Diario
24
dicembre 2019
Siamo convinti di avere chiari i
fenomeni che caratterizzano in negativo la nostra società, e questo è anche
vero. Ma ogni volta che ricerche e informazioni precise ci documentano quello
che … sappiamo, ci meravigliamo, siamo sorpresi e scandalizzati. È il caso
della recente indagine della Mediobanca sulle retribuzioni, per l’anno 2018, di
amministratori, direttori generali e sindaci relative a 230 imprese quotate in
borsa e riguardano complessivamente 3.543 persone.
Si resta meravigliati, per
esempio, che l’amministratore delegato e direttore generale della Unipol abbia
percepito nel 2918, remunerazioni pari a 7,9 milioni di euro. Uno si domanda
che cosa avrà mai fatto di così rilevante questo importante dirigente per
meritare una così cospicua remunerazione? In realtà sarà stato bravo, non
discuto, ma la sua abilità principale consiste nel raccogliere come con una
rete a strascico il plus valore prodotto dai dipendenti Unipol e riversarlo
nelle remunerazione sue e degli altri dirigenti. Il sistema questo consente, o meglio: il
sistema si basa su tale meccanismo.
Per non farla troppo lunga di
seguito si riportano le remunerazioni medie e massime, in migliaia di euro, per
singola posizione:
Posizione remunerazione media remunerazione
massima
Presidente 458
7.000
Vice presidente 210
4.900
Consigliere delegato 849
6.000
Pres Cons. Sindacale 53 218
Sindaco Effettivo 39
149
Comparare la remunerazione di
queste posizioni apicali rispetto al costo del lavoro medio della stessa
azienda, presenta una serie di complessità. Tuttavia, sottolineando, come fa il
rapporto della Mediobanca, che i valori devono considerarsi sottostimati, la
remunerazione media di un presidente vale 6,7 volte quella del dipendente
medio, se si assumesse la remunerazione massima del Presidente questa varrebbe
93 volte quella del lavoratore medio. Per quanto riguarda il Consigliere
delegato tale rapporto è pari 11,8 nel caso della remunerazione media, se
invece si considerasse la massima il rapporto salirebbe a 114 (si tratta degli
anni di lavoro necessari per accumulare la remunerazione del presidente o
consigliere delegato).
Questi dati sono una pallida
rappresentazione delle differenze sociali che caratterizzano il nostro, insieme
ad altri, paese. Era noto i molti anni
che un lavoratore “medio” avrebbe dovuto lavorare per accumulare la
retribuzione del “suo” presidente, ma le informazioni abbastanza precise ci
meravigliano. Qui non si tratta affatto di “giusta ricompensa” alla competenza ma solo di meccanismi sociali
e politici che permettono di accumulare a scapito dei lavoratori.
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