La scomparsa di Bubi Campos Venuti costituisce un
ennesimo impoverimento della cultura Urbanistica del nostro paese. In breve
periodo Bernardo Secchi, Edy Salzano e Bubi Campos Venuti se ne sono andati,
tre personalità di grande rilievo in permanente contrasto tra di loro e più ancora
con establishment dell’urbanistica e della
politica, ma tutte tre con una comune visione: fare Urbanistica è fare
politica, o al contrario fare politica per la città significava fare
Urbanistica.
Tutti perdiamo dei colleghi, alcuni degli amici e dei
interlocutori, magari con cui si è polemizzato e talvolta litigato, ma certo ad
alcuni mancheranno. Non vorrei essere frainteso aver messo questi amici (con
livelli diversi di amicizia) insieme non significa omologarli. Erano molto
diversi tra di loro, diverso era il loro atteggiamento nei riguardi della disciplina ed anche rispetto alla politica secondo le vicissitudini
del nostro paese e non solo, ma tutte tre hanno rappresentato, pur nei diversi
approcci, “scuole” di urbanistica tra le
migliori, così riconosciute anche a livello
internazionale.
Il
loro lavoro è sempre stato ineccepibile? le loro elaborazioni incriticabili? Ma
perché mai! i tre appartenevano ad una fase del pensiero urbanistico che si
faceva forte, e su questo cresceva, della reciproca critica, niente veniva
risparmiato, talvolta usando la diplomazia, ma molto spesso neanche quella.
E se Campos è stato il più esposto alle critiche, ciò dipendeva dall’essere stato assessore all’Urbanistica della giunta Dozza di Bologna e di aver delineato una prospettiva futura per la città. Ma il suo riformismo non piaceva a “sinistra” ma non piaceva neanche al settore immobiliare. Lui che paziente non era, promuoveva la pazienza riformista. È stato un buon assessore-urbanista, e Bologna gli deve molto. Non si tratta di un riconoscimento postumo quanto piuttosto dell’esito di un lavoro di “concerto” di cui si costatano i risultati. Anche Edy Salzano, in tempi diversi, ha fatto l’assessore all’Urbanistica di Venezia, con non meno critiche e con molto meno successo (la Venezia di oggi né è testimone). A Bernardo nessuno ha “offerto” un assessorato (e son sicuro gli sarebbe piaciuto).
E se Campos è stato il più esposto alle critiche, ciò dipendeva dall’essere stato assessore all’Urbanistica della giunta Dozza di Bologna e di aver delineato una prospettiva futura per la città. Ma il suo riformismo non piaceva a “sinistra” ma non piaceva neanche al settore immobiliare. Lui che paziente non era, promuoveva la pazienza riformista. È stato un buon assessore-urbanista, e Bologna gli deve molto. Non si tratta di un riconoscimento postumo quanto piuttosto dell’esito di un lavoro di “concerto” di cui si costatano i risultati. Anche Edy Salzano, in tempi diversi, ha fatto l’assessore all’Urbanistica di Venezia, con non meno critiche e con molto meno successo (la Venezia di oggi né è testimone). A Bernardo nessuno ha “offerto” un assessorato (e son sicuro gli sarebbe piaciuto).
Ma bisogna stare attenti, il giudizio sull’esito, non
coinvolge solamente l’opera dei singoli, i loro piani, le loro politiche, ma in
misura determinante esso dipende dalla politica che ha o non ha accompagnato la loro pianificazione.
In questo campo Bubi Campos è stato il più fortunato, la sua elaborazione ha
goduto di essere inserita come parte fondamentale del “riformismo emiliano”.
Il contrasto alla rendita prima e il consumo del suolo più recentemente
hanno costituito dei capisaldi del loro pensiero, e se i due fattori possono
risultare in contrasto tra di loro, sicuramente si configurano come
fattori determinati di contrasto all’urbanistica.
Il loro lascito disciplinare è
codificato in molte opere e molti testi, ma compito dei giovani urbanisti non è
quello dell’applicazione di questo lascito, quanto piuttosto di andare avanti,
più avanti, con coraggio e sapienza a partire dall’antinomia esistente tra il capitalismo e ambiente e giustizia sociale e …
città.
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