Diario 19 giugno 2022
Mi chiedo e mi chiedono, perché da tanto
tempo non pubblico nuovi diari. Non credo che ad una domanda così semplice ci
possa essere una risposta altrettanto semplice.
Provo ad articolare la risposta:
La prima e banale risposta e che non ne avevo voglia.
Troppo banale e scontata; ma perché non
avevo voglia?
Mi sembrava di ripetermi, su qualsiasi
argomento scrivessi, la cosa è ovvia. Ma mi sembrava di essere immerso in un
pantano, limaccioso, da cui sembrava impossibile tirarsi fuori. Qualsiasi cosa
succedesse nel mondo o nel nostro paese, niente arricciava anime e intelligenze,
tutto scivolava come su una lastra di vetro inclinata. La destra fascista tende
a prevalere, e lo schermo è sempre vuoto; abbiamo la guerra alla portata di un missile,
ma lo schermo è sempre vuoto; il futuro della nostra economia è incerto, e lo
schermo è sempre vuoto; il leader della prima potenza atlantica mostra le sue
troppe debolezze e la sua attenzione esclusivamente ai propri interessi, e lo
schermo è sempre vuoto. Più che vuoto lo schermo si riempie di figure
trasparenti, senza spessore, a cominciare del primo dei migliori, che recitano
un testo a cui non credono, che non affronta i problemi. Ma non voglio ripetere
quello che tutti sanno e che tutti vedono se accendono la TV.
Eppure mi pare di capire che esistano
milioni di persone “con le orecchie apposite”, disposte a capire , a volere una
diversa politica. Ho il sospetto che proprio l’esistenza di questo popolo, è
alla base della grande confusione in cui si articola il discorso politico. Non si vuole fare
chiarezza, non si vuole che il “popolo” prende coscienza dei pericoli, che
guardi al futuro spaventato, che chieda un cambiamento. Il mondo è cambiato ma
riti, discorsi, atteggiamenti, sono
ancora quelle del passato remoto.
Non mi illudo il mio potrà essere un
modesto contributo, forse, nella direzione giusta, mi sforzerò
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