mercoledì 13 marzo 2013

Diario 214



Diario 214
4 – 10 marzo 2012

ñ  Che fanno? Cosa si può fare?
ñ  Perché c’è questo disamore per la sinistra?
ñ  La visita fiscale           
ñ  Citazione: nel bene e nel male (Guido Rossi, Josephe Stiglitz, Matteo Orfini, Beppe Grillo, Ada Gobetti, Silvio Berlusconi,Andrea Fumagalli)


Che fanno? Cosa si può fare?
Sarebbe logico che, data la revisione di linea fatta dal PD, anche se parziale, e la disponibilità mostrata nel cogliere la domanda degli elettori come espressa dai risultati elettorali, che si riuscisse a costruire un governo di collaborazione tra PD e Movimento 5 stelle. Una soluzione di questi tipo non solo sarebbe logica ma sarebbe anche molto utile per il paese e riuscirebbe a cogliere l’ansia di innovazione espressa dalla maggior parte degli elettori. Ma non sempre quello che appare logico e utile si realizza.
Se questa prospettiva non si realizzasse, come pare facile, bisognerebbe chiedersi perché.
I punti programmatici non pare costituiscano un ostacolo;  un confronto (non una trattativa) tra le due forze politiche su tali punti non c’è stata ancora, non si sa si ci sarà mai. Se avvenisse non credo possano costituire  un problema.
In realtà il Movimento 5 stelle e il leader (o i loro leader) non vogliono nessun contatto con i partiti, un contatto che verrebbe considerato un inciuccio e il tradimento del programma del Movimento.  Si tratta di una dichiarazione grave, che esclude qualsiasi incontro e collaborazione tra forze politiche anche in presenza di comuni obiettivi. Si tratta della demonizzazione di qualsiasi collaborazione. Il Movimento 5 stelle ha la pretesa di rappresentare tutto il “popolo”, e disconosce alcuni milioni di elettori che la pensano diversamente.
Senza fare processi alle intenzioni, ma da quello che sento il Movimento sarebbe felice di una soluzione che vedesse insieme PD e PDL (un vero inciuccio) in un governo debole e litigioso dalla durata molto ridotta, per poi andare a nuove elezioni nelle quali il Movimento si presenterebbe come “puro” e l'unico che possa rappresentare il “rinnovamento”. Non è chiaro come possa rappresentare tale istanza  non avendo colto l’occasione di un governo di cambiamento. ( Resta sempre la possibilità, che però mi pare infondata, che i giovani deputati e senatori del Movimento riescano a ragionare e non solo a seguire le dichiarazione dei leader, e quindi rendano possibile la nscita di una governo).
Il Movimento spinge, di fatto, all’ingovernabilità nella speranza (non si sa quanto fondata) che l’elettorato lo premi con la maggioranza assoluta e contemporaneamente premi la speculazione finanziaria che nell'instabilità si muove come pesce nell'acqua. Puntare in futuro ad una maggioranza unica con un partito unico, sarebbe la negazione di ogni democrazia (non lo chiamiamo fascismo, ma …). Quello che il Movimento cataloga come “inciuccio” è la collaborazione, certo onesta e trasparente, tra forze politiche simili ma non uguali, che si accordano sulle cose da fare. Si può sostenere che nel passato questa chiarezza e trasparenza sia mancata, ma sembra una buona occasione per imporla. Un partito di maggioranza assoluta sicuramente può rinunziare alla collaborazione ( se poi avesse il 100% è chiaro che il problema non si porrebbe), ma chi dice che sia meglio e che non sia foriero di cose peggiori.
Si dice gli eletti del Movimento siano  “un’altra cosa” rispetto alla tradizione politica del paese: sono persone pulite, oneste, ecc. non faccio fatica a crederlo, ma ho capito una cosa, che la leadership del Movimento ha in uggia ogni possibilità che qualcuno “emerga”, che gli eletti decidano in modo autonomo (la polemica sul vincolo di mandato  degli eletti mi sembra un segnale di questa deriva). Negare la possibilità che eletti del Movimento o comunque iscritti possa apparire in TV a rappresentare il Movimento, la capisco ma mi pare preoccupante. Così come l’eccesso di democraticismo può nascondere dell’altro. La decisione che i “capi gruppi” del Movimento al senato e alla camera resteranno in carica per tre mesi e poi si cambi a rotazione, sembra una istanza democratica, e sicuramente possiede una componente di questo tipo, ma contemporaneamente una procedura di questo tipo nega la possibilità di una professionalità istituzionale e  di permettere,  sulla base anche di una esperienza significativa di tipo istituzionale, l'emergere di una più allargata leadership del Movimento. 
Si parla della possibilità della  la nascita di un governo “tecnico” (un governo del Presidente) guidato da una personalità estranea ai partiti che abbia un programma ridotto (tra cui la riforma elettorale, un obiettivo, l'esperienza ci suggerisce, in realtà molto difficile). Ma chi appoggerebbe questo governo? Il Movimento almeno nel suo leader sembra di no. L’appoggio di  PD, PLD sembra impossibile. A parte il fatto che un governo di questo tipo, siccome non nascerebbe nel vuoto, rischia di essere l’espressione più pura dell’inciuccio.
Non resterebbero,. Fermo restando alcune questioni istituzionali di non poco peso, le elezioni. Non bisogna temerle, anche con la stessa legge elettorale, il Movimento è sicuro di guadagnare, ma forse non sarà così; e poi sia detto con schiettezza il paese avrà il governo che vorrà, gli elettori hanno tutti gli elementi per decidere. Le elezioni non sono mai il male. Volerle evitare ad ogni costo, sulla base di una pretesa esigenza del paese pare una brutta piega.
Per quello che vale, sono preoccupato.

