Diario 192
1 – 7 ottobre 2012
- Il partito “Per Monti”
- Monti: l’utile idota
- Sono impressionato: la gente non ne può più
- Ricevo dagli amici
- Eccitazione
- Libertà di espressione e convivenza
- Citazioni: nel bene e nel male ( Ilvo Diamanti, Gianni Ferrara, Vittorio Agnoletto, Marco Visconti, Michele Serra, Nicola Zingaretti, Chiara Saraceno, Pier Ferdinando Casini, Roberto Esposito, Guido Rossi, Massimo Riva)
Il partito “Per Monti”
Era nell’aria ora si è materializzato: Casini e compagni
lanciano il partito “per Monti”, un Monti che non è candidato. Una trovata
torbida.
Questo partito ottiene la maggioranza assoluta, il
professore Monti ha il diritto e il dovere di governare. Gli italiani vogliono
continuare ad essere bastonati da Monti, è una scelta democratica; agli altri
non resta che l’Australia.
Ma come è più probabile questo partito, nonostante il
successo, non avrà la maggioranza, ma diventa l’ago della bilancia (vecchio
progetto e desiderio di Casini). Allora chi vuole fare maggioranza (non importa
se centro destra o centro sinistra) dovrà prendersi Monti presidente del
consiglio. Un governo tecnico/politico con consistente maggioranza, un
programma identificato nell’agenda Monti, non quella del passato ma quella del
futuro che Monti tiene … riservata.
Al “disagio della democrazia” si aggiunge un opzione di
destra con fortissime venature autoritarie.
In più si apre il mercato per la poltrona del Quirinale:
pacchetto completo Casini al Quirinale e Monti a Palazzo Chigi; oppure il
Quirinale merce di scambio da offrire a qualcuno del centro sinistra o a
Berlusconi o a Letta nel caso di una maggioranza di centro destra. O anche
Monti al Quirinale, presidente di programma, non sopra le parti ma parte egli
stesso. Uno stravolgimento ulteriore della nostra Costituzione.
Vale quanto ho scritto la settimana scorsa: per scongiurare
questa eventualità non c’è che una svolta a sinistra e la vittoria di
Bersani-Vendola, non mi pare abbiano preso la strada giusta. Che si diano da
fare in termini di programma e di mobilizzazione. C’è in gioco qualcosa di più
delle pensioni, lo hanno capito o no?
Monti: l’utile idota
Non ho motivo di dubitare che il professore Monti sia
fortemente interessato al bene del paese. Non ha ambizioni personali, le sue
ambizioni sono per il paese, il suo sviluppo, il ripristino della legalità, la
qualità della vita dei cittadini, soprattutto se giovani. Ci credo, non ho
ragione di dubitare delle sue buone intenzioni, anche se le sue ricette sono di
destra e disastrose.
Il professor Monti è fortemente interessato che la
“politica”, i partiti, si rianimino, correggano le loro storture, possano fare
il bene del paese. Ci credo, non ho ragione di dubitare delle sue buone
intenzioni di liberale e democratico.
I provvedimenti più recenti del suo governo (indennità dei
consigliere regionali, ineleggibilità, riduzione delle assemblee, ecc.) sono
stati pensati proprio in questa direzione, consapevole che i partiti da soli
non l’avrebbero fatto, anche se molti dei provvedimenti del decreto legge
assumono le proposte dell’assemblea dei Presidenti delle regioni (tra i quali
alcuni inquisiti e corrotti).
Monta nel paese la protesta, il disimpegno dalla politica,
l’anti politica, si dice, che tuttavia è politica. I partiti, mi sembra, guardano
con preoccupazione ai conflitti emergenti, alle crisi produttive alle quali non
sanno dare risposte che sfoceranno in proteste, nel successo dei “partiti
dell’antipolitica; vedono, nonostante la miopia, il disagio del paese e non
sanno individuare cure appropriate, balbettano di programmi.
