lunedì 11 novembre 2013

Uscere, bidello, ministro (diario 231)





Uscere, bidello, ministro

Mi pare che il Parlamento abbia riconosciuto che il Ministro Cancellieri non ha commesso reato con la segnalazione, alle autorità carcerarie, dello stato di salute della sua amica Ligresti. È discutibile la scelta operata dal Parlamento e la questione non può essere chiusa così. Non si tratta di sapere quanti e nei riguardi di chi il Ministro è intervenuto. L’aspetto del ministro, da questo punto di vista, pare convincente: non è tipo da lesinare interventi umanitari. Ma il problema non è questo.

Come è noto i parenti ci sono dati dalle relazioni di sangue che legano ai genitori e agli altri membri della famiglia. Può quindi capitare che nella cerchia dei parenti ci possa essere una pecora nera, e tanto più stretto è il parente tanto più il suo comportamento colpisce e in qualche modo coinvolge.

Ma gli amici, come è noto, li scegliamo noi. Ci si può sbagliare: il gentile signore, affabile, simpatico, buono e caritatevole in realtà nasconde un abilissimo ladro, o un efferato assassino. Ci si sbaglia e si può rimediare troncando qualsiasi rapporto.

Ma si pesca nel torbido (fosse anche un torbido psicologico) quando consapevoli della poco onestà di una famiglia con questa si stringe amicizia. Certo ci sono le preferenze individuali: è simpatico e chiudo un occhio; non credo ai delitti che gli vengono attribuiti; è il vicino di casa; ecc. Anche questo è comprensibile. Ma questa comprensione vale per tutti? Non credo.

Un alto funzionario dello Stato, un Prefetto, un Commissario prefettizio, un Ministro, non è uno qualunque, non è né un bidello, né un uscire (pur essendo persone rispettabilissime,sono presi ad esempio per l’assenza di potere decisionale sulla cosa pubblica), per questi sarà la propria coscienza ed intelligenza a determinare con chi accompagnarsi amichevolmente. Ma un alto funzionario dello Stato, proprio per il suo potere decisionale, per il riverbero che questo potere emana su tutta la sua vita, compresi i suoi amici, deve stare molto attento alle sue amicizie, e questo anche se il “potere” viene tenuto estraneo al rapporto di amicizia.

La famiglia Ligresti, non era solo chiacchierata, ma il capo famiglia, don Salvatore (il solo titolo di “don” dovrebbe allertare) era stato inquisito per reati gravi, nei quali entrava anche la mafia, anche se prosciolto; era stato condannato, dentro l’inchiesta di tangentopoli, e aveva perso i requisiti di onorabilità con conseguente e obbligatorio abbandono delle cariche nelle sue società.

Una famiglia dalla quale un alto funzionario dello Stato, prefetto, commissario prefettizio e ministro avrebbe dovuto tenersi lontano, ma molto lontano. Così non è stato.

Il Ministro Cancellieri era per questo che avrebbe dovuto dimettersi, ma si è preferito affrontare l’aspetto giuridico della sua telefonata. Capisco che il Presidente del consiglio era preoccupato che tolta una carta tutto il castello di carte che forma il suo governo avrebbe potuto precipitare, ma così facendo si è data un’altra mazzata alla moralità pubblica (cosa di cui non aveva bisogno).

Più alto è il ruolo occupato all’interno della Pubblica amministrazione, più alto deve essere irreprensibile la condotta del singolo, anche nell’ambito della familiarità con terze persone (è una limitazione, certo, ma compensata dalla capacità di decidere) .



Il diversivo delle grandi navi a Venezia

Premesso che le grandi navi da crociera sono orrende, premesso che il loro passaggio nel bacino di San Marco sono un obbrobrio, mi pare che tutta la questione, con un apposito movimento (No! Grandi navi), con una mobilizzazione del consiglio comunale, riunioni ministeriali, progetti alternativi, ecc. costituiscono un diversivo rispetto al degrado cumulativo della città storica.

La marea dei turisti in tutti i mesi dell’anno, in tutte le settimane del mese e in ogni giorno della settimana hanno definitivamente mutato la natura della città storica. Quelli che arrivano con le navi da crociera sono una goccia nel torrente dei visitatori.

Si può fare qualcosa? Ormai non credo, qualsiasi cosa si faccia costituisce un ulteriore incentivo all’aumento del flusso turistico. Bisognava pensarci quindici/dieci anni fa, ma amministrazioni imbelli, incapaci e velleitarie, hanno prodotto questo disastro. Salvarsi la coscienza combattendo le grandi navi, ma di effetto nullo sul degrado complessivo della “città” (o meglio della ormai “non città”) è come mettere un pannicello caldo su una cancrena.



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