Diario 177
4 – 10 giugno 2012
- Nomine e ... vento di crisi
- La Merkell cede alle pressioni. Sembra.
- IMU
- Primarie; ne vedremo di belle
- I carcerati a lavorare nelle zone terremotate
- Citazioni: nel bene e nel male
Nomine e ... vento di
crisi
La gara è ancora in corsa: chi la fa più grossa?
Da una parte i partiti, dopo
la sceneggiata dei curriculum si sono tranquillamente spartiti i posti
dei consigliere delle Autority in gioco,
mettendo in campo strategie complicate di alleanze buone, forse, per le
future alleanze elettorali.
A questo punto il presidente Monti si è “arrabbiato” e dalla
Banca d'Italia a tirato fuori la proposta per la presidenza della Rai, proposta
quanto mai inopportuna, ha nominato, e non poteva, il direttore generale.
Insomma ha fatto delle notevoli forzature. O come si dice ha messo i piedi nel
piatto. Ma cosa avverrà e se le sue proposte non fossero accettate? Non ci sono
dubbi sulle difficoltà che le sue proposte dovranno affrontare in Commissione
di vigilanza, dove il PDL ha i suoi
uomini più critici verso il governo. Ad una bocciatura, non del tutto
improbabile, inventerà una via d'uscita secondo la tradizione politica della I
e II Repubblica, cioè priva di dignità, o si dimetterà?
Siamo sicuri che a volere la crisi di governo e le elezioni
siano solo alcuni settori del PDL oltre che l'opposizione? Non è che per caso
Monti e il suo governo cerchino una via d'uscita che magari li collochi
(singolarmente) in una posizione di potere politico di più di lunga durata. Il
parziale successo che il presidente del consiglio sta ottenendo in Europa non
lo spingerebbe a gettare la spugna, per aver centrato (sic!) l'obiettivo? Si, è
noto ciò che Monti ripete continuamente sullo “spirito di servizio” che anima
il governo tecnico, sulla parantesi che esso rappresenta, ma forse pensa che
sia tempo di chiudere la parentesi.
La Merkell cede alle pressioni. Sembra.
L'accerchiamento della cancelliera tedesca da parte di tutti
sembra aver fatto breccia. Pare che la Germania sia disponibile a rilanciare. In realtà,
la cosa si potrà vedere nei prossimi giorni, il rilancio sembra indicare una
maggiore integrazione politica e finanziaria dell'Europa, lungo un progetto
della durata di dieci quindici anni. Si vede che la fase di messa in sicurezza
del sistema bancario tedesco sia concluso e quindi sono possibili delle
aperture. Un progetto a 15 anni non pare la soluzione. Cosa avverrà in questi
15 anni, insomma tutti se la pigliano comoda.
Nello stesso tempo la Comunità europea mette a disposizione 100 miliardi
di euro per il salvataggio del sistema bancario spagnolo; mentre la Banca europea si impegna a
finanziarie le banche, a tassi molto bassi, soldi che le banche italiane hanno
usato per comprare titoli di stato.
Progetti, discorsi, pressioni, prese di posizioni, anatemi,
ecc. tutti sembrano indirizzati ad un unico scopo: salvare le banche e così
continuare ad alimentare la “fame” del sistema finanziario.
La gente non capisce come un banca possa essere finita nei
guai se non per imbrogli, corruzione, aiuti agli amici, sperpero di denaro,
ecc. (vedi l'indebitamento superiore a mezzo miliardo di euro verso il sistema
bancario spagnolo delle squadre di calcio di Madrid e Barcellona), ma la propaganda
convince il popolo che bisogna salvarle per evitare il disastro
completo. Ma perché? Uno si domanda non basterebbe garantire i depositi dei
risparmiatori? Che il sistema bancario, non solo spagnolo ma italiano ed
europeo abbia bisogno di riforme e trasformazioni è certo, la fondamentale
delle quali è quella di dividere le banche d'affari e le banche che raccolgono
il risparmio; ma di questo nessun vuol parlare.
