martedì 10 novembre 2015

Nasce la “sinistra italiana”: speranza, ottimismo e qualche osservazione

Diario n.303
11/11/2015

Nasce la “sinistra italiana”: speranza, ottimismo e qualche osservazione

Che i parlamentari della “sinistra” formassero un nuovo gruppo unitario era tempo, è il meno che ci si potesse aspettare.
Che da questa iniziativa nasca un percorso per la formazione di un nuovo soggetto politico apre alla speranza. Non si può non essere ottimisti, si deve essere ottimisti, ma non tanto da annullare il senso critico, soprattutto se esso riguarda non il pelo ma l’uovo.
Non diffido, sono sicuro della sincerità di tutti, singoli individui e organizzazioni, non si può non apprezzare il processo democratico che si vuole avviare per la costruzione di questo nuovo soggetto politico. La posta è importante, il percorso è importante, proprio per questo qualche osservazione va fatta.
Ma prima di “osservare” vorrei apprezzare (con vera onestà) il lavoro fatto da Il Manifesto, con la sua iniziativa C’è vita a sinistra, che ha raccolto negli ultimi 4 mesi molti contributi che oggi, proprio oggi, vengono riproposti in un supplemento allegato al giornale. Forse troppi nomi della tradizione; questa non vuole essere una critica, ma la registrazione di uno stato di fatto ed anche della durata delle idee (la semina, ah! la semina). Norma Rangeri, in una sorta di introduzione, mette in luce, in una rassegna sintetica, i contenuti, qualche volta contraddittori, qualche volta dissonanti, ma sempre interessanti, che i collaboratori hanno espresso.
Il documento che avvia il cammino per la formazione di un nuovo soggetto politico forse, a mio parere, avrebbe dovuto contener alcuni riferimenti più precisi. Capisco la preoccupazione di non voler mettere il “cappello” sulla discussione, ma una discussione su tracciati troppo generici non credo dia buoni risultati.
Mi ha disorientato proprio l’inizio quando si dice che il nuovo soggetto politico deve essere in grado di lanciare “in modo autorevole e credibile” la sfida al governo Renzi e al PD. Disorientato, non per il guanto di sfida lanciato a  Renzi e al PD, abbattuti devono essere, ma perché non mi pare che con questo preambolo si colga il nocciolo e perché la comunicazione è equivoca. Anche il M5* ed anche la destra (unita o frammentata, non importa) possono, e di fatto lo fanno, lanciare la stessa sfida. Vero che, nel documento in questione, si fa l’elenco dei soggetti sociali che si vogliono rappresentare (“del variegato universo del lavoro subordinato e autonomo, degli strati sociali che più soffrono il peso della crisi, dei loro diritti negati e delle loro domande inascoltate, orientato a valorizzare la funzione dei governi territoriali e dei corpi intermedi”), ma anche questi possono essere dei “vocaboli” intercambiabili.  
Renzi e il PD (con buona pace della sua “sinistra” interna) hanno interiorizzato il capitalismo come sistema e il mercato come regolatore, e questi rappresentano con più o meno capacità.
“L’impronta neo liberista” (saremmo per un liberismo più tradizionale?), “le ricette” adottate, ecc. non sono che l’espressione del capitalismo di oggi, delle sue necessità della sua famelica volontà di accaparramento. Dobbiamo e possiamo essere ancora anticapitalisti e comunisti? Nuove analisi, nuove parole, nuove prospettive saranno necessarie ma questo è il tema.
Certo non estremizziamo; ma possiamo parlare di uguaglianza? Possiamo parlare di controllo dell’economia e dei suoi processi? Possiamo parlare dello sviluppo di un’economia pubblica? Possiamo dire che lo Stato E’ la soluzione e non il problema? Possiamo parlare di libertà individuali?  Può il nuovo soggetto politico avere un vocabolario che ne definisca o almeno ne lascia intravedere il profilo?
Nel documento si parla del soggetto politico come “democratico, sia nel suo funzionamento interno (…) sia perché deve essere il punto di riferimento e di azione di tutte/i i democratici italiani di tutte e tutti, perché deve essere il luogo in cui tutte/i coloro che si contrappongono alle politiche neoliberiste, alla distruzione dell’ambiente e dei beni comuni, alla svalutazione del lavoro, alla crescente xenofobia, alle guerre, all'attacco alla democrazia possono ritrovarsi e organizzarsi in un corpo collettivo capace di superare antiche divisioni nell'apertura e nel coinvolgimento delle straordinarie risorse fuori dal circuito tradizionale della politica”. D’accordo, ma se non si chiarisce il nesso con il sistema sociale capitalista l’insieme di questi obiettivi non fanno una prospettiva, inoltre può sembrare che siano raggiungibili in se stessi; ed invece no, se non si inquadrano in un chiaro riferimento, in grado di dare alimento politico, forza sociale e dirompenza.
Ma non vorrei essere visto come un estremista massimalista. Ritengo che essendo chiaro il nemico (non Renzi e il PD, ma quello che sta dietro) poi si devono articolare singole lotte, che assumono senso perché è chiaro quale è il moloc che sta dietro; si possono perdere e si possono vincere ma comunque  hanno senso se almeno scalfiscono la grande roccia. Quella che va abbattuta.
Non possiamo adattarci alla constatazione che oggi il capitale è diverso, è sempre più immateriale, e sempre più lontano, questo è vero e falso contemporaneamente, è possibile incidere sul sistema di  accumulazione, è possibile indebolire la sua impermeabilità, è possibile batterlo, anche perché non sta tanto bene in salute. Non possiamo adattarci all'idea che la frammentazione sociale rende difficile l’unificazione di tutti in un progetto di società (i contadini pugliesi non avevano niente in comune con gli operai Fiat, eppure erano legati da un progetto di società).
Se  pensassimo che il capitale che ci è toccato sia intangibile e che la società frammentata non è unificabile in un progetto, allora tutto sarebbe inutile.
Cosa può offrire il futuro non sempre è leggibile, ma bisogna essere pronti e sicuri di quello che si vede con la sguardo nella prospettiva. Pensiamo che non sarà per domani,  che ci vorrà più tempo, e poi all'improvviso si scopre che è di oggi.

