lunedì 3 dicembre 2012

Diario 199



Diario 199
26 novembre 2 dicembre


  • Salviamo gli italiani (2)
  • Taranto e l’Ilva.
  • Su tagli agli Ospedali
  • Monti, stratega di furbizia
  • Crisi de Il Manifesto
  • Per l’eutanasia legale
  • PDL, sfarinato
  • Citazioni: nel bene e nel male (Mario Monti, Luigi Martinelli, Marton Gyoengyoesi, Ignazio Marino, Guido Rossi)

Salviamo gli italiani (2)
Data la situazione la prima cosa da fare per salvare gli italiani è l’istituzione di un reddito di “sicurezza sociale”. I livelli di disoccupazione giovanile e no, sono tali che urge un provvedimento di emergenza che salvi tante famiglie e giovani da disastro sociale. Intanto si può istituire in forma emergenziale per due anni, nel mentre si potrà studiare una forma permanente di reddito di cittadinanza. A fronte dei tale reddito di sicurezza sociale si potrà chiedere un impegno per lavori socialmente utili.
Il secondo provvedimento riguarda i lavoratori in cassa integrazione, il loro sussidio potrà essere integrato impegnandoli in lavori socialmente utili, per esempio come la messa in sicurezza e a norma delle scuole di ogni ordine e grado. Mentre altre tipologie di lavori potranno essere individuati per i cassi integrati non adatti ai precedenti lavori.   
È impensabile che la situazione attuale si possa risolvere con un rilancio dell’economia secondo i canoni tradizionali, né con il cinismo del ministro Grilli, che a fronte delle drammatiche statistiche dell’Istat sulla disoccupazione, non ha avuto altre parole che “i dati erano previsti”, il che è una bella consolazione. 
In sostanza si tratta di assumere provvedimenti di emergenza (questa volta per gli italiani e non per la finanza internazionale) e di promuovere, contemporaneamente,  una forte mobilitazione di civile impegnando a svolgere un ruolo attivo direttamente a quanti saranno, anche se parzialmente, garantiti nelle loro condizioni di vita.

Taranto e l’Ilva.
Mi pare molto importante che la grave situazione di Taranto, della sua popolazione, dei lavoratori e dell’acciaieria sembra giunta in porto. Il condizionale è obbligatorio in questa vicenda, dove incertezze, furbizie, interessi (legittimi e illegittimo), posizioni ideologiche, ecc. l’hanno sempre fatto da padrone con risultati nulli.
Che la responsabilità totale sia dei proprietari Riva non è in discussione. Che questi padroni hanno in dispregio sia la popolazione di Taranto che i lavoratori dell’acciaieria è stato dimostrato da fatti e parole (le intercettazioni). Che i governi e le autorità locale in tempi diversi e con diversi livelli di compromissione hanno tenuto bordone alla direzione della fabbrica è noto. Solo la magistratura ha messo tutti in mora e ha dichiarato la fine del gioco. Ma la chiusura della fabbrica non può essere la soluzione.
Il Governo con un decreto legge sbloccherebbe la situazione (anche qui il condizionale, dato che la magistratura ha intenzione di sollevare il contrasto davanti alla Corte Costituzionale): rendendo operativa l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). In sostanza, detto sinteticamente, si tratta di avviare immediatamente il risanamento degli impianti e dell’ambiente senza bloccare la produzione. Il controllo della realizzazione del piano di risanamento sarà controllata da un “terzo” indipendente.
Giovedì sera il ministro Clini, nella trasmissione di Santoro, che ha spiegata il contenuto di questo decreto è sembrato convincente e credibile.
Tuttavia ci sono delle perplessità. Da una parte i proprietari sono impegnati a fare gli investimenti necessari e a realizzare le indicazioni precise dell’AIA, pena l’esproprio. Questa sembrerebbe una presa di posizione drastica e di garanzia, ma contemporaneamente il Consiglio dei ministri ha escluso una nazionalizzazione. Che significa questo, che si espropria e si cerca un compratore? E se l’acquirente tarda a venire che si fa, o se non si trova proprio l’acquirente che succede?  Queste incertezze finiscono per annacquare un po’ la parte forte del provvedimento. Comunque un passo è stato fatto       
Non si può non essere soddisfatti, fermo restando le perplessità, dell’indirizzo seguito,  fermo restando che andranno perseguite le responsabilità del passato, per i lutti procurati alla popolazione di Taranto e ai lavoratori dell’Ilva.   
    