Le banche hanno ricevuto dalla sfera pubblica negli ultimi
quattro anni 3.500 miliardi di € ed ancora ne chiedono. Se queste risorse fossero state impegnate a
ridurre i debiti sovrani si sarebbero potuto azzerare i debiti di Italia,
Spagna, Grecia e Portogallo, non solo ma di questa operazione avrebbero
beneficiato anche le banche imbottite come sono di titoli di stato. In realtà
l'operazione strategica finanziaria è quella di tenere i paesi sotto pressione
e di “salvare” le banche, la speculazione,
ma non le persone e i popoli. Il fallimento delle banche ci fa paura,
così ci hanno convinti, mentre il fallimento di imprese, ormai l'accettiamo
come inevitabili. E se pigliassimo il coraggio nelle nostre mani e mandassimo a
quel paese banche e loro manager con una politica a favore dei popoli e non
della finanza e delle banche?
IMU
Senza discutere dell'opportunità di mettere o meno questa
imposta, la questione fondamentale è come mai un governo di “tecnici” hanno
saputo mettere a punto una norma così pasticciata e contraddittoria.
I quotidiani hanno illustrato incongruenze, errori,
dimenticanze, ecc. fino all'enormità che conviene di più fiscalmente, lasciare
sfitta una casa piuttosto che affittarla. Ma su tutto questo non vale
ritornarci su.
Più interessante è cercare di capire, come mai un così
agguerrito gruppo di tecnici abbia messo insieme una norma così sbagliata. A me
pare, che sebbene si tratti di tecnici all'avanguardia, con una spiccata
sensibilità per le trasformazioni della società, nel disegnare l'Imu hanno
fatto riferimento ad un'organizzazione sociale che non esiste più. Società,
direi, contadina, famiglia tradizionale, posto di lavoro fisso, immobilità
delle persone, ecc. Solo avendo in mente una società di questo tipo, che non
prevede che gli anziani possono non stare con i figli ma in case di riposo, che
non prevede che i figli, ma anche il capo famiglia, abbia necessità di
spostarsi per lavoro in altra città, che i figli fanno la figura di
“bamboccioni” prchè restano in famiglia non avendo alternative, ecc. l'Imu
disegnata potrebbe funzionare, ma nella nostra società essa genera
incongruenze, vessazioni e ingiustizia.
Primarie; ne vedremo
di belle
I due partiti maggiori, PD e PLI hanno deciso che per
scegliere il leader per le prossime elezioni si affideranno alle primarie. Un
bagno di popolo. Ma questo bagno ci darà dei leader lavati e presentabili o al
contrario sarà la festa delle ambizioni sbagliate.
Per il PDL sembra che i candidati possano essere Alfano,
quasi di diritto, al quali si contrapporrebbero la Santanchè, la Polverini, Sgarbi,
Stracquadanio. Mancano all'appello ancora gli ex An. Uno scenario da terrore.
Per il PD oltre a Bersani, e a Vendola, che le richiede da
due anni, eventualmente a Di Pietro se
rientrasse l'aspra polemica di questi giorni, ecco un bel gruppo di giovani, e
quindi per definizione eccellenti, Renzi, Civati, già alleato del rottamatore
Renzi, la Seracchiani.
Mentre da fuori del PD sembrano potersi candidare anche
Nencini, Psi, e Bonelli, verdi. Uno scenario scellerato nel quale l'autostima
rasenta il ridicolo.
Le primarie quindi si trasformano piuttosto che in una sfida
tra leader e loro programmi, in espressione di “posizionamento”.
Non credo che se assumessero questa natura ne verrebbe fuori
qualcosa di buono, ma solo dei leader depotenziati (chiunque prevalesse).
