sabato 16 agosto 2014

Angelino Alfano: l’inconsapevole violenza del linguaggio

Diario 262



Angelino Alfano: l’inconsapevole violenza del linguaggio

“Vu cumprà” per indicare extracomunitari, termini usato dal Ministro degli Interni, Angelino Alfano, trova giustificazione nella registrazione del lemma nella Treccani (assunta, in una visione piccola borghese, come il monumento e l’Alta Corte della lingua e della cultura del paese, con il presupposto che ogni sostantivo, aggettivo o verbo registrato in questa opera possa essere usato impunemente).

Una giustificazione, quella del ministro, che gli permetterà di definire come puttane un gruppo di donne che manifesti per gli asili nidi. Più ricca, semanticamente, sarà la definizione che userà per un corteo sindacale contro la cancellazione dell’artico 18 dallo statuto dei lavoratori: una massa di puttane, cornuti e froci. Mentre un suo collega di partito, non consenziente, sarà definito icasticamente come uno stronzo. Tutti lemmi registrati dalla Treccani e quindi utilizzabili.

La realtà e che il Ministro Angelino Alfano è un imbecille (non se la prenda ministro e termine che si trova nella Treccani), mentre ci preoccupa che il suo violento linguaggio possa preludere ad atti di violenza più materiali

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