giovedì 23 agosto 2012

Diario 184


Diario 184
30 luglio 5 agosto 2012


·        Manovre di ferragosto
·        Le borse, le strategie, le altalene
·        Bersani e il patto dei progressisti
·        Il doppio pasticcio siciliano
·        Le elezioni e il Presidente della repubblica
·        Citazioni: nel bene e nel male (Luciano Gallino, Mario Monti, Mario Monti, Pier Ferdinando Casini, Lanfranco Turci, Antonio Catricalà, Ernesto Galli Della Loggia, Vincenzo Visco, Guido Rossi)


Manovre di ferragosto
Certo che posso sbagliare, ma forse intorno a quello che si sta muovendo in questo periodo c’è una, o forse più di una, logica.
Monti sta facendo di tutto perché l’Agenda Monti non sia una possibile opzione ma un vincolo per il prossimo governo. Sicuramente a beneficio del … paese. Per fare questo non è marginale l’Europa con i suoi vincoli e aiuti. Per Monti è importante perché in questo caso lui sarebbe libero, se chiamato, a salire nel Palazzo più alto. Un bene? Un male? Ma le alternative ? (Il perenne Amato, l’ambizioso D’Alema, il giovane Casini, per non parlare di Berlusconi. Personalmente, nonostate il pasticcio dell’ultima Assemblea del PD, io tifo Bindi).
Casini, che a quel palazzo punta con determinazione, spera non tanto suall’Agenda Monti, ma piuttosto ad un secondo Monti, che lascerebbe libero il più alto Palazzo. La lista “per Monti” ancora presto per vedere la luce ha, soprattutto, questo scopo.
Bersani-Vendola, vogliono vincere le elezioni, candidarsi al governo (non facciamo domande insidiose sul programma; è … presto?). Nel qual caso la riconoscenza verso Casini non potrà essere messa in discussione da ambizioni interne o da premialità per Monti.
Questi schemi così lineari hanno delle contraddizioni: la linea di governo Bersani-Vendola per vincere deve mettere in campo un programma del dopo … Monti, in contrasto quindi con Casini. Quest’ultimo riuscirà a “unificare” i moderati, e se fosse così quale prezzo dovrebbe pagare in termini di organigramma di potere?
Monti ha o non ha ambizioni? E i suoi uomini?
Forse se tenessero sotto gli occhi gli interessi del paese, dei suoi disoccupati, dei giovani, ecc. ecc. tutto potrebbe essere più facile.

Le borse, le strategie, le altalene
Nessuno può credere che l'altalena costante delle Borse, spread compreso, sia il frutto della fiducia o sfiducia che le parole di Monti, Draghi, Merkell, ecc. di volta in volta determinano. Secondo questa versione ondate di fiducia o di sfiducia dei singoli investitori determinano l'andamento della Borsa. Una visione che mette insieme da una parte lo schema classico del "libero mercato" (dove nessuno può influenzare i prezzi) con un po’ di psicologia d'accatto. La Borsa, possiamo convenire, si muove secondo strategie complesse e non trasparenti, ma spesso intellegibili ai più, di grandi investitori che fanno i ... loro affari in un mercato assolutamente non libero.
Le strategie di Borsa sono assimilabili a quelle degli scacchi che non consistono nel cercare di capire quello che viene detto o che viene fatto con certe mosse. Si dà per scontato che i fini sono conformi agli interessi della parte avversa o comunque diretti a danneggiare gli interessi dell’avversario.  Negli scacchi, chi gioca, si limita (per modo di dire) a prefigurarsi tutte le prossime mosse dell' avversario e a preordinare le proprie. Le Borse non sono un luogo democratico dove si sommano i liberi diversi comportamenti nascenti dall' interpretazione di fatti e parole, sono luoghi dove chi è in grado di smuovere forze capaci di influenzare, opera proprie mosse, le applica e poi controlla se tutto il mercato o quanto del mercato si è mosso o meno nella direzione voluta.
Proviamo a ragionare come se i principali "giocatori" in borsa appartenessero a due squadre, la prima che chiamiamo "investitori",  alla ricerca di buone occasioni di rendimento e di salvaguardia del capitale (per esempio fondi pensione), questi si, forse, dipendenti da punti di vista di breve momento che possono essere influenzati da parole di fiducia. I secondi che chiameremmo "speculatori", alla ricerca di occasioni, anche rischiose (ma ormai non più, dato che i governi di tutti gli stati li garantiscano), in grado, a partire dalle moltissime risorse di cui dispongono (molto superiori a quelle della Banca europea), di creare  delle occasioni di speculazioni e di realizzarle. Detto schematicamente, senza bisogno di accordi, gli uni sono funzionali agli altri: gli investitori fanno andare bene le borse che sono l'occasione per la speculazione. Questi deprimono le Borse che sono una buona occasione per i primi.
La moltiplicazione delle borse, che aprono e chiudono in orari diversi, per ovvi motivi, sono il terreno propizio per l'esecuzione di queste strategie.

