Diario 267
·
Renzi,
gli occhi chiusi sul debito
·
Don Luigi Ciotti minacciato
dalla mafia
Renzi, gli occhi
chiusi sul debito
Sarebbe una troppo facile ironia affermare che il
Consiglio dei ministri che doveva dare inizio a “cambiare verso” al paese, ha prodotto uno striminzito topolino. È inutile
che gli organi di stampa governativi si
spendano per dimostrare il contrario, o che apprezzino che al “passo veloce”
(troppo, dicono) Matteo Renzi abbia sostituito un “passo riflessivo” (chiamato
in tanti modi), ormai l’orizzonte del governo sono mille giorni, non più tre
mesi. Tutto sarebbe da ridere se non fosse tragico per il paese che non può
aspettare né 1000 giorni, cioè la fine della legislatura; né il “richiesto” bene placido dal governo tedesco (ma poi per
fare che?), né il rimpasto di governo, né gli ennesimo annunzi risolutivi, né la
positiva (forse) iniziativa della Banca europea, possono modificare il quadro.
La verità semplice quanto tragica e che Renzi, i suoi
consulenti (più o meno ufficiali), i suoi ministri non sanno cosa fare, perché non
hanno percezione perfetta di quale sia
la situazione.
Ormai è chiaro oltre ogni mistificazione, l’Italia non
sarà mai in grado di “onorare” (come si dice) il suo debito sovrano. La vendita
di questo o quello pubblico, il taglio di questo o quello spreco, i vantaggi
derivanti dalla diminuzione della differenza con i titoli tedeschi, non
potranno che contribuire con delle briciole, ma non riuscirebbero ad intaccare
significativamente il debito.
Sempre più si fa strada la necessità di una
ristrutturazione del debito (svalutazione dei titoli, durata più lunga, ecc.),
anche economisti di prestigio e non rivoluzionari cominciano a considerare la
cosa come necessaria. Lucrezia Reichlin, non un’estremista, si sta spendendo
molto per una soluzione di ristrutturazione del debito e ha argomentato, in una
intervista, che l’investimento in titoli di stato sono come qualsiasi altro
investimento, non sono investimenti “garantiti” e quindi intoccabili (quante
volte abbiamo sostenuto lo stesso concetto). Accettare questo stato di fatto ci
farebbe fare un salto su che cosa fare molto importante.
Ma il governo di tutto fa finta di occuparsi (giustizia,
scuola, opere pubbliche, lavoro, ecc.) tranne che del debito. E come se non
esistesse, una cosa estranea che è rilevante solo per i vincoli imposti dalla
UE.
Non credo che sia una stravaganza sostenere che fino a
quando non si prenda questo toro per le corna, non usciremo da questa crisi,
che mese per mese cambia fisionomia, che potrebbe anche trovare un lieve e
temporaneo sollievo da una politica di investimenti pubblici (il governo
tedesco permettendolo), che comunque non
sarebbe risolutiva (non va alla radice).
Certo sarebbe un episodio da scrivere a gloria della UE
(dimenticando tutto il peggio fatto) se la ristrutturazione dei debiti fosse
una iniziativa Europea, ma non è detto che non possa farlo uno Stato singolo (senza
che sia imposta da una “troika”, che ha
in odio i popoli ed è indifferente agli esiti sociali; ricordare la Grecia).
Don Luigi Ciotti minacciato
dalla mafia
Il capo della mafia, che sembra (o crede di essere)
ancora potente sebbene all’ergastolo, ha minacciato di morte, come riportato
dalla stampa Don Luigi Ciotti, l’animatore di Libera e di tante iniziative
contro la mafia.
La fede ci divide, ma la mia ammirazione e stima per don
Ciotti è molto grande, non solo per questa meritevole battaglia che conduce
contro la mafia, non solo per aver assunto l’iniziativa di utilizzare, per una
produzione “liberata”, le terre e le proprietà confiscate alla mafia, ma per il
impegno politico complessivo. Per farmi capire voglio ricordare una frase che
ha pronunziato ad una grande assemblea del suo movimento a Cagliari, qualche
anno fa: “basta con la solidarietà, pretendiamo diritti”. Come dire un estremista
che va oltre, molto oltre, lo spirito tradizionale del suo sacerdozio e lo
interpreta in forma politica democratica e di sinistra.
Bisogna evitare che don Ciotti resti isolato, perché
questo vuole la mafia ed è allora che colpisce.
La minaccia mafiosa si contrasta appoggiando e sostenendo
concretamente le iniziativa di don Ciotti. Per esempio comprando i prodotti di “libera”,
sostenendo economicamente l’associazione acquistando i buoni a questo scopo dedicati,
si trovano per esempio nei negozi COOP, manifestando a suo favore e chiedendo
un atto di sostegno del governo e del parlamento.
Nessun commento:
Posta un commento