domenica 19 febbraio 2012

Diario 162; 13-19 febbraio 2012

Diario 162

13-19 febbraio 2012

  • Europa, Europa
  • Bersani e il … popolo
  • Bersani e le …. primarie
  • Monti e le … olimpiade
  • Monti la … Chiesa e l’ICI
  • Il Manifesto, una critica
  • Citazioni: nel bene e nel male

Europa, Europa

Non faccio fatica a capire l’importanza di un’Europa unita; faccio credito, come molti scrivono, alla necessità di una democratizzazione delle istituzioni europee; ma…

- se le istituzioni europee fossero e restassero liberiste non credo che questo sarebbe un gran vantaggio per i popoli europei;

- se le istituzioni europee fossero attentissime agli equilibri dei bilanci pubblici come dimostra l’attuale accordo finanziario con una distratta attenzione ai problemi della crescita;

- se le istituzioni europee fossero molto più attenti e accorti agli interessi delle banche e della speculazione che non a quella dei popoli;

- se tutti i ragionamenti sulle necessità di riforma dello SW fossero finalizzate non già al suo allargamento e approfondimento ma alla sua riduzione;

- se la soluzione del problema delle disparità sociali fosse affidata al mercato;

- se si guardasse con sospetto ad ogni attività economica pubblica;

- se la politica economica comune fosse ritagliata sugli interessi delle economia più forti e degli interessi costituiti;

- se ogni ragionamento sui beni comuni fosse etichettato come ideologico;

- se ....

allora si pone un vero problema sulla base di un semplice calcolo dei vantaggi e svantaggi misurati sugli interessi collettivi dei singoli popoli. Uno spirito antieuropeo nasce dal prevalere dei secondi sui primi (non è questione di identità).

Bersani e il … popolo

Il segretario, e tutti gli altri dirigenti, sono molto contenti che il PD risulta essere il “primo partito” in tutte le indagini sulle intenzioni di voto. Fanno finta di non accorgersi che più della metà degli intervistati dichiara che non andrà a votare, voterà scheda bianca o è incerto. Se l’indagine rispettasse veramente e completamente il comportamento degli elettori, sarebbe il primo partito, e gli altri a seguire, di meno di metà della popolazione. Espressione piena della crisi della democrazia delegata. Ci si può consolare con il fatto che questo avviene in tutti i paesi? Credo di no. Che ci sia un problema della rappresentanza, che ci sia uno scollamento tra politica e cittadini, tutti lo dicono, ma nessuno fa niente. Insomma è una costatazione come affacciati alla finestra si dice “oggi brutto tempo”. Quanto pagheranno le forze di sinistra questo distacco? Tutti aspettano di vedere, ma non sarà un bel vedere.

Bersani e le …. primarie

Dopo Genova, che viene dopo Milano, Napoli, Cagliari, ecc. le primarie di coalizione pare che non piacciono al PD (Bersani è più realista). Per loro le primarie dovrebbero avere questo svolgimento: il PD fa le primarie interne, il loro candidato vince nelle primarie di coalizione. Non sono un fanatico delle primarie, ma accettato il gioco bisogna giocare non solo senza trucchi, ma sapendo che i trucchi non funzionano. Anche la scelta di un unico candidato del PD (perché questo pare sia il problema) forse dà qualche speranza maggiore al PD, ma nessuna sicurezza, dipendete da chi scelgono e come questo candidato viene percepito da chi va a votare. Ci sarà un motivo che chi va a votare alle primarie guarda con sospetto (e non lo vota) chi indicato dal partito? Si chiami scollamento, si chiami diffidenza, si chiami stanchezza, comunque la si vuole chiamare è il segnale di una estraneità. Come fa un partito di sinistra di non cogliere la gravità di questo fatto e non cercare di tentare di provvedere?

Monti e le … olimpiade

Monti si è rifiutato di firmare la lettera di accredito (di questo si tratta) per la candidatura di Roma alle Olimpiade. Questo dopo che tutti i partiti della sua maggioranza avevano presentato mozioni a favore. Se non ci fosse stato Monti oggi candideremo Roma alle Olimpiade. Bravo Monti.

La tipologia del rifiuto, tuttavia, non mi soddisfa, è di tipo ragionieristico: troppe spese e poco controllo della loro dinamica. Giusto ma il rifiuto poteva essere accompagnato anche con qualche riflessione sugli effetti degli eventi e le trasformazioni delle città. Sulla loro iattura. Un governo “tecnico” forse avrebbe potuto fare uno sforzo in questa direzione. Ma contentiamoci.

