mercoledì 23 dicembre 2015

Il 2015 dell’occupazione

 Commenta
Le fonti ufficiali e amministrative convergono su alcuni punti per quanto riguarda
 la dinamica dell’occupazione nel 2015. Aumentano gli occupati, soprattutto nei 
servizi e nel lavoro dipendente. In calo i rapporti di collaborazione, mentre 
sono consistenti gli effetti della decontribuzione.
La dinamica dell’occupazione
Sulla dinamica dell’occupazione nel 2015 abbiamo ormai a disposizione
 numerose informazioni statistiche aggiornate al terzo trimestre o anche
 a ottobre. Alcune evidenze si possono cominciare a considerare
acquisite: i due mesi che mancano alla fine dell’anno potrebbero
determinare qualche correzione, ma non alterare i segni dei fenomeni.
Dall’esame congiunto delle varie fonti ufficiali (Indagine sulle forze
di lavoro Istat e dati di contabilità nazionale) e amministrative
(Inps-Osservatorio sulla precarietà; ministero del Lavoro e network SeCo
 per le comunicazioni obbligatorie delle imprese ai centri per l’impiego)
 si può delineare il quadro che di seguito sintetizziamo.
Un punto sembra ormai certo e assodato: gli occupati complessivi
sono aumentati. La variazione, comunque calcolata (occupati o unità
di lavoro o posizioni lavorative), rispetto all’anno precedente si aggira
sulle 200mila unità. Non si tratta di una dimensione tale da far scordare
la dura riduzione imposta dalla crisi, né il ritmo del recupero è tale
 da assicurare sugli sviluppi futuri: ma è comunque una netta inversione
di rotta.
Un secondo punto sul quale c’è convergenza è la caratterizzazione settoriale
 dell’incremento, che risulta sostanzialmente dovuto ai servizi, mentre per le
 costruzioni, pur rallentata, prevale ancora la tendenza riflessiva e il
manifatturiero risulta, per ora, aver (solo) arrestato, dopo un lungo
periodo, il processo continuo di ridimensionamento.
Un terzo elemento si può dare per assodato: la crescita si è prodotta
nell’area del lavoro dipendente mentre l’insieme (eterogeneo) del lavoro
indipendente è rimasto al palo.
Tipologie dei contratti
Questione controversa è invece l’apporto alla crescita delle diverse
tipologie di contratti di lavoro. Dal punto di vista delle politiche del
lavoro, l’anno è stato caratterizzato dall’attenzione agli effetti dell’esonero
contributivo per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, a partire da
gennaio 2015, e dal primo impatto del Jobs act su diversi aspetti, in
primis la revisione, in vigore da fine marzo, della normativa sui
licenziamenti (contratto a tutele crescenti) e le restrizioni, attivate da
giugno, per alcune forme di rapporto di lavoro parasubordinato
(contratti a progetto, associazione in partecipazione). Tutti questi
elementi convergono, di fatto, nell’incentivare o comunque favorire
le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, riducendo il costo
mensile per i primi tre anni e rendendo certo il costo di una risoluzione
per licenziamento. È dunque logico che a questo aspetto si
dedichi una particolare attenzione.
I dati amministrativi (Inps, ministero del Lavoro, network SeCo) hanno
evidenziato il netto incremento sia del volume di nuove assunzioni a tempo
indeterminato sia del volume di trasformazioni da tempo determinato a tempo
indeterminato (tabella 1).
tab1 anastasia

Nello stesso periodo, il volume delle assunzioni sia con contratti di apprendistato
 sia con contratti a tempo determinato è diminuito (Inps, primi dieci mesi
del 2015) o modestamente aumentato su base annua
(ottobre 2014-settembre 2015), parallelamente a un’analoga crescita
delle cessazioni (regioni SeCo). Il maggior volume di assunzioni si riflett
 nelle variazioni dello stock dei rapporti di lavoro in essere: i grafici 1 e 2,
pur scontando il diverso universo di osservazione territoriale e la diversa base
settoriale (Inps non include agricoltura e settore pubblico), evidenziano
che la dinamica finalmente positiva risulta chiaramente trainata dai
contratti a tempo indeterminato. Tanto per Inps quanto per le regioni
SeCo le posizioni di lavoro a termine risultano invece in flessione e
lo stesso si registra per l’apprendistato. Aggiungiamo che i dati
amministrativi attestano chiaramente pure la riduzione del ricorso sia
ai rapporti di lavoro intermittente (come ormai accade dal 2012)
sia ai rapporti di collaborazione (-20 per cento su base annua) mentre è
cresciuto fortemente l’utilizzo dei voucher.
graf1anastasia
graf2anastasia



































Nei dati Istat non emerge ancora nitidamente la crescita del tempo indeterminato:
sembra anzi che l’incremento dei rapporti a termine sia più
 rilevante per spiegare la crescita occupazionale. Come peraltro si osserva
nella tabella 2 le variazioni tendenziali degli occupati nella distribuzione
tra occupati a termine e occupati a tempo indeterminato oscillano di mese
in mese. E occorre sempre ricordare che stiamo parlando di variazioni in
valori assoluti che sono sotto quella soglia di consistenza tale da poter
essere accertata con sicurezza anche da un’indagine campionaria, come
quella sulle forze di lavoro.

















Effetti della decontribuzione
Del resto, se quest’anno i rapporti di lavoro a tempo indeterminato non
fossero aumentati in termini di flusso e di conseguenza anche in
 termini di stock (è impensabile infatti immaginare una parallela e
contestuale moria, con la riduzione delle durate dei tempi indeterminati
alla stregua del somministrato o della maggioranza dei rapporti a termine)
 significherebbe che un incentivo triennale pari al 30 per cento del costo
del lavoro non ha molto peso né appeal. Certificherebbe una conferma
di non nuove teorie sul salario come variabile indipendente (dal suo costo). 
Così non è stato. La decontribuzione – che, basandoci sui dati Inps, possiamo
stimare a fine anno supererà agevolmente il milione (tra nuovi 
rapporti a tempo indeterminato e trasformazioni) – ha avuto effetti 
consistenti e consegna al 2016 un trascinamento occupazionale positivo: 
una fiammata di assunzioni a tempo indeterminato ha effetti indubbiamente 
più duraturi di una analoga dovuta ai rapporti a termine, come accaduto 
nel 2014 con il decreto Poletti.

Nessun commento:

Posta un commento