giovedì 23 agosto 2012

Diario 183


Diario 183
20-26 luglio 2012


·        Si vota? Non si vota? Lista Monti? alleanze non alleanze? È pericoloso? È salutare?
·        Vendite allo scoperto
·        Taranto: ipocrisie e contraddizioni
·        IDV e 5 stelle
·        Citazioni: nel bene e nel male (Pier Luigi Bersani, Mario Sarcinelli, Pier Ferdinando Casini)

Si vota? Non si vota? Lista Monti? alleanze non alleanze? È pericoloso? È salutare?
L’indeterminatezza è pericolosa, il ricorso alla decisione elettorale è sempre democratico e positivo (solo punti di vista tecnocratici ed autoritari temono le elezioni, vedi episodio del mancato referendum greco).
Per quanto si capisca ormai pare inevitabili il voto il prossimo autunno, e sarà un bene, anche se molti dicono di opporsi e alcuni lo dicono seriamente e altri denunziano l’eventualità come drammatica. Ammesso che la cura Mario Draghi funzioni, cosa di cui è lecito dubitare e i prossimi giorni avremo il responso, la situazione del paese resta gravissima: sul piano sociale ed economico e sul piano della finanza pubblica (tra interessi e rientri del debito avremo un carico annuale di un 100 di miliardi di euro a cui fare fronte).  Quello che tutti fanno finta di non capire è la dimensione della finanza in movimento a livello globale, anche l’intervento della Banca europea non sembra in questa situazione risolutivo.
Come si affronta questa situazione? O con la così detta agenda Monti, cioè ancora sacrifici per garantire i nostri creditori, sempre più esosi, o con una linea alternativa di sinistra di cui non si vede traccia.
Mi pare che in questa situazione il centro sinistra è spacciato. Anche perché c’è chi lavora, e alla fine avrà successo, per la costruzione di una lista Monti (senza Monti, che senatore a vita non è elegante che concorra, ma nel “nome” di Monti e nella prospettiva di un reincarico al quale il professore non pare contrario, ovviamente per spirito di servizio).
Una lista di cui da tempo esistono le premesse e di cui Casini è grande sponsor sul piano politico-parlamentare: Ma non è il solo, a questo si può aggiungere per esempio Della Vedova (Fli), Enrico Letta (PD), Pisanu e Frattini (PDL), ecc. Ma altri sponsor di peso, si pronunziano, tutti di “parte”. Gli sponsor, alleati e partecipi di questa lista non sono “banali” sul piano economico-sociale, l’iniziativa è etichettata liberale-democratica (destra democratica fino a quanto sarà possibile, poi ….). Nomi ed enti di primo piano, da Luca Cordero di Montezemolo e la sua fondazione, a tutti i leader industriali  (si fa per dire) che si sono scagliati contro il presidente della Confindustria quanto questo ha avuto l’ardire di pronunziare un giudizio non rispettoso e plaudente per il governo Monti (Tronchetto Provera, Bernabè, Tomat, ecc.), ancora a Mussari, Presidente  dell’Associazione bancaria italiana, fino a Comunione e liberazione e, per finire, con l’appoggio discreto ma di peso del Presidente della repubblica.                                 
Una lista che spaccherà il PD (ed anche il PDL ma di questo non ci preoccupiamo), dove l’ala montiana non riuscendo a portare tutto il partito su questa posizione, in parte non piccola, è probabile abbandonerà il PD per la nuova avventura (da Follini, a Ichino, per passare ai firmatari della lettera sull’agenda Monti, Tonini, Ceccanti, ecc. senza escludere Veltroni; anche se quest’ultimo è per adesso schierato per la “grande coalizione”).
Bersani non può limitasi ad opporre un montismo dal volto umano, su questa strada ha già perso a favore dei montiani puri. La lista Monti, comunque si chiamerà ma ad una sua rinnovata presidenza farà riferimento, è sicuramente una lista di successo. Chi dice che questo governo ha scarsa capacità comunicativa sbaglia di grosso, comunica, comunica e convince. Una lista di successo ma non necessariamente vincente. Tutto dipenderà da chi vi si oppone; se un montismo dal volto umano fosse perdente, un’alternativa di sinistra che fornisca  solide speranze a chi questa situazione sopporta sulla propria pelle e che prospetti un’alternativa potrebbe contrastare la linea liberista e comunque pesare pesantemente.
Un’alternativa di sistema che sia da guida a livello europeo, in grado di dare alimento agli indignati ovunque si manifestino, in grado di promuovere ampi movimenti di popolo per dire SI a scelte precise.  La settimana scorsa ho indicato quali potrebbero essere i tipi di intervento per quanto riguarda il debito pubblico (che la citazione di Sarcinelli, come dire, legittima, se ce ne fosse bisogno).
Per Sinistra Ecologia e Libertà è finito il tempo dell’attesa, o è in grado di svolgere il ruolo per il quale è nata e ha mobilitato forze e intelligenze o è destinata a scomparire. Il suo compito non è facile: deve massicciamente contribuire a costruire un’alternativa di sinistra (di sistema) alla linea montiana, un pensiero diverso, soluzioni alternative, forme di società innovative,  e su questa strada convincere e coinvolgere il PD (per la parte che resterà), altri raggruppamenti politici, movimenti sociali e popolo di sinistra. Non si tratta di affermare un partito, ma di rendere egemone un pensiero, una soluzione, una strategia Compito complesso e impegnativo, in una situazione nella quale c’è chi cerca facili vie di fuga, mentre un pensiero, una proposta di sinistra e alternativa non si manifesta con la forza necessaria, e l’alternativa sembra muoversi tra il viottolo stretto tracciato da  Keynes, certo meglio dell’austerità ma non risolutivo, e la speranza di soluzioni individuali e soggettive.

