mercoledì 23 dicembre 2015

Le tasse saliranno nel 2016 e negli anni seguenti


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Con l’approvazione della legge di Stabilità 2016 nei due rami del Parlamento e in attesa della pubblicazione della nota tecnico-illustrativa definitiva da parte della Ragioneria generale dello stato si può comunque calcolare in che misura l’impegno preso dal governo di ridurre le tasse sarà rispettato nel 2016 e negli anni successivi. I dati complessivi di variazione delle entrate e delle uscite dello stato presentati dal governo a ottobre sono stati complessivamente rispettati anche dopo il dibattito parlamentare, con l’eccezione del rinvio (proveniente dal governo) del taglio dell’Ires al 2017 per far posto alle voci del cosiddetto “pacchetto sicurezza” (ad esempio, i 500 euro ai diciottenni e gli 80 euro alle forze dell’ordine).
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Le tasse caleranno dunque nel 2016? Come si vede dal grafico, la risposta è – in breve – no.  Sia nel 2016 sia negli anni successivi (2017 e 2018) le entrate totali delle pubbliche amministrazioni dopo la legge di Stabilità non caleranno e anzi continueranno ad aumentare. Saliranno di 10,6 miliardi nel 2016 rispetto al 2015 (da 788,7 a 799,3 miliardi), di 20,7 miliardi nel 2017 rispetto al 2016 e di 25 miliardi nel 2018 rispetto al 2017.
Ma allora il premier prende in giro tutti gli italiani quando dice di aver tagliato le tasse con la legge di Stabilità 2016? Solo un po’. Le entrate totali continueranno ad aumentare (il che non dovrebbe succedere quando si “tagliano le tasse”), ma aumenteranno meno di quel che sarebbero aumentate senza la legge di Stabilità 2016. Le due curve riportate nel grafico – che descrivono l’andamento delle entrate totali prima e dopo la legge di Stabilità 2016 – indicano che senza la legge di Stabilità 2016 le tasse sarebbero aumentate ancora di più: di 28,7, 25,8 e 23,5 miliardi, rispettivamente, nel 2016, 2017 e 2018. Le misure contenute nella legge di Stabilità 2016 (taglio dell’Imu sulla prima casa e altre misure per il 2016, taglio dell’Ires per il 2017) porteranno a contenere di alcuni miliardi (l’entità è pari alla distanza tra le due curve del grafico) l’aumento di tassazione che si sarebbe verificato “naturalmente”. Dove il “naturalmente” non ha nulla di naturale ma si traduce in “per colpa degli aumenti di tasse decisi dai governi precedenti (incluso il governo Renzi nel suo primo anno di vita)”. Fermo restando che una parte preponderante del taglio di tasse è il disinnesco delle clausole di salvaguardia.
Si sarebbe potuto fare di più in termini di riduzione del carico fiscale? Sì, a patto di ridurre di più la spesa pubblica che invece – con il modicum di spending review realizzato e con gli aumenti di spesa del “pacchetto sicurezza” – finirà per aumentare di 9 miliardi fino a un totale di 840,6 miliardi nel 2016.

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