domenica 1 dicembre 2013

Le primarie del PD

Diario 236

Le primarie del PD



Trovo strano che il “segretario” di un partito sia eletto non dagli iscritti al partito ma da chiunque sia disposto a pagare 2 € (vale pogo il segretariato); e come se uno/una decidesse di farsi scegliere la moglie/marito dal primo che passa. Ma comunque la “partecipazione” oggi vuole questo; non un impegno politico nel quale ciascuno ci metta la propria faccia, le proprie energie, la forza per costruzire rapporti politici con gli altri iscritti, la volontà di contribuire alla definizione di una prospettiva di lunga durata e le azioni necessarie nell’immediato; niente di tutto questo oggi bastano … 2€.

Dall’altra parte è anche vero che molte soggetti non se la sentono di affrontare un percorso che sanno per esperienza, o immaginano, pieno di “tempo perso”, di litigi futili, di lotte per il potere (sic!), e simili, ma tuttavia si sentono legati ad una prospettiva progressista e vogliono far sentire il loro peso anche solo con un voto (poco costoso) per l’elezione del segretario del maggior partito progressista.

Personalmente non so se andrò a votare, sono ancora legato, l’età me lo consente, a vecchi schemi (di cui riconosco oggi l’inadeguatezza e l’inutilità), ma se mi decidessi (per vecchio vizio) non avrei dubbi, voterei per Pippo Civati.

La vaghezza di Renzi, le sue parole d’ordine, la sua genericità programmatica, la sua ansia di successo, me lo rendono insopportabile. A Cuperlo riconosco diversi pregi, ma mi pare inadeguato a fare quello che dice che vorrebbe fare. Non dico che Pippo Civati sia il personaggio giusto, ma mi pare fatto di una pasta un po’ speciale, dotato di intelligenza vivace e mostra di credere ad una possibilità di cambiamento meno greve e meno fumosa.

Si lo so, non gradendo Renzi bisognerebbe votare per il suo antagonista più diretto, la solita storia del voto utile/inutile. Io non credo che quello per Civati si possa considerare un voto inutile, la storia non finisce l’8 dicembre, e poi dovessi votare, voterei per quello meno lontano.

Ma perché vi comunico questi miei modesti pensieri? La maggior parte di voi che ricevete il Diario, non mi azzardo a dire tutti, appartenete alla schiera dei progressisti (non mi azzardo a dire socialisti o addirittura comunisti), e molti di voi andranno forse a votare per le primarie del PD, ed allora il vecchio vizio (virtù?) della politica mi spinge a fare un po’ di propaganda per Civati (che personalmente non conosco e che probabilmente non conoscerò mai), mi è piaciuta molto la sua battaglia aperta ed esplicita sulle “ampie intese” (non si è nascosto come i 101 che hanno bocciato Prodi), argomentata politicamente e conseguente al ragionamento avanzato. È poco? Di questi tempi non so.

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