Diario 198
12 – 25 novembre 2012
ñ Salviamo
gli italiani
ñ Accordo
sulla produttività
ñ
Manifestazioni e violenza
ñ
Verso la terza Repubblica
ñ Napolitano
salva Monti
ñ Scuola,
Università e analfabetismo
ñ Governo
e Chiesa
ñ Tornano
i derivati
ñ
Citazioni:
nel bene e nel male (Susanna Camusso,
Luca Cordero di Montezemolo, Mario Monti,
Nichi Vendola, Nicola Rossi, Carlo De Benedetti,Stefano Rodotà,Franco
Frattini, Sandro Bondi)
Salviamo gli italiani
Basta con la retorica di “Salva Italia” e di tutti i suoi
derivati, alla vigilia dell'elezioni politiche è necessario un
progetto/programma salva italiani; un progetto/programma che metta al
centro non un'astratta Italia (che puoi ha significato, qualsiasi cosa
raccontino, salva finanza), ma una
concreta popolazione di giovani, di precari, di disoccupati, di
pensionati, di famiglie in sofferenza sociale, di malati abbandonati, di
esodati, di licenziati. Un programma che punti sulla crescita economica
(aggiornata, innovativa, verde, sostenibile, come si vuole), sulla formazione qualificata,
sulla difesa dei diritti di cittadinanza, sulle istituzioni pubbliche, sulla
salvaguardia dei diritti individuali.
Nessuno è contrario ad un simile programma, anche Monti
potrebbe dirsi d'accordo, ma poi molti, Monti e i suoi ministri soprattutto, ci
direbbero che mancano le risorse. Bene partiamo da qui (e mi scuso se
ripeterò cose già scritte altre volte).
Quello che ci fa mancare le risorse sono sostanzialmente
quattro fenomeni: il debito pubblico; l'evasione fiscale; la corruzione; lo
squilibrio nella distribuzione del reddito. Ma non si tratta di “castighi di
Dio”, ma più semplicemente di questioni che hanno necessità di scelte politiche
che un governo progressista dovrebbe fare; niente rivoluzione, non è ancora
tempo, ma semplici (si fa per dire) provvedimenti che siano in linea con la
messa a disposizione di risorse per salvare gli italiani.
Nessuno pare disposto ad annullare il debito pubblico: siamo
dei signori rispettabili, Monti ci ha reso tali e il debito dobbiamo pagare. Ma
come anche un cretino capirebbe, non siamo in grado di pagare gli interessi,
restituire quanto prestatoci e ridurre
insieme il nostro debito al 60% del PIL, come ci ha imposto la UE. Il prestito
fatto all'Italia è stato un cattivo affare, gli investitori dovevano saperlo,
inoltre il paese ha altri debiti verso i propri cittadini (pensioni, per
esempio), allora?dobbiamo liberarci dallo spread che condiziona i nostri tassi
d'interesse. Una via semplice è quella di legiferare affinché tutti i titoli di
stato siano rinnovati automaticamente per lo stesso periodo. Non
quindi un esproprio ma solo un prolungamento, tenendo conto che gli stessi
titoli rinnovati possono essere trattati sul mercato (forse perdendoci
qualcosa, certo, ma è il costo per un
cattivo investimento). Lo Stato pagherà gli interessi su tutti i titoli
calcolati come media semplice di tutti i tassi pagati dai paesi della UE su
ogni tipologia di titolo. Lo stato rimborserà la quota di titoli secondo le
disponibilità dell'avanzo di bilancio una volta soddisfatti i bisogni di “salva
italiani”.
Per combattere l'evasione fiscale mi pare che gli strumenti
necessari sono oggi disponibili (bisogna allargare gli accordi con gli altri
Stati sui depositi nelle rispettive banche). Tali strumenti andranno applicati con
ferrea volontà, che non è persecuzione fiscale, ma semplice “sollecitazione” di
onesta pubblica. Si fa qualcosa ma bisogna attivare strumenti per evitare
l'espatrio dei capitali. Pare che una famiglia su 5, cioè il 20% evada, e tempo
di finire questa storia.
Combattere la corruzione è tutto da fare perché il governo
dei tecnici ha solo scherzato. Si tratta di inserire non solo nuove modalità di
indagine e nuove fatti specie di reato, ma anche di inasprire le pene, e
introdurre l'esproprio dei beni (anche nei casi di inconsapevoli regalie, vedi
caso Scajola, ma non pare sia l'unico). Combattere la corruzione è un tutt'uno
con il combattere anche la criminalità organizzata.
