Diario
6
dicembre 2020 dell’era corona virus
La
discussione sulla patrimoniale in Parlamento sembrava indirizzata verso un binario
morto. Con la dichiarazione di inammissibilità della Commissione Bilancio della
Camera, per mancanza di copertura, come dichiarato dalla Ragioneria generale
dello Stato, ogni possibilità di aprire una discussione su un’imposta
patrimoniale sembrava chiusa. Grande soddisfazione tra i sepolcri imbiancati,
che sostenevano l’opportunità di una tassazione sui patrimoni, ma questa era
resa impossibile per l’assenza di una conoscenza precisa di questi patrimoni,
mancava l’anagrafe dei patrimoni. Grande gioia tra quanti della patrimoniale
non volevano sentire il nome (motivazioni diverse, un arrampicarsi sui vetri
che meriterebbero questione meno ovvie).
Ma
ora la Ragioneria dello Stato ha riconosciuto di avere sbagliato i conti e l’emendamento
Fratoianni-Orfini è tornato all’ordine del giorno della Commissione bilancio. Passerà?
credo proprio di no.
Il
suo contenuto, infatti, non è solo fiscale, ma sociale. L’uguaglianza, infatti mina alle fondamenta la nostra società, che dell’ineguaglianza
fa la sua cifra principale. Non sostengo che “via tassazione” si possa
raggiungere l’uguaglianza, con le percentuali di tassazione previste dalla
proposta è comunque impossibile, ma questa mette in piazza la diseguaglianza ed
individua in chi più ha la responsabilità di contribuire con maggiore risorse
(ma con poco sacrifici, bisogna dirlo) al sostegno della società.
Il
10% delle famiglie, per quanto si riesce a sapere, detiene il 44% della
ricchezza nazionale, mentre il 90% delle rimanenti famiglie si devono dividere
(non in parti uguali) il 56% della ricchezza. Un evidente dimostrazione di
ineguaglianza economica (con le altre ineguaglianze che si porta dietro quella
economica: cultura, salute, casa, scuole, ecc.).
È
interessante notare che a livello politico qualcosa si muove. Intanto l’onorevole
Paglia, grillino non di osservanza, ha firmato la proposta Fratoianni-Orfini,
ma più importante è la presa di posizione di Beppe Grillo che rifiuta l’emendamento
di cui si parla, e poi fa una proposta di tassare i grandi patrimoni assumendo
anche le percentuali di imposta dell’emendamento rifiutato. Di Maio subito
cavalca, rapido come una lince, la proposta Grillo. Il PD continua a tacere.
L’ho
detto, ma voglio ripeterlo, non credo che questa sia la strada per eliminare le
diseguaglianza, ma almeno può portare ad una piccola correzione e soprattutto,
alla consapevolezza generale, delle diseguaglianze presenti nella nostra società.
Per eliminare le quali ci vuole altro, ma una patrimoniale in questo clima ci
soddisfarebbe.
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