lunedì 16 luglio 2012

Diario 181


Diario 181
9 – 15 luglio 2012

  • Il pericolo per il PD sono i “Montiani”
  • Monti-Cincinnato, Monti-Giulio Cesare
  • La cattiva filosofia di Monti
  • Cambiamenti: nessuno dica che L’italia è ingessata
  • Un’intervista inutile
  • Il paese della moda
  • Citazioni: nel bene nel male            (Alfio Mastropaolo; Jean-Paul Fitoussi; Chiara Saraceno; Alberto Burgio; Guido Viale; Jospeh E. Stigltiz; Vincenzo Ferrara; Mario Monti; Mario Pianta; Sergio Cesaretto; Giorgio Cremasci; Guido Rossi)


Il pericolo per il PD sono i “Montiani”
L’assemblea del PD è finita in un mezzo caos per la cattiva gestione (ideologica) da parte di Rosi Bindi (che abbiamo sempre apprezzato ma che ci tocca ricrederci). Ma va detto con nettezza che i pericoli per il PD non vengono tanto dalle giuste rivendicazioni degli omosessuali, né tanto meno dal rotamatore fiorentino, ma piuttosto dai “Montiani”.
Quindici esponenti, non secondari, del PD hanno elaborato  una manifesto pro Monti (pubblicato dal Corriere della Sera, del 10 luglio 2012), allo scopo di investire il partito ad un impegno “per una  politica montiana in futuro. La  dichiarazione è questa: “Noi intendiamo proporre nel Pd una trasparente discussione sulle strade che vanno intraprese perché obiettivi e principi ispiratori dell’agenda del governo Monti … possano travalicare i limiti temporali di questa legislatura e permeare di sé anche la prossima”. I principi e gli obiettivi di questa agenda sono riassunti assumendo in toto la versione governativa, senza un minimo occhi critico e senza uno sguardo alla realtà: “incisiva e coraggiosa revisione della spesa pubblica, per conseguire il pareggio strutturale di bilancio, per ridurre l’imposizione fiscale sul lavoro e l’impresa, per tornare a investire sulla formazione del capitaòe umano, sulla ricerca e sull’infrastrutturazione del paese, per introdurre maggiori elementi di equità intergenerazionale nel sistema del welfare, Affrontato la fase transitoria attraverso soluzioni coerenti e non regressive rispetto alla logica della riforma”. Parole che hanno solo una vaga assonanza con quanto il governo sta effettivamente realizzando.
Se nel PD una tale linea dovesse prevalere la sconfitta è sicura, ma anche una lacerazione su questo tema (i montiani in realtà appaiono più numerosi dei quindici) sarebbe foriera di una rottura a sinistra dagli esiti … viola.     

Monti-Cincinnato, Monti-Giulio Cesare
Le dichiarazioni ultime del Prof. Monti circa il suo impegno di governo futuro, ce lo fanno immaginare come un novello Cicinnato. La mitologia ci narra di un personaggio storico che concluso il suo mandato di governo (in realtà diversi mandati) torna a fare il contadino. Solo che per Monti la campagna agognata è … l’emiciclo del Senato (essendo senatore a vita), a meno che non pensi (magari non lo confessa neanche agli intimi) ai … giardini del Quirinale.
Altre sfumature dei suoi discorsi suggeriscono l’immagine di un Monti-Giulio Cesare, (ambizioso ma riluttante). Come il personaggio storico ha bisogno che la “corona” gli venga offerta, per poter far finta di rifiutarla. Già molti, in tutti i partiti, gliela offrono (anche l’Europa lo desidera e  proclama successore di se stesso). Ma attenzione le “idi di marzo” non aspettano il calendario. A memoria ecco cosa dice Shakespere per bocca di Antonio davanti al cadavere di Cesare, massacrato dai congiurati:

Tuttavia, Bruto dice che era ambizioso,
e Bruto è uomo d’onore.
Tutti voi avete visto che alla festa dei Lupercali
io gli ho offerto tre volte una corona regale,
che lui tre volte ha rifiutato. Era ambizione questa?
….
Solo ieri la parola di Cesare avrebbe potuto reggere
contro il mondo intero; ora egli giace li,
e non c’è nessuno così misero da concedergli riverenza.

Professor Monti per la sua e per la nostra salute scelga Cincinnato e pensi all’orto della Bocconi.