PS. Aggiungo, se qualcuno non l’avesse visto, il documento completo di Sinistra italiana.


IL DOCUMENTO DI “SINISTRA ITALIANA” 

1. Noi ci siamo, lanciamo la sfida
Riteniamo non solo necessario ma non più procrastinabile avviare ORA il processo costituente di un soggetto politico di sinistra innovativo, unitario, plurale, inclusivo, aperto alle energie e ai conflitti dei movimenti dei lavoratori e delle lavoratrici, dei movimenti sociali, dell’ambientalismo, dei movimenti delle donne, dei diritti civili, della cittadinanza attiva, del cattolicesimo sociale. 

Un soggetto politico in grado di lanciare in modo autorevole e credibile la propria sfida al governo Renzi e a un PD ridotto sempre più chiaramente a "partito personale del leader", in rappresentanza del variegato universo del lavoro subordinato e autonomo, degli strati sociali che più soffrono il peso della crisi, dei loro diritti negati e delle loro domande inascoltate, orientato a valorizzare la funzione dei governi territoriali e dei corpi intermedi. Dobbiamo rispondere in modo adeguato - con la forza, il livello di unità e la chiarezza necessarie - alla domanda sempre più preoccupata di quel popolo di democratici e della sinistra che non si rassegna alla manomissione del nostro assetto democraticocostituzionale, alla liquidazione dei diritti del lavoro e alla cancellazione del residuo welfare. 

L'obbiettivo è lavorare fin d’ORA, in un contesto di dimensione europea contro le politiche neoliberiste, all’elaborazione di un programma comune con cui candidarsi alle prossime elezioni politiche alla guida del Paese, con una proposta politica autonoma e in competizione con tutti gli altri poli politici presenti (la destra, il M5S e il PD), nella consapevolezza che in Italia la stagione del centro-sinistra è finita. In Europa è evidente la crisi profonda delle tradizionali famiglie socialiste. 

Ogni giorno che passa aumenta il disagio e il disastro nel Paese. Renzi ha declinato il tema della vocazione maggioritaria come politica dell'uomo solo al comando, alibi per un partito trasformista pigliatutto in realtà dominato dall'agenda liberista dell'Eurozona. Noi vogliamo al contrario costruire una sinistra in grado di animare un ampio movimento di partecipazione popolare e di realizzare alleanze sociali e politiche che mettano radicalmente in discussione le “ricette” nazionali ed europee che hanno caratterizzato il governo della crisi da parte di Popolari e Socialisti. Sappiamo perfettamente che non è sufficiente unire quel che c’è a sinistra del Partito Democratico, o autoproclamarsi alternativi, per costruire un progetto all'altezza della sfida, davvero in grado di cambiare la vita delle persone. Ma siamo altrettanto convinte/i che senza questa unità il processo nascerebbe parziale, o non nascerebbe affatto. Per questo noi questa sfida la lanciamo oggi. Insieme. 

