martedì 2 settembre 2014

Renzi, gli occhi chiusi sul debito

Diario 267
·         Renzi, gli occhi chiusi sul debito
·         Don Luigi Ciotti minacciato dalla mafia

Renzi, gli occhi chiusi sul debito
Sarebbe una troppo facile ironia affermare che il Consiglio dei ministri che doveva dare inizio a “cambiare verso” al paese,  ha prodotto uno striminzito topolino. È inutile che gli organi di stampa  governativi si spendano per dimostrare il contrario, o che apprezzino che al “passo veloce” (troppo, dicono) Matteo Renzi abbia sostituito un “passo riflessivo” (chiamato in tanti modi), ormai l’orizzonte del governo sono mille giorni, non più tre mesi. Tutto sarebbe da ridere se non fosse tragico per il paese che non può aspettare né 1000 giorni, cioè la fine della legislatura;  né il “richiesto”  bene placido dal governo tedesco (ma poi per fare che?), né il rimpasto di governo, né gli ennesimo annunzi risolutivi, né la positiva (forse) iniziativa della Banca europea, possono modificare il quadro.
La verità semplice quanto tragica e che Renzi, i suoi consulenti (più o meno ufficiali), i suoi ministri non sanno cosa fare, perché non hanno percezione perfetta di  quale sia la situazione.
Ormai è chiaro oltre ogni mistificazione, l’Italia non sarà mai in grado di “onorare” (come si dice) il suo debito sovrano. La vendita di questo o quello pubblico, il taglio di questo o quello spreco, i vantaggi derivanti dalla diminuzione della differenza con i titoli tedeschi, non potranno che contribuire con delle briciole, ma non riuscirebbero ad intaccare significativamente il debito.
Sempre più si fa strada la necessità di una ristrutturazione del debito (svalutazione dei titoli, durata più lunga, ecc.), anche economisti di prestigio e non rivoluzionari cominciano a considerare la cosa come necessaria. Lucrezia Reichlin, non un’estremista, si sta spendendo molto per una soluzione di ristrutturazione del debito e ha argomentato, in una intervista, che l’investimento in titoli di stato sono come qualsiasi altro investimento, non sono investimenti “garantiti” e quindi intoccabili (quante volte abbiamo sostenuto lo stesso concetto). Accettare questo stato di fatto ci farebbe fare un salto su che cosa fare molto importante.  
Ma il governo di tutto fa finta di occuparsi (giustizia, scuola, opere pubbliche, lavoro, ecc.) tranne che del debito. E come se non esistesse, una cosa estranea che è rilevante solo per i vincoli imposti dalla UE.
Non credo che sia una stravaganza sostenere che fino a quando non si prenda questo toro per le corna, non usciremo da questa crisi, che mese per mese cambia fisionomia, che potrebbe anche trovare un lieve e temporaneo sollievo da una politica di investimenti pubblici (il governo tedesco permettendolo),  che comunque non sarebbe risolutiva (non va alla radice).
Certo sarebbe un episodio da scrivere a gloria della UE (dimenticando tutto il peggio fatto) se la ristrutturazione dei debiti fosse una iniziativa Europea, ma non è detto che non possa farlo uno Stato singolo (senza che sia imposta  da una “troika”, che ha in odio i popoli ed è indifferente agli esiti sociali; ricordare la Grecia).  


Don Luigi Ciotti minacciato dalla mafia
Il capo della mafia, che sembra (o crede di essere) ancora potente sebbene all’ergastolo, ha minacciato di morte, come riportato dalla stampa Don Luigi Ciotti, l’animatore di Libera e di tante iniziative contro la mafia.
La fede ci divide, ma la mia ammirazione e stima per don Ciotti è molto grande, non solo per questa meritevole battaglia che conduce contro la mafia, non solo per aver assunto l’iniziativa di utilizzare, per una produzione “liberata”, le terre e le proprietà confiscate alla mafia, ma per il impegno politico complessivo. Per farmi capire voglio ricordare una frase che ha pronunziato ad una grande assemblea del suo movimento a Cagliari, qualche anno fa: “basta con la solidarietà, pretendiamo diritti”. Come dire un estremista che va oltre, molto oltre, lo spirito tradizionale del suo sacerdozio e lo interpreta in forma politica democratica e di sinistra.
Bisogna evitare che don Ciotti resti isolato, perché questo vuole la mafia ed è allora che colpisce.

La minaccia mafiosa si contrasta appoggiando e sostenendo concretamente le iniziativa di don Ciotti. Per esempio comprando i prodotti di “libera”, sostenendo economicamente l’associazione acquistando i buoni a questo scopo dedicati, si trovano per esempio nei negozi COOP, manifestando a suo favore e chiedendo un atto di sostegno del governo e del parlamento.  

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