e squilibrato: nella grave situazione il nord sta meglio che il sud; chi ha risorse economiche si cura e chi non ne ha muore. Più di mezzo milione di morti nel 2015 in più rispetto a quelli del 2014, dovrebbero essere un campanellone di allarme, ma il ministro della salute si distingue per le sue vacue e inutili osservazioni.  

Certo che la sanità va male e che per conseguenza la salute non sta bene, ma sono indicatori pesanti di come va male il paese. Vivere della speranza che alla fine c’è la luce che ci guida all’uscita del tunnel della crisi è stata ed è una vera pazzia. Mentre siamo in attesa di questo evento magico, il paese regredisce, le diseguaglianze crescono, la frammentazione sociale avanza, la cultura del “mio” prevale, e si costruisce una condizione sociale e politica in cui sguazza Salvini (e dobbiamo ringraziare che esiste 5*).    

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