Per quanto riguarda la distribuzione del reddito la leva
fiscale è lo strumento principale,
accompagnate con una grande battaglia culturale che chiarisca che le enormi
remunerazioni non sono di merito ma di potere (tanto per fare un esempio
l'enorme remunerazione di Marchionne non paga il suo merito ma il suo potere di
distruggere l'industria italiana dell'auto e non solo). Qui ci vogliono nuove
regole fiscali, molti dei benefizi che i grandi manager ricevono sfuggono ad
ogni controllo fiscale. Un adeguamento delle aliquote fiscali, innalzando
quelle quelle dei redditi più alti, deve essere presentata non come un
contributo di solidarietà temporale, né come un modo per fare cassa, ma come
l'applicazione di un principio di equità.
Così come l'IVA per i generi di lusso andrebbe modulata in modo più articolata
e variabile a secondo l'entità del valore dell'acquisto (un anello con un
brillante avrà un IVA, ma una collana di
brillanti e smeraldi ne avrà un'altra
più alta). Prendiamo le mosse cher la metà delle pensioni non arriva a 1.000 €
al mese.
Tutto questo metterebbe a disposizione rapidamente e
risorse utili per salvare gli italiani, sugli indirizzi di tale spese (cosa non
da poco) ne parleremo la prossima settimana.
Accordo sulla produttività
Accordo separato, ormai è una tradizione, la CGIL non firma,
bene. Il contratto nazionale ridimensionato e pronto a sparire. Doppio livello
di contratto, ma questo è il meno, l'operazione è ricattatoria, per godere
dell'alleggerimento delle imposte sulla
busta paga sulla parte aziendale, Forneno e Passera hanno preteso che fosse
introdotto nell'accordo la possibilità del demansionamento, cioè il
passaggio ad una mansione inferiore, e della flessibilità degli orari. Non è
più il salario una variabile ma lo
diventa il lavoratore.
Manifestazioni e violenza
La settimana scorsa in tutta l'Europa meridionale ci sono
state più o meno grandi manifestazioni. Lo scandalo è stato individuato nella
“violenza”: non si è manifestato democraticamente, silenziosamente e
ordinatamente. Ovunque, più o meno duri, scontri con la polizia, da Barcellona
a Milano, a Roma, a Madrid, ecc.
La protesta è stata indirizzata ai governi, incapaci di
combattere la speculazione finanziaria, se non pagando e tosando i cittadini, e
ai simboli del capitale finanziario (banche, soprattutto).
La rabbia e paura dei giovani per il loro futuro e presente,
la rabbia e paura dei lavoratori con o già senza lavoro, si è espressa con un
tasso di violenza molto inferiore alle sue “potenzialità”. Non si tratta di
fare l'elogio della violenza, ma di avere consapevolezza dello stato delle cose.
I governi dei paesi in crisi finanziaria e in recessione, come il nostro,
quello spagnolo e portoghese e domani quello francese e tedesco, hanno davanti
a loro due strade, o provvedimenti che soddisfano i bisogni della popolazione,
la crescita economica, la salvaguardia dei diritti, sacrificando la finanza, o
la repressione sempre più dura. Ma
questa seconda strada fino a quando potrà reggere e fi8no a quando la
sopporteremo?
Verso la terza Repubblica
Il cammino pare segnato, addirittura si lanciano manifesti,
andiamo verso la terza repubblica.
Che i promotori sperano sia come la prima: egemonizzata da
una sorta di neo-DC, hannoanche trovato il loro De Gasperi in Mario Monti. A
questo lavorano Casini, Montezemolo, il cardinale Bertone, la Cils, o almeno il
suo segretario, ecc.. Ma la nostalgia
non è mai buona consigliera. Il tempo scorre, la chiesa conta meno, il
PD non è il PSI, i giovani non sanno ma hanno capito.
Un disegno tanto povero quanto meschino, tanto inattuale
quanto indeterminato. Il programma è l'agenda Monti, per altro oggetto
misterioso nei suoi appuntamenti che non sia il rigore suicida.
Mi pare già difficile che i protagonisti si possano mettere
d'accordo, mi pare impossibile (ma forse sbaglio) che possa avere un
significativo appeal politico/elettorale, mi pare che si punti ad un moderato
successo per ragioni di potere. Meschinità, nonostante le frasi rituali e
rimbombanti sulla necessità di salvare l'Italia (degli italiani a questi non
interessa).
Napolitano salva Monti
Il presidente della Repubblica, per ragioni politiche e
forse anche per affezione personale, ha salvato Monti dall'errore che questo
stava commettendo. La sua dichiarazione di incanditabilità elettorale
del prof. Monti, perché già senatore a vita, è stato un salvagente.
Che Monti non si potesse presentare è dubbio, ma è certo che
essendo il professore in procinto di farlo (per vanità e presunzione),
Napolitano gli ha evitato la morte politica, mentre per Napolitano il
professore potrebbe ancora essere utile.