Bersani e il patto dei progressisti
La “carta d’intenti” lanciata da Pier Luigi Bersani ha delle cose condivisibili, ma è acqua fresca sulla crisi, anzi peggio. L’affermazione circa la condivisione del governo “dell’emergenza finanziaria”, tradotta in chiaro, significa l’accettazione dell’Agenda Monti. Se questa traduzione risultasse fedele siamo all’approfondimento della crisi. Non c’è un’emergenza finanziaria, c’è la necessità di liberare il paese (e il mondo) dal cappio della finanza internazionale che sfrutta prima e tosa dopo i popoli. Non voglio ripetere quanto più volte scritto in questo diario e in particolare sul precedente.
Quello che non si capisce e come su questa base ci sia l’accordo di Vendola. Capisco rompere il possibile isolamento, ma il centro sinistra ha qualche possibilità se ha una cura diversa, un montismo dal volto umano porta alla riedizione di un governo Monti. È questo che vogliamo? o meglio è questo di cui il paese ha bisogno?

Il doppio pasticcio siciliano
In Sicilia  mi pare si stia consumando un doppio pasticcio che sposa autoritarismo e inconcludenza. Da una parte il presidente, Lombardo,  dimissionario, non lascia il ponte di comando, continua a nominare assessori e dirigenti a lui fedelissimi pronto a richiedere attestati di fedeltà (che poi la Commissione dell’Assemblea abbia annullato alcune nomine, sembra poco influente sull’organizzazione del potere lombardi ano). Dall’altra parte l’alternativa  si consuma tra candidati improbabili (anche Pippo Baudo), giochi di potere e vuoto programmatico. Potrebbe essere un momento di liberazione, ma ci vorrebbe determinazione, idee sagge e innovative, e uomini e donne all’altezza (ancora a me fa scandalo la candidata del PD, che perse le elezioni se ne ritorna tranquillamente a Roma a fare la capo gruppo al Senato, invece di guidare l’opposizione a Palazzo D’Orleans).
Non mi pare ci sia tempo, ma i partiti si muovono senza fretta, non già flemma frutto di ferma determinazione, ma di insulsaggine.

Le elezioni e il Presidente della repubblica
Certo, come è noto, Dio rende ciechi e sordi, oltre che pazzi, chi vuol perdere.  Interpretare le parole del Presidente della repubblica come un Alt! alle elezioni a ottobre-novembre mi sembra per lo meno azzardato. Napolitano ha precisato che sullo scioglimento delle Camere decide lui. In realtà per Monti la situazione si fa insostenibile, sul piano della soluzione (sic!) della crisi, sul piano del consenso, sul piano dell’appoggio della sua maggioranza. Votare presto sarebbe salutare per … tutti. Certo se la sinistra non si prepara e anzi richiede le elezioni piuttosto che subirle,  la sua sconfitta e scritta nelle stelle. Morto Monti, viva Monti.