Perché c’è questo disamore per la sinistra?
Una mia amica mi ha fatto, o piuttosto si è fatta, la seguente domanda: come mai la gente detesta la sinistra? Un sentimento che coinvolge soprattutto i giovani?
Non ho particolari capacità per rispondere a questa domanda, ma la stessa dovrebbe fare riflettere tutti, e mi ha fatto riflettere. Vorrei elencare quelli che possono essere degli indizi, non avendo chiaro, neanche, che peso dare a ciascun indizio:
-        si potrebbe argomentare che viviamo in un paese di destra e quindi la sinistra non può essere apprezzata. Sarebbe una semplificazione non corretta, anche perché c’è stato un periodo, in questo paese, che il sentire maggioritario  del paese (anche se diviso in correnti e sottocorrenti) era di sinistra. E della sinistra si aspettava il cambiamento;
-        c'è, mi pare di capire, un cambiamento di prospettiva: il sistema capitalista, proprio nel momento della sua massima crisi, pare perpetuo e quasi “naturale”. Può essere aggiustato, riformato, ecc. ma non attraverso un mutamento del  regime sociale di produzione, ma attraverso l'impegno individuale dei cambiamenti di comportamento. Utili (chiudere il rubinetto quando ci si fa la barba, il Km zero, gli acquisti solidali, ecc.) che sono scelti da molti,  ma che non incidono sul regime sociale di produzione e sulla struttura di potere nella e sulla società. Si tratta di un punto di vista sicuramente democratico, anche progressista, ma non di sinistra. In quest'ambito tutte le dichiarazioni della fine delle ideologie, della evanescenza di destra e sinistra, e simili (il prof. Monti su questo ha battuto e ribattuto), fa si che la “gente” non è che detesta la sinistra, ma crede di non aver bisogno più di un'analisi della società e dei suoi meccanismi di potere (tipica l'idea che bisogna salvare l'ITALIA, mentre non ci si preoccupa degli italiani); 
-        il PD, pur nella sequela di nomi cambiati, rappresenta l’unico partito che è sopravvissuto alla I Repubblica, spazzata via dalla corruzione e dalle sue conseguenze (Mani pulite). Si tratta di un marchio che è difficile cancellare e che rende diffidenti soprattutto le nuove generazioni perché a torto o ragione rappresenta la sinistra (non l'unica  ma sicuramente la più consistente). Da questo punto di vista associare il PD al governo del paese, e quindi responsabile di tutti i suoi mali, è falsa nel dato di fatto (il PCI e i comunisti non hanno governato mai, e quando una versione adulterata  ha governato si è fatto di tutto, compresa l’acquisto di senatori, per farla cadere), ma in un certo modo lato è vera in quanto unico rappresentante dei partiti che hanno governato l’Italia nel secondo dopoguerra fino alla caduta della I Repubblica. Quindi responsabile del passato che ha prodotto la trasformazione del paese,  che oggi non ci piace più;
-          una propaganda martellante contro il pericolo comunista (paradossalmente tirata fuori anche nell’ultima campagna elettorale) si deposita nelle coscienze semplici o ignare, come una verità di cui aver paura. Non il comunismo come sinonimo di libertà ed equità, ma piuttosto di oppressione viene visto come un pericolo e come tale percepito anche se il comunismo sembra difficile da trovare tra le forze politiche di sinistra. Si tratta di un fantasma agitato e che fa paura;
-          sia il PCI nei suoi diversi nomi, che la nuova sinistra, la sinistra radicale, extra-parlamentare , ecc. non hanno saputo, voluto, controbattere la  propaganda che li dipingeva coma illibertari e oppressivi, mentre cercavano di fondare le proprie ragioni nella propria esistenza, dimentichi che la battaglia delle idee è fondamentale nella lotta politica;
-          la sinistra estrema, nelle sue diverse versioni, non è riuscita a costruire un blocco attraente, consistente e appassionante, mentre le giuste discussioni teoriche e teoretiche (e anche storiche) invece di alimentare un dibattito verso il rinnovamento del pensiero, e il rinnovamento delle espressioni, hanno costituito le variabili di una continua divisione;
-          il pensiero politico, economico e sociale della sinistra necessitava di un “aggiornamento” che facesse i compiti con le trasformazioni della società. Ma di questo aggiornamento non c’è traccia, neanche quando si è alzata la bandiera della “rifondazione”. Ma c’è di più il mancato rinnovamento ha condiviso con una sostanziale acquisizione del pensiero unico,. Nonostante gli anatemi. Non solo il Capitalismo è sembrato vittorioso (ora si ha qualche dubbio) ma anche il pensiero che lo caratterizzava è diventato comune;
-          si è continuato a parlare della necessità del rinnovamento della “forma partito”, con la conseguenza che si è buttato a mare la vecchia forma, che era un collegamento diretto con la società, una forma di ascolto, una forma di comunicazione e di formazione in comune, mentre non si è costruito niente di nuovo. Il tutto si è caratterizzato con uno smantellamento.
La variabile organizzativa e di pensiero  hanno da una parte reso impermeabile il partito alla domanda della società e i militanti, sempre meno, degli stranieri nel loro paese.
Nonostante il disamore per la sinistra organizzata il paese esprime domande le cui risposte si possono trovare s olo a  “sinistra”, ma la sinistra politica in generale fa fatica a sentirle. Forse le elezioni recenti hanno aperto occhi e orecchie. Speriamo.