Una lista con capolista Monti, avrebbe avuto, di fatto,
bando alle illusioni, un buon successo ma non tale da farlo risultare esaltante
tanto da farne il continuatore di se stesso. Di fatto una sconfitta, che lo
avrebbe ridotto a livello di Cicchito o di qualsiasi altro deputato (addio
salvatore della patria).
Certo un lista che sbandiera Monti ci sarà, ma senza Monti e
senza neanche il suo beneplacito, il massimo che potranno sventolare sarà la
famosa agenda.
In questo modo Monti sarà, come si dice, una risorsa buono
per somministrare altre quote di rigore agli italiani. Potrà ascendere, nel
dissenso della maggioranza degli italiani al colle più alto (un sogno che non
aveva mai fatto) e che nonostante la sponsorizzazione di Bersani non è certo
che possa realizzarsi, poiché gli aspiranti palesi e nascosti sono tanti.
Scuola, Università e analfabetismo
I giovani continuano a protestare per la insostenibile
situazione della scuola e dell'università. Non c'è che essere partecipi di
questa protesta. Università e scuola sono ridotti al lumicino: tagli continui,
biblioteche parzialmente chiuse e comunque prive di acquisti, professori
taglieggiati. Riduzione dell'offerta didattica, ormai i fondi annuali di
finanziamento vanno per il 90% agli stipendi, questo vuol dire che non resta
nulla per la ricerca, la manutenzione, l'acquisto di libri e riviste, le
attrezzature di laboratorio, ecc.
Ma quando parlano di rilancio economico i nostri ministri
tecnici a cosa pensano, a si, all'artigianato e all'agricoltura (tradizionale).
L'innovazione dove dovrebbe stare?
Il governo, con i suoi ministri tecnici, si gingilla con
l'agenda digitale, chiudendo gli occhi sulla situazione di alfabetizzazione
della società italiana. Qualche anno fa, la situazione oggi potrebbe essere
peggiore, l'OCSE ha condotto una indagine internazionale sulle conoscenze
linguistiche utile e necessaria alla vita sociale, in Italia, tra la
popolazione compresa tra 16 e 65 anni, il 46% si trova al livello minimo, il
35% al livello intermedio e solo il 19% a livello buono. Tullio De Mauro riferendosi ad una indagine del CEDE ci
informa che più di 2 milioni di adulti sono analfabeti, circa 15 milioni sono
semianalfabeti, e 15 milioni sono ai margini minimi di comprensione di un
testo, di un documento, di una indicazione, di un articolo di giornale. “Il 70%
degli italiani non possiede le competenze per orientarsi e risolvere attraverso
l'uso appropriato della lingua italiana situazione complesse e problemi della
vita quotidiana”.
Paolo di Stefano (La Lettura, del 25 novembre)
osserva: “Sono numeri che, in una condizione economica ordinaria (e in un Paese
consapevole), farebbe scattare subito l'emergenza sociale”.
Ma non siamo un paese consapevole, o meglio i nostri
governanti non sono consapevoli, e non si esce dalla situazione di crisi se non
affrontando di petto la questione della formazione, dell'acculturazione della
popolazione. Altro che informatica, o meglio come insegnava Don Milani, non
vogliono diffondere cultura e sapere per conservare il potere.
Ecco un tema del programma salviamo gli italiani per
il prossimo governo.
Governo e Chiesa
Ben fatto ministro Grilli, non avevamo dubbio sulla sua
subalternità (e anche inefficienza). Il suo regolamento sull'IMU sul patrimonio
della chiesa in sostanza da una parte esonera e dall'altro da delle indicazioni
che spingeranno a non pagare creando una situazione di caos. Un governo così
liggio verso la UE su questo terreno fa orecchie da mercante, e ancora
disattese le correzioni chieste dal Consiglio di stato. Il governo è generoso
con la chiesa ma non con gli esodati, i precari, e in generale i cittadini
italiani. Questi, in molti casi, per visitare una chiesa devono pagare il
biglietto, ma si tratta di un luogo di culto o di un'attività economica (Book
shoop compreso?).
Qui la fede di Monti, Grilli e compagnia cantando non
c'entra niente, credano quello che vogliano ma non possiamo sopportare
favoreggiamenti.
Tornano i derivati
Il Sole 24 Ore, di domenica informa che negli USA sono stati
rilanciati i derivati che tanto sconquasso avevano determinato. Come dire mai
perdere il vizio, tanto c'è sempre qualcuno che ti ripara il pelo.
Ma non è problema solo USA, anche in Europa la Deutsche Bank
ne ha lanciato uno da 754 milioni dio sterline, e un altro dalla Royal Bank of
Scotland.
