Diario
184
30
luglio 5 agosto 2012
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Manovre
di ferragosto
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Le
borse, le strategie, le altalene
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Bersani
e il patto dei progressisti
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Il
doppio pasticcio siciliano
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Le
elezioni e il Presidente della repubblica
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Citazioni: nel bene e
nel male (Luciano Gallino, Mario
Monti, Mario Monti, Pier Ferdinando Casini, Lanfranco Turci, Antonio Catricalà, Ernesto
Galli Della Loggia, Vincenzo Visco, Guido
Rossi)
Manovre di ferragosto
Certo
che posso sbagliare, ma forse intorno a quello che si sta muovendo in questo
periodo c’è una, o forse più di una, logica.
Monti
sta facendo di tutto perché l’Agenda
Monti non sia una possibile opzione ma un vincolo per il prossimo governo.
Sicuramente a beneficio del … paese. Per fare questo non è marginale l’Europa
con i suoi vincoli e aiuti. Per Monti è importante perché in questo caso lui
sarebbe libero, se chiamato, a salire nel Palazzo più alto. Un bene? Un male?
Ma le alternative ? (Il perenne Amato, l’ambizioso D’Alema, il giovane Casini,
per non parlare di Berlusconi. Personalmente, nonostate il pasticcio
dell’ultima Assemblea del PD, io tifo Bindi).
Casini,
che a quel palazzo punta con determinazione, spera non tanto suall’Agenda
Monti, ma piuttosto ad un secondo Monti, che lascerebbe libero il più alto
Palazzo. La lista “per Monti” ancora presto per vedere la luce ha, soprattutto,
questo scopo.
Bersani-Vendola,
vogliono vincere le elezioni, candidarsi al governo (non facciamo domande
insidiose sul programma; è … presto?). Nel qual caso la riconoscenza verso
Casini non potrà essere messa in discussione da ambizioni interne o da
premialità per Monti.
Questi
schemi così lineari hanno delle contraddizioni: la linea di governo
Bersani-Vendola per vincere deve mettere in campo un programma del dopo …
Monti, in contrasto quindi con Casini. Quest’ultimo riuscirà a “unificare” i
moderati, e se fosse così quale prezzo dovrebbe pagare in termini di
organigramma di potere?
Monti
ha o non ha ambizioni? E i suoi uomini?
Forse
se tenessero sotto gli occhi gli interessi del paese, dei suoi disoccupati, dei
giovani, ecc. ecc. tutto potrebbe essere più facile.
Le borse, le strategie, le altalene
Nessuno può credere che l'altalena
costante delle Borse, spread compreso, sia il frutto della fiducia o sfiducia
che le parole di Monti, Draghi, Merkell, ecc. di volta in volta determinano. Secondo
questa versione ondate di fiducia o di sfiducia dei singoli investitori
determinano l'andamento della Borsa. Una visione che mette insieme da una parte
lo schema classico del "libero mercato" (dove nessuno può influenzare
i prezzi) con un po’ di psicologia d'accatto. La Borsa, possiamo convenire, si
muove secondo strategie complesse e non trasparenti, ma spesso intellegibili ai
più, di grandi investitori che fanno i ... loro affari in un mercato
assolutamente non libero.
Le strategie di Borsa sono
assimilabili a quelle degli scacchi che non consistono nel cercare di capire
quello che viene detto o che viene fatto con certe mosse. Si dà per scontato
che i fini sono conformi agli interessi della parte avversa o comunque diretti
a danneggiare gli interessi dell’avversario.
Negli scacchi, chi gioca, si limita (per modo di dire) a prefigurarsi
tutte le prossime mosse dell' avversario e a preordinare le proprie. Le Borse
non sono un luogo democratico dove si sommano i liberi diversi comportamenti
nascenti dall' interpretazione di fatti e parole, sono luoghi dove chi è in
grado di smuovere forze capaci di influenzare, opera proprie mosse, le applica
e poi controlla se tutto il mercato o quanto del mercato si è mosso o meno
nella direzione voluta.
