W il 25 aprile, Luca Lotti, Yanis Varoufakis, Parlamento Italiano
Diario n. 285
25 aprile 2015
W il 25 aprile
“Non c’è dubbio che la pietà e il rispetto siano sentimenti
condivisibili di fronte a giovani caduti nelle file di Salò che combattevano in
buona fede. Questo non ci consente, però, di equiparare i due campi: da una
parte si combatteva per la libertà, dall'altra parte per la sopraffazione”.
Sergio Mattarella
Luca Lotti
Il sottosegretario alla
presidenza è giovane, brillante e intelligente, ma messo davanti ad un
microfono perde il senso delle cose che dice.
Oggi, a proposito del 25
aprile e della Resistenza, ha rilasciato una intervista su La Repubblica, di
buon senso e se anche conteneva qualche esagerazione di attribuzione al Governo
come quando affermava che ci “ispiriamo ai valori dell’antifascismo –
giustizia, libertà, eguaglianza –facendo politica tutto il giorno anche
portando avanti il nostro programma”. Che uno dei valori di questo governo sia l’eguaglianza
può solo fare sorridere. Del resto è tipico di ogni governo sopravvalutare il proprio
percorso. Ma neanche a giustizia e a libertà siamo messi bene. Ma con tutto
questo l’intervista può essere, con buona volontà, accettata.
Ma alla commemorazione
alle Fosse Ardeatine (mi pare fosse proprio questa l’occasione), messo davanti
ad un microfono il giovane Luca perde ogni dimensione storica e forse non sa
quello che dice. L’ho ascoltato in TV, quindi il riferimento non è testuale ma
di senso: i giovani che hanno preso le armi per combattere il fascismo e i
nazisti dandoci una speranza di libertà devono essere accomunati ai giovani che
oggi non si abbattono e fanno … un mutuo.
Capisco tutto, ma questo
mi pare troppo, anche nell’ottica di indicare una speranza (vana).
Yanis Varoufakis
In realtà questa nota
doveva essere titolata all’Eurogruppo, ma mi è sembrato solidale, per quello
che vale, titolarla al ministro greco.
I membri dell’Eurogruppo,
noto per aver sostenuta una “giusta” politica di austerità per l’uscita dalla
crisi (di tutti i paesi della UE non solo della Grecia), ha ritenuto il
ministro greco un dilettante, ma forse
avranno detto di peggio, un perditempo. E già, il ministro greco non ha messo
sul piatto di questi giocatori quanto richiesto: licenziamento di 100 mila
statali; IVA dal 13% al 23%; tagli del 20% agli ospedali pubblici; riduzione
dello stipendio minimo e eliminazione dei contratti collettivi; aumento dell’età
pensionabile e tagli alle pensioni; ecc. Se questa è una politica che punta a
salvare la Grecia, non è chiaro che cosa pensano i ministri riuniti a Riga che
potrà succedere ai greci, uomini, donne, bambini, vecchi, malati e disoccupati.
Si capisce che il
riferimento per questi signori siano le banche e la finanza e non i popoli, ma
tutto ha un limite.
Lucrezia Reichlin non è un’economista
di sinistra, anzi, ma è persona seria e ragionevole. Ha dichiarato “I programmi
disegnati per la Grecia non sono partiti dall'evidenza che Atene era di fatto
insolvente. In tale condizione la ricetta dell’austerità non funziona. È sta un
fallimento e ha avuto enormi costi per i cittadini greci”. Alla domanda su quali
potrebbero essere le conseguenze del default della Grecia, risponde “anche se
non si avrebbero conseguenze dirette sul sistema bancario italiano, né tedesco,
né francese perché gli affari con la Grecia sono ridotti al minimo, il rialzo
dei tassi sui fronti più vulnerabili sarebbero inevitabili. Basta pochissimo perché
l’Italia bruci qualsiasi tesoretto che sia riuscita ad accantonare” (La Repubblica,
25 aprile).
Ma il tanto decantato
tesoretto non pare che sia reale e anche se lo fosse il salasso che ci aspetta
per i derivati supera qualsiasi ottimistico risparmio.
Parlamento italiano
I deputati presenti in
aula per ascoltare la relazione del ministro Gentiloni sulla morte di Giovanni Lo Porto erano
soltanto 40 (quaranta).
Si deve dire insensibilità?
si deve dire vergogna? Si deve dire ignavia? Si può dire anche incapacità
politica.
Il dramma umano è una
dimensione dell’animo che questo parlamento non conosce, basta pensare all'incapacità
di dire qualcosa di sensato e forte rispetto all'ecatombe degli immigrati in
mare; muto e insensibile sull'alzata di scudi di amministrazioni e popolazioni
per ostacolare l’insediamento nei loro territori di quote di immigrati (critichiamo
giustamente l’Europa, ma che dire di questi nostri compatrioti?). Ma neanche la morte di un connazionale, di un italiano,
in una disgraziata azione di bombardamento USA
li smuove dai loro interessi. Eppure si trattava di un’occasione politica
per discutere di come si conducono le operazioni di interdizione al terrorismo,
quali sono nella realtà i rapporti tra gli Usa e l’Italia, in che conto ci
tengono gli alleati, ecc. Tutte questioni politiche di rilievo, ma che non
interessano i nostri deputati. Senza dire della solidarietà da dare ad una
famiglia colpita duramente e in questo modo.
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