Citazioni: nel bene e nel male
Luciano Gallino, La Repubblica, 30 luglio 2012
“Frattanto in pochi mesi i governi europei hanno tagliato pensioni, salari, fondi per l’istruzione e la sanità, personale della PA, adducendo a motivo l’inaridimento dei bilanci pubblici. Che è reale, ma è dovuto principalmente ai 4 trilioni di euro spesi o impegnati nella UE al fine di salvare gli enti finanziari: parole di Josè Manuel Barroso. Per contro, in tem di riforma del sistema finanziario essi si limitano a raccomandare, esaminare e riflettere. Tra l’errore della diagnosi, i rimedi peggiori del male e l’inanità della politica, l’uscita dalla crisi rimane lontana”
Mario Monti, Corriere della Sera, 1 agosto 2012
“Noi e il resto dell’Europa ci stiamo avvicinando alla fine del tunnel” (risparmio la facile ironia)

Mario Monti, Corriere della Sera, 2 agosto 2012
“L’Italia non sembra aver bisogno di aiuti particolari per salvare la sua economia. Gli aiuti potrebbero ssere necessari, forse, in relazione alla lentezza dei mercati nel capire gli sforzi e i progressi fatti dall’Italia e da altri paesi” (Che stupidi questi mercati, anche senza fantasia, basterebbe che si rivolgessero ai giovani, ai pensionati e ai disoccupati, per capire i progressi fatti dal nostro paese. Punto secondo: Monti chiederà “aiuti” per vincolare il prossimo governo ai dettati dell’Europa).

Pier Ferdinando Casini, Corriere della Sera, 2 agosto 2012
“Bene, così tu (Bersani) organizzi il campo dei progressisti e noi quello dei moderati” (e poi vi incontrate a Teano)

Lanfranco Turci, L’Unità, 4 agosto 2012
“Diciamo che la Carta di intenti sia un faticoso tentativo di tirare la coperta per coprire la non sconfessabile adesione al governo Monti e insieme l’esigenza di discontinuità attesa dall’elettorato popolare del centro sinistra e necessaria per rendere credibile la torsione “progressista” data da Bersani al Pd. … Ma può reggere questo delicato equilibrio di fronte alla durezza dei processi che si sviluppano quotidianamente sotto i nostri occhi? Ieri abbiamo assistito all’ennesima retromarcia della politica europea in sede Bce, dopo quella clamorosa, e particolarmente penosa per il governo italiano, del vertice europeo dei primi di giugno sullo scudo antispread” . (no, non può reggere)



Antonio Catricalà, Corriere della Sera, 5 agosto 2012
“La nostra idea è che ce la faremo da soli. Non abbiamo bisogno di nessun aiuto in senso tecnico, ma sappiamo anche che questo periodo di transizione sta diventando troppo lungo, i mercati ci mettono troppo a riconoscere i nostri meriti, la buona salute dei conti pubblici”  (“non abbiamo bisogno”, “ma sappiamo anche”, ma che gioco è?)

Ernesto Galli Della Loggia, Corriere della Sera, 5 agosto 2012
“Peggio: l’euro diviene un’arma insidiosissima nelle mani dei Paesi economicamente più forti contro quelli più deboli. In fatti, nei tempi di tempesta la coesistenza da un lato di autonome individualità statali, e dall’altro della moneta unica, rischia di sortire il virtuale effetto, prendendo a motivo i vincoli <unitari> che questa comporta, di spezzare il nerbo degli Stati di serie B. Trasformandoli di fatto in autentici Stati vassalli.” (domanda: la “tempesta” ha a che fare con un disegno di egemonia?) 

Vincenzo Visco, (Governatore Banca d’Italia), La Repubblica, 5 agosto 2012
“Io l’ho già detto altre volte ma voglio ripetere: l’emergenza non è affatto finita. … Nel breve periodo la crisi si è aggravata. Anche nel 2013, purtroppo, avremo una crescita molto bassa.” (mentre nel lungo periodo … siamo tutti morti)

Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 5 agosto 2012
“Quella attuale è la nuova forma di feudalesimo, che sottrae sovranità agli Stati e alle sue istituzioni: si potrà dire non schiave, ma ridotte spesso, con ingiustificata presunzioni, a semplici esecutori di politiche economiche, monetarie e sociali, imposte non certo democraticamente dal di fuori… Questa inquietante crisi della democrazia politica, alla quale il degrado culturale della nostra classe dirigente non ha opposto alcuna resistenza, mette sempre più in pericolo sia la democrazia sia la giustizia sociale”.

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