Su tagli agli Ospedali
Da parte di Angelo.
Credo non sia accettabile che Monti possa impunemente dire ogni cosa che gli passa per la testa con la convinzione che a lui tutto sia permesso.
Mi riferisco all'ultimo intervento di questo vecchio vanesio primo ministro appioppatoci
dal presidente della Repubblica.
Il primo ministro ha detto che così com'è la sanità pubblica non può andare avanti
e che saranno necessari interventi finanziari correttivi; non si capisce se sotto forma di incrementi,
i quali toglierebbero qualcosa ad altri o di tagli, che è la forma preferita e più facile da
attuarsi.
Bene illustrissimo signor Monti non voglio stare zitto e non voglio assumere la parte del
cittadino che comprende la necessità di manovre economiche annunciate con tanta gravità di
toni come se nel pronunciarle lei soffrisse le stesse pene che soffriranno i suoi sudditi. No non voglio stare zitto e voglio dirle, anzi gridare, che io e spero tutti i cittadini italiani accetteremo i tagli che lei vorrà imporre nella sanità e nella scuola ad una sola condizione: che sanità e scuola siano uguali per tutti i bambini da zero a 16 anni, e che nessuno in quella età possa godere dei soldi dei padri, e sarà fatto obbligo di frequentare la scuola pubblica e servirsi degli ospedali pubblici. Perché, potremmo accettare che un adulto possa essere ricco perché più bravo, più intelligente, più meritevole o forse semplicemente più fortunato o probabilmente solo ladro, ma non possiamo
accettare che un bambino, debba pagare o essere vergognosamente favorito per la condizione che i padri hanno raggiunto o non potuto o voluto raggiungere.
Quindi o la sanità e la scuola sono uguali per tutti i bambini o niente.
I bambini non si violentano e si uccidono solo da parte dei pedofili ma anche di governanti
senza scrupoli e senza valori umani.
Potrò accettare la sua faccia seria e compassata quando le decisioni che prenderà o meglio
Prenderete, colpiranno, e non a parole, pure i vostri figli e i vostri nipoti.

Monti, stratega di furbizia
Si candida, non si candida; sfogliare la margherita è operazione inutile. Cerchiamo di ragionare con la testa di Monti.
Monti vuole continuare ad essere utile al “paese europeo” (come lui stesso afferma); è certo che la sua preferenza sia per palazzo Chigi, ma si contenterebbe (sic!) anche del Quirinale. Per realizzare questo obiettivo pensa all’appoggio di Bersani e del PD. Qui c’è un primo problema che lo angustia: che “tono” assumerà il programma di Bersani data l’alleanza con Vendola? Contemporaneamente ma pensa (o dovrebbe pensare)  che Bersani sia più flessibile di Renzi, che si deve dare una faccia e un vestito (ma forse non è così). Bersani dice che Monti è una risorsa per il paese ma non va oltre, un po’ poco per il professore. Candidarsi con il centro è un rischio, presunzione a parte, forse Napolitano l’ha convinto che prendere voti non è facilissimo. Tuttavia si tratta dello schieramento montiano senza se e senza ma (come si dice), di questo Monti vorrebbe  tenere conto. Forse pensa di risolvere il problema con un appoggio esplicito senza candidarsi. Ma anche in questo caso un risultato modesto di questo schieramento lo coinvolgerebbe. Inoltre i centristi/moderati delle due liste sperano un “uso” diretto di Monti alle elezioni per il suo potere di attrazione di voti (sopravvalutato) e Casini non lo vuole al Quirinale (per ovvi motivi di interesse).
Penso che non si candiderà, nonostante l’affermazione che la scelta sarà sua e personale (ma va?) anche sentendo i suggerimenti e consigli del Presidente della repubblica.   Non si candiderà ma soffrirà, convinto che un suo coinvolgimento diretto sarebbe l’asso per la vittoria;  farà campagna elettorale (più o meno manifesta). Inoltre qualsiasi cosa scelga il pentimento è alle porte.
Lascerà  il paese ancora sulla corda, ma vuole fortissimamente vuole palazzo Chigi (lo chiedono i suoi amici europei), ma credo che si stia convincendo di giocare ai due cantoni, magari pensando che la piazza del Quirinale sia più facile da raggiungere (forse, si illude).
Potrò sbagliare, sicuramente sbaglio, ma ho l’impressione che la stella di Monti sia al tramonto, troppi applausi, troppi riconoscimenti, troppa … indispensabilità.  

Crisi de Il Manifesto
Alla fine non ha resistito, anche Rossana Rossanda ha lasciato Il Manifesto. Questa è un colpo, forse definitivo. Una tragedia, in un certo senso si, non per l’abbandono di Rossanda ma anche per  le ragioni che hanno portato a questo. Lo stillicidio di abbandoni continua.
In un intervento che avevo mandato nel dibattito che si era aperto, ma non pubblicato, come di consueto scrivevo:
La “mia” sinistra cincischia anch’essa con il “nuovo” (che avanza e ci porta indietro), si frantuma (secondo tradizione), in parte pare affascinata finanche dal populismo (che, ovviamente, reinterpreta) e rischia di perdersi. Ha bisogno di alimento. Se il giornale deve continuare ad essere utile, forse più utile, non si tratta tanto di trasformarlo in un bunker o in uno stadio “plurale”, ma in uno strumento di critica del presente (anche del presente amico) puntuale, preciso e collocato in una prospettiva futura. Non tutto il nuovo è buono, non tutto il vecchio è inservibile. O il giornale è questo crivello, senza paura di chiusure e di aperture, o non vale la pena.
Forse si è deciso che non vale la pena.
Io capisco Rossana e sono molto solidale con lei, capisco le sue ragioni e quelle di altri le condivido. Da parte mia non c’è bisogno che dichiari di essere fuori. Sono stato molto spesso un ospite non gradito. Non busserò più.