Vendite allo scoperto
Leggo con grande meravigli che la Consob ha proibito per una settimana le vendite allo scoperto in Borsa. Per chi non avesse cognizione della cosa: gli speculatori vendono titoli (azioni, buoni del tesoro, ecc.) senza averli, puntando sul fatto che i prezzi andranno giù e così quando dovranno comprarli per darli a chi li aveva acquistati guadagnano la differenza (certo, possono anche perderci). Questa è una delle forme della speculazione.
La meraviglia sta nel fatto che pensavo che ormai le vendite allo scoperto fossero proibite, così mi sembrava si fosse detto, o forse solo ventilato. Ma la meraviglia si combina con lo scandalo: il governo, i governi, che dicono di lottare contro la speculazione, non sono in grado neanche di proibire lo strumento più banale della speculazione, che somiglia molto al gioco d’azzardo.
I nostri titoli potrebbero essere trattati, al ribasso,  in altre Borse, ma mi chiedo in questi riunioni internazionali, dove tutti i capi di Stato siedono intorno ad un tavolo per cercare la soluzione alla crisi, che non sono capaci di trovare,  non potrebbero, almeno, trovare l’accordo sulla proibizione delle operazioni allo scoperto in tutte le Borse?
Una scelta che potrà deprimere le Borse, ma evita di trasformarle in casinò o meglio in bische (non clandestine), mettendo, così,  almeno una pezza contro la speculazione. Senza comportar  nessun danno per le imprese, che ormai non è nella Borsa che cercano i loro capitali di rischio,  .
Quando si scriverà la storia di questo periodo i glorificati Monti, Draghi, Merkel, Obama, ecc. risulteranno del tutto inconcludenti e incapaci.    

Taranto: ipocrisie e contraddizioni
Il dramma di Taranto non sarebbe tale se avessimo un governo che si occupasse del paese e non dei nostri creditori. Il ministro Passera e Clini, fanno torto alla loro intelligenza quando affermano che l’Ilva non deve essere bloccata. Una dichiarazione che non costa niente e che crea consenso tra gli operai. Chi conosce Taranto, anche approssimativamente, sa che la situazione ambientale e quello della salute degli operai e dei cittadini è drammatica. Gli operai e le maestranze hanno milioni di ragioni di opporsi alla chiusura. Allora dobbiamo giocare nella contraddizione occupazione-salute- ambiente? Se il governo fosse serio porrebbe lo stabilimento sotto una gestione di controllo e affiderebbe a questa gestione la realizzazione degli investimenti necessari a migliorare la qualità ambientale della produzione. Tutto a carico dei Riva ai quali verrebbero nello stesso tempo sequestrati cautelativamente tutti i beni. Nel mentre lo stabilimento potrebbe realizzare le produzioni possibili e impegnare la manodopera nel risanamento.
   
IDV e 5 stelle
Di Pietro, sembra capisca poco, come può pensare che il movimento 5 stelle possa allearsi con un partito? Da questa alleanza è certo che 5 stelle ne avrebbe un sicuro danno di consenso. Non è chiaro come questo movimento si comporterà a livello nazionale, ma è certo che non potrà che presentarsi da solo.
IDV mi pare stia sperperando il consenso raccolto in tanti anni, mi pare si tratta di un problema di linea politica e di personalità del suo leader. 


Citazioni: nel bene e nel male
Pier Luigi Bersani, Il Manifesto, 26 luglio 2012
“La gente ci chiede dopo Monti cosa c’è perché pensa che questa è una situazione eccezionale. E non è questione di Monti, ma è questione che serve una maggioranza politica univoca, che prenda una strada e la percorra fino in fondo” (siamo molto curiosi del nome di questa strada, perche spesso si sono forniti indirizzi diversi, creando gran confusione).

Mario Sarcinelli, L’Espresso, 2 agosto 2012
“Il default può assumere varie forme: la più semplice è la variazione unilaterale delle scadenze dei titoli o delle condizioni del tasso d’interesse. … La famiglie italiane, fra titoli di Stato, azioni, immobili, quote di aziende, possiedono una ricchezza superiore a quella che si registra in altri paese: 8,3 volte il prodotto interno lordo. Ma questa ricchezza non è liquida, non si può vendere dall’oggi al domani per procurarsi i quattrini necessari a pagare un’imposta straordinaria. Dovrebberop essere le banche a finanziare l’esborso se le condizioni di liquidità lo consentono”  

Pier Ferdinando Casini, La Repubblica, 29 luglio 2012
“E se parte l’iniziativa di una lista per proseguire l’agenda del governo tecnico metto a disposizione il mio partito” (nessuno ne dubitava, un’unica curiosità: non aveva già sciolto il suo partito?)

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