Proviamo
a ragionare come se i principali "giocatori" in borsa appartenessero
a due squadre, la prima che chiamiamo "investitori", alla ricerca di buone occasioni di rendimento e
di salvaguardia del capitale (per esempio fondi pensione), questi si, forse,
dipendenti da punti di vista di breve momento che possono essere influenzati da
parole di fiducia. I secondi che chiameremmo "speculatori", alla
ricerca di occasioni, anche rischiose (ma ormai non più, dato che i governi di
tutti gli stati li garantiscano), in grado, a partire dalle moltissime risorse
di cui dispongono (molto superiori a quelle della Banca europea), di creare
delle occasioni di speculazioni e di realizzarle.
Detto schematicamente, senza bisogno di accordi, gli uni sono funzionali agli
altri: gli investitori fanno andare bene le borse che sono l'occasione per la
speculazione. Questi deprimono le Borse che sono una buona occasione per i
primi.
La
moltiplicazione delle borse, che aprono e chiudono in orari diversi, per ovvi
motivi, sono il terreno propizio per l'esecuzione di queste strategie.
Bersani e il patto dei progressisti
La
“carta d’intenti” lanciata da Pier Luigi Bersani ha delle cose condivisibili,
ma è acqua fresca sulla crisi, anzi peggio. L’affermazione circa la
condivisione del governo “dell’emergenza finanziaria”, tradotta in chiaro,
significa l’accettazione dell’Agenda Monti. Se questa traduzione risultasse
fedele siamo all’approfondimento della crisi. Non c’è un’emergenza finanziaria, c’è la necessità di liberare il paese (e il
mondo) dal cappio della finanza internazionale che sfrutta prima e tosa dopo i
popoli. Non voglio ripetere quanto più volte scritto in questo diario e in
particolare sul precedente.
Quello
che non si capisce e come su questa base ci sia l’accordo di Vendola. Capisco
rompere il possibile isolamento, ma il centro sinistra ha qualche possibilità
se ha una cura diversa, un montismo dal volto umano porta alla riedizione di un
governo Monti. È questo che vogliamo? o meglio è questo di cui il paese ha
bisogno?
Il doppio pasticcio siciliano
In Sicilia
mi pare si stia consumando un doppio
pasticcio che sposa autoritarismo e inconcludenza. Da una parte il presidente,
Lombardo, dimissionario, non lascia il
ponte di comando, continua a nominare assessori e dirigenti a lui fedelissimi
pronto a richiedere attestati di fedeltà (che poi la Commissione dell’Assemblea
abbia annullato alcune nomine, sembra poco influente sull’organizzazione del
potere lombardi ano). Dall’altra parte l’alternativa si consuma tra candidati improbabili (anche
Pippo Baudo), giochi di potere e vuoto programmatico. Potrebbe essere un
momento di liberazione, ma ci
vorrebbe determinazione, idee sagge e innovative, e uomini e donne all’altezza
(ancora a me fa scandalo la candidata del PD, che perse le elezioni se ne
ritorna tranquillamente a Roma a fare la capo gruppo al Senato, invece di
guidare l’opposizione a Palazzo D’Orleans).
Non mi
pare ci sia tempo, ma i partiti si muovono senza fretta, non già flemma frutto
di ferma determinazione, ma di insulsaggine.
Le elezioni e il Presidente della
repubblica
Certo,
come è noto, Dio rende ciechi e sordi, oltre che pazzi, chi vuol perdere. Interpretare le parole del Presidente della
repubblica come un Alt! alle elezioni a ottobre-novembre mi sembra per lo meno
azzardato. Napolitano ha precisato che sullo scioglimento delle Camere decide
lui. In realtà per Monti la situazione si fa insostenibile, sul piano della
soluzione (sic!) della crisi, sul piano del consenso, sul piano dell’appoggio
della sua maggioranza. Votare presto sarebbe salutare per … tutti. Certo se la
sinistra non si prepara e anzi richiede le elezioni piuttosto che subirle, la sua sconfitta e scritta nelle stelle. Morto
Monti, viva Monti.