Per l’eutanasia legale
Non credo che ci si riuscirà con una proposta di legge popolare a far approvare una legge che renda possibile e legittima l’eutanasia. Provare, tuttavia, conviene. Ciascuno deve essere libero di decidere come e quando morire senza bisogno di scelte traumatiche per chi resta. Quello di morire è un diritto pari a quello della vita.  
Per informazioni e partecipazione:  www.eutanasialegale.it


PDL, sfarinato
Il popolo della libertà PDL sembra, non sembra, è ormai sfarinato, frantumato, ma la cosa che più impressione, è ormai il nulla. Il suo peso politico è ridotto o molto poco ma può ancora fare danni, come sulla legge elettorale.
Berlusconi, la sua famiglia, le sue aziende e la sua squadra di calcio, riflettono, pensano, pare, ad un rilancio di Forza Italia, o anche ad una nuova sigla, che potrà allearsi con le diverse liste (prima tra tutte Alleanza nazionale) che potranno nascere dallo sfarinamento del PDL. Disegno ambizioso quanto inconsistente. Ma che ci importa.
                                                  
Citazioni: nel bene e nel male

Mario Monti, Corriere della Sera, 28 novembre 2012
“Le proiezioni di crescita economica e di invecchiamento della popolazione mostrano che la sostenibilità futura dei sistemi sanitari, incluso il nostro servizio nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento  e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni” (In questa che sembra una banalità ed invece è una minaccia ci sono alcuni aspetti oscuri. La spesa sanitaria pubblica in Italia è inferiore di circa un punto percentuale di Pil rispetto alla media UE e lo sarà di meno di un punto e mezzo al 2060. Ma la domanda è come fa il professor Monti a fare una previsione del PIL al 2060, dato che non riesce a fare previsioni al 2013? Il presidente Monti si è trasformato da “tecnico” in un agitatore. Che il servizio sanitario meriti una riorganizzazione non ci sono dubbi, il problema è l’obiettivo che tale riorganizzazione si pone: se fosse quello del “risparmio” di risorse sarebbe un disastro, se fosse quello della salute dei cittadini e dell’efficaci del servizio sarebbe un bene e forse si farebbero anche dei risparmi. Ma a Monti pare interessare solo e sempre il risparmio da trasferire a banche e finanzieri)

Luigi Martinelli, (primario a Niguarda), La Repubblica, 28 novembre 2012
“Se lasciamo fare tutto a tutti, come negli anni passati, il collasso è prevedibile. Ma se eliminiamo gli sprechi e razionalizziamo la spesa sanitaria possiamo evitarlo. Anche perché il privato non è la soluzione. E chi pensa di risparmiare così sbaglia”.

Marton Gyoengyoesi, (deputato ungherese) La Repubblica, 28 novembre 2012
“ E’ ora di censire gli ebrei viventi nel nostro paese, facciamo liste almeno di quelli che lavorano nel governo e per il parlamento, sono un rischio potenziale per la sicurezza della nazione”. (che ci sia qualcuno che possa formulare queste proposte non meraviglia, stupide e razzisti stanno nel nostro orizzonte,  quello che fa scandalo è la modesta reazione del parlamento Ungherese e  la nulla reazione della UE. Quest’ultima interviene sull’economia e l’ambiente ma sul razzismo gira la faccia. Pericolo.)

Ignazio Marino, La Repubblica, 29 novembre 2012
“E’ un atto gravissimo (il ricorso contro la sentenza della corte europea che ha bocciato la legge 40). Sarebbe sorprendente che un governo tecnico ed europeista in economia non fosse altrettanto tecnico e europeista quando ci sono da tutelare i diritti e la salute delle persone e, anzi, agisse in danno dei cittadini poveri. Questi in caso  di ricorso si vedranno discriminati nel loro desiderio di maternità e paternità, mentre i più ricchi  potranno rivolgersi  alle cliniche per l’infertilità  degli altri Paesi europei e avere l’assistenza che la legge 40, ed ora anche l’iniziativa del governo, nega loro in Italia”. (Governo tecnico ed europeista a corrente alternata ma dipendente dal Vaticano in continuità)

Guido Rossi, Il Sole 24 ore, 2 dic2mbre 2012
“Nell’attuale economia globalizzata lo Stato, come suggeriva Federico Caffè, dovrebbe essere 20ccupatore di ultima istanza”, creatore quindi delle qualificazioni o riqualificazioni professionali dei giovani, ad evitare sconforto e miseria. I pur necessari tagli imposti dal fiscal compact, dalla spending review, e da qualche altro diavoleria, non possono essere più indiscriminati e qualunque programma di governo, se non vuole condurci a una miseria irreversibile, deve operare accurate revisioni e selezioni nei tagli e nella politica fiscale e proporre concreti investimenti a difesa dei diritti umani dai quali solo può venire crescita, non più asimmetriche disuguaglianze, e futura dignitoso per le nuove generazioni”.

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