La visita fiscale           
Grande scandalo nel PDL, ma non solo, per la decisione del tribunale di verificare l'attendibilità dell'indisponibilità di Silvio Berlusconi per malattia con una visita fiscale. Le parole usate contro  i giudici, ma anche contro i medici (definiti nazisti da Cicchitto), non sono degne da rappresentati del popolo. La manifestazione programma contro o giudici e le altre iniziative di cui parlano i giornali, vanno dal folclore all'eversione, ma in realtà sono un estremo tentativo, di una grande forza politica, di serrare le fila essendo sull'orlo del suo sfascio.
Ma non si capisce dove stia lo scandalo: a) Berlusconi è accreditato come un bugiardo compulsivo; b) Berlusconi e i suoi avvocati hanno fatto delle decadenza dei termini l'arma fondamentale di difesa legale (leggi ad personam comprese); c) qualsiasi capo ufficio, dal comune all'università,  può inviare la visita fiscale all'impiegata/o che si assenta per malattia (in periodo di critica alla “casta” non pare opportuno fare differenze).
In sostanza il Tribunale ha mostrato di avere dei dubbi  circa le motivazione avanzate  dall'inquisito per la sua indisponibilità, per liberarsi del dubbio ordina una verifica d'ufficio. Niente di più e niente di meno. I medici legali riconoscono la malattia ma non reputano giustificata l'indisponibilità. Il dubbio è tolto e Berlusconi vada in tribunale.
Il Cavaliere si è offeso? si è sentito umiliato perché trattato come una dattilografa? Capisco l'ego ferito, ma appunto problemi di ego, le regole sono altre.