La cattiva filosofia di Monti (ripropongo in parte un articolo – Il Manifesto 14/7/1012 – scritto insieme al mio amico Angelo)
… Ai veri nemici, o almeno quelli che l’ingenuo pensa, il prof. Monti fa solo dei piaceri, diciamo le cose come stanno. Da quanto Monti è al governo il “mercato obbligazionario”non ha fatto che aumentare i suoi utili. Infatti ogni volta che un creditore vede emergere  una  qualunque forma che  garantisca il pagamento del suo credito, o una qualunque volontà (politica) che agisca in quella direzione, non fa che aumentare le sue pretese (questo è l’esito della fiducia).
È bastato intravedere la possibilità che si creino “fondi” (salva stati, ecc.),  che possono intervenire al posto degli stati debitori (ultime riunioni europee), che lo spread, molto naturalmente, aumenta.
Del resto perché dovrebbe diminuire se ogni volta che aumenta, il debitore, come se fosse lì per curare gli interessi del creditore, si lancia alla ricerca di strumenti per garantirlo?
Quello che  non si capisce è come mai non c'è alcuna trattativa con i creditori, come mai non si cerchi di mettere intorno ad un tavolo i fondi, le banche (anche quelle italiane, tanto coccolate, che prendono a prestito dalla Banca europea fondi all’1% che impiegano per comprare titoli italiani dal rendimento del 3,4 e 5%), grandi investitori, ecc. per trattare tassi di interesse, restituzioni diluiti, sconti di capitale, ecc. (minacciando di non pagare nulla).
Per non parlare di una possibilità di defoult in grado di mettere in luce la "bancarotta preferenziale" che è possibile individuare e che corrisponde alla situazione di illegalità dello Stato quando non tutti i creditori  vengono trattati nello stesso modo.
A proposito di illegalità  l’esempio spagnolo potrebbe suggerire anche in Italia il taglio della “tredicesima”; che non è una “graziosa elargizione” ma soltanto la divisione della remunerazione o pensione annuale divisa in tredici mensilità invece che in dodici. Quindi il non pagarla corrisponde al mancato rispetto di un contratto contro cui appellarsi per via legale.

Cambiamenti: nessuno dica che L’Italia è ingessata
Via il nome di Bossi dal simbolo della Lega; Alfano piange perché non ha più un partito di cui essere segretario; Sgarbi si riririripresenta con un suo simbolo “rivoluzione”; Stracquadanio lascia il PDL per il gruppo misto e va formare un suo gruppo “liberista e libertario”; Berlusconi ritorna; la Santachè non vuole essere la donna del tichet di Berlusconi (in realtà nessuno vuole essere il compagno o la compagna di una sconfitta probabile). Tutto cambia, o no?

Un’intervista inutile
Il neo ministro (o il neo promosso?) Vittorio Grilli, dal triste sorriso,  ha rilasciata una lunga intervista al Corriere della Sera (15 luglio 2012) che più inutile non poteva essere. Non ha detto niente, Forse grande riservatezza, forse preoccupazione di non compromettersi, forse mancanza di idee. Eppure pochi giorni fa ci aveva avvertito che mancavano 6 miliardi di euro (non proprio noccioline) per raggiungere il pareggio di bilancio e scongiurare l’aumento dell’IVA (che ci sarà!).
 
Il paese della moda
Non è solo Valentino che emigra (in Arabia), ma non siamo più il paese delle grandi firme della moda, abbiamo perso negli ultimi anni tra gli altri: Ferrè, Fendi, Pucci, Gucci, Bottega Veneta, Bulgari, ecc.

Citazioni: nel bene nel male

Alfio Mastropaolo, Il Manifesto, 10 luglio 2012
“Chi mai penserebbe che Napoleone fosse un tecnico? Eppure a modo suo lo era. Era un militare di professione con la vocazione della politica, che riuscì ampiamente a soddisfare. Se ci si permette il confronto, perché Mario Monti passa invece per tecnico e basta? Non sarebbe più appropriato definirlo un accademico, con vocazione alla politica, che ha già fatto in molti modi  e che rappresenta un vero e proprio partito, il quale, benché virtuale, persegue un suo bravo disegno di potere?”

Jean-Paul Fitoussi, La Repubblica, 11 luglio 2012
“I mercati c’è il pericolo che si rendano conto che qui (nella UE) facciamo un vertice a settimana, in una catena infinita, ogni volta si prendono decisioni epocali ma quando andiamo nei dettaglia nessuno ha capacità o voglia di sistemarli” (Non è un pericolo, ma una certezza)

Chiara Saraceno, La Repubblica, 11 luglio 2012
“Contrariamente ad ogni mitologia sugli effetti benefici, per il dinamismo del mercato del lavoro, della flessibilità in uscita, emerge che chi perde il lavoro difficilmente ne trova un altro entro uno e persino due anni”.

