sabato 26 luglio 2014

Il ministro Boschi: rottamare, rottamare e poi … Amintore Fanfani



Diario n. 257 

Il ministro Boschi: rottamare, rottamare e poi … Amintore Fanfani

La ministra Maria Elena Boschi al suo apparire sembrava una promessa: bella, intelligente, brava e un po’… malandrina (basta ricordare il colore del suo vestito al giuramento come ministro). 

Pochi mesi di governo l’hanno consumata, sotto tutti gli aspetti. 

La dichiarazione di pochi giorni fa letta al Senato è stata fuori luogo: “Amintore Fanfani, un grande statista, che è stato anche un grande presidente di questa Assemblea, oltre che un riferimento per tante donne e uomini della mia terra, compreso mio padre, ha detto che le bugie in politica non servono”.

Fanfani è stato un rilevante personaggio della prima repubblica, ma i progressisti non ne avevano grande stima e no ne hanno un buon ricordo. La ministra è generosa, si accolla la colpa del padre, ma la citazione è di una consistenza nulla. Che vuol dire che in politica le bugie non servono, e quando servono? Nei rapporti coniugali? con gli amici? in amore? per scansare una disgrazia? Una verità volatile, una banalità di buon senso, un tasso politico pari a zero. 

Tra le altre cose Fanfani di bugie ne ha detto tante e del resto la ministra lo segue su questa strada. Anch’io sospetto che nella riforma potrebbe riscontrarsi un germe di autoritarismo, e una colta ministra dovrebbe riconoscerlo, la sua sordità è pericolosa. Mente quando accusa gli oppositori di non volere la riforma del Senato, dovrebbe sapere che la questione è un’altra: la maggior parte degli “oppositori” (diciamo così) è d’accordo con l’ispirazione della riforma ma non ne condivide la lettera e alcuni meccanismi. 

Capisco che l’autonomia del ministro sia nulla, con Renzi non si scherza, ma forse avrebbe potuto fare meglio con risultati migliori, per il paese e per la maggioranza, invece no, lei e il suo capo del governo invocano la legge del più forte (a qualsiasi prezzo). 

Garantire il referendum sulla riforma, sicuri della vittoria, mi pare una arroganza; la sicurezza di vincere l’eventuale referendum è solo un desiderio. Minacciare le elezioni subito è solo una sbruffonata: oltre gli 80 euro cosa può portare Renzi all’incasso del voto? No le riforme, no l’occupazione, no la fine della crisi. Un disastro.         

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