2. Definzioni del soggetto
Il Soggetto politico che vogliamo sarà: democratico, sia nel suo funzionamento interno (una testa un voto regola guida, strumenti e momenti di partecipazione diretta e online, pratiche di co-decisione tra rappresentanti istituzionali e cittadini, costruzione dal basso del programma politico) sia perché deve essere il punto di riferimento e di azione di tutte/i i democratici italiani di tutte e tutti, perché deve essere il luogo in cui tutte/i coloro che si contrappongono alle politiche neoliberiste, alla distruzione dell’ambiente e dei beni comuni, alla svalutazione del lavoro, alla crescente xenofobia, alle guerre, all’attacco alla democrazia possono ritrovarsi e organizzarsi in un corpo collettivo capace di superare antiche divisioni nell’apertura e nel coinvolgimento delle straordinarie risorse fuori dal circuito tradizionale della politica. Alternativo e autonomo rispetto alle culture politiche prevalenti d’impronta neoliberista che ci condannano al declino sociale e culturale, di cui oggi il PD tende ad assumere il ruolo di principale propulsore e diffusore. Innovativo sia nelle forme sia per la rottura con il quadro politico precedente, così come sta avvenendo in molti paesi europei. Differente dal sistema politico corrotto e subalterno di cui siamo avversari. Europeo in quanto parte di una sinistra europea dichiaratamente antiliberista, che, con crescente forza e nuove forme, sta lottando per cambiare un quadro europeo insostenibile. 

3. L'anno che verra' - il 2016
Il 2016 ci presenta passaggi politici di grande importanza: le amministrative che coinvolgono le principali grandi città, il referendum sullo stravolgimento della Costituzione e la possibile campagna referendaria contro le leggi del governo Renzi.
In coerenza con il nostro obbiettivo principale per la scadenza delle amministrative vogliamo lavorare alla rinascita sociale, economica e morale del territorio, valutando in comune ovunque la possibilità di individuare candidati, di costruire e di sostenere liste nuove e partecipate in grado di raccogliere le migliori esperienze civiche e dal basso e di rappresentare una forte proposta di governo locale in esplicita discontinuità con le politiche dell’attuale esecutivo. Fondamentale è la costruzione di una forte campagna per il NO nel referendum sulla manomissione della Costituzione attuata dal governo Renzi e il sostegno alle campagna referendarie in via di definizione contro le leggi approvate in questi 2 anni. 

4. Quindi...
Al fine di avviare il processo Costituente di questo soggetto politico, convochiamo per il XX xx dicembre 2015 una assemblea nazionale aperta a tutti gli uomini e le donne interessati a costruire questo progetto politico. Da lì parte la sfida che ci assumiamo e li definiremo la nostra carta dei valori. L'assemblea darà avvio alla Carovana dell'Alternativa, individuando le forme di partecipazione al progetto politico. Si tratta di definire il nostro programma, le nostre campagne e la nostra proposta politica in un cammino partecipato e dal basso che con assemblee popolari e momenti di studio e approfondimento coinvolga movimenti, associazioni, gruppi formali e informali unendo competenze individuali e collettive.
Entro l’autunno del 2016 ci ritroveremo per concludere questa prima fase del processo e dare vita al soggetto politico della sinistra.

1 commento:

  1. Il documento postato non è di Sinistra Italiana, che è al momento un gruppo parlamentare nato dalla confluenza di SEL e di alcuni fuoriusciti dal PD (tutti tranne Civati e il suo gruppo). Questo è il documento costruito da Act!, Altra europa con Tsipras, Futuro a Sinistra, Partito della Rifondazione Comunista, Possibile, Sinistra Ecologia Libertà. Alle riunioni del tavolo hanno partecipato Sergio Cofferati e Andrea Ranieri. Ci sono quindi anche Altra Europa, PRC e Possibile, mentre non ci sono alcuno fuoriusciti dal PD. In realtà i due "processi" sono molto vicini... Condivido TUTTE le osservazioni fatte, in ogni caso. E credo che valgano per entrambi i processi...

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