Alberto Burgio, Il Manifesto, 11 luglio 2012
“Ma veniamo alla sostanza. A che serve questo nuovo ordine? Detto in volgare, a spremere il lavoro … finoall’ultima goccia di sudore e di sangue. … Quando si dice debito pubblico, si lascia intendere che siamo tutti indebitati, ma la verità e che una parte di questo paese, a cominciare dai padroni delle banche, possiede il 63% del debito italiano. Questi sono creditori non debitori. Ci si vuole spiegare una volta per tutte come hanno fatto costoro ad accumulare questo credito, chi e perché glielo ha consentito? E si vuole dire con chiarezza agli italiani che l’Italia non è affatto povera, ma un paese diviso tra moltissimi sempre più poveri e pochi, pochissimi sempre più ricchi, che oggi impongono agli altri il loro volere?”

Guido Viale, Il Manifesto, 12 luglio 2012
“Infatti una differenza rispetto a otto mesi fa c’è: allora era in bilico un ristretto numero di Stati dell’Ue, tra cui non si sapeva se includere o no anche l’Italia. Oggi è l’intera costruzione dell’Unione Europea a trovarsi sull’orlo di un baratro, senza che la sua governance si mostri disposta o capace di imporre una svolta, meno che mai in termini di sostenibilità o equità”

Jospeh E. Stigltiz, La Repubblica, 13 luglio 2012
“La speranza è che i mercati ricompensino la virtù, identificata con l’austerità. Ma i mercati sono più pragmatici: se l’austerità, come praticamente certo, indebolisce la crescita economica e compromette la capacità di ripagare il debito, i tassi di interesse sui titoli di Stato non scenderanno. Al contrario caleranno gli investimenti, in un circolo vizioso in cui Grecia e Spagna sono già invischiati”.

Vincenzo Ferrara, (ENEA), La Repubblica 13 luglio 2012
“La prima cura e la prevenzione: abbattendo molto rapidamente le emissioni serra possiamo ancora ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici. La seconda mossa è l’adattamento: una quota di danno è ormai inevitabile”

Mario Monti, La Repubblica, 14 luglio 2012
“ill downgrading (di Moodi’s) non è una bocciatura di questo governo ma è figlio del pessimismo. È la conseguenza della confusione e dell’incertezza su quello che accadrà nella politica italiana dopo il 2013” (Monti furbo come una volpe; il nostro presidente del consiglio scarica il giudizio negativo dal suo al prossimo governo e si …. prenota)

Mario Pianta, Il Manifesto, 14 luglio 2012
“Lo schema è sperimentato. Si declassano le vittime designate, gli investitori internazionali vendono titoli, i rendimenti fino ad un livello – ieri il 6% sui titoli italiani a dieci anni – tale da far saltare i conti pubblici (quest’anno pagheremo 95 miliardi di euro di interessi sul debito), le aspettative si auto realizzano, insieme ai guadagni speculativi. La politica asseconda la finanza con i fondi salva stati e scudi anti spread che premiano gli speculatori e puniscono le vittime”

Sergio Cesaretto, Il Manifesto, 14 luglio 2012
“Sindacato e stato sociale sono per Monti e per chi lo appoggia le cause di fondo della crisi itaoliana. Eppure armi di contrattazione l’Italia ne avrebbe. Eppure armi di contrattazione l’Italia ne avrebbe. Così suggeriva giovedì uno studio di Merril Lynch per il quale l’Italia sarebbe nelle condizioni di uscire dall’euro e di avvantaggiarsene… Si è sinora sostenuto che di fuoriuscita italiana non si potesse parlare, pena la turbativa dei mercati. Temiamo che a questo punto la turbativa ai mercati provenga dalle politiche di austerità, termine ormai troppo blando, … e non dall’apertura di un dibattito democratico in cui al paese si dica finalmente la verità e lo si chiami a scegliere”

Giorgio Cremasci, Il Manifesto, 15 luglio 2012
“Siamo di fronte ad una crisi della democrazia senza precedenti, cui corrisponde una passività senza consenso, una fuga dalla difesa dei diritti di massa. C’è il governo socialmente più di destra della storia, ma il conflitto sociale più basso della storia recente”

Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 15 luglio 2012
“Lo spread riguarda dunque le mancate riforme al sistema giuridico complessivo dello Stato italiano, il mancato ripristino della legalità e della sicurezza dei traffici commerciali, coperti da una sgangherata e ripetuta ideologia della prevalenza del privato sul pubblico e della trattazione dei problemi dello Stato come se fosse un’azienda”.

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