Citazione: nel bene e nel male

Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 3 marzo 2013
“Non vi è dubbio che spetterà ai nuovi eletti, liberi da ogni condizionamento di cesarismo, decidere le linee e le scelte democratiche in Parlamento, sia per la formazione di un Governo stabile, si per l’elezione del nuovo Capo dello Stato, nella loro assoluta indipendenza, autonomia e responsabilità istituzionale…  Non è un caso che l’attuale situazione italiana, pur insieme ad altri gravi problemi,mostri come dato peggiore la disoccupazione giovanile, che è salita all’incredibile percentuale del 38,7 per cento. Il nuovo Parlamento e il Capo dello Stato non hanno alternative nella scelta di un governo politico, che affronti senza procrastinare questo problema, per evitare che la vecchia lotta di classe tra capitalisti e proletari si trasformi invece in una cruenta, anche socialmente pericolosa, lotta di classe tra generazioni, cioè adulti e giovani disoccupati” 

Josephe Stiglitz, La Repubblica, 5 marzo 2013   
“Il divario tra ciò che i nostri sistemi economici e politici dovrebbero fare e ciò che effettivamente fanno è diventato troppo ampio per poterlo ignorare. I governi del mondo non stavano affrontando i problemi economici cruciali, come la persistente disoccupazione e, mentre i valori universali dell’equità venivano sacrificati all’avidità di pochi, nonostante la retorica del contrario, il senso di giustizia si è trasformato nella sensazione di essere stati traditi”.  
                                                                                                                                                                                                                                                                                            
Matteo Orfini, La Repubblica, 6 marzo 2013   
“Si può immaginare tutto. Ma il PD dovrà stare in maggioranza dove ci sia il Movimento 5 stelle. Grillo non si sottragga”

Beppe Grillo, Repubblica, 7 marzo 2013
Vogliamo il 100% del Parlamento, non il 20 o il 25% o il 30% - ha detto -. Quando il movimento otterrà il 100% e i cittadini saranno diventati lo Stato, il Movimento non avrà più bisogno di esistere. L'obbiettivo è scioglierci” (il Movimento si scioglie e il 100% degli eletti dal popolo continuano a governare in assenza di ogni opposizione?)

Ada Gobetti, moglie di Piero Gobetti, La Repubblica, 7 marzo, 2013
“Se la vita non mi avesse ridotta a trent’anni così disperatamente vecchia e sola, se nel mio domani ci fosse ancora la possibilità di una speranza o di un sorriso, oggi vorrei fabbricare, per la mia gioia, qualche impossibile sogno”.

Silvio Berlusconi, Corriere della Sera, 10 marzo 2013
 “Vogliono farmi finire come Craxi” (La storia d'Italia è piene di patrioti perseguitati – Silvio Pellico, per tutti – non mi pare felice il paragone scelto, certo un suo amico, ma anche un politico  che ha subito due condanne definitive per corruzione )  

Andrea Fumagalli, Alfabeta 2, mese di marzo 2013
“Oggi l'emergenza è data dalla stessa crisi dei mercati finanziari e degli Stati europei. Diremo di più: la crisi diventa strumento di governance e quindi crisi permanente. Ciò significa  che l'emergenza è finita: la crisi diventa norma”.

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