Diario 261
Chi salverà l’Europa?
Matteo Renzi
“Smettiamolo di dire che l’Italia sarà salvata dall’Europa.
Non solo non abbiamo bisogno di essere salvati, ma siamo in condizione, facendo
le riforme, di essere guida in Europa trascinandola fuori dalla crisi. Attraverso
l’unica ricetta valida: la crescita”. Firmato Matteo Renzi
A Renzi non manca il coraggio e neanche l’improntitudine.
Ah! La crescita, che magica parolina, o piuttosto una Fata Morgana, che si
cerca di acchiappare ma sfugge tra le dita spasmodicamente tese, perché si è
scambiata come reale quella che è solo un’immagine virtuale.
Si potrebbe dire che il problema di Renzi e dell’Europa
sia quello di far incontrare, sposare o amarsi il capitale inoperoso con la
forza lavoro non impiegata. Ma … il capitale, che ha preso forma e sostanza
come finanza, non è “inoperoso”, risulta
attivo in tanti modi: la speculazione finanziaria, i debiti sovrani, la
speculazione sulle materie prime, ecc. Fa soldi con i soldi, mentre la forza
lavoro può restare, suo malgrado, inoperosa.
È stato scritto, riscritto, illustri economisti sono
stati capace di mettere il dito nella piaga, ma chi governa, ovunque, fa
orecchie da mercante, forse perché ascolta solo la voce della … finanza.
Assumiamo un aspetto del fenomeno dalle implicazioni meno
drastiche. I libri e gli articoli, compresi alcuni da parte di premi Nobel, nei
quali si stigmatizza la diseguaglianza nella
distribuzione della ricchezza (il semplificato 1% e 99%) come elemento
fortemente critico per, appunto, la crescita, sono ormai un numero spropositato.
Se si fosse convinti di ciò, l’unica riforma da fare sarebbe quella di
intervenire (pesantemente) su questa distribuzione. Ma su questo terreno solo “pannicelli caldi”, la paura della reazione
(della stessa finanza, a livello collettivo e individuale) frena ogni ipotesi d’intervento.
Lo strumento fiscale, per sua natura, solo molto parzialmente può intervenire
su questa questione. Ma intervenire si
dovrebbe, gli strumenti possono essere
numerosissimi basta non ascoltare
suggerimenti interessati, per salvare la
convivenza nel pianeta, non si tratta di
bassa cucina, ma di una ipotesi di sopravvivenza (non lo si crede, ed è male).
Se Renzi volesse salvare l’Europa la discussione su questo
tema dovrebbe imporre alla prossima riunione dei capi di stato, ma si può
essere certi che si discuterà di flessibilità, di allentare la politica del
rientro del debito sovrano, di mercato
del lavoro, di fondi strutturali, di distribuzione delle poltrone all’interno
della Commissione, e similari.
Non c’è un problema tedesco, c’è una miopia complessiva,
un vuoto interpretativo dei fenomeni reali, una miopia pericolosa sulle
dinamiche future. Di volta in volta si possono trovare le giustificazioni: l’embargo
nei riguardi della Russia, il mal tempo, la mancanza di ottimismo, ecc. ma poca
strada si farà con questo passo.
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