In questa situazione Monti, ovunque collocato (Palazzo Chigi
o Quirinale) rappresenta il “riparo”, la foglia che nasconde le vergogne, la
salvezza della cattiva politica, lo strumento per un rinnovamento di facciata.
Questo grande amore per l’agenda Monti, consapevolmente o meno, è in realtà la
scialuppa di salvataggio (non per il paese).
Ora il professor Monti si vuole prestare a fare l’utile idiota o piuttosto apre gli occhi,
prende coscienza di essere non un protagonista ma un sequestrato e se ne torna
alla sua Bocconi? Questo è il suo e il nostro dilemma, o forse è il nostro
dilemma ma non il suo: anche una minima ambizione offusca la vista e non far
vedere la realtà (e poi l’establishment economico vuole Monti e lui non pare
sappia resistere) .
Sono impressionato:
la gente non ne può più
Le esplosioni di rabbia, l’assalto all’ultimo treno della
metropolitana di Milano, mi hanno impressionato. Non le interpreto come una
manifestazione antisindacale per lo sciopero, ma piuttosto l’espressione di
un’esasperazione. Un indizio di come evolverà il disaggio dei cittadini.
Lavoratori senza stipendio e senza cassa integrazione, disoccupati,
crisi aziendali di cui non si vede lo sbocco, giovani che non studiano e non
lavorano, famiglie in crescente difficoltà economiche, pensionati senza
speranza di vedere la luce del tunnel, esodati, ecc. ecc.
In questa situazione, in modi non prevedibili, pare
abbastanza certo che il disagio si tramuterà in protesta, la protesta in
conflitto. Del resto l’esperienza della Grecia dovrebbe insegnarci qualcosa.
Ed ecco che Monti viene buono, la sua visione della società
liberista può ammettere la discussione, il confronto (magari da trattare con
ironia britannica) ma non il conflitto. Intendo dire che la repressione è
l’arma che verrà presto impugnata. Del
resto già essa si è manifestata contro gli studenti, in modo ingiustificato ed
esagerato (la polizia pare non abbia assorbito la sentenza sulla Diaz, anzi
forse vuole rifarsi).
Anche qui Monti è chiamato a tirare fuori le castagne dal
fuoco, lui lo farà con convinzione e decisione, in cambio i partiti gli offrono il … “potere”.
Pensiamo per tempo a cosa possono diventare le nostre città,
le zone di crisi, le scuole e le fabbriche. Due cose da fare: dare corpo a vie
d’uscite propositive e ragionevoli che individuino nelle “persone” le priorità
(non nella finanza e nelle banche); opporsi ad ogni tentativo di repressione
che non risolve ma aggrava.
Non si può escludere, la riforma del lavoro insegna, che si
possa pensare anche a provvedimenti legislativi che legittimino la repressione.
Il centro sinistra deve prendere un impegno che mai si presterà a permettere
l’approvazione di tali eventuali provvedimenti. Si potrebbe dire è ovvio, ma
non credo che lo sia, e sarebbe bello sentirlo e costatare un impegno
specifico.
Inoltre il centro sinistro potrebbe proporre che i
poliziotti sempre (tranne nei casi di infiltrati in bande criminali) devono
portare sul loro giubbotto un numero di identificazione.
Ricevo dagli amici
Vi faccio partecipi di
due brevi note inviatemi da due amici.
Giovanni
Credo che
bisognerebbe prendere in considerazione il progetto personale di Monti: è
tramontato il sogno di essere il prossimo presidente della repubblica? oppure:
mi candido e se volete che mi tolga dai piedi come pres. del consiglio,
nominatemi presidente della repubblica? Io personalmente credo che gli
servano tutte e due le opzioni e che fare il presidente del consiglio non sia
la sua vera opzione, dato il putiferio sociale che si dovrà affrontare nel
futuro. Perchè non un presidente della Repubblica che scelga un tecnico come
presidente del consiglio e ci avvii intanto verso il presidenzialismo?