I carcerati a
lavorare nelle zone terremotate
La proposta del ministro della giustizia non è scandalosa,
ma ad alcune condizioni. Che la pena di questi carcerati non si trasformi in
una “pena ai lavori forzati”, questo significa che le garanzie di remunerazioni
e di sicurezza (oraio, riposo, ecc.) devono
essere rispettose della normativa di legge. Pare inoltre opportuno l'impiego
anche dei lavoratori in cassa integrazione che potrebbero in questo modo
eliminare la differenza tra la loro remunerazione contrattuale e l'assegno.
L'idea di una mobilizzazione straordinaria di lavoro sembra
adeguata alle necessità, ma essa non può costituire una forma di evasione della
normativa.
Citazioni: nel bene e
nel male
Alessandro Piperno,
da Inseparabili, Mondadori 2012
“La sobrietà non è che il vestito buono indossato dalla
ferocia” (si, avete ragione, questa frase
ci fa venire in mente il governo del paese, ma anche della Comunità europea, e
in particolare qualche ministra)
Elsa Fornero, La Repubblica, 3 giugno
2012
“Il tempo del rigore non è finito. … Abbiamo preso
provvedimenti duri... ma erano inevitabili. ...(in futuro) Non saranno tagli, sia chiaro, le
chiamerei razionalizzazioni. ...Se lo avessimo fatto (una patrimoniale) saremmo
stati solo populisti. In Italia non si può introdurre una patrimoniale perché
non esiste una anagrafe patrimoniale” (La
sobria ma feroce ministra non demorde. Secondo quanto pensa il ministro tutto
quello che è stato fatto aveva lo scopo di “riequilibrare” il patto tra le
generazioni. Infatti abbiamo avuto una gran crescita dell'occupazione
giovanile. Ma poi come si fa ad allungare l'età pensionabile e dire che questo
aiuta i giovani a trovare lavoro. Ma più
incredibile è l'affermazione sulla patrimoniale. Ad una scelta populista hanno
preferito una scelta impopolare, ma i patrimoni sono al riparo, questo è il
consenso cercato.)
Corrado Passera, La Repubblica, 4 giugno
2012
“Ogni giorno mi chiedo con ansia cosa si possa fare per
rilanciare la crescita. Perché è un
dramma che in Italia riguarda 28 milioni di persone” (Delle confessioni in pubblico della loro incapacità da parte di
ministri non sappiamo cosa farcene e siamo francamente stufi. I
tecnici-ministri sono stati chiamati per risolvere i problemi, se non sono
capaci, e lo dichiarano, allora a … casa. Ma forse non avevano capito che i
“problemi” da risolvere non erano quelli della finanza internazionale e delle
banche, anche qui carenti, ma quelli appunto dei 28 milioni di persone. Si dice
che il ministro Passera sia bravo, che abbia messo a punto un piano di
interventi efficace ma che il … governo l'ha bocciato. Siamo alla farsa!)
Paola Mastracola, La Repubblica, 4 giugno
2012
“La meritocrazia indicata da profumo mi pare più mediatica
che di sostanza. … Sono felice che finalmente si riapra il canale per il
reclutamento dei docenti. E' assolutamente necessario un ricambio. Questa è la
vera notizia, quella che fa bene alla scuola. Per il resto c'è troppo Internet,
troppa tecnologia. Si perde l'umanesimo”. (La
riforma del ministro Profumo non solo ha avuto reazione negativa da parte della
scuola, ma poi è stata anche accantonata, forse cancellata, dal governo per
mancanza di fondi, quindi anche la “vera notizia” si è rivelata una bufala)
Michel Barnier, Commissario
europeo del mercato interno, La
Repubblica, 7 giugno, 2012
“Fino a quando i contribuenti dovranno continuare a versare
soldi alle banche in difficoltà? La crisi a messo a nudo una mancanza grave del
settore finanziario: la possibilità che i soldi dei contribuenti siano usati
per salvare banche che sono troppo grandi per fallire. Dobbiamo cambiare il modello
secondo cui le banche approfittano dei tempi buoni, ma quando le cose si
mettono male sono i contribuenti a pagare il conto” (un tempo più brevemente si diceva “privatizzati i guadagni e
pubblicizzate le perdite)
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