Secondo il quotidiano il punto debole è che “a valutare i
prodotti finanziari sono sempre agenzie il cui rating viene pagato dalle stesse
banche interessate”, ma non non posso crederci.
Ora si teorizzerà che con un trattamento accorto si tratta
di strumenti adatti a combattere la depressione economica, sono pronto a
scommettere.
Citazioni: nel bene e
nel male
Susanna Camusso,
Il Manifesto, 15 novembre, 2012
“Un anno di disastri e di non risposte al mondo del lavoro.
Il governo toglie fiducia e speranza ai giovani. E non ci venga a raccontare
che c’è luce in fondo al tunnel perché nei mesi che abbiamo di fropnte
aumenteranno problemi e disoccupazione.”
Luca Cordero di
Montezemolo, Corriere della Sera, 18 novembre 2012
“Noi non chiediamo oggi al premier di assumere la leadership
di questo movimento politico, perchè pregiudicherebbe il suo lavoro, e non ce
lo possiamo permetter, ma vogliamo dare fondamento democratico e elettorale al percorso iniziato dal suo
governo per proseguirlo anche nella prossima legislatura” (nella Terza Repubblica l’ipocrisia la fa da padrona e il linguaggio
sarà quello della prima Repubblica)
Mario Monti, La
Repubblica, 19 novembre 2012
“Non posso garantire per il futuro” (mai il presidente del Consiglio aveva fatto un attacco così netto ai
partiti, proprio nel momento in cui Montezemolo lancia una lista che Monti
potrebbe guidare. Insomma il presidente ci ha preso gusto e lascia l’ironia
inglese (sic!) per l’attacco napoletano. Nella migliore tradizione ha corretto
l’interpretazione delle sue parole; ti pareva)
Nichi Vendola, La
Repubblica, 19 novembre 2012
“Sono convinto che domenica ci sarà una grande sorpresa. La
sorpresa sarò io. Mi do vincente”
Nicola Rossi, (già
deputato del PD ora con Montezemolo) Corriere della Sera, 19 novembre 2012
“Io penso di si (che
la lista di Montezemolo possa contendere il premio di maggioranza a Bersani e a
Grillo), perché ha fondamento in un momento particolare del paese, in cui
pensare che l’Italia possa cavarsela non basta. Non si esce dalla crisi
proponendo una soluzione interna … Nelle parole di Vendola e di molti del PD
che vogliono rottamare l’agenda Monti vedo un programma antitetico. Pensare che
gli elettori siano pacchi postali è un’idea
sbagliata e offensiva. A chi ha votato
il referendum sciagurato sull’acqua o è scesa in piazza contro la riforma delle
pensioni non si può dire abbiamo scherzato” (per
chi si appella alla coscienza civica parlare di un referendum sciagurato pare
un paradosso, non è l’unico).
Carlo De Benedetti,
La Repubblica, 20 novembre 2012
“Sul Quirinale ho una fantasia: mi piacerebbe una donna” (è
una fantasia che abbiamo in molti, ma la donna cambia. Tra le più gettonate la
Bonino, a me non gradita perché iperliberista, la Rosy Bindi, è da me preferita
anche se cattolica e se ha commesso qualche errore di troppo; non parliamo
della ……… che sconfitta a Palermo è fuggita. Nella realtà il più probabile è un
maschietto: Monti)
Stefano Rodotà, Pubblico, 20 novembre 2012
“Senza l'uguaglianza, senza quel capolavoro che nella
Costituzione è rappresentato dall'art. 3, i diritti non ci sono. Mentre oggi
rischiamo di tornare ad una forma di cittadinanza censitaria, come
nell'ottocento”.
Franco Frattini, Corriere della Sera, 22 novembre
2012
“Non lo definirei (Monti) un premier tecnocratico, ma un
primo ministro con una visione per il futuro dell'Italia” (che caro ex
ministro; lo vede bene, ma ha una visione per il futuro degli italiani?)
Sandro Bondi, La Repubblica, 25 novembre 2012
“Chi aveva pensato di costruire un nuovo centro destra senza
o contro Berlusconi non solo è uno smemorato dal punto di vista morale, ma è
soprattutto un velleitario dal punto di vista Politico” (L'innamorato Bondi
non poteva dire di meno, a parte l'oscuro significato dello smemorato morale.
Torna in campo “penso io”, povero Berlusconi il suo velleitarismo è patologico,
cosa pensa di fare, quale popolo pensa di trascinare? Ma!, sarà uno dei tanti
di Montecitorio, come dire un Bondi qualunque, e gli verrà la depressione. Non ha
neanche il vantaggio di evitare l'eventuale arresto perché data l'età
difficilmente varcherà il portone di un carcere. Né gli riuscirà di introdurre
il quarto livello di giudizio. Ma, misteri della vanità e velleità.)
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