Angelo
Tutti i giornali favorevoli all' ipotesi Monti, soprattutto
quelli legati al capitale, non fanno che dire che Monti deve avere,
per governare, una maggioranza politica democraticamente formata.
Visto che ormai è deciso a priori cosa si deve fare, visto
che ancora non si è fatta una legge elettorale, a cosa serve una maggioranza?
Io ho cercato di capire cosa questo governo tecnico ha
fatto, ha tentato di fare ma che non avrebbe potuto affatto fare ma che è
indispensabile, tra poco, che venga fatto.
E' la repressione.
E questo lo consente di fare una “maggioranza” democratica
ed una “opposizione” altrettanto democratica che vuol dire una opposizione che
rifugga dalla violenza e che si limiti a chiedere un dibattito in parlamento.
Eccitazione
Il PDL si resetta e Tremonti fa una lista 3L. Notizie da
capogiro e che eccitano la peristalsi.
Il PDL investito oltre che degli scandali del suo capo e di
parte del suo gruppo dirigente ora è travolto dal modello Lazio, Lombardia,
ecc. Una soluzione? la rifondazione. Stesso nome? Stessa gente? Stesso capo e
controfigura? Stessa signora dal dito medio? Tutto a venire a dicembre. Alfano
ci crede, questo è un brutto segno per la rifondazione.
L’ex ministro Tremonti fonda un partito, o forse un
movimento, o forse una lista 3L = Lista Lavoro e Libertà (ma non poteva trovare
un sostantivo diverso per la prima L). Si sarà detto: tutti fanno un movimento,
una lista, un partito ed io no? E perché no? Non mi manca l’esperienza, la
cultura e la … faccia tosta. Via.
Libertà di
espressione e convivenza
Certo che la libertà di espressione non può essere messa in
discussione. Sia nella sua forma critica che in quella della satira. Ma quando quest’ultima reca offesa, non irritazione, incide sulla
convivenza. Allora la questione merita attenzione. Oggi viviamo in un modo ubnificato
e per questo multi etnico, multi culturale e multi religioso, tutto questo
anche alla soglia di casa mia, varrebbe la pena che ne prendessimo atto. Da non
credendo e vivendo in un paese cattolico, non irrido la fede dei cattolici,
posso discuterne, posso criticare, ma non irridere. Devo convivere con
cattolici, protestanti, ebrei, musulmani, ecc. la convivenza è un grande valore
che certo non può restringere la mia libertà ma può insegnare a questa come
comportarsi. E non è solo per le reazioni di violenza che hanno fatto seguito a
film e vignette, ma per l’alto valore che assegno alla convivenza.
Citazioni: nel bene e
nel male
Ilvo Diamanti, La Repubblica, 1 ottobre
2012
“Votare per scegliere chi governerà. Oppure scegliere chi
governerà indipendentemente dal voto e dal risultato. Questo è il dilemma”
Gianni Ferrara, Il
Manifesto, 2 ottobre 2012
“Che la rappresentanza acquisita all’origine dai parlamenti
nazionali, una volta ridotto quello europeo ad esecutivo dei trattati, possa
liberarsi nei cieli d’Europa per poi poggiarsi sulla Commissione di Bruxelles e
pervaderla con il flusso di legittimazione offertale dalla base sociale dei
singoli Stati e credenza risibile, affermazione mendace, teorizzazione
infondata”
Vittorio Agnoletto,
La Repubblica,
3 ottobre 2012
“La
Cassazione con queste motivazioni (quella della sentenza
della notte alla Diaz) apre un’altra questione: è impensabile che il capo della
polizia abbia potuto dare ordini senza consultare o almeno informare i
responsabili politici e, quindi, l’allora presidente del consiglio Silvio
Berlusconi e il ministro dell’Interno Claudio Scajola. Sono loro i responsabili
politici di quella notte” (Si va bene, ma loro sono stati mandati a
casa. Quello che impressione è che Gianni de Gennaro, il capo della polizia di
allora, siede al governo come sottosegretario alla … Sicurezza. Il presidente
Monti uomo del diritto delle genti e della legalità e della responsabilità
personale non ha niente da dire e fare? E se non dice e non fa nulla questo
sembra un bruttissimo viatico per un eventuale Monti bis, da evitare)
Marco Visconti,
assessore all’ambiente del comune di Roma, La Repubblica, 5 ottobre
2012
“Mia moglie assunta all’Atac grazie a me? Falso all’epoca
eravamo solo fidanzati” (Allora se era
solo … fidanzata, non conta la pressione dell’assessore. Ma riflettono prima di
parlare?)
