martedì 15 gennaio 2013

Diario 205



Diario 205
7-13 gennaio 2013

  • Ricchi e poveri
  • Monti fa i miracoli … elettorali
  • Il “candidato” Monti e la ricerca del … pareggio
  • Monti e i sindacati (la CGIL)  
  • L’alleanza dei ricatti, l’alleanza degli imbrogli
  • Citazioni: nel bene e nel male (Loretta Napoleoni, Barbara Spinelli, Mario Monti, Sante Versace, Redazione di Sbilanciamoci, Norma Rancieri, Jean-Paul Fitoussi, Paola Binetti, Rosario Crocetta)


Ricchi e poveri
Siamo contenti e soddisfatti: la borsa va bene e lo spread si abbassa. Ma perché dovremmo essere contenti? Perché i ricchi ricominciano a fare i loro affari anche alla Borsa di Milano; perché le aste dei titoli di stato vanno bene; perché lo spread va giù. Ma i “fondamenti” vanno male: inflazione al 4%, consumi ritornati a livello di trenta anni fa, disoccupazione 11%, disoccupazione giovanile supera il 37%, la cassa integrazione ha pagato 1 miliardo di ore, piccole imprese (e medie) chiudono, centinai di vertenze in piedi, tariffe in aumento, la povertà dilaga, i pensionati, e non solo loro,  non riescono ad arrivare a fine mese; ecc. Se guardiamo ai “fondamenti” non possiamo essere contenti, tutto va male, ma ci consigliano di guardare alla Borsa e … consolarci, con la pancia vuota.  È bello è tornata la fiducia per il nostro paese, cioè gli “investitori”  (figure misteriose) si sono convinti che il “paese” pagherà i propri debiti, nessuno propone il “fallimento” guidato. Ma è una fiducia mal posta quella degli investitori, un attuariale o un economista non offuscato da ideologia dirà che un debito come quello italiano è insostenibile, cioè insolvibile. Non è un caso che durante l’ultimo anno, l’anno dei “conti pubblici a posto” il nostro debito è cresciuto. 
Che strano paese il nostro: quando la Borsa andava male ci consigliavano di guardare ai “fondamenti” che, si diceva mentendo, resistono; oggi che sicuramente i “fondamenti” vanno malissimo ci raccomandano di guardare la Borsa che, per adesso, va bene. C’è sempre un punto di vista consolatorio, ma non è mai quello della maggioranza del popolo.

Monti fa i miracoli … elettorali
Che Berlusconi nella sua campagna elettorale sviluppasse il tema della riduzione delle tasse era cosa prevista e prevedibile, ma la sorpresa è che anche l’altro candidato di centro-destra Mario Monti ha sfoderato lo stesso tema, questo è un vero miracolo … elettorale. Fino ad una settimana fa, infatti, il Presidente del consiglio mentre riconosceva la necessità di un alleggerimento fiscale, affermava che nell’immediato non sarebbe stato possibile. Vestiti i panni del “candidato” ora si può abbassare l’IMU; si può evitare di aumentare l’Iva, ecc. Si tratta di miracoli elettorali; Monti non finisce di meravigliarci, ma se non volessimo meravigliarci basta non considerarlo più un “tecnico”, e riconoscergli  la natura di  politico della prima repubblica.   
Si sa che non sono un fanatico della diminuzione della pressione fiscale, questa non può essere, come più volte ho argomentato, considerata in sé, ma in relazione alle necessità dello Stato. Uno stato certo più efficiente, più efficace, trasparente e democratico, ma da questo bisogna partire. Pressione fiscale e spesa pubblica sono strettamente legati (e quest’ultima significa anche, non dimentichiamolo, servizi collettivi). La bandiera della riduzione delle tasse è una bandiera equivoca e di destra, avvantaggia solo chi sta meglio e peggiora chi sta peggio. Il tema vero non è quello della diminuzione del carico fiscale, ma quello della distribuzione progressiva delle imposte.



Il “candidato” Monti e la ricerca del … pareggio
È una strana situazione, tutti i capi partito aspirano a vincere le elezioni, anche Ingroia, ma poi fatti i conti si rendono conto che il vincitore non potrà che essere uno, e tutti si accontentano di svolgere un loro fondamentale ruolo in Parlamento. Monti fa eccezione: egli resta il candidato, Casini gli ha fatto credere e non aspettava altro che credere a questa favola, che chiunque vinca le elezioni palazzo Chigi è del Professore. Per essere sicuro sta facendo di tutto per il “pareggio” (la vittoria del  
Centro-sinistra solo alla camera ma non al Senato). In questo modo Bersani per avere i voti del centro dovrà cedere la presidenza del consiglio. Una strana pretesa: governerebbe chi ha perso le elezioni.
Ma è probabile che il pareggio non ci sarà e allora dovrà contentarsi (si fa per dire) di dare consigli, da non seguire, la sua poltrona di senatore a vita (anche il Quirinale ormai è perso).