Monti la … Chiesa e l’ICI

Il governo presenterà una norma per cui anche la Chiesa, per i locali non adibiti a culto, pagherà l’ICI, o come si chiama oggi. La pressione dell’Europa e il pericolo di una procedura di infrazione deve aver spinto l’ex commissario europeo ad una posizione di legalità. Mentre aspettiamo il testo della norma bisogna dire: bene! Governi di centro sinistra e di centro destra non erano riusciti a tanto. Attenzione non si tratta di un plauso generale al “governo tecnico”, ma alla semplice constatazione che tra tanti provvedimenti iniqui, alcuni forse inutili, ci scappa qualcosa da condividere.

Il Manifesto, una critica

Ricevo dal mio amico Sergio, la lettera che segue, mi prega di inoltrare alla mia mailing list. Cosa che faccio. In risposta al mio appello, oltre che molti consensi e promesse, ho ricevuto altre note dello stesso tenore di questa di Sergio, ma meno organiche. Questa vale per tutti.

Tutti i collaboratori del giornale hanno da lamentarsi della redazione, tutti hanno avuto l’impressione di non essere considerati, la redazione un gruppo chiuso, ecc. Attenzione i redattori fanno con sacrificio personale il giornale, non è poco. Su l’idea che un gruppo di intellettuali rilevi la testata non dico niente, osservo solo che i redattori sono degli intellettuali.

Ma è meglio fare a meno de Il Manifesto? Questa è la domanda. Io credo di no. Per quanto spesso ci fa arrabbiare, per quanto spesso tratta con spocchia i collaboratori, per quanto ci pare che “alcuni” sono più accetti e coccolati di altri, per quanto tante volte possiamo non condividerne la linea, per quanto secondo alcuni sbaglia in certe sue posizioni, e potrei continuare, non credo che sia meglio farne a meno. Non sono tempi gloriosi per nessuno, neanche per la sinistra, e per la sinistra della sinistra, la confusione, l’incertezza, anche l’ambiguità la fanno da padrone, perché dovrebbe essere diverso per il giornale. Il giorno in cui all’edicola chiedessi Il Manifesto e Alice mi dicesse “non c’è più, ha chiuso”, mi sentirei più povero, politicamente più povero, intellettualmente più povero, non solo mi sentirei, ma risulterei tale. Per questo invito tutti a fare quanto possono perché questa ricchezza non ci venga sottratta.

Caro Francecso,

la mia esperienza con Il manifesto (non parlo di quella antica col gruppo o col PdUD) è di un gruppo di giornalisti piuttosto auto-referenziale che ha bruciato anni fa una collaborazione e una ricerca organica sui temi economici con gli economisti di sinistra più qualificati, per disinteresse, simpatie, o quant'altro (forse la superficialità tipica della sinistra italiana). Con questo ha bruciato la possibilità di mantenere un profilo alto su temi centrali per la sinistra. Questo dimostra come il giornale abbia fallito, mi sembra, nel costituire un punto di riferimento per il dibattito politico nella sinistra (come lo è Il foglio è, a destra, per capirci). Forse un gruppo di intellettuali dovrebbe rilevare testata e tradizione - che è indipendente, a mio avviso, dai giornalisti - spocchiosi assai quando si ha a che fare con loro, mentre uno si immaginerebbe che vadano a braccetto con gli studiosi in una simbiosi continua (lo faranno, ma con chi gli pare a loro e non certo col meglio, per ciò che mi riguarda, degli economisti di sinistra che non hanno mai cercato).

Che il giornale chiuda mi dispiace, ma soprattutto per un paio di amici (non giornalisti) il cui sostentamento dipende o dipendeva dal giornale.

Purtroppo l'appello di Parlato (figura di cui ho ovviamente il rispetto immenso che gli si deve) a inviare critiche e suggerimenti mi pare non solo too little or too late, ma anche non credibile. Se hai elementi che vanno in direzione diversa, ti prego di farmeli sapere. Il mondo con Il manifesto vivo e vitale sarebbe chiaramente un pochino migliore.

Se puoi fra girare queste brevi riflessioni alla tua mailing list, te ne sarei grato.

Ciao

Citazioni: nel bene e nel male

Tobie Nathan (da Una nuova interpretazione dei sogni, Cortina, 2011)

“Silenziosi e umili davanti all’infelicità, abbiamo il dovere di condividere la gioia della conoscenza, di combattere con la forza del pensiero la banalità e la noia”

Goffredo Buccini (da Mani pulite, due volumi a cura del Corriere della Sera)

“Mani pulite non ci ha salvato, forse perché dovevamo salvarci da soli. Dovremo farlo, prima o poi: per non restare ingabbiati altri vent’anni in un déjà vu collettivo peggiore di qualsiasi galera”.

Nessun commento:

Posta un commento