Michele Serra, La Repubblica, 5 ottobre
2012
“Ma il Calderoli incaricato di sottoporre ai suoi colleghi
parlamentari (e dunque al Paese), una bozza di riforma elettorale, è per caso
lo stesso Calderoli che passerà alla storia come l’ideatore della peggior
riforma elettorale di tutti i tempi? E se la risposta è si, possibile che non
sia venuto in mente a nessuno, in quel luogo istituzionale e nel presente
contesto politico e psicologico italiano, che è una pessima idea legare al nome
di Calderoli qualcosa che dovrebbe porre rimedio a un errore (uso un eufemismo) che porta il
come di Calderoli?” (non solo non è
venuto in mente a nessuno che si trattava di una bravata, ma è sembrata una
bella idea, magari spiritosa. A questo siamo).
Nicola Zingaretti,
candidato PD alla regione Lazio, Il Manifesto, 5 ottobre 2012
“Bisogna fare piazza pulita del malaffare e del degrado
morale della destra” (è bravo e ce la può
fare).
Chiara Saraceno, La Repubblica, 6 ottobre
2012
“Il governo e i partiti, in particolare il PD se vuole
continuare ad avere un senso e un futuro, hanno la responsabilità di provare a
ricostruire un terreno di comunicazione, prima ancora che di confronto, con
questa generazione. Senza false promesse, ma anche senza dire loro che l’unica
cosa che si può fare oggi è attraversare il deserto , stringendo i denti, e poi
si vedrà” (in realtà il governo ha
cercato di realizzare questo terreno di comunicazione, con i manganelli e le
cariche della polizia in ricordo della Diaz)
Pier Ferdinando Casini,
Corriere della Sera, 7 ottobre 2012
“Parlare di un’alleanza tra i moderati e i progressisti e
poi stringerne una, come si sta facendo nel Lazio, con Vendola e Di Pietro, è
un passo indietro per la politica ed è certamente la tomba di ogni rapporto con
i moderati” (se c’è una cosa che Casini
non può sopportare e non essere l’ago della bilancia. Se Vendola e Bersani
facessero sul serio sul programma, forse Casini torna ad essere marginale …
nonostante Monti).
Roberto Esposito,
Il Manifesto, 7 ottobre 2012
“Quello di Vendola è un atto di coraggio (partecipare alle
primarie), per scompaginare un quadro prefissato che si decide in due proposte
chiuse in due confini”
Guido Rossi, Il
sole 24 Ore, 7 ottobre 2012
“E’ tempo di contrastare l’anarco-capitalismo, basato su
teorie filosofiche libertarie, inconsciamente avvallate dalla maggior parte
degli economisti, secondo le quali, come sostiene il loro più autorevole
teorico Robert Nozick, non è affatto necessaria l’istituzione di un governo
politico. Inoltre ogni tentativo di colmare le diseguaglianze sempre più
profonde nelle moderne civiltà sarebbe un’ingiustificata estensione del lo
Stato (e quindi della politica) in violazione dei diritti della persona a fare
i propri interessi”.
Massimo Riva,
L’Espresso, 11 ottobre 2012
“Il paese rischia, però, di assistere a uno spettacolo
davvero paradossale. Quello dei deputati e senatori pronti a convertire in
legge il provvedimento che taglia il numero delle poltrone regionali senza aver
fatto nulla per quanto riguarda la riduzione delle rispettive e non meno
sovrabbondanti assemblee”
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