Monti e i sindacati (la CGIL)  
Secondo la versione montiana destra e sinistra non esistono; sarà vero. Ma allora perché con determinazione vuole accreditarsi come un uomo autoritario e di destra? La democrazia è fatica, e dentro una democrazia stanno le “rappresentanze” e tra queste i sindacati, che non possono essere zittiti e tanto meno accusati genericamente di fare gli interessi contrari ai lavoratori. Ammesso e non concesso che possono sbagliare non possono essere … cancellati. Lei non ama la divisione tra destra e sinistra ma appare come un grande fautore della lotta di classe; ha preso la bandiera del padronato, delle banche, ecc. e dietro questi vessilli combatte contro i lavoratori e le loro organizzazioni. Più di destra di così non si può. Il giochetto di presentarsi come il difensore del paese non funziona; cosa è il paese? da chi è fatto il paese? Ci sono differenze di interessi all’interno di questo paese?

L’alleanza dei ricatti, l’alleanza degli imbrogli
Berlusconi ricatta la Lega: senza l’alleanza vanno in crisi le regioni Veneto e Piemonte. Maroni ricatta Berlusconi, senza l’alleanza la sinistra in Lombardia vince al senato. Il furbetto Maroni, per accontentare la sua base, chiede che Berlusconi non sia candidato premier, ma non lo è mai stato e non poteva esserlo perché fuori dalla sua portata elettorale, il furbo Berlusconi acconsente ma resta leader dell’alleanza, e candida Alfano (poverino), mentre Maroni candida Tremonti (odiato da Berlusconi). Il furbetto Maroni chiede l’impegno che l’alleanza si batterà perché il 75% del prelievo fiscale lombardo resti nella regione; il furbo Berlusconi acconsente, tanto sa che non se ne può fare nulla.
Una alleanza fondata su queste solidi base ideali e politiche reggerà? È probabile ma non certo. Se il loro disegno va in porto quello che ci guadagna e l’odiato (da Berlusconi e da Maroni) prof Monti. È giusto, nonostante quello che dicono giocano nella stessa squadra, maglie diverse ma interessi comuni.
Per Bersani-Vendola la partita senato in Lombardia è difficile, ma non impossibile, ma va combattuta con intelligenza e perseveranza, soprattutto con un riconoscimento chiaro di chi siano i contendenti e gli avversari politici (non solo Berlusconi e Maroni, ma anche Monti e Casini). 

Citazioni: nel bene e nel male

Loretta Napoleoni, da Democrazia vendesi, Rizzoli, 2013
“ Ancor prima di essere nominato presidente del Consiglio, Mario Monti aveva dichiarato che l’Italia doveva cedere parti di sovranità nazionale per uscire dalla sua crisi strutturale e di sistema. Più recentemente è andato oltre, e ha suggerito che all’Italia serviva una crisi economica indotta, che producesse in un gioco internazionale di politica economica destinato a sottrarle i diritti democratici. Come in Grecia, dunque, la crisi del debito sovrano sarebbe una sorta di manna del cielo. (…) Non serve essere un addetto ai lavori per comprendere che una situazione del genere non è sostenibile a lungo, e soprattutto che questo debito non potrà mai essere ripagato. (…) Di fronte a queste emergenze, il capitalismo non può più fare come se niente fosse. Un modello economico in cui l’individuo è una merce gestita dal mercato non è solo iniquo, ma inefficiente e pericoloso. Come abbiamo visto nel corso di questo libro, la colonizzazione interna e la cannibalizzazione dell’economia che oggi fa soffrire Eurolandia è il prodotto di questo sistema. Una vera unione deve rovesciare l’equazione uomo=merce e subordinare l’economia ai bisogni e alle esigenze della popolazione, non più del mercato, non più della finanza” (Avrei potuto fare molte più citazioni da questo libro. Ma spero di aver sollecitato la vostra curiosità. Si tratta di un libro molto utile, molto documentato, molto informato che fa capire molte cose.  Anche se le conclusioni non mi paiono completamente condivisibili, ne consiglio fortemente la lettura).

Barbara Spinelli, La Repubblica, 9 gennaio 2013                                             
“Forse per la sinistra è giunto il momento di togliere lo sguardo dall’Agenda Monti, di sottrarsi alla sua malia, di vedere le opportunità che sempre si annidano nei disinganni. Che il premier non sia un uomo sopra le parti, la sinistra ormai lo sa, lo vede. L’incanto s’è rotto. Monti salendo in politica è sceso dal piedistallo dove era stato messo, e questo dovrebbe spingere le sinistre coalizzate a concentrare tutte le forze, le attenzioni, su quello che hanno da dire e da offrire in proprio”.