Citazioni: nel bene e nel male
Luciano Gallino, La
Repubblica, 30 luglio 2012
“Frattanto in pochi mesi i governi europei hanno tagliato
pensioni, salari, fondi per l’istruzione e la sanità, personale della PA,
adducendo a motivo l’inaridimento dei bilanci pubblici. Che è reale, ma è
dovuto principalmente ai 4 trilioni di euro spesi o impegnati nella UE al fine
di salvare gli enti finanziari: parole di Josè Manuel Barroso. Per contro, in
tem di riforma del sistema finanziario essi si limitano a raccomandare,
esaminare e riflettere. Tra l’errore della diagnosi, i rimedi peggiori del male
e l’inanità della politica, l’uscita dalla crisi rimane lontana”
Mario Monti,
Corriere della Sera, 1 agosto 2012
“Noi e
il resto dell’Europa ci stiamo avvicinando alla fine del tunnel” (risparmio la facile ironia)
Mario Monti, Corriere
della Sera, 2 agosto 2012
“L’Italia
non sembra aver bisogno di aiuti particolari per salvare la sua economia. Gli
aiuti potrebbero ssere necessari, forse, in relazione alla lentezza dei mercati
nel capire gli sforzi e i progressi fatti dall’Italia e da altri paesi” (Che stupidi questi mercati, anche senza
fantasia, basterebbe che si rivolgessero ai giovani, ai pensionati e ai
disoccupati, per capire i progressi fatti dal nostro paese. Punto secondo:
Monti chiederà “aiuti” per vincolare il prossimo governo ai dettati dell’Europa).
Pier Ferdinando Casini, Corriere
della Sera, 2 agosto 2012
“Bene,
così tu (Bersani) organizzi il campo dei progressisti e noi quello dei
moderati” (e poi vi incontrate a Teano)
Lanfranco Turci, L’Unità, 4 agosto 2012
“Diciamo
che la Carta di intenti sia un faticoso tentativo di tirare la coperta per
coprire la non sconfessabile adesione al governo Monti e insieme l’esigenza di
discontinuità attesa dall’elettorato popolare del centro sinistra e necessaria
per rendere credibile la torsione “progressista” data da Bersani al Pd. … Ma
può reggere questo delicato equilibrio di fronte alla durezza dei processi che
si sviluppano quotidianamente sotto i nostri occhi? Ieri abbiamo assistito
all’ennesima retromarcia della politica europea in sede Bce, dopo quella
clamorosa, e particolarmente penosa per il governo italiano, del vertice
europeo dei primi di giugno sullo scudo antispread” . (no, non può reggere)
Antonio Catricalà, Corriere della Sera, 5
agosto 2012
“La nostra
idea è che ce la faremo da soli. Non abbiamo bisogno di nessun aiuto in senso
tecnico, ma sappiamo anche che questo periodo di transizione sta diventando
troppo lungo, i mercati ci mettono troppo a riconoscere i nostri meriti, la buona
salute dei conti pubblici” (“non abbiamo bisogno”, “ma sappiamo anche”,
ma che gioco è?)
Ernesto Galli Della Loggia, Corriere della Sera, 5
agosto 2012
“Peggio:
l’euro diviene un’arma insidiosissima nelle mani dei Paesi economicamente più
forti contro quelli più deboli. In fatti, nei tempi di tempesta la coesistenza
da un lato di autonome individualità statali, e dall’altro della moneta unica,
rischia di sortire il virtuale effetto, prendendo a motivo i vincoli
<unitari> che questa comporta, di spezzare il nerbo degli Stati di serie
B. Trasformandoli di fatto in autentici Stati vassalli.” (domanda: la “tempesta” ha a che fare con un disegno di egemonia?)
Vincenzo Visco, (Governatore Banca d’Italia), La
Repubblica, 5 agosto 2012
“Io l’ho
già detto altre volte ma voglio ripetere: l’emergenza non è affatto finita. …
Nel breve periodo la crisi si è aggravata. Anche nel 2013, purtroppo, avremo
una crescita molto bassa.” (mentre nel
lungo periodo … siamo tutti morti)
Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 5 agosto 2012
“Quella
attuale è la nuova forma di feudalesimo, che sottrae sovranità agli Stati e
alle sue istituzioni: si potrà dire non schiave, ma ridotte spesso, con
ingiustificata presunzioni, a semplici esecutori di politiche economiche,
monetarie e sociali, imposte non certo democraticamente dal di fuori… Questa
inquietante crisi della democrazia politica, alla quale il degrado culturale
della nostra classe dirigente non ha opposto alcuna resistenza, mette sempre
più in pericolo sia la democrazia sia la giustizia sociale”.
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