Mario Monti, La Repubblica, 9 gennaio 2013                                            
“Non dico tutta ma una parte della sinistra che in teoria è contro le diseguaglianze sociali, nei fatti soffoca i meccanismi della crescita che sono basati sul mercato che funziona, su produttività, competitività, efficienza. (…) Non c’è nessuno italiano e credo nessuno europeo che abbia fatto altrettanto battaglie con successo contro i cosiddetti poteri forti. Microsoft e General Eletric non erano poteri deboli” (Insomma la crisi del nostro paese è colpa di una “parte della sinistra”, leggi Fiom e CGIL, che bella favola. Monti ha una idea “personale” dei poteri forti, i poteri forti sono un sistema colpirne uno può anche essere utile per il sistema, e come pensare di sconfiggere la mafia arrestando un mafioso. Forse è bene che il professor Monti torni a studiare).

Sante Versace, La Repubblica, 9 gennaio 2013   
“Ora li aspetto con serenità, senza pietismi, perché a Santo Versace devono una candidatura; ma li in alto, in cima in cima, eh: al primo o al secondo posto”  (La candidatura la vuole da Monti, perché è stato il primo a proporlo, perché è stato fondamentale a far cadere Berlusconi. Mi sa che soffrirà per mancanza di riconoscenza. Non è l’unico, ma non vorrei continuare con citazioni da delusi, speranzosi, e narcisi)                               

Redazione di Sbilanciamoci, in www. Sbilanciamoci.info, anche in Il Manifesto, 9 gennaio 2013
“Di fronte ad un’Italia in rotta, le elezioni non sono il momento per affermare identità irriducibili – l’azione dei movimenti è lo spazio per questa mobilitazione -, ma sono l’occasione per chiedere un cambiamento concreto, rilevante, fattibile. I margini per un cambiamento di rotta da parte di un governo di centro-sinistra sono stretti, ma non irrilevanti”.        

Norma Rancieri, Il Manifesto 12 gennaio 2013
“Ma davvero Santoro gli offriva questa meravigliosa, straordinaria occasione? Possibile che pur sapendo che il vecchio leader non aveva nulla da perdere, lo avrebbe accolto come l’ospite d’onore di Servizio Pubblico,  dentro un format pietrificato, fatto di servizi e ritorni in studio, di protagonisti scontati, di narcisismo allo specchio? Ma certo che sì, chi meglio dei duellanti poteva capire il valore di questo do ut des virtuale? La 7 incassava uno straordinario risultato di audience, Santoro un record personale. A Berlusconi un auditorium che nemmeno i suoi miliardi avrebbe potuto comprare” (si uno spettacolo indecoroso da cui è stata espulsa la politica)



Jean-Paul Fitoussi, Il Manifesto 12 gennaio 2013
“Sono pessimista perché cerchiamo di risolvere un problema economico, mentre siamo di fronte a un problema politico. (…) Le politiche condotte in Europa in tutti i paesi e quelle già approvate con le finanziarie del 2013 sono cattive politiche per rimediare ai problemi che contano di più per la gente, cioè la disoccupazione e il livello di vita. (…) Ci sbagliamo di obiettivo: l’obiettivo finale della società è il benessere, il lavoro, l’integrazione sociale, non il livello del deficit di bilancio”.

Paola Binetti, Corriere della Sera, 12 gennaio 2013 e Tgcom 24
“Le coppie gay non hanno alcuna garanzia di vincolo stabile” "Quello che mi ha sorpreso è che il magistrato abbia detto che non ci sono evidenze scientifiche nel fatto che un bambino cresciuto in una coppia non possa crescere bene. Ciò è sorprendente perché non abbiamo esperienze scientifiche in tal senso in Italia. In America dove invece sono maggiori i casi di bambini affidati a coppie omosessuali si capisce che invece questi bambini manifestano problemi come ad esempio una propensione al suicidio, ma questo non lo dico io sono le statistiche. Ci sono dati che dimostrano maggiori fragilità in questi ragazzi” (Non c’è da meravigliarsi che l’on. Binetti sia scatenata contro la sentenza della Cassazione. Ma quello che meraviglia e che la “stabilità” della coppia,secondo l’on. sia un fatto di “sesso”, non è chiaro su quale base statistica si fondi questa dichiarazione.  Inoltre il suo è un incitamento al suicidio? On Binetti si tratta di materia delicata che va trattata con attenzione e speranza, non con arroganza e semplificazione).

Rosario Crocetta, Presidente della regione Sicilia, Il Manifesto, 13 gennaio 2013
“Il provvedimento che ha adottato il governo siciliano sul Muos di Niscemi (sistema di comunicazione satellitare) è stato interpretato come una sfida nei confronti el governo Monti e persino degli USA.  (…) Come si può facilmente dedurre, la Regione siciliana non è entrata nel merito degli accordi internazionali, ma sospendendo i lavori dell’impianto ha esercitato soltanto le sue prerogative di legge in materia ambientale, intese a tutelare il diritto fondamentale alla salute dei cittadini; diritto prevalente rispetto qualsiasi accordo internazionale”.

